Infoazienda
Dalla carta al digitale: dal 1995 in viaggio verso un futuro sostenibile
un anno fa
Scenari, obiettivi e sfide future dell’azienda Palo Alto SA, che da oltre 28 anni guida le imprese ticinesi sulla strada della digitalizzazione.

Contenuto pubblicato su mandato del partner inserzionista, che ne assume la responsabilità redazionale.

Immersi in un'epoca di grande fermento, nel 1939 Bill Hewlett e David Packard diedero vita alla Hewlett-Packard in un piccolo e modesto garage di legno della cittadina californiana di Palo Alto. Da quel momento, quel luogo diventò il cuore pulsante della Silicon Valley, la culla dell'innovazione e del progresso tecnologico che ancora oggi ci sorprende e ci affascina.

 

È proprio quel clima di innovazione, intraprendenza e coraggio a ispirare nel 1995, a quasi 10.000 km di distanza da quel garage, la nascita dell’azienda ticinese Palo Alto SA. Guidata dall'entusiasmo e dalla passione per la tecnologia, Palo Alto è diventata negli anni un punto di riferimento nella trasformazione digitale per le PMI e le istituzioni del territorio.

Di scenari, obiettivi e sfide future, abbiamo parlato con due figure chiave di Palo Alto: Emanuele Severoni, Fondatore e Maaike Booi, General Manager.

  

Nel mondo della tecnologia 28 anni valgono come un'era geologica. Com’è cambiata la missione di Palo dal 1995 a oggi?

Palo Alto nasce come rivenditore di soluzioni di stampa Xerox, con un focus quasi esclusivamente sul prodotto. Ora la stampante non è più il core business di Palo Alto, è solo uno strumento che mettiamo a disposizione per lavorare in maniera agile ed efficiente. La nostra missione è guidare le imprese nella strada della digitalizzazione, offrendo loro la nostra esperienza e le nostre soluzioni tecnologiche e strategiche, in grado di migliorare i processi informativi, trasformare i dati in risorse, snellire e automatizzare il lavoro di ufficio e i processi decisionali. Restituendo così alle persone il bene più prezioso per lavorare e vivere con serenità: il tempo.

 

Quali sono i settori a cui si rivolge Palo Alto?

Abbiamo la fortuna di poter collaborare con centinaia di realtà sul territorio. Il core business è costituito dal settore finanziario - in particolare banche e fiduciarie-  il settore sanitario - con ospedali e case per anziani - e larghe fette del manifatturiero. Abbiamo stretto molte collaborazioni anche con comuni, istituzioni ed enti pubblici

 

Cosa si intende oggi con digitalizzazione?

Se fino a ieri, parlando di digitalizzazione ci si riferiva al processo di conversione da un documento cartaceo a un documento digitale, oggi si parla di digitalizzazione dell’impresa quando i vari dati, software, strumentazioni, punti vendita e canali social sono collegati fra loro in modo da fornire una visione dinsieme chiara e utilizzabile a fini strategici. Le decisioni infatti sono prese in base a dati e processi; se i processi sono più snelli e i dati puntuali e chiari, è più facile prendere decisioni. Questo rende le organizzazioni più efficienti, più agili, in definitiva più forti.

 

Dal vostro osservatorio, a che punto sono le aziende ticinesi nel percorso di trasformazione digitale?

Partiamo da alcuni dati: le PMI (Piccole e medie imprese con meno di 250 dipendenti) rappresentano il 99% delle aziende in Svizzera e occupano più di due terzi dei posti di lavoro nel paese. Di questo 99%, il 66% è composto da realtà che impiegano da a 1 a 4 persone.

Per questa grande fetta di economia svizzera è difficile immaginare che possa imboccare la strada della digitalizzazione, senza un accompagnamento adeguato. Sono aziende che passano il sabato e la domenica a fare fatture e a occuparsi di altre scartoffie. È stato stimato che la burocrazia costa ogni anno 9.6 miliardi alle imprese, risorse che potrebbero essere destinate a sviluppare il proprio business. Per non parlare delle sfide imposte dall’adeguamento alle normative LPD e GDPR. Se invece parliamo del restante 34%, direi che lo scenario è positivo: le aziende più grandi hanno già iniziato a muoversi, per altre ci sono ancora ampi margini di crescita.

 

Quanto è centrale il tema della sostenibilità per Palo Alto? Come si concretizza?

La sostenibilità è parte integrante del DNA aziendale di Palo Alto e dei suoi partner.

Collaborare con le aziende per implementare una gestione documentale più efficiente, riducendo spreco di carta ed emissioni, e favorendo al contempo risparmi sui costi ed efficienza, è il nostro lavoro. Lo facciamo ogni giorno, tenendo corsi di formazione e webinar ai nostri clienti per educare alla cultura della sostenibilità in ufficio. Sosteniamo l’economia circolare; abbiamo integrato nella nostra offerta il noleggio di stampanti da ufficio rigenerate, che riducono la quantità di rifiuti e di CO2 generati dal processo di produzione. Inoltre abbiamo attivato un progetto di ricerca con la SUPSI, per esplorare la possibilità di abbinare la gestione documentale alla tecnologia blockchain, al fine di ridurre lo spreco di carta.

 

Il tema della sostenibilità è strettamente associato a quello della responsabilità sociale…

Non si può parlare di sostenibilità senza mettere in stretta relazione le tre dimensioni: ambiente, società ed economia. Quando acquistiamo, dobbiamo sempre chiederci quanto vale il benessere nostro e di ciò che ci circonda. Il nostro territorio offre tutto quello che ci serve: dalle aziende storiche a quelle innovative, possiamo rifornirci di tutto ciò che serve. Unica condizione: essere disposti a riconoscere il prezzo giusto. Dietro al prezzo di un prodotto c’è un circuito complesso che comprende persone, natura e qualità. Quando è troppo basso, dovremmo imparare a chiederci come mai. Inoltre un prezzo troppo vantaggioso induce le persone a comportarsi in maniera meno responsabile nei confronti della stampa, “spingendole” a stampare di più e produrre più rifiuti. Per riassumere tutti i nostri sforzi in tal senso, quest’anno presenteremo il nostro primo Rapporto di Sostenibilità, dove comunicheremo con trasparenza cosa stiamo facendo dal punto di vista degli impatti sociali, ambientali ed economici. 

 

Quali sono le sfide che attendono Palo Alto in futuro?

Innanzitutto c’è un tema di formazione interna, che dev’essere continua, perché sia le soluzioni tecnologiche sia le normative in materia di privacy evolvono in maniera rapidissima. Dobbiamo continuare a innovare per rimanere competitivi sul mercato e per soddisfare le esigenze sempre cangianti dei nostri clienti. Per questo abbiamo scelto di aprirci al mondo blockchain, diventando partner di 3A chain, la blockchain della Città di Lugano. Ma in futuro credo che sarà sempre meno importante la tecnologia in sé, quanto la consulenza che saremo in grado di offrire. Il focus non è sul “cosa”, ma sul “come": come applicare tecnologia per portare beneficio all’azienda e alle persone che ci lavorano.

 

A proposito di fattore umano, la digitalizzazione è anche e soprattutto una sfida di natura culturale…

Certamente, è l’essere umano che dev'essere protagonista del cambiamento. Per comprendere appieno questo potenziale è fondamentale che nelle imprese si sviluppi e si diffonda una cultura dell’innovazione, perché, essendo la tecnologia un elemento di per sé neutro, sfruttarla al meglio è compito delle persone. Per questo, in Palo Alto offriamo corsi di formazione e coaching che hanno lo scopo di costruire una nuova cultura aziendale attraverso il pensiero strategico e innovativo, motivando e coinvolgendo tutto il team. Le lezioni hanno l’obiettivo di creare uno spirito di squadra e di insegnare come trovare soluzioni comuni e condivise a tutti i livelli, per migliorare i flussi di lavoro aziendali.

 

Scegli Palo Alto per guidare la tua impresa verso la trasformazione digitale. Contattaci ora e inizia a costruire una cultura dell'innovazione vincente.