
“Senza guerra non ci sarebbero sanzioni”. Lo ha ribadito il cancelliere austriaco Karl Nehammer al presidente russo Vladimir Putin nel corso di un colloquio telefonico. Il capo del governo austriaco ha evidenziato a Vienna in una conferenza stampa che “ora va visto se ci sono segnali di disponibilità al compromesso, per esempio per quanto riguarda le esportazioni”. In riferimento al gas, Putin avrebbe ribadito il rispetto degli accordi.
Nehammer ha definito il colloquio “molto intenso e molto serio”. Il presidente russo “in linea di principio” sarebbe disposto ad aprire “corridoi di export sicuri” che, secondo Putin, potrebbero essere controllati dal segretario generale delle Nazione Unite. Per Nehammer, i canali per l’export di grano devono restare aperti. Putin avrebbe fatto dipendere le garanzie di approvvigionamento dalla fine delle sanzioni.
Non ci sono novità per quanto riguarda un eventuale scambio di prigionieri. Secondo il cancelliere austriaco, “una politica attiva di neutralità significa parlare con tutti le parti, indicando comunque per nome l’aggressore”.
La telefonata è stata concordata con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, ma non con i partner dell’Ue. “Questo non serve se tutti seguono la stessa linea”, ha aggiunto Nehammer. La telefonata è durata circa 45 minuti: spesso Putin, che parla bene tedesco, non ha necessitato della traduzione.
Zelensky: 22 mio t garno bloccate
Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che quasi la metà delle esportazioni di grano dell’Ucraina è attualmente bloccata perché la Russia continua a ostacolare le principali rotte di esportazione del paese attraverso il Mar Nero e il Mar d’Azov, definendo la situazione una potenziale “catastrofe” per la sicurezza alimentare globale.
“Oggi 22 milioni di tonnellate di grano sono tenute nei sili. Non possiamo fornirli ai mercati internazionali, dove sono necessari proprio in questo momento”, ha detto rivolgendosi a un think tank indonesiano di politica estera in un forum in linea, come riporta l’emittente televisiva statunitense Cnn.
Il presidente ucraino ha anche detto che le stime delle Nazioni Unite secondo cui la carestia potrebbe colpire altri 50 milioni di persone quest’anno sono una stima “conservativa”: “La carestia non arriva da sola, è sempre accompagnata da un caos politico che esacerba la situazione, rovina la vita delle persone, creando condizioni insicure per la gente comune”, ha dichiarato. “A luglio, quando molti paesi esauriranno le scorte del raccolto dell’anno scorso, sarà evidente che la catastrofe sta davvero arrivando”.
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