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Un ticinese di 22 anni alla Biennale di Venezia
Un ticinese di 22 anni alla Biennale di Venezia
Un ticinese di 22 anni alla Biennale di Venezia
Redazione
5 anni fa
Le opere del giovane artista sono esposte nel Padiglione della Siria sull'isola di Servolo

Dall'11 maggio le opere di Giacomo 'Jack' Braglia, fotografo-artista, sono esposte nel Padiglione della Siria presso la 58° Biennale di Venezia. Giacomo è nato nel 1996 a Lugano e, nonostante la giovane età, ha già alle spalle tre mostre personali a Londra, Venezia e Cortina d’Ampezzo.

Attraverso la sua passione per l’arte Jack ha trovato un nuovo modo di usare la macchina fotografica e creare conversazioni tra il mondo esterno e le sue emozioni interiori. Jack prende spunto dal titolo della Biennale di Venezia, 'May You live in Interesting Times' per analizzare i contrasti del nostro tempo, concentrandosi in particolare sulla problematica dell’emigrazione, che affligge molte zone del mondo, in particolare l’Africa, il Medio Oriente e la Siria.

Il giovane ragazzo luganese, grazie all'esperienza maturata durante alcuni viaggi e un periodo di volontariato in Africa, vuole sottolineare l’importanza del problema irrisolto dell’emigrazione, parafrasando il titolo della biennale di Venezia con #MayYouLiveToHelpWalker. L’ “#” è presente come didascalia in tutti i lavori precedenti di Jack che, quale Millennial, si rifà alle tecnologie come uso quotidiano. #MayYouLiveToHelpWalkers è un grido immaginario rivolto al pubblico, comunicato con opere fotografiche di grande impatto emotivo. È una sentita richiesta di umanità e solidarietà per aiutare i milioni di 'Walkers' che camminando lasciano i loro Paesi di origine per cercare un presente e un futuro migliore.

L’emigrazione è visita dall’artista come il viaggio di tutti coloro che camminano verso una meta di pace. È un cammino di disperazione, che spesso non trova la direzione giusta e finisce bloccato da situazioni drammatiche quali la fame, la prigionia e la morte. La sensibilità di Jack lo porta a vedere la realtà anche sotto forme diverse, interpretando il mondo come una sfera di acciaio e scudi di difesa per chi non sa proteggersi.

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