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Pausa figli, lavoro part-time, minore retribuzioneQual è la previdenza giusta per me come donna?
Questo è un contributo retribuito, presentato da AXA.
Questo è un contributo retribuito, presentato da AXA.
Redazione
3 anni fa
Le donne svizzere vivono in genere circa 3,5 anni più a lungo degli uomini. Eppure, per motivi diversi, hanno a loro disposizione un capitale di previdenza più modesto. Qual è la migliore tutela al femminile dalle lacune previdenziali? Ecco cosa fare.

È ormai assodato: le donne guadagnano molto meno degli uomini. Secondo l’Ufficio federale di statistica, nel 2018 la differenza tra i salari lordi mensili della fascia mediana era di circa 800 franchi, pari all’11,5%. Un divario che si sta riducendo, ma l’uguaglianza retributiva è ancora lontana. 800 franchi al mese corrispondono approssimativamente a 10 000 franchi all’anno e a mezzo milione di franchi per l’intero arco della carriera professionale.

Okay. Allora vuol dire che, essendo donna, avrò anche meno soldi per la mia previdenza in vecchiaia?
In linea di massima, sì. Le rendite «rosa» (AVS e cassa pensione) sono in media inferiori di circa il 37% rispetto a quelle «azzurre». È quanto emerge da uno studio condotto dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali nel 2016. I motivi sono molteplici: pause lavorative, lavoro part-time e una generale disparità salariale, a cui si aggiunge un dato confermato da vari sondaggi: in molte famiglie è soprattutto l’uomo che porta a casa i soldi, mentre la donna si occupa di rado dell’aspetto finanziario. Questo è spesso legato all’arrivo dei figli e a una conseguente ridistribuzione dei ruoli all’interno della famiglia. Ancora oggi.

Stiamo aspettando il nostro primo figlio. La mia carriera si fermerà per alcuni mesi. Cosa devo considerare?
Molte coppie si dicono «ci pensiamo quando il bimbo sarà qui». Sbrigano le incombenze più immediate: arredano la cameretta, magari traslocano in un appartamento più spazioso, ridefiniscono gli orari di lavoro di ognuno, prenotano il posto all’asilo. Già questo assorbe tante energie. Ma non bisogna trascurare le questioni a più lungo termine. La futura mamma deve decidere con sufficiente anticipo, preferibilmente già durante la gravidanza, come proseguirà la sua vita professionale. Dopo il parto è opportuno discuterne con il datore di lavoro per vagliare le diverse opzioni. Occorre valutare tutte le possibilità. Quali saranno le conseguenze sul percorso professionale? Tutto ciò che si è fatto per costruire la propria carriera andrà in fumo? O si presenteranno nuove chance interessanti? Questi colloqui devono essere preparati e programmati dai due partner insieme. La coppia deve affrontare sempre e comunque il tema della previdenza per la vecchiaia nella sua globalità. È consigliabile che entrambi effettuino versamenti. Ciò non toglie che un partner possa assumersi una quota della previdenza dell’altro.

Abbiamo dei figli. Mio marito lavora all’80%, io al 60%. È bello suddividersi il compito di accudire i nostri bambini. Naturalmente io guadagno di meno, cosa posso fare?
Non siete i soli. Secondo vari studi al riguardo, circa due svizzeri professionalmente attivi su cinque svolgono un lavoro a tempo parziale. Il numero di donne in part-time è triplo rispetto a quello degli uomini. Le ripercussioni sul piano finanziario risultano evidenti da questo calcolo. Prendiamo come esempio una madre 35enne con un reddito annuo di 100 000 franchi che riduce il proprio grado di occupazione dal 100% al 40%. Successivamente aumenta le ore dapprima al 60% e poi all’80%. Al momento del pensionamento si ritrova «soltanto» 370 000 franchi a disposizione nella cassa pensione. Se per tutti questi anni avesse lavorato a tempo pieno avrebbe accantonato 530 000 franchi, vale a dire il 35% in più. Precisazione: è chiaro che i 100 000 franchi ipotizzati rappresentano un reddito superiore alla media.
L’importo mancante può essere coperto attraverso, tra l’altro, il pilastro 3a. Chi versa per 23 anni il contributo massimo valido attualmente di 6883 franchi riesce a compensare i 160 000 franchi di differenza dell’esempio descritto sopra, al netto degli interessi semplici e composti. Il periodo di 23 anni mostra che conviene pensare al 3° pilastro quando si è ancora giovani. È possibile mettere da parte dei soldi anche mediante una soluzione in fondi. In ogni caso è importante avvalersi di una consulenza qualificata. Perché ogni situazione di vita e di previdenza è unica e individuale.

Ma perché dovrei preoccuparmi? Farò sempre la casalinga. Mio marito guadagna abbastanza per tutti e due.
Forse. Lo speriamo per voi e vi auguriamo di essere felici insieme, ora e sempre. Ma, bando alle smancerie. In Svizzera la quota di divorzi è vicina al 50% (su 35 000 matrimoni 16 000 vengono sciolti), una cruda realtà che ha ripercussioni anche sulla giurisprudenza in materia di contributi di mantenimento. La scorsa primavera il Tribunale federale ha preso una serie di decisioni di principio in base alle quali alle mogli divorziate è stato riconosciuto un minore sostegno puramente finanziario da parte dell’ex marito. Proprio perché al giorno d’oggi il divorzio non è più un’eccezione. Non bisogna dimenticare che la speranza di vita di una donna in Svizzera è di circa 3,5 anni maggiore di quella di un uomo. Una convenzione matrimoniale, un’assicurazione sulla vita o un testamento aiutano a proteggersi.
Anche se il modello di famiglia tradizionale vuole che il marito porti a casa lo stipendio e la moglie preferisca occuparsi della casa e dei figli, per motivi fiscali è più vantaggioso che la donna abbia un’occupazione part-time, almeno per qualche ora. Questo perché per poter dedurre dalle imposte i contributi versati nel pilastro 3a occorre percepire un salario soggetto all’AVS. In caso di affiliazione a una cassa pensione, il versamento massimo è di CHF 6883, senza affiliazione il versamento corrisponde al 20% del reddito lavorativo netto annuo, al massimo a CHF 34 416.


Sarebbe meglio vivere in concubinato?
Certo la convivenza di fatto è legata a meno obblighi, ma che sia davvero migliore dipende soltanto da te. Nel concubinato è necessario provvedere a una tutela ancora maggiore. Perché? Facciamo un esempio: se il convivente malauguratamente muore, la partner superstite non riceve alcuna rendita dal 1° pilastro ed eventualmente una rendita per partner dal 2° pilastro, ma solo se il regolamento della cassa pensione del convivente deceduto lo prevede. Alla luce di queste restrizioni diventa ancora più utile ricorrere ai pilastri 3a e 3b, facendo però attenzione: nel pilastro 3a l’ordine dei beneficiari è stabilito dalla legge. I figli biologici vengono prima della partner convivente. Come nel diritto successorio quest’ordine vale tranne nel caso in cui siano stati pattuiti accordi diversi. È importante quindi depositare il prima possibile presso l’ente previdenziale un documento in cui è definito l’ordine dei beneficiari voluto, cioè l’ordine di successione per il pilastro 3a. E questo è solo uno dei tanti punti a cui prestare attenzione. Maggiori informazioni sulla checklist relativa a previdenza e concubinato.

Durante la mia pausa maternità non posso fare niente per la mia previdenza, vero?
Chi al momento del parto svolge un’attività come dipendente o indipendente ha diritto, in caso di maternità, alla continuazione del pagamento del salario. Tale indennità viene versata per un periodo massimo di 14 settimane e ammonta all’80% del reddito percepito prima del parto, fino a 196 franchi al giorno (circa 6000 franchi al mese). Pertanto, non è vero che per una lavoratrice che diventa mamma il guadagno si azzera. I soldi possono essere impiegati per la previdenza. Come già menzionato in precedenza, la condizione per effettuare versamenti nel pilastro 3a è avere un salario soggetto all’AVS. Se questo presupposto è soddisfatto, la neomamma potrebbe essere aiutata anche dal partner ad alimentare la previdenza vincolata. Un ulteriore esempio di quanto sia fondamentale pianificare con lungimiranza la copertura previdenziale.

Come posso pianificare in modo ottimale la mia previdenza?
I genitori auspicano il meglio per il proprio figlio, vogliono appoggiarlo nel suo cammino e offrigli tutte le opportunità possibili. Al contempo la famiglia, e soprattutto la mamma, deve pensare per tempo alla previdenza. Il discorso vale in special modo per le donne single che forse non avranno un compagno al loro fianco in vecchiaia. Sei fra coloro che sostengono che i soldi sono un argomento tabù? Non è così, e comunque non in un matrimonio o in un concubinato. Una pianificazione previdenziale, che deve rispondere ai bisogni per decenni, rientra tra le questioni da discutere in famiglia. Indipendentemente dal fatto che ci siano dei figli. Indipendentemente dal fatto che si abbia un lavoro part-time. Indipendentemente dal fatto che si viva da soli, con un partner o con un coniuge.

In sintesi: come donna sono responsabile in prima persona della mia previdenza.
Brava! Una donna che affronta con il dovuto anticipo le questioni finanziarie e previdenziali si garantisce una maggiore protezione. Le soluzioni innovative di part-time sono ormai una realtà e in futuro sono destinate a moltiplicarsi. L’essenziale è accordarsi con il partner. Viviamo in un mondo che apre sempre nuove possibilità per realizzare i propri desideri. Scopriamo tutte le occasioni a nostra disposizione e cogliamole al volo! Tracciate un quadro della vostra situazione previdenziale e fate sì che nella pianificazione trovino posto anche i vostri desideri e i vostri sogni.

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