Hockey
Gianinazzi, la stagione appena trascorsa e un occhio al futuro
Redazione
un anno fa
Il coach del Lugano analizza la stagione appena passata e butta un occhio alla prossima tra giocatori, membri dello staff passando da lui stesso.

Luca Gianinazzi parla della stagione appena trascorsa in un'ampia intervista ai microfoni di Ticinonews. L'allenatore dei bianconeri analizza i giocatori all'interno del suo roster: chi va, chi arriva e chi rimane. La sua disamina spazia dall'hockey giocato del suo Lugano, dai membri dello staff fino alla sua figura di giovane allenatore.

"Sono contento del lavoro che ho, faccio la mia passione". Sostiene Luca Gianinazzi. "Da ottobre ad oggi non ho lavorato un giorno. Ho sempre fatto quello che mi piace e ho la possibilità di farlo nella mia città e nella pista che adoro. Da una parte c’è l'aspetto positivo, ma dall’altra c’è la realtà: è stata una stagione complicata con momenti difficili. Ho dovuto crescere in fretta e imparare della cose durante la stagione e ne ho ancora tante da imparare. Possiamo dire che abbiam iniziato qualcosa insieme alla società e mi rende contento. Sono orgoglioso di come ho risposto: non posso rimproverarmi dei valori che per me sono importanti, come l’attitudine al lavoro , ho dato sempre il 100% facendo il meglio per la squadra e per il club. Quando sono entrato in squadra in ottobre ho sentito che il problema era il sistema di gioco. Il pensiero era di entrare nello spogliatoio portando la mia idea di gioco pensando che le cose andranno meglio. Questo è stato il mio errore principale iniziale. Mi aspettavo che tutti fossero dei robot, ma in realtà non è così: si ha a che fare con degli esser umani e la parte di relazione è la parte più importante", ricorda L'allenatore dei bianconeri. "Quando ho spostato la mia attenzione dalla parte tecnico-tattica alla parte umana, abbiamo iniziato ad avere i progressi. Quando entri in uno spogliatoio del genere è normale che ci siano dei pregiudizi nei confronti di un ventinovenne alla prima esperienza. La mia sfida era mostrare con il tempo, con lavoro e attitudine, perché ero lì. Quando i giocatori capiscono questo automaticamente le cose vanno più facilmente e l’età diventa un numero e non un fattore importante. Persone come Granlund, giocatori di esperienza, sono i primi che mi hanno aiutato con dialoghi costruttivi. Non sono una persona che ama la dittatura, ma amo trovare delle vie comuni comunicando. I giocatori vogliono vincere e io tanto quanto loro: discutendo assieme si possono trovare soluzione per portare avanti la squadra. La mia responsabilità è quella di portare avanti delle decisioni e non ho paura di farlo", sostiene Luca Gianinazzi.

La sconfitta con il Ginevra

Il Lugano, pur avendo avuto una stagione difficile, ha raggiunto i quarti di finale dei playoff affrontando la corazzata Ginevra. Gianinazzi è consapevole della forza dei granata, ma altresì vero che è cosciente di averli messi in difficoltà: "Eravamo distanti, ma eravamo vicini alla stesso momento. A livello di potenza di gioco loro avevano qualcosa in più di noi. Pensare di vincere quattro partite contro di loro era abbastanza arduo. A tratti ci hanno messo sotto in maniera significativa, d’altra parte penso che li abbiamo messi in difficoltà. Se alcuni episodi di quella seria fossero andati diversamente, chi lo sa. La realtà dello sport è che gli episodi fanno la differenza. Il dato di fatto finale è che eravamo due vittorie di distanza da loro. Lo stile di gioco con cui abbiamo giocato è quello in cui credo. Quando giochi contro qualcuno devi prendere quello che ti dà. La solidità difensiva era fondamentale per avere una chance in più per vincere le partite ed ha funzionato. Lo sviluppo di un allenatore passa dalla leadership e il modo di comunicare, ma poi passa anche dal pensiero di gioco. Pensare che io non cambi mai idea a livello di gioco per periodi di tempo lunghi è un’assurdità. Se posso sfruttare una debolezza di un avversario la sfrutto", ricorda l'allenatore di bianconeri.

Il ruolo da leader di Arcobello

Quella di Mark Arcobello non è stata una stagione facile e il suo ruolo da capitano ha pesato ancora di più: "Quando si ha il ruolo di leadership da capitano e le cose non vanno come vorresti ti carichi di responsabilità che a volte fanno bene e a volte fanno male", sostiene Gianinazzi. "Voler fare talmente bene individualmente per aiutare la squadra in un momento difficile rischi di entrare in una circolo vizioso. Ci si dimentica che sotto il casco si un giocatore c’è una persona. Mark ha avuto dei momenti difficili come persona a gestire il suo insuccesso e penso che quello è stato l’aspetto principale. Durante la stagione c’è stata una crescita da quando sono arrivato, poi a Berna si è fatto male e ha ciò complicato la stagione. Il gruppo dei capitani è stato stabilito da Chris e non abbiamo voluto cambiare la sua decisione. Sono partiti quella stagione con un gruppo di leader e io sono subentrato: è giusto mantenerlo. Durante l’estate valuteremo chi sarà capitano e nel gruppo leadership. Quest’estate è una banco di prova per vedere chi sono le persone ideali. Un aspetto importante è la fiducia in un tuo compagno. Non voglio partire con sfiducia nei confronti di qualcuno. Ad agosto ci saranno i giocatori che faranno parte della mia rosa e vorrò bene a tutti nello stesso modo per dare loro fiducia. Nello spogliatoio vogliamo creare entusiasmo in modo da giocare in maniera libera e l’aspettativa indispensabile sarà l’atteggiamento", dichiara Luca Gianinazzi.

Su Santeri Alatalo

Oltre alla stagione complicata di Arcobello anche Santeri Alatalo ha avuto degli alti e bassi: "Santeri va diviso in due analisi diverse. L’analisi dell'Alatalo in 5c5 e dell'Alatalo in powerplay. Nel powerplay ha avuto più problemi non producendo i punti a cui era abituato nel passato e quello è un punto centrale della sua stagione. Lui stesso non era contento ed è stato difficile per lui gestire quella parte. In 5c5 ha alternato delle ottime prestazione e altre meno buone, ma lui è il primo a non essere contento della sua stagione. Il modo per aiutarlo è credere in lui. L’anno prossimo sono convinto che farà una buona stagione grazie alla sua etica del lavoro. Fa parte anche di un percorso professionale avere anni meno buoni di altri. Le qualità umane e hockeistiche di Santeri non sono in dubbio", ricorda Gianinazzi.

Su Luca Fazzini

Le doti offensive di Luca Fazzini non sono in dubbio, ma è anche vero che la sua stagione è stata al di sotto delle aspettative: "Abbiamo guardato i numeri con lui. In 5c5 ha fatto gli stessi punti dell’anno scorso, mentre in powerplay manca qualcosa. Un’evoluzione che ha fatto Luca è nel gioco a 360°. Lui è uno scorer e il gioco è valutato su quello. Il mio arrivo è coinciso con delle esigenze diverse verso di lui e ha reagito alla grande. È stato aperto ad ascoltarmi e a voler aprire i suoi orizzonti a livello di gioco e voler essere un giocatore completo. L’ha fatto in maniera egregia. Questo non si vede con i punti e nelle statistiche, ma a livello di gioco ha fatto passi in avanti. Devo essere anche onesto che ci sono stati momenti in cui sono stato con lui abbastanza pesante e ha reagito bene. Ha capito il motiuvo per il quale la mia richiesta era così alta. Sarà uno dei giocatori fondamentali per il futuro per noi", sottolinea l'allenatore del Lugano.

La rivelazione Zanetti

Un punto positivo della stagione del Lugano è sicuramente quello di Marco Zanetti. Il giovane attaccante ha guadagnato con Gianinazzi minuti di gioco mostrando le sue qualità: "Ho lavorato da tanto tempo con Marco e le sue qualità non erano nulla di nascosto. Queste qualità sapevo che potesse metterle in mostra in NL. Non mi aspettavo che lo facesse in maniera così veloce. Ha fatto estremamente bene e sarà interessante quali saranno i suoi prossimi step in avanti e quale ruolo sarà in grado di ritagliarsi l’anno prossimo. Il ruolo dello staff è migliorare i giocatori e bisogna avere una strategia. Questa strategia è condivisa tra Marco e noi. Se siamo convinti che gli argomenti da migliorare, come per esempio il suo tiro, sono condivisi non può che andare bene. Giocherà nei primi 6 l’anno prossimo? È presto per dirlo, dobbiamo vedere il suo modo di lavorare e che applichi il piano che abbiamo per migliorare. Se questi presupposti ci sono, a lungo termine avrà la possibilità di fare un’ottima carriera", ricorda Luca Gianinazzi.

La nuova linea verde in casa bianconera

La società bianconera ha ufficializzato l'acquisto di tre giovano che potranno ritagliarsi dello spazio nella prossima stagione: "Loro vogliono avere un impatto immediato. Questa è una cosa positiva per la fame che hanno. Sotto un punto di vista razionale hanno bisogno di tempo per diversi motivi. Canonica conosce la realtà di Lugano e conosce me. Per lui è più facile avere una proiezione chiara di come sarà la prima stagione anche se non ha mai giocato a livello professionale. Era con gli juniori fino ad adesso, nelle ultime stagioni ha giocato nella pista piccola: dovrà adattarsi. È un centro di ruolo e bisogna capire se giocare come centro o come ala. Conosco bene Lorenzo e la sua etica del lavoro e sono sicuro che farà tutti i passi necessari per avere successo e per dare successo al club. La mia pazienza con lui ce l’avrò sicuramente e quindi mi aspetto pazienza dall’esterno" e ancora: "Verboon è più grande di età: ha giocato nella lega americana di college e lì sono più grandi. Da un punto di vista fisico e di gioco e di giocare contro gli adulti mi aspetto che sarà pronto dall’inizio. Sono convinto che sia una persona con un’ottima autodisciplina con la volontà di migliorarsi e che abbia un alto potenziale. Cormier è un ragazzo giovane uscito dal percorso giovanile canadese. È un profilo diverso dagli altri due. Ha abitato in Svizzera quando il papà ha giocato a Sierre, ma non è cresciuto in Svizzera. Dovrà adattarsi a una nuova cultura di vita e anche lui avrà bisogno di pazienza. Ha delle doti offensive spiccate. Dovrà adattarsi al contatto fisico con gli adulti, alla pesantezza dei duelli e questo sarà uno degli aspetti chiave. Ha le qualità per fare una buona stagione", sostiene il tecnico dei bianconeri.

C'è chi va e c'è chi viene

L'arrivo di Ruotsalainen e Joly non può che fare bene al Lugano, mentre l'addio di Klok lascia scoperto il ruolo di difensore straniere che la società bianconera deve prima o poi colmare: È sempre difficile fare dei pronostici ad aprile. Sarà da settembre che sapremo se avremo fatto dei passi avanti sul roster e sul livello di gioco. Abbiamo fatto queste scelte perché siamo convinti. Michael e Arttu sono due giocatori diversi, entrambi con spiccate doti offensive. Arttu lo consociamo, mentre Joly ha fatto degli ottimi campionati in Finlandia. È un profilo interessante, è un ragazzo giovane che vuole mettersi in mostra" e ancora: "Klok era un profilo interessante pe noi anche per la prossima stagione. Era uno dei nomi caldi. Purtroppo a livello contrattuale ha trovato un’opzione migliore e auguro a lui il meglio per la sua carriera. Dobbiamo per forza di cose trovare qualcun altro. Sull’aspetto blueliner Santeri ha dimostrato che ha la qualità giuste, così come Calle Andersson. Quel tipo di giocatori li abbiamo, anche se la decisione è cosa si vuole creare all’interno della squadra, se si vuole creare competizione o stabilità. Ci potrebbero essere degli infortuni e dobbiamo avere piani B. Queste valutazione vanno fatte quando vai a prendere un difensore straniero. Il powerplay è un aspetto del gioco che dobbiamo migliorare, ma esiste anche il boxplay. A livello numerico giochiamo più in boxplay, quindi è più importante mettere a posto questa situazione. A livello di spettacolo è più importante il powerplay, ma a livello di gioco no. Entrambe le situazioni speciali bisogna tenerle in conto quando si prende qualcuno", ricorda Luca Gianinazzi.

Lo staff a 360°

Luca Gianinazzi conclude la sua intervista parlando dei membri del suo staff e di sé stesso: "Dello staff non posso parlare, ma sicuramente Krister Cantoni ne farà parte. Devo ringraziarlo perché ha allenato più di 100 partite facendo l’assistente della prima squadra e l’allenatore della U17. Sua moglie è stata molto comprensiva verso la mia richiesta di averlo con noi e verso di lui per la sua passione dell’hockey e di questi colori. Da quest’anno sono contento di averlo al 100% nel nostro staff. Le valutazioni per Matti Alatalo saranno diverse e saprete qualcosa di più nel prossimo futuro. Nella mia testa l’obiettivo principale è lo sviluppo. Io so di essere valutato sulle vittorie e sulle sconfitte: è la realtà dello sport. Lugano è una piazza ambiziosa. Da una parte ci sono vittorie e sconfitta, ma dall’altra c’è quello che puoi fare per influenzare questo percorso. Se mi occuperò di vincere solamente la partita sarà il giorno in cui farò fatica a fare il mio lavoro. La mia ambizione è come posso sviluppare la mia squadre e i membri dello staff. Se creiamo questo ambiente di sviluppo automaticamente i risultati saranno una conseguenza. La domanda è quanto tempo ci vuole per ottenere questi risultati", conclude Luca Gianinazzi.

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