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Il documentario del Cabaret della Svizzera Italiana di Victor J. Tognola è vivo e pronto in rampa di lancio. Sarà il 3 giugno sera, non da Cape Canaveral né da Bajkonur bensì da RSI La 1 alle 21.25
Redazione
3 anni fa

Due anni di durissimo lavoro bello. Il documentario del Cabaret della Svizzera Italiana è vispo come uno scoiattolo e pronto in rampa di lancio. Sarà il 3 giugno sera non da Cape Canaveral né da Bajkonur , bensì da RSI La 1 alle 21.25 al posto di Patti Chiari. Robb da matt! Ho fatto il topo d’Archivio trovando pepite, ho battuto il territorio Svizzera Italiana, che significa anche Grigioni Italiano.

Perché questo è stato il geniale, non più ripetuto, DNA del Cabaret. Trent’anni, 16 spettacoli, una lunga serie di extra, preziosi, nati per e con RSI, a volte addirittura mettendo la stessa in satira. Due generazioni di svizzero Italiani che hanno respirato il dolce venticello, quel senso della libertà portata dalla satira. Fatto nuovo, da noi, di costume e di politica, che a tutt’oggi è rimasto ricordo e segno di un bel tempo che fu, grazie ai padri iniziatori Renato Agostinetti (Ticino) e Guglielmo Riva (Grigioni Italiano).

Con un manipolo di dilettanti puri il Cabaret è cresciuto nel tempo fino al livello dell’eccellenza professionistica. Ed era gente che la mattina andava a lavorare, che teneva famiglia. Sei mesi di prove, poi per due anni in giro per teatri, palestre, tendoni, con puntate anche oltre S. Gottardo.

Ho fatto il segugio, occhiali scuri, bavero alzato, rovistando territorio, la miniera dei temi e delle idee del Cabaret. Ho incontrato gente, memoria, animali, topografie intonse e altre ferite dall’autostrada e peggio dai capannoni scatoloni. Ho messo a dura prova il deus ex machina Renato Agostinetti, autore e creativo, collante di un gruppo assai variegato di tante teste pensanti, spesso tutt’altro che docili e mai di certo benpensanti. Ho cooptato la moviola del calcio facendone la Moviola dell’Archivio del Cabaret. Renato, presto Beato, l’ho portato in studio, gli ho mostrato momenti di suoi spettacoli, con telecamere di campo e controcampo, cogliendo sul nascere le sue emozioni, il riapparirgli di quasi perduti ricordi. Ho incontrato politici cresciuti col Cabaret che adesso rimpiangono, perché gli manca.

Ci siamo visti e rivisti più volte, in tempo di covid, coi pipistrelli Chico Gregori, Ezio Piccolo, Stefan Ograbek, Angelo Zanetti, Franco Lazzarotto, Stefano de Fanti, Roberto Lenzi. Con le attrici Franca Canevascini e Giovanna Pellandini, con gli attori Paolo Ferrazzini, Gilberto Fusi, Candido del Don, coi musicisti Giotto Piemontesi e Zeno Gianola. Un lungo raccogliere di tasselli, la sorpresa in montaggio di accostarli e scoprire che due elementi estrapolati da due spettacoli diversi e lontani nel tempo generano oggi la meraviglia di un fiore: un terzo nuovo sketch “ non ti scordar di me”. Il Cabaret sempre verde, che appena lo tocchi, zac butta fuori nuove idee e tanta, tanta creatività!

Victor J. Tognola

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