
Spingere l’Ucraina a un “cattivo compromesso”, a un accordo di pace imposto dalla Russia, sarebbe “ripugnante” e l’Occidente non deve farlo. Lo ha detto il premier britannico Boris Johnson a margine di un intervento pubblico nella contea del Lancashire durante il quale ha presentato un progetto di sostegno all’edilizia nazionale. Nel suo discorso il leader Tory ha poi attribuito agli “effetti dell’aggressione di Vladimir Putin” parte della responsabilità dell’impennata dell’inflazione nel Regno e “a livello globale”. Impegnato a risalire la china in patria dopo il voto di sfiducia sulla sua leadership in casa Tory dal quale lunedì si è salvato solo di misura, indebolito comunque da un dissenso interno fra i deputati della sua maggioranza superiore al previsto, Johnson ha trovato il tempo di accennare alla guerra in Ucraina sullo sfondo della presentazione del nuovo controverso piano casa illustrato a Blackpool, nel nord dell’Inghilterra.
Dopo aver attribuito in qualche misura alle conseguenze dell’invasione russa l’incremento dei prezzi, il caro bolletta sull’energia e i segnali negativi sulla crescita economica dell’anno prossimo, ha bollato comunque come “moralmente” inaccettabile l’idea di costringere Kiev a “una cattiva pace” garantita da “concessioni territoriali” a Putin. “Sarebbe non solo moralmente ripugnante abbandonare gli ucraini, visto che essi sono le vittime e hanno diritto a difendersi in quanto Paese libero e indipendente”, ha insistito BoJo, ma anche inutile poiché gli alleati occidentali “non sono semplicemente nella condizione” di poterlo imporre. Il premier britannico non ha fatto in ogni caso alcun riferimento diretto alle prese di posizione di altri Paesi: né al piano di pace avanzato nelle settimane scorse dal governo italiano, né ai richiami del presidente francese Emmanuel Macron alla necessità di non cercare di “umiliare” Mosca.
“Se Putin potesse ottenere un cessate il fuoco che gli permettesse di strappare una fetta di Ucraina, egli continuerebbe poi a rigirare il coltello nella ferita, sarebbe come il coccodrillo pronto a tornare per avere sempre di più, e sarebbe in grado di sostenere che l’aggressione e la violenza pagano”, si è limitato ad affermare Johnson. “Si tratterebbe di un disastro - ha rincarato - per l’Ucraina e altre parti dell’ex Urss esposte alla possibilità di un suo attacco, qualcosa che aprirebbe la porta a ulteriori conflitti, a ulteriore instabilità, a un futuro di ulteriore incertezza globale e miseria economica”.
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