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LA MITICA E IL SUO DOMANI
Redazione
2 anni fa

«I miei anni migliori sono quelli, quando alla Cava, nel mese di novembre si cominciava a fare il ghiaccio». A raccontare è Fernando Beffa, ex giocatore, citato nei diari di Gino Gobbi (primo presidente dell’HCAP), e che ricorda gli albori del club: «Non avendo ancora a disposizione un idrante, si aspettava fino a tarda sera e poi, con una canna di gomma per l’orto, si rubava l’acqua al dottor Maffi. In noi c’era sempre il timore che ci pescasse, poiché all’inizio non simpatizzava per il nostro sport. Ma ben presto diventammo suoi clienti per le cuciture. (...) E la neve! Ci obbligava a fare degli straordinari. Si spostavano tonnellate di neve e tutto con una o due “bene” (slittoni) che il capostazione ci prestava. (...) Malgrado certe difficoltà con i dirigenti del calcio e i loro “killer”, il campo era nato: un po’ rudimentale ma abbastanza grande. Sul ghiaccio, tranne un po’ di sabbia, la manomissione di picchetti, sostanze organiche... non c’erano danni rilevanti: bazzecole. Non erano ancora aggiornati come oggi». Già. Dai dispetti di “quelli del football” si è passati ad una sorta di pace diplomatica. Anzi; molti degli amanti del calcio passarono all’hockey. Il ghiaccio aveva prevalso sull’erba.

La Storia della Mitica inizia così. Certo, la Valascia è nata soltanto nel 1953, quando la superficie ghiacciata del Campo Cava è stata girata di 180 gradi e spostata sotto i pendii della montagna. Nuove balaustre, una buvette, una tribuna in legno, gli spalti lungo il dritto della pista. Nel 1959 nuova tribuna in legno e la Valascia è quasi quella che conosciamo oggi, ma senza un tetto. Quello arriverà nel 1979, quasi in concomitanza con la fine dei lavori della galleria autostradale del San Gottardo. Il resto è storia recente. L’11 settembre del 2021, dopo 84 anni di onorata “carriera” nel mondo dell’hockey che conta, la Valascia non vedrà più scendere sul ghiaccio l’amato HCAP. Si debutta nel nuovo stadio multifunzionale. Un nuovo inizio sulla fine di un mito: quel domani dopo la Mitica.

Un domani raccontato in 256 pagine, oltre 700 foto e documenti inediti, 118 ricordi e amarcord di giocatori, allenatori, arbitri, dirigenti (in attività e non), le più belle e significative coreografie della Sud. “La Mitica e il suo domani” non è soltanto un libro che narra una pista tra le più cult al mondo, ma anche uno spaccato di storia ticinese. Il libro è arricchito dalla “Realtà aumentata”, che permette attraverso un’applicazione di rendere viventi alcune immagini che, quasi per magia, faranno rivivere filmati d’epoca, suoni e canti. Scritto da Luca Dattrino e edito da Fontana Edizioni, il libro è stampato in 6775 copie. Un numero che corrisponde al codice di avviamento postale di Ambrì e alla capienza del nuovo stadio progettato dall’architetto Mario Botta. “La Mitica e il suo domani” è in vendita nelle librerie o ordinabile sul sito fontanaedizioni.ch. Un ideale regalo di Natale per tutti gli appassionati di questo sport.

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