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PREVIDENZA: TEMPO DI SOLUZIONI INDIVIDUALI E FLESSIBILI
Redazione
un anno fa
Intervista a Domenico Sartore, Agente Generale indipendente di Zurich a Lugano

Come muta lo scenario della previdenza ?

La pandemia e la geopolitica ci dovrebbero indurre a qualche riflessione, nel senso che le certezze precedenti scricchiolano e molto di ciò che avevamo dato per acquisito non lo è più. Molte cose vanno ripensate in termini più pragmatici, oserei dire perfino egoistici. La tendenza finora dominante è stata quella di delegare la soluzione dei problemi alla “società”, ma questa è ormai talmente complessa ed interconnessa che non riesce più a trovare soluzioni condivise, per cui la scelta migliore è di tornare ad un sano individualismo. Inoltre chi risolve i problemi individualmente reca indirettamente un beneficio alla collettività. E questo vale anche in campo previdenziale.

Come si pongono i fondi pensione di fronte ai nuovi scenari ?

Oggi i fondi pensione devono affrontare sfide importanti in ambito LPP, in particolare per quanto attiene la parte obbligatoria, per cui già oggi si stanno orientando verso soluzioni alternative per la parte extra-obbligatoria. La tendenza va nella ricerca di nuove collettività “ristrette” (verso dunque un maggiore individualismo) e la ricerca di soluzioni che possono generare maggiori rendimenti per i capitali. Se voglio avere di più quando vado in pensione, ho sostanzialmente tre alternative: pagare di più, far rendere di più il capitale, cercare di pagare meno imposte al momento dell’incasso delle prestazioni.

La ricerca di maggiori rendimenti comporta però l’assunzione di più rischi...

Ovviamente, ma ragionando in termini collettivi, l’aspetto del rischio non è uniforme. Dipende ad esempio da quanto la LPP sia essenziale o meno nel quadro patrimoniale completo del cliente, e quindi da quanto rischio si possa assumere. Chi ha condizioni reddituali e patrimoniali migliori ha anche una capacità maggiore di assumersi il rischio. Quindi creiamo delle mini-collettività per le quali è possibile attuare politiche d’investimento diversificate, lavorando sulla base di un contratto complementare, con politiche d’investimento più o meno aggressive in base all’età. Del resto età e capacità di assunzione del rischio sono correlate: più l’orizzonte temporale è lungo, più il fattore rischio si diluisce.

Domenico Sartore, Agente Generale indipendente di Zurich a Lugano
Domenico Sartore, Agente Generale indipendente di Zurich a Lugano

Oggi si discute anche molto del rapporto capitale-rendita. Come si affronta il tema ?

Diventa difficile garantire una rendita vita natural durante, oppure è molto costoso se si vogliono considerare i dati tecnici corretti, che porterebbe ad accantonare almeno il 30% di riserve. Senza abbassare il tasso di conversione LPP la situazione diventerà presto insostenibile. L’alternativa è ottenere una maggiore redditività dei capitali. Abbassando l’aliquota di conversione dovrò accantonare meno riserve e con soluzioni d’investimento più performanti ed orientate al lungo termine potrò remunerare meglio i capitali degli assicurati.

Questo però presuppone di avviare per tempo il programma previdenziale, quando si è giovani.

Certo, e le strategie d’investimento saranno adattate in base a quanto si è lontani dal momento del pensionamento. Il futuro ci porterà altre strategie di gestione ed altri prodotti, cui soprattutto le fasce di età più giovani guardano con attenzione. Pensiamo alle cryptovalute, in particolare a quelle emesse dalle banche centrali o legate ad altri beni, a tutto ciò che ruota intorno a Blockchain, a nuove soluzioni che accorciano la catena dell’intermediazione ed abbassano i costi.

E come influiscono sulla previdenza le trasformazioni del mercato del lavoro ?

Le modifiche di legge dovrebbero tener conto di queste situazioni, come il lavoro part-time, diversi datori di lavoro.... Va abbassata la soglia d’entrata alla LPP, che oggi esclude molti giovani, ed anticipata da 25 a 20/18 anni l’età per iniziare a pagare la parte risparmio. Il mercato corre più veloce della politica e purtroppo la popolazione considera come acquisite delle prestazioni che nel tempo fattori demografici o finanziari non consentono più di sostenere. Le soluzioni completamente tradizionali non hanno più senso ed almeno una soluzione semi-autonoma andrebbe considerata in ambito LPP. Naturalmente vi è poi il terzo pilastro, da riscoprire ed incentivare. Ed oggi abbiamo fare i conti anche con la variabile inflazione che sembrava scomparsa. Quello che è certo è che si sono create delle illusioni circa la possibilità di poter mantenere il proprio tenore di vita anche dopo il pensionamento. Purtroppo non è più così e lo dimostra il numero dei pensionati che va a vivere in Paesi con un costo della vita più abbordabile. Inoltre il sistema dovrebbe operare in regime di fair-play: oggi privilegia ancora gli anziani ipotecando così le prestazioni future delle giovani generazioni, creando una situazione di disequilibrio e di potenziale conflittualità intergenerazionale.

Come vede il futuro della previdenza di base, l’AVS ?

Attingerà ancora dall’IVA. L’età di pensionamento salirà e la soglia dei 65 anni non sarà più un tabu, allineandosi con una tendenza in corso in altri Paesi. Quanto ad altre forme di finanziamento, come gli utili della BNS, sono scettico: questi utili, soprattutto valutari, sono virtuali ed il mercato potrebbe annullarli così come li ha creati. Sarebbe pertanto una soluzione temporanea ed illusoria.

Per saperne di più e richiedere una consulenza: www.zurich.ch

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