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Medvedev provoca "E se l’Ue sparisse?"
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Redazione
3 anni fa
L’ex presidente russo torna a provocare dopo gli insulti ai leader dell’Unione europea di qualche giorno fa

"E se l’Ue sparisse per allora? Mi viene da pensare a quale sarebbe lo scandalo, a quali sacrifici sono stati fatti sull’altare dell’adesione all’Ue e a quale inganno delle aspettative degli ucraini infelici. Non per portare sfortuna...". Dopo gli insulti ai leader dell’Unione europea in visita a Kiev, Dmitrij Medvedev torna all’attacco. Nel mirino dell’ex presidente russo, oggi vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale, c’è ancora una volta il sostegno di Bruxelles all’Ucraina.

Con toni nuovamente sprezzanti e beffardi, in un post su Telegram si è lanciato in un’analisi delle prospettive di adesione. Gli ucraini saranno sotto "verifica per decenni. Pertanto, la vera scadenza è la metà del secolo. Non prima", ha scritto, al termine di un parallelismo tra la possibile dissoluzione dell’Ue e quella dell’Unione sovietica. Un discorso in cui non ha risparmiato nuovi riferimenti ai vertici europei in termini provocatori: "Zia Ursula - ha aggiunto parlando della presidente della Commissione von der Leyen - ha anche detto che gli ucraini stanno morendo per entrare nell’Ue".

L’altro affondo di Mosca è giunto dal ministro degli Esteri Serghei Lavrov, tornato a parlare in un’intervista a Rossiya 1, il primo canale della tv statale. Armando l’Ucraina, ha detto il capo della diplomazia di Vladimir Putin, gli Stati Uniti "stanno cercando di realizzare quello che avevano annunciato molto tempo fa, cioè che la Russia deve stare al suo posto, che la Russia non ha diritto alla propria voce nelle questioni internazionali, che la Russia deve obbedire alle regole inventate dagli Stati Uniti. Questo è tutto. Credo che capiscano molto bene che non ci riusciranno".

Sul fronte occidentale, intanto, l’analisi sugli sviluppi del conflitto conferma un quadro allarmante. "La guerra in Ucraina potrebbe durare anni", ha detto in un’intervista alla Bild il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. "Dobbiamo essere preparati che duri anni", ha spiegato, invitando gli alleati a continuare a fornire armi e "non indebolire il sostegno all’Ucraina, anche se i costi sono elevati, non solo in termini di supporto militare, ma anche a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari". Tuttavia, ha sottolineato, "i costi di cibo e carburante non sono nulla rispetto a quelli pagati quotidianamente dagli ucraini in prima linea". E poi, ha aggiunto, se Putin dovesse raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina, come quando ha annesso la Crimea nel 2014, "dovremmo pagare un prezzo ancora maggiore".

Kiev, intanto, assicura che continuerà a resistere. "Non daremo via il sud a nessuno. Riprenderemo tutto ciò che è nostro e il mare sarà ucraino e sicuro", ha promesso il presidente Volodymyr Zelensky in un video messaggio al rientro dalla visita a sorpresa di sabato nel sud dell’Ucraina, nei centri strategici di Mykolaiv e Odessa, dove ha incontrato le truppe. "Il loro umore è fiducioso - ha riferito - e non c’è dubbio nei loro occhi che l’Ucraina vincerà la guerra contro gli invasori russi".

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