Nuovo pacchetto di aiuti per le armi all'Ucraina: lo ha annunciato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, senza rivelarne l'entità. Kirby ha ribadito che gli Usa continueranno a fornire altri pacchetti di aiuti a Kiev "fino alla fine di questa amministrazione".
Donald Trump parte a tutta velocità e, nella sua prima intervista dalla vittoria di novembre, lascia intendere che la sua presidenza sarà fuoco e fiamme, in patria come all'estero.
Il primo "avvertimento"
Oltre a ribadire che deporterà tutti gli immigrati illegali, abolirà lo ius soli e grazierà tutti gli insurrezionisti dell'assalto a Capitol Hill, il presidente eletto ha subito messo in chiaro con gli alleati che gli Stati Uniti sono pronti a uscire dalla Nato "se non saranno trattati giustamente". Una minaccia lanciata anche durante il suo primo mandato alla Casa Bianca e ribadita più volte in campagna elettorale ma che, a un mese dall'insediamento e con il caos di guerre e conflitti in Europa e Medio Oriente, fa tremare i polsi ai partner dell'Alleanza.
Meno aiuti a Kiev
"Devono pagare i loro conti", è l'attacco del tycoon che da anni accusa i Paesi del Vecchio Continente di non spendere abbastanza per la difesa e di approfittare dell'ombrello americano, soprattutto in questi ultimi due anni con l'aggressione della Russia all'Ucraina. Anche su questo tema The Donald resta coerente con le sue promesse elettorali avvertendo che un taglio agli aiuti a Kiev è molto probabile. A onor del vero, l'intervista con Nbc news è stata registrata venerdì, quindi prima dell'incontro a Parigi con Volodymyr Zelensky. Dal colloquio all'Eliseo, sancito da una simbolica stretta di mano tra i due con la benedizione del presidente francese Emmanuel Macron che ha permesso al tycoon un ritorno in pompa magna sul palcoscenico globale, è emerso che Zelensky punta ad un "cessate il fuoco immediato" e l'avvio di "negoziati" per raggiungere un accordo e mettere fine al conflitto, secondo Trump. Una "pace giusta e duratura" nelle parole del leader di Kiev, che ha sottolineato la necessità di garanzie e ha chiesto ai Paesi amici, Stati Uniti in primis, di non "chiudere un occhio" sull'occupazione russa, uno dei principali timori degli ucraini quando alla Casa Bianca non ci sarà più Joe Biden.
L'Ucraina vuole la pace
"L'Ucraina ha bisogno di una pace che Mosca non possa distruggere dopo qualche anno come hanno fatto ripetutamente in passato. Gli ucraini vogliono la pace più di qualunque altra cosa. La Russia ha portato la guerra alla nostra terra ed è la Russia che cerca soprattutto di mandare all'aria le possibilità di pace", ha insistito Zelensky. "Una tregua senza garanzie può riprendere fuoco in qualsiasi momento, come Putin ha già fatto prima. La guerra non può essere senza fine, solo la pace deve essere permanente e affidabile", ha sottolineato il leader che ha anche fornito un raro aggiornamento sui soldati ucraini morti nel conflitto, il secondo in quasi tre anni di guerra: 43'000 e altri 370'000 feriti.
La replica del Cremlino
Non si è fatta attendere la replica del Cremlino con il portavoce Dmitry Peskov che ha detto di aver "letto con interesse" le dichiarazioni di Trump ma che ha anche subito replicato che è l'Ucraina ad aver rifiutato di sedersi al tavolo delle trattative. "Il presidente Putin ha ripetutamente affermato che la Russia è aperta ai negoziati sull'Ucraina e accoglie con favore le iniziative di pace provenienti principalmente dai Paesi del Sud del mondo", ha dichiarato Peskov per poi puntualizzare che "le condizioni per la cessazione immediata delle ostilità sono state stabilite dal presidente Putin nel giugno di quest'anno nel suo discorso al ministero degli Esteri russo", ovvero tra l'altro la cessione da parte Kiev di quattro regioni che per l'Ucraina è inaccettabile. "È importante ricordare - ha precisato Peskov - che è l'Ucraina che ha rifiutato e continua a rifiutare i negoziati. Inoltre Zelensky, con il suo decreto, ha vietato a se stesso e alla sua amministrazione qualsiasi contatto con la leadership russa".
Il presidente eletto americano Donald Trump ha fatto appello per un "cessate il fuoco immediato" in Ucraina e per l'avvio di "negoziati" e ha affermato che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, "vorrebbe concludere un accordo" con Mosca per mettere fine al conflitto. Ieri Trump a Parigi ha avuto un incontro trilaterale all'Eliseo con Zelensky e con il presidente francese, Emmanuel Macron.
"Cessate il fuoco e negoziati immediati"
"Zelensky e l'Ucraina - scrive Trump sul suo social Truth - vorrebbero fare un accordo e porre fine a questa follia. Hanno perso in modo ridicolo 400'000 soldati e molti più civili. Dovrebbe esserci un cessate il fuoco immediato e dovrebbero iniziare i negoziati", ha scritto, dopo il suo incontro a Parigi sabato con Zelensky.
Il tycoon: "La Russia ha perso interesse per la Siria a causa dell'Ucraina"
Trump si è espresso anche sulla Siria. Il presidente siriano Bashar Al Assad "è fuggito" dalla Siria perché ha perso il sostegno del suo protettore russo. "Assad non è più lì. È fuggito dal suo paese. Il suo protettore, la Russia, la Russia, la Russia, diretta da Vladimir Putin, non intende più proteggerlo", ha scritto il magnate, che si trova a Parigi, sul suo social Truth. Secondo Trump, Mosca "ha perso ogni interesse per la Siria a causa dell'Ucraina, dove quasi 600'000 soldati russi sono feriti o morti in una guerra che non avrebbe mai dovuto iniziare e che potrebbe durare in eterno".
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è arrivato a Kiev per una visita non annunciata nel Paese: lo ha reso noto un portavoce del governo. La Germania - ha detto Scholz - fornirà all'Ucraina nuovi aiuti militari per un valore di 650 milioni di euro (poco più di 604 milioni di franchi). "Nel mio incontro con il presidente Volodymyr Zelensky, annuncerò ulteriori attrezzature militari per un valore di 650 milioni di euro, che saranno consegnate a dicembre", ha affermato Scholz. "L'Ucraina può contare sulla Germania: noi diciamo quello che facciamo. E noi facciamo quello che diciamo", ha aggiunto. "Mi sono recato a Kiev: in treno attraverso un Paese che da oltre 1000 giorni si difende dalla guerra di aggressione russa", ha scritto il Cancelliere tedesco in un post su X, aggiungendo in una dichiarazione che "l'Ucraina si sta difendendo eroicamente dalla spietata guerra di aggressione russa. Con la mia nuova visita qui a Kiev, vorrei esprimere la mia solidarietà all'Ucraina", ha concluso: "Vorrei chiarire qui sul posto che la Germania rimarrà il più forte sostenitore dell'Ucraina in Europa".
Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha espresso il pieno sostegno alla guerra di Mosca contro l'Ucraina e ha condannato gli Usa e l'Occidente per aver permesso a Kiev di utilizzare missili a lungo raggio per attacchi contro la Russia, definendo la mossa un intervento militare "diretto".
L'incontro con il ministro della difesa russo
Incontrando venerdì a Pyongyang il ministro della Difesa russo Andrei Belousov, Kim, nel mezzo della cooperazione militare bilaterale sempre più approfondita, ha definito "esercizio del diritto all'autodifesa per la Russia" quello "di intraprendere azioni risolute per far pagare il prezzo alle forze ostili", nel resoconto dell'agenzia statale Kcna. L'incontro avuto con Belousov, definito "amichevole" e all'insegna della "fiducia reciproca", è avvenuto mentre la Corea del Nord ha da alcune settimane inviato migliaia di truppe in Russia a sostegno della guerra di Mosca contro l'Ucraina. Il dispaccio della Kcna non ha menzionato se Kim e Belousov abbiano discusso proprio dei soldati nordcoreani inviati al fronte nel Kursk, ma ha assicurato che "il governo, l'esercito e il popolo della Corea del Nord sosterranno senza alcuna esitazione la politica della Federazione Russa per difendere la sua sovranità e la sua integrità territoriale dalle mosse egemoniche degli imperialisti".
Rafforzata la cooperazione militare
Pyongyang e Mosca hanno rafforzato la cooperazione militare nell'ambito del Trattato di partenariato strategico globale, ratificato questo mese da entrambe le parti, che era stato firmato a giugno da Kim e dal capo del Cremlino Vladimir Putin in base al quale è previsto il soccorso e la fornitura di assistenza militare "senza indugio" se una delle due parti dovesse finire sotto attacco. Il Nord non ha confermato il dispiegamento di sue truppe in Russia, ma Seul, Washington e Kiev hanno affermato che soldati di Pyongyang sono già entrati in combattimento nella regione del Kursk. I funzionari sudcoreani temono che il Paese eremita possa ricevere tecnologia avanzata sulle armi dalla Russia in cambio delle truppe inviate in aiuto di Mosca.
La richiesta di possibili nuove truppe o armi
Per quanto riguarda Belousov, in Corea del Nord da giovedì, gli esperti hanno sollevato la possibilità che la Russia possa chiedere altre armi o nuove truppe per rafforzare le posizioni nel conflitto in vista dell'insediamento a Washington per presidente eletto Donald Trump. Nel frattempo, Belousov ha avuto giovedì un ciclo di colloqui con la controparte nordcoreana No Kwang-chol, per discutere del rafforzamento della "cooperazione strategica e tattica" tra i rispettivi eserciti in forza della partnership strategica, ha riferito la Kcna in un differente dispaccio. Il ministro russo "ha espresso la volontà di espandere ulteriormente la cooperazione reciprocamente vantaggiosa nella complicata situazione internazionale".
Il poeta, scrittore e sceneggiatore ucraino Myroslav Herasymovych è stato ucciso mentre combatteva al fronte ad Avdiivka, nell'oblast di Donetsk. Il decesso, riporta il Kyiv independent citando un recente post su Facebook del fratello, risalirebbe al 25 novembre scorso. "Nella battaglia con la Russia - si legge nel post di Taras Kulyk Herasymovych - mio fratello Myroslav ha dato la vita nella città di Avdiivka".
Herasymovych era nato a Lutsk il 29 novembre 1967 ed è morto pochi giorni prima del suo 57° compleanno. Si era laureato presso la Facoltà di giornalismo dell'Università nazionale Taras Shevchenko. Secondo l'associazione degli scrittori PEN Ucraina, dal 2022 sono stati uccisi oltre 100 artisti ucraini .
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto pronto in un'intervista a Sky News a un accordo di cessate il fuoco con la Russia anche senza la restituzione immediata dei territori occupati da Mosca ma a condizione che l'Ucraina abbia l'ombrello della Nato. "Se vogliamo porre fine alla fase calda della guerra, dobbiamo prendere sotto l'ombrello della Nato il territorio dell'Ucraina che abbiamo sotto il nostro controllo", ha affermato. Dobbiamo farlo in fretta. E poi sul territorio (occupato, ndr) dell'Ucraina, l'Ucraina può riportarli indietro in modo diplomatico", ha aggiunto. Zelensky ha affermato che la Nato dovrebbe "immediatamente" coprire la parte dell'Ucraina che rimane sotto il controllo di Kiev, cosa di cui, a suo dire, l'Ucraina ha "molto bisogno, altrimenti lui (Putin, ndr) tornerà". Quanto all'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, il leader ucraino ha detto: "Dobbiamo lavorare con il nuovo presidente" per "avere il più grande sostenitore".
"Voglio lavorare direttamente con lui perché ci sono voci diverse nelle persone che lo circondano. Ed è per questo che non dobbiamo (permettere) a nessuno di distruggere la nostra comunicazione", ha detto. "Dobbiamo cercare di trovare il nuovo modello. Voglio condividere con lui idee e voglio sentire da lui", ha aggiunto il presidente ucraino.
Cambio ai vertici delle forze armate ucraine. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha deciso di sostituire il comandante delle truppe di terra nominando nell'incarico Mykhailo Drapatyi. Lo annuncia il capo dello Stato su X. Drapatyi è stato nominato in sostituzione di Oleksandr Pavliuk, che guidava le truppe di terra ucraine da febbraio di quest'anno. Zelensky ha detto che la sostituzione è dovuta alla necessità di "migliorare in modo significativo le capacità di combattimento dell'esercito, garantire un addestramento di alta qualità del personale militare e realizzare approcci innovativi nella gestione del personale nelle forze armate". "Questi cambiamenti interni sono essenziali per le forze armate per realizzare completamente gli obiettivi dello Stato", ha aggiunto il presidente.
Come deciso alla fine dello scorso anno, l'accordo di cooperazione tra l'Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN) e la Russia termina domani. Quello tra l'istituzione scientifica con sede a Meyrin, alla periferia di Ginevra, e la Bielorussia è già scaduto lo scorso 27 giugno. In risposta al tentativo di invasione dell'Ucraina da parte della Russia nel febbraio del 2022, i 24 paesi membri del CERN hanno deciso lo scorso dicembre di interrompere la cooperazione con Mosca e Minsk, sua alleata. I due paesi avevano intese quinquennali con il CERN, che l'organizzazione ha deciso di disdire alla scadenza. La decisione era già stata annunciata nel marzo e nel giugno del 2022.
Meno di 350 scienziati legati a un istituto russo
Attualmente, meno di 350 scienziati sono legati a un istituto russo interessato dalla fine dell'intesa, e la maggior parte di loro non vive a Ginevra, ha indicato a Keystone-ATS Arnaud Marsollier, portavoce del CERN. Le relazioni con scienziati russi legati al CERN da accordi con istituzioni non russe proseguono normalmente. La mancanza di scienziati provenienti da istituti russi si farà sentire, ha aggiunto il portavoce. Ma l'organizzazione sarà in grado di compensare la loro assenza. La Russia non è mai stata un paese membro del CERN, ma ha goduto dello statuto speciale di Stato osservatore. Non ha quindi contribuito al bilancio annuale dell'organizzazione, né ha avuto il diritto di prendere decisioni. Il numero di scienziati bielorussi è sempre stato ridotto. Alla fine di giugno era stata esclusa una quindicina di ricercatori.
CERN
Con circa 3000 collaboratori e un budget annuale, per il 2023, di 1,3 miliardi di franchi, il CERN, che quest'anno celebra i 70 anni di esistenza, è il più grande centro di ricerca al mondo nel campo della fisica delle particelle. Circa 17'000 scienziati ospiti provenienti da 110 nazioni lavorano agli esperimenti pilotati dall'organizzazione ginevrina, anche se la maggior parte di loro lavora in laboratori di altri istituti e in altri paesi, ha precisato Marsollier.
Il gestore della rete elettrica ucraina Ukrenergo ha attivato programmi di emergenza di interruzione di corrente nel Paese a causa di un massiccio attacco missilistico russo sulle infrastrutture energetiche nazionali, ha reso noto il fornitore di energia elettrica per la regione di Kiev, Dtek Kyivski Rehionalni Elektromerezhi, riportano i media locali. "In conformità con l'ordine di Ukrenergo, sono state introdotte interruzioni di corrente di emergenza. I normali programmi di interruzione di corrente non sono in vigore", si legge in una nota. Gli utenti sono invitati a risparmiare elettricità per contribuire a stabilizzare la rete.
Il ministro ucraino Herman Galushchenko - come riporta l'agenzia Unian - ha detto che il settore energetico è sotto attacco missilistico. Gli attacchi agli impianti si stanno verificando in tutta l'Ucraina. In varie regioni - tra cui quella della capitale Kiev - l'erogazione di energia elettrica è stata interrotta. I missili sono stati lanciati da aerei bombardieri e dal mar Nero.
Non ci sono "linee rosse" per quanto riguarda il sostegno all'Ucraina da parte della Francia, ha detto il ministro degli esteri francese, Jean-Noël Barrot, in un'intervista all'emittente pubblica britannica Bbc, aggiungendo che l'Ucraina potrebbe anche schierare missili francesi a lungo raggio contro la Russia "secondo la logica dell'autodifesa". Tuttavia Barrot non ha voluto confermare se le armi francesi fossero già state utilizzate. Infine, alla domanda se potrebbero essere schierate anche truppe francesi, il ministro ha risposto che "nessuna opzione è esclusa": "Ogni volta che l'esercito russo avanza di un chilometro quadrato, la minaccia si avvicina di un chilometro quadrato all'Europa", ha sottolineato il capo della diplomazia dell'Esagono.
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge che consente a coloro che si arruolano per combattere in Ucraina di cancellare debiti per un valore fino a quasi 100mila dollari. Lo ha annunciato il governo russo. La nuova legge sarà un incentivo alla coscrizione, sottolineano gli esperti, mentre la Russia cerca nuovi modi per reclutare combattenti per il conflitto. La nuova legislazione consentirà a coloro che firmeranno un contratto di un anno per combattere in Ucraina dopo il 1° dicembre di liberarsi dai debiti esistenti e copre anche i loro coniugi. L'importo totale del debito non pagato che può essere coperto è di 10 milioni di rubli, circa 96mila dollari ai tassi attuali. E, sempre oggi, Putin ha anche ratificato, firmandola, la legge che vieta l'adozione di bambini russi da parte di cittadini dei paesi in cui è legale la transizione di genere.
"Siamo aperti, voglio anche vedere le proposte del nuovo Presidente Usa, penso che le vedremo a gennaio. E penso che avremo un piano per porre fine alla guerra". Lo ha detto Vlodymir Zelensky alla terza conferenza internazionale sul grano, secondo quanto riporta Ukrainska Pravda. "Sono fiducioso che avremo tutte le possibilità" di porre fine alla guerra "l'anno prossimo. Ci sono passi da fare, comprendiamo che la Russia non li farà tutti, ma esiste la Carta Onu e i nostri passi basati su quella Carta saranno sostenuti dai partner". Zelensky ha anche parlato di possibili incontri preparatori prima dell'insediamento di Trump.
Gli Stati Uniti si aspettano che migliaia di truppe nordcoreane che si stanno radunando in Russia entreranno "presto" in guerra contro l'Ucraina: lo ha detto il capo del Pentagono Lloyd Austin durante una sosta alle isole Fiji durante una missione in Australia. "Si ritiene che circa 10'000 soldati nordcoreani siano di stanza nella regione di confine russa di Kursk - ha detto Austin - dove sono stati integrati nelle formazioni russe". "In base a ciò a cui sono stati addestrati, e alla loro integrazione con i militari russi - ha aggiunto - mi aspetto di vederli presto impegnati in combattimento".
Austin ha detto di non aver "visto segnalazioni significative" di truppe nordcoreane "attivamente impegnate in combattimento" fino ad oggi. Giovedì, funzionari del governo sudcoreano e un gruppo di ricerca hanno affermato che la Russia ha fornito a Pyongyang petrolio, missili antiaerei e aiuti economici in cambio di truppe. Kiev ha avvertito che Mosca, insieme ai soldati nordcoreani, ha ora radunato una forza di 50'000 uomini per riconquistare parti della regione di confine conquistate dalle forze ucraine.
Ieri la Russia ha colpito l'Ucraina con un nuovo missile balistico a medio raggio, come spiegato dallo stesso presidente Vladimir Putin, che ha spiegato come l'attacco a Dnipro è stato effettuato con un "nuovo missile convenzionale a raggio intermedio" dal nome in codice " Oreshnik". Ma non solo, perché oltre a questo il presidente russo ha anche affermato come Mosca abbia il diritto di colpire i Paesi le cui armi sono utilizzate dall'Ucraina in Russia. Con gli attacchi missilistici occidentali in Russia, il conflitto in Ucraina ha assunto un "carattere globale", ha sostenuto il presidente russo in un discorso televisivo sulla situazione in Ucraina. Si tratta di una minaccia realistica, oppure siamo tornati ai tempi della guerra fredda e delle dichiarazioni "di facciata", atte ad avere un certo peso nel corso delle prossime trattative? "L'interpretazione delle dichiarazioni di Putin dipende dall'Ucraina e dall'occidente", ha spiegato a Ticinonews Pietro Batacchi, direttore della rivista italiana difesa. "Sta a Kiev e ai suoi sostenitori occidentali capire se si tratta di 'parole di facciata' e mostrare se c'è la volontà di scoprire se si tratta di una finta oppure no. È chiaro che in questo momento la Russia ha l'esigenza di potenziare il suo profilo deterrente e lo fa con i mezzi che ha, mostrando al mondo che si tratta di un paese con l'arma atomica e con la volontà di utilizzarla se necessario", ha concluso Batacchi.
Mosca "ha il diritto" di colpire i Paesi le cui armi sono utilizzate dall'Ucraina in Russia. Lo annuncia il presidente russo Vladimir Putin. In caso di escalation, la Russia risponderà in modo deciso e in modo simmetrico, ha aggiunto. Con gli attacchi missilistici occidentali in Russia, il conflitto in Ucraina ha assunto un "carattere globale", ha sostenuto il presidente russo in un discorso televisivo sulla situazione in Ucraina.
Quasi 11'000 soldati nordcoreani sono stati schierati nel Kursk. Lo riporta la BBC citando il National Intelligence Service (NIS) di Seul. Un membro della commissione parlamentare per l'intelligence, Lee Seong-Kweun, ha affermato che le truppe sono state trasferite nella regione alla fine di ottobre dopo aver completato l'addestramento di adattamento in loco nella Russia nordorientale. E ha confermato che la Corea del Nord ha spedito ulteriori forniture militari, tra cui numerosi lanciarazzi e artiglieria a lungo raggio. Le truppe di Pyongyang in Russia dovrebbero essere sotto la guida di Kim Yong-bok, un generale fedelissimo del leader nordcoreano Kim Jong-un che per il suo ruolo di capo delle forze speciali della Corea del Nord ha sempre mantenuto - riporta il "Wall Street Journal" - un basso profilo per nascondere la sua identità.
Il presidente russo Vladimir Putin è disponibile a discutere di un accordo di cessate il fuoco in Ucraina con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump pur escludendo di fare importanti concessioni territoriali e insistendo affinché Kiev abbandoni le ambizioni di entrare nella NATO: lo riporta la Reuters sul suo sito citando cinque fonti.
Spazio per una trattativa
Secondo i cinque attuali ed ex funzionari russi, il Cremlino potrebbe ampiamente accettare di congelare il conflitto lungo le linee del fronte. Secondo tre fonti, potrebbe esserci spazio per una trattativa sulla precisa spartizione delle quattro regioni orientali di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, parzialmente occupate dalla Russia. Ma il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato dalla Tass, ha subito frenato: "il presidente ha ripetutamente e coerentemente dichiarato la sua disponibilità al contatto e ai negoziati" ma "nessuno scenario di congelamento del conflitto" in Ucraina "ci andrebbe bene". "Per noi è importante raggiungere i nostri obiettivi, che sono ben noti a tutti", ha aggiunto Peskov.
Le autorità russe hanno arrestato un cittadino tedesco nell'exclave di Kaliningrad con l'accusa di sabotaggio di impianti energetici. Lo riferiscono i servizi di sicurezza russi (FSB), stando a quanto scrivono le agenzie di stampa di Mosca. L'uomo, Nikolai Gaiduk, nato nel 1967, "è implicato nell'esplosione avvenuta nel marzo 2024 in una stazione di distribuzione del gas" a Kaliningrad, la regione russa incastonata tra Polonia e Lituania, afferma un comunicato dell'FSB. L'uomo era tornato in Russia "per organizzare atti di sabotaggio alle infrastrutture energetiche locali", si legge nel comunicato.
L'ambasciata americana a Kiev avverte di un "possibile attacco aereo significativo" oggi. "L'ambasciata degli Stati Uniti a Kiev ha ricevuto informazioni specifiche su un potenziale attacco aereo significativo il 20 novembre", si legge in un comunicato dell'ambasciata sul suo sito web. "Per eccesso di cautela, l'ambasciata sarà chiusa e i dipendenti sono stati istruiti a trovare rifugio sul posto. "L'ambasciata degli Stati Uniti raccomanda ai cittadini statunitensi di essere pronti a rifugiarsi immediatamente nel caso in cui venga annunciato un allarme aereo", aggiunge il messaggio.
Il presidente russo Vladimir Putin resta più piccolo rispetto alla forza dell'Europa unita: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando in videocollegamento al Parlamento europeo in occasione dei 1000 giorni dall'inizio dell'invasione russa. "L'Ucraina assieme a tutta l'Europa e ai nostri partner in America siamo riusciti non soltanto a evitare che Putin si prendesse l'Ucraina ma anche a difendere la libertà di tutte le nazioni europee. Anche se ha dalla sua parte Kim jong-un e la Corea del Nord, Putin resta più piccolo rispetto alla forza dell'Europa unita. Vi esorto a non dimenticare mai quanto l'Europa sia capace di raggiungere assieme", ha affermato Zelensky, "Le sanzioni sono essenziali. Assieme abbiamo fatto tanto ma non dobbiamo avere paura di fare di più: alcuni leader europei pensano di vincere le elezioni ma Putin non si fermerà. Bisogna spingere più forte contro la Russia", ha dichiarato il leader ucraino. "Dobbiamo spingere la Russia verso una pace giusta - ha proseguito -, ogni colpo e ogni minaccia della Russia deve essere affrontata con sanzioni, dobbiamo ridurre la capacità della Russia di portare avanti la guerra tramite la vendita di petrolio. Il petrolio è la linfa del regime di Putin e la flotta ombra è quello che lo tiene in vita." Zelensky ha anche affermato che "la Russia non prenderà mai parte a negoziati utili senza il fuoco nei suoi depositi di munizioni, senza che la sua logistica militare sia interrotta, senza che le sue basi aree siano distrutte, senza che perda la sua capacità di produrre missili e droni e senza che i suoi asset siano confiscati".
Metsola, con l'Ucraina tutto il tempo necessario
In precedenza la presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola, nel suo intervento di apertura della sessione plenaria speciale dedicata ai 1000 giorni dell'invasione russa dell'Ucraina, ha dichiarato che "oggi ricordiamo i 1000 giorni da quando la Russia ha scatenato la sua brutale invasione dell'Ucraina. 1000 giorni di terrore, sofferenza e perdite inimmaginabili. 1000 giorni di coraggio, resilienza e spirito indistruttibile. Per 1000 giorni il popolo ucraino - e tu, presidente Zelensky - lo hanno mostrato al mondo com'è il vero coraggio. Ti sei alzato in piedi, rifiutandoti di spezzarti. La tua gente è un ispirazione per tutti coloro che apprezzano la libertà in tutto il mondo". "Questo è un attacco non solo all'Ucraina ma all'ordine basato sulle regole. Un attacco ai nostri valori, al nostro modo di vivere. Pace, democrazia e libertà: questa è la posta in gioco", ha detto Metsola. "Riconosciamo il sacrificio che il popolo ucraino sta sopportando, non solo per se stesso, ma per tutti noi. Sarò per sempre orgoglioso del fatto che questo Parlamento abbia guidato la carica nel sostenere l'Ucraina con assistenza politica, finanziaria, umanitaria e militare. Sosterremo sempre la pace, una vera pace basata sulla giustizia, sulla dignità e sul concetto di 'niente sull'Ucraina senza l'Ucraina'. Questo è il motivo per cui abbiamo imposto dure sanzioni alla Russia e chiediamo di andare ancora oltre per colpire la macchina da guerra della Russia. Questo è il motivo per cui siamo stati i primi a chiedere il giusto posto dell'Ucraina all'interno della nostra Unione europea. Ecco perché eravamo lì, sul campo a Kiev, solo un paio di settimane dopo che iniziò l'invasione", ha affermato Metsola. "Oggi inviamo un messaggio chiaro e semplice: siamo con l'Ucraina, fino alla libertà, fino alla vera pace. Per tutto il tempo necessario. Slava ukraini".
Nella serata di ieri il consigliere federale Ignazio Cassis, dopo essere intervenuto al Consiglio di sicurezza dell'Onu su Medio Oriente e Sudan, ha chiesto a Mosca la fine delle ostilità con l'Ucraina. Dopo 1000 giorni di guerra è ora che le armi tacciano. A New York il ticinese si è detto profondamente preoccupato per i massicci attacchi sferrati dalla Russia contro le infrastrutture energetiche in Ucraina. Si tratta di un grande pericolo per la popolazione con l'inverno ormai alle porte. Il "ministro" degli esteri ha aggiunto che la guerra non destabilizza solo la sicurezza internazionale a causa della minaccia nucleare, ma mette anche in pericolo la sicurezza alimentare ed energetica mondiale. Cassis ha criticato il rischio d'espansione del conflitto dovuto all'impiego di migliaia di soldati della Corea del Nord, che secondo i rapporti combattono al fianco dei russi. La sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina vanno rispettati, ha sottolineato.
Se dovesse essere confermato il permesso americano a Kiev di utilizzare i missili Atacms contro la Russia, ciò significherebbe "un ulteriore aumento delle tensioni". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti. L'amministrazione americana uscente di Joe Biden, ha proseguito Peskov, continua a "gettare benzina sul fuoco e a provocare una maggiore escalation in merito al conflitto" in Ucraina.
La Germania intende iniziare a rifornire l'Ucraina di 4000 droni kamikaze ad elevata autonomia e potenti contromisure elettroniche per non essere rilevati, secondo quanto scrive il quotidiano tedesco Bild, ripreso anche dall'Ukrainska Pravda, che cita fonti dello stesso ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius.
Si tratta, scrive l'Ukrainska Pravda, di armi prodotti dalla Helsing e bollati dalla Bild come "mini-Taurus", con riferimento ai potenti missili da crociera a lungo raggio Taurus, di cui Berlino non ha autorizzato la consegna a Kiev.
"Una caratteristica speciale del drone - scrive il giornale ucraino - è il software moderno, che lo aiuta a 'orientarsi' sul terreno utilizzando numerosi marcatori e a volare verso il bersaglio anche in condizioni meteorologiche difficili" e a "sfuggire alle apparecchiature di guerra elettronica. Una volta che il drone ha identificato il bersaglio e l'operatore lo ha confermato, è poi in grado di effettuare l'uccisione autonomamente, anche se si perde la comunicazione".
Joe Biden ha autorizzato l'Ucraina a utilizzare missili a lungo raggio per colpire le forze russe e nordcoreane solo nella regione russa di Kursk. Lo scrive Axios.
La fonte ha affermato che la decisione di Biden è stata comunicata all'Ucraina circa tre giorni fa e che la motivazione alla base di questa decisione è quella di dissuadere la Corea del Nord dall'inviare altre truppe in Russia per la guerra contro l'Ucraina. I funzionari statunitensi sperano che, se le truppe nordcoreane a Kursk venissero colpite, Pyongyang potrebbe rivedere la decisione di inviare truppe in Russia e il contrattacco russo a Kursk fallirebbe.
Da oggi le famiglie svedesi riceveranno nella posta copie di una brochure informativa con consigli e raccomandazioni per prepararsi in caso di uno stato d'emergenza o guerra. L'opuscolo, redatto dalla protezione civile svedese è stato stampato in 5 milioni di copie ed è inoltre disponibile in altre lingue digitalmente. All'interno ci sono consigli pratici su quali scorte tenere in casa, liste e istruzioni per affrontare diverse situazioni di crisi ma anche un conflitto armato.
Situazione sul fronte sicurezza peggiorata
"Non è un segreto che la situazione della sicurezza sia peggiorata rispetto alla pubblicazione dell'ultimo opuscolo nel 2018", ha dichiarato il ministro della difesa civile Carl-Oskar Bohlin parlando con la stampa. "Con circostanze esterne cambiate, è necessario aggiornare le informazioni fornite alle famiglie svedesi per riflettere la situazione attuale. La nuova brochure è uno strumento importante per chiarire il ruolo dell'individuo nella difesa totale", ha aggiunto il ministro. Una delle frasi più iconiche è "Se la Svezia verrà attaccata non ci arrenderemo mai. Tutte le informazioni su una resa sono false", presente già nell'edizione del 2018 ma ora in maggiore evidenza tra le prime pagine.
È la quinta volta che l'opuscolo viene distribuito
Questa è la quinta volta che la Svezia distribuisce un opuscolo di questo tipo, il primo fu pubblicato durante la seconda guerra mondiale e altre due edizioni sono state distribuite negli anni '60, durante la guerra fredda. "Abbiamo imparato molto dalla guerra in Ucraina - ha sottolineato la direttrice della protezione civile Charlotte Petri Gornitzka - abbiamo visto che la popolazione civile viene presa di mira nella guerra moderna" ha aggiunto, sottolineando l'importanza di essere pronti.
Opuscoli simili disponibili anche in Norvegia, Finlandia e Danimarca
Questo mese un simile opuscolo cartaceo è stato distribuito alle famiglie anche in Norvegia e un opuscolo digitale è scaricabile in pdf in Finlandia e Danimarca. Anche in Norvegia la scorsa edizione risale a sei anni fa: "Abbiamo deciso di stampare una nuova edizione per via dei cambiamenti climatici e i fenomeni di meteo estremo che portano ad alluvioni e frane" ha dichiarato Tore Kamfjord, responsabile per la campagna informativa presso la protezione civile norvegese. "Inoltre abbiamo una società sempre più digitale quindi c'è il rischio che il sistema possa non funzionare per via del tempo o di attacchi informatici e chiaramente la situazione di sicurezza in Europa è stato un altro motivo per l'aggiornamento", ha aggiunto Kamfjord, intervistato dall'ANSA.
La notizia dell'autorizzazione dell'utilizzo da parte ucraina dei missili a lungo raggio americani per colpire in profondità la Russia rappresenta un nuovo capitolo nel conflitto che da quasi 1000 giorni sta devastando l'Ucraina. L'amministrazione Biden ancora non si è espressa sulla decisione, ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato: “Oggi i media parlano molto del fatto che abbiamo ricevuto l'autorizzazione per compiere queste azioni. Ma gli attacchi non si fanno a parole. Queste cose non vengono annunciate. I missili parleranno. Lo faranno sicuramente".
Joe Biden ha autorizzato l'Ucraina a usare i missili a lungo raggio americani per colpire in Russia. Lo riporta il New York Times citando alcuni funzionari dell'amministrazione, secondo i quali i missili probabilmente saranno dispiegati all'inizio contro le truppe russe e nordcoreane in difesa delle forze ucraine nelle regione di Kursk. La decisione di Biden rappresenta una netta inversione nella politica americana e arriva a due mesi dall'insediamento del presidente-eletto Donald Trump. La mossa di consentire agli ucraini di usare i missili Atacms è in risposta alla decisione della Russia di coinvolgere le truppe nordcoreane nel conflitto, spiegano funzionari americani al New York Times.
Inviare un messaggio alla Corea del Nord
Anche se la decisione non altererà l'esito della guerra, il suo obiettivo è quello di inviare un messaggio alla Corea del Nord. Secondo l'amministrazione, l'Ucraina potrebbe usare i missili inizialmente contro le truppe russe e nordcoreane che minacciano le forze ucraine a Kursk, ma Biden potrebbe autorizzarne l'uso anche altrove. L'Ucraina prevede di condurre i suoi primi attacchi a lungo raggio nei prossimi giorni, senza però rivelare dettagli per motivi di sicurezza operativa, riporta Reuters sul suo sito.
Con gli Atacms americani attacchi fino a 300 chilometri
Il sistema missilistico tattico americano Atacms è prodotto dalla Lockheed Martin, permette di raggiungere i 300 km di distanza e sono difficili da intercettare a causa della loro elevata velocità. Gli Stati Uniti hanno inviato queste armi come parte di un pacchetto di supporto e sono già state utilizzate almeno una volta per colpire obiettivi russi nella Crimea occupata. Con l'ok di Joe Biden, l'Ucraina potrà penetrare più in profondità nelle aree controllate dalla Russia, prendendo di mira basi, strutture di stoccaggio e centri logistici.
Mosca: "Partecipazione diretta dei Paesi Nato"
A settembre il presidente russo Vladimir Putin aveva messo in guardia l'Occidente dal permettere all'Ucraina di usare i suoi missili a lungo raggio per colpire il territorio russo. A suo avviso, Mosca lo considererebbe come una "partecipazione diretta" dei Paesi della Nato alla guerra in Ucraina, affermando che ciò "cambierebbe sostanzialmente l'essenza stessa, la natura del conflitto".
L'Ucraina annuncia restrizioni energetiche a livello nazionale da domani dopo il grave attacco russo. Il motivo del ritorno temporaneo delle restrizioni, spiega Ukrenergo, ripreso da Ukraiska Pravda, è il danno agli impianti energetici durante il massiccio attacco missilistico e di droni di oggi. "I tecnici sono al lavoro per eliminare le conseguenze al fine di riportare in funzione le attrezzature danneggiate dal nemico il prima possibile", si legge nel messaggio. Ukrenergo ha esortato a non accendere più gli apparecchi elettrici contemporaneamente.
"Abbiamo visto gli orribili attacchi della notte scorsa della Russia contro l'Ucraina, con la precisa intenzione di distruggere le infrastrutture energetiche civili, con un incredibile costo di vite. Staremo al fianco dell'Ucraina fino a quando servirà". Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a Rio de Janeiro per partecipare al G20, ai microfoni di Globo Tv. "Sosterremo l'Ucraina questo inverno, in particolare per quanto riguarda le infrastrutture energetiche, ma anche in altri settori, come col finanziamento e le capacità militari. L'Ucraina può contare su di noi", ha aggiunto.
La Corea del Nord potrebbe inviare fino a 100mila soldati per aiutare la Russia nella sua guerra in Ucraina se l'alleanza fra Mosca e Pyongyang continuerà a crescere. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando le valutazioni effettuate da alcuni paesi del G20. Nessuna mossa è al momento imminente e potrebbe trattarsi anche solo di una rotazione dei soldati.
Il tema sarà in parte al centro dell'incontro fra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente cinese Xi Jinping. Scholz, secondo fonti tedesche citate da Bloomberg, farà pressione sul leader cinese nel corso del loro incontro a Rio affinché usi la sua influenza sulla Russia e la Corea del Nord per evitare una ulteriore escalation della guerra.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato che la sua conversazione con Vladimir Putin non ha dato alcuna indicazione di un cambiamento nella posizione del presidente russo circa la guerra in Ucraina, e che anche per questo è stata utile. Lo riferiscono media internazionali. Il cancelliere ha così difeso la sua decisione - molto criticata da Kiev - di telefonare al Cremlino.
Parlando dall'aeroporto di Berlino prima della sua partenza per il vertice del G20 in Brasile, Scholz ha affermato che valeva la pena parlare con Putin per dissipare qualsiasi illusione che il leader russo potesse nutrire sul fatto che l'Occidente stesse per abbandonare il suo sostegno all'Ucraina. Poi ha aggiunto, con riferimento all'imminente ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, che non sarebbe stato positivo se Washington fosse stata in contatto regolare con Putin mentre nessun leader europeo lo era. "La conversazione è stata molto dettagliata, ma ha contribuito a riconoscere che poco è cambiato nelle opinioni del presidente russo sulla guerra, e questa non è una buona notizia", ha detto Scholz ai giornalisti.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito oggi il sostegno della Germania all'Ucraina, dopo essere stato criticato per aver parlato al telefono con il presidente russo Vladimir Putin, affermando che nessuna decisione sulla fine della guerra con la Russia sarebbe stata presa senza Kiev. "L'Ucraina può contare su di noi" e "nessuna decisione sarà presa alle spalle dell'Ucraina", ha detto il cancelliere all'aeroporto di Berlino prima di volare a Rio de Janeiro per il G20.
Sono sette al momento le persone uccise a seguito del massiccio attacco russo della notte scorsa. Due persone sono state uccise in un raid contro un deposito ferroviario nella regione di Dnipropetrovsk mentre a Leopoli è morta una donna che si trovava a bordo di un'auto. Altre due persone sono state uccise nella zona meridionale di Odessa. Le vittime si aggiungono ai 2 morti a Mykolaiv già noti. Lo riporta il Guardian.
La Polonia ha dichiarato di aver fatto decollare i jet da combattimento e mobilitato tutte le forze disponibili domenica in risposta a un "massiccio" attacco missilistico e di droni russi sull'Ucraina. "A causa di un massiccio attacco della Russia, che sta portando avanti attacchi con missili da crociera, missili balistici e droni contro siti situati, tra gli altri luoghi, nell'Ucraina occidentale, sono iniziate le operazioni da parte di aerei polacchi e alleati", ha fatto sapere il Comando operativo polacco sulla piattaforma di social media X.
L'opposizione russa in esilio farà oggi pomeriggio a Berlino la sua prima grande manifestazione contro l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca, mettendo alla prova la sua credibilità politica nel terzo anno di guerra. Con Vladimir Putin al potere da quasi 25 anni, tutti i suoi oppositori politici sono ora morti, in prigione o in esilio. Yulia Navalnaya, la vedova del nemico numero 1 dello zar che ha preso il timone del movimento, è una delle principali organizzatrici della marcia.
Migliaia di dissidenti nella capitale tedesca
Berlino - che ospita migliaia di russi anti-Putin e di rifugiati ucraini - è stata scelta come luogo privilegiato per la marcia. La protesta inizierà alle 13 nel centro della capitale tedesca e terminerà davanti all'ambasciata russa. Navalnaya unirà le forze con altri due oppositori per la manifestazione: l'ex consigliere comunale di Mosca e attivista anti-Putin di lunga data Ilya Yashin e il giornalista premio Pulitzer Vladimir Kara-Murza, sopravvissuto a due tentativi di avvelenamento. Sia Yashin che Kara-Murza sono stati liberati dal carcere dopo uno scambio di prigionieri con l'Occidente avvenuto quest'estate. "La marcia mira a unire tutti coloro che si oppongono alla guerra aggressiva di Vladimir Putin in Ucraina e alle repressioni politiche in Russia", hanno dichiarato gli organizzatori in un comunicato. L'opposizione afferma di avere tre richieste principali: il "ritiro immediato" delle truppe dall'Ucraina, il processo a Putin come "criminale di guerra" e la liberazione di tutti i prigionieri politici in Russia.
La Corea del Nord ha fornito alla Russa razzi a lungo raggio e sistemi di difesa, alcuni dei quali si trovano nella regione russa di Kursk. Lo riporta il Financial Times citando un rapporto dell'intelligence ucraina, secondo il quale delle ultime settimana Pyongyang ha fornito almeno 20 sistemi di lancio che possono sparare razzi standard o teleguidati.
Il governo estone ha approvato l'invio di un nuovo pacchetto di aiuti militari all'Ucraina. Lo annuncia il sito del ministero della difesa di Tallinn. Il nuovo pacchetto conterrà uniformi, mirini, dispositivi di protezione balistica e munizioni di vario tipo.
La soglia dei 1000 giorni di guerra
"Ci stiamo avvicinando alla soglia dei 1'000 giorni di guerra. L'Ucraina continua ad aver bisogno dell'aiuto dell'Estonia e del mondo libero per proteggersi", ha detto il ministro della difesa estone, Hanno Pevkur. "Questo pacchetto di aiuti non sarà l'ultimo: pubblicheremo a breve un bando rivolto alle aziende estoni per l'appalto della produzione bellica da inviare a Kiev nel corso del prossimo anno. Oltre ad aiutare l'Ucraina sosterremo anche l'economia e la sicurezza dell'Estonia", ha aggiunto Pevkur. Dal febbraio 2022, l'Estonia ha fornito all'Ucraina assistenza militare per un valore complessivo di oltre 500 milioni di euro.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ammesso che la situazione al fronte è "davvero difficile" e con una "lenta ma inesorabile pressione dei russi", le truppe ucraine che combattono in prima linea sono stanche. Sono quindi possibili dei riposizionamenti, dei "passi indietro".
A corto di personale per fare la rotazione
Del resto la rotazione - ha spiegato in un'intervista a Radio Ucraina, ripresa da altri media ucraini - non può avvenire finché le brigate di riserva sono a corto di personale in armi ed equipaggiamento. "Ci sono ragazzi al fronte. Hanno bisogno della rotazione per potersi riposare, fare vacanze, ecc. Al loro posto devono alternarsi altre squadre", ma queste tardano a formarsi perché "a corto di personale". "Per vari motivi, comporre le nostre brigate con persone addestrate, rifornirle ed equipaggiarle con armi, sono processi che ora vanno a rilento. Non è sufficiente riempire una brigata di persone se non arrivano le armi specifiche. Aspettiamo la consegna di alcune armi da 12 mesi, dall'accordo nel Congresso" americano, ha aggiunto Zelensky. Altrimenti, si manderebbero i rinforzi allo sbaraglio: "Che facciamo, li mandiamo avanti come semplice carne da cannone, come fanno i russi? Nessuno lo vuole", ha chiosato Zelensky. I ragazzi al fronte, colpiti quotidianamente e bombardati, "ci chiedono se possiamo fare dei passi indietro, e la leadership militare risponde: Sì. Sì, perché questa è la nostra posizione di principio: 'prima vengono le persone, poi la terra'". Quando le riserve, i rinforzi saranno pronti, "allora i russi si troveranno nella situazione in cui siamo noi adesso, sul fronte orientale".
"È vantaggioso per il presidente russo, Vladimir Putin, negoziare solo su determinate condizioni (che sarebbero) la capitolazione dell'Ucraina, ma nessuno lo permetterà". Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervistato da Radio Ucraina, citato da Ukrinform. "È vantaggioso per lui sedersi al tavolo, ma non è vantaggioso per lui negoziare. È invece vantaggioso per lui concordare alcune condizioni di capitolazione da parte nostra, ma nessuno glielo permetterà", ha detto Zelensky.
Fine all'isolamento politico
Per Putin, infatti, ha aggiunto Zelensky, sedersi a un tavolo significa "mettere fine all'isolamento politico costruito dall'inizio della guerra. Ed è redditizio per lui, ma solo sedersi per parlare e non per mettersi d'accordo". L'Ucraina "deve fare di tutto per porre fine alla guerra nel 2025 attraverso la via diplomatica ma partendo da una "Ucraina forte", ha detto ancora Zelensky all'indomani della telefonata tra Olaf Scholz e Vladimir Putin. "Come possono esserci trattative semplicemente con un assassino? Se parliamo con Putin e non siamo rafforzati nelle condizioni in cui ci troviamo non si tratta di una pace giusta", ha affermato. "La posizione di Trump è molto importante, l'atteggiamento dell'America verso di noi è molto importante" e gli americani "oggi sono dalla parte di Kiev".
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha parlato al telefono con il presidente russo Vladimir Putin per la prima volta in due anni, ha indicato una fonte del governo di Berlino confermando un'informazione fornita per primo dal quotidiano bavarese Süddeutsche Zeitung. Scholz e Putin hanno parlato al telefono per un'ora questo pomeriggio, ha riferito la fonte. Anche il Cremlino ha confermato il colloquio telefonico. I due statisti non avevano più comunicato direttamente dal dicembre 2022. Il cancelliere ha invitato il presidente russo a ritirare le truppe dall'Ucraina e a negoziare con Kiev, indica l'esecutivo tedesco. Scholz "ha esortato la Russia a essere disposta a negoziare con l'Ucraina", riferisce una nota dell'ufficio stampa federale, con l'obiettivo di "una pace giusta e duratura". Il cancelliere ha anche sottolineato la determinazione della Germania a sostenere l'Ucraina nella sua difesa contro l'aggressione russa per tutto il tempo necessario.
Di cosa hanno parlato
Nella telefonata, riferisce la rivista Der Spiegel, Scholz ha condannato in particolare gli attacchi aerei russi contro le infrastrutture civili in Ucraina e ha sottolineato che l'invio di soldati nordcoreani in Russia per missioni di combattimento contro l'Ucraina comporta una grave escalation ed espansione del conflitto. Un possibile accordo per porre fine al conflitto in Ucraina deve "basarsi sulle nuove realtà territoriali", ha detto il presidente russo al cancelliere, secondo quanto riferisce il Cremlino. "Le proposte della Russia sono ben note e sono state delineate, in particolare, in un discorso in giugno al ministero degli esteri russo", afferma il Cremlino, ricordando un intervento in cui Putin poneva come condizioni per un cessate il fuoco il ritiro delle forze ucraine dalle quattro regioni parzialmente occupate dalla Russia e l'impegno a non entrare nella Nato. Il conflitto in Ucraina "è il risultato diretto di molti anni di politica aggressiva della Nato volta a creare un trampolino di lancio anti russo sul territorio ucraino, ignorando gli interessi del nostro paese nella sfera della sicurezza e calpestando i diritti dei residenti di lingua russa", ha detto Putin a Scholz, sempre stando a quanto indica il Cremlino.
I rapporti tra Russia e Germania
Quanto alle relazioni tra Mosca e Berlino, Putin ha parlato di un "degrado senza precedenti in tutte le direzioni come conseguenza del comportamento ostile delle autorità tedesche". Il presidente ha inoltre sottolineato che "la Russia ha sempre rispettato rigorosamente gli obblighi derivanti dai contratti nel settore energetico ed è pronta ad una cooperazione reciprocamente vantaggiosa se la parte tedesca si mostrerà interessata". Scholz e Putin hanno convenuto di "mantenere le comunicazioni" dopo la telefonata di oggi, secondo quanto ha detto all'agenzia di stampa ufficiale russa Tass una fonte dell'esecutivo germanico. Scholz aveva parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky prima di sentire il leader russo. Zelensky, stando a quanto riporta il media britannico Sky News, ha detto a Scholz che la sua telefonata a Putin "aiuterà il presidente russo a ridurre il suo isolamento e, in ultima analisi, a far proseguire la guerra in Ucraina". "Ho appena ricevuto una telefonata dal cancelliere Scholz che mi ha riferito del suo colloquio con Vladimir Putin. Mi ha fatto piacere sentire che non solo ha condannato l'aggressione russa, ma ha anche ribadito la posizione polacca: 'Niente che riguardi l'Ucraina senza l'Ucraina'", scrive sulla rete sociale X il premier polacco Donald Tusk.
"Sotto l'amministrazione del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, la guerra della Russia contro l'Ucraina finirà prima, anche se non esiste una data esatta". Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista a Suspilne, la società pubblica di radiodiffusione dell'Ucraina. Zelensky ha assicurato che con Trump si è sviluppata "un'interazione costruttiva", aggiungendo che il tycoon gli ha chiesto di partecipare ai negoziati con la Russia. "Siamo un paese indipendente. E noi durante questa guerra abbiamo dimostrato che la retorica del 'siediti e ascolta' non funziona", ha sottolineato il leader ucraino.
Lo speaker della Camera Usa Mike Johnson ha detto alla trumpiana Marjorie Taylor Greene nell'incontro a porte chiuse di oggi tra i deputati repubblicani che non saranno più inviati soldi all'Ucraina. Lo riferiscono al New York Times due fonti informate.
Donald Trump junior prende in giro su Telegram Volodymyr Zelensky, affermando che la "paghetta" del presidente ucraino terminerà quando suo padre entrerà alla Casa Bianca. Il figlio del presidente eletto degli Stati Uniti ha condiviso su Instagram un video di Zelensky accanto a Trump con la didascalia: "Pov ('point of view', ndr.): mancano 38 giorni alla perdita della tua paghetta".
Il presidente eletto Donald Trump ha parlato con il presidente russo Vladimir Putin giovedì, prima conversazione telefonica tra i due leader da quando il tycoon ha vinto le elezioni. Lo scrive il Washington Post citando diverse persone a conoscenza della questione. I due hanno parlato dell'Ucraina.
I temi affrontati
Nella loro telefonata Trump e Putin hanno discusso l'obiettivo della pace nel continente europeo e il presidente eletto americano ha espresso interesse per ulteriori conversazioni per parlare di "una rapida risoluzione della guerra in Ucraina". Durante la telefonata con Putin, secondo il Washington Post, Donald ha consigliato al presidente russo di non intensificare la guerra in Ucraina e gli ha ricordato la consistente presenza militare di Washington in Europa.
Il presidente eletto Donald Trump ha parlato con il presidente russo Vladimir Putin giovedì, prima conversazione telefonica tra i due leader da quando Trump ha vinto le elezioni: lo scrive il Washington Post citando diverse persone a conoscenza della questione. I due hanno parlato dell'Ucraina. Nella loro telefonata Donald Trump e Vladimir Putin hanno discusso l'obiettivo della pace nel continente europeo, e il presidente eletto americano ha espresso interesse per ulteriori conversazioni per discutere "una rapida risoluzione della guerra in Ucraina". Durante la telefonata con Vladimir Putin, secondo il Washington Post, Donald Trump ha consigliato al presidente russo di non intensificare la guerra in Ucraina e gli ha ricordato la consistente presenza militare di Washington in Europa.
Nel loro incontro mercoledì nello Studio Ovale, Joe Biden e il suo successore Donald Trump discuteranno delle "priorità principali" per la politica interna ed estera: lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale americana Jake Sullivan a CBS News. Il presidente, ha spiegato, esorterà la futura amministrazione Trump a non abbandonare l'Ucraina, sostenendo che questo potrebbe causare maggiore instabilità in Europa.
La volontà del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, di arrivare ad un accordo che porti alla pace in Ucraina indica che "i segnali sono positivi". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un'intervista al programma "Mosca. Cremlino. Putin". Lo riporta l'agenzia di stampa russa Interfax.
Segnali positivi
"I segnali sono positivi. Durante la sua campagna elettorale Trump ha detto di percepire tutto come un accordo. Che potrebbe fare un accordo che porti la pace - ha affermato il portavoce -. Almeno parla di pace, non parla di scontro, non dice di voler infliggere una sconfitta strategica alla Russia, e questo lo distingue favorevolmente dall'amministrazione in carica. È difficile dire cosa succederà dopo".
Il sindaco di Mosca, Serghiei Sobyanin, ha rivisto al rialzo il numero di droni ucraini abbattuti mentre si dirigevano verso la capitale russa, portandolo a 32 contro i precedenti 25: lo riporta la Tass. Si tratta di uno dei più grandi attacchi di droni contro la capitale russa dall'inizio dell'offensiva in Ucraina nel 2022. Nel frattempo, il governatore Andrey Vorobyev ha detto che una donna di 52 anni è rimasta ferita nella regione di Mosca in un attacco di un drone che puntava sulla capitale. Inoltre, l'aeroporto di Sheremetyevo, a nord-ovest di Mosca, ha sospeso i voli, secondo l'autorità del settore, Rosaviatsiya. In precedenza, gli aeroporti Domodedovo e Zhukovsky, nel sud-est della città, erano stati temporaneamente chiusi a causa degli attacchi.
Abbattuti droni russi che minacciavano Kiev
Dal canto loro, le difese aeree ucraine hanno abbattuto la notte scorsa una decina di droni russi che minacciavano la città di Kiev: lo ha reso noto su Telegram l'amministrazione militare della capitale ucraina. "Un'altra notte inquietante per la capitale dell'Ucraina. Le forze armate russe continuano a terrorizzare le aree civili popolate e Kiev rimane in cima alla lista del nemico - si legge in un comunicato -. Le truppe russe hanno nuovamente lanciato i loro droni d'attacco contro le pacifiche abitazioni di Kiev. L'allarme aereo nella capitale è stato annunciato due volte e in totale è durato quasi cinque ore". "Oggi le Forze di difesa hanno sconfitto circa una decina di droni nemici che minacciavano Kiev in vari modi - conclude il messaggio -. Non ci sono stati danni o vittime nella capitale".
Atteso un cessate il fuoco
Intanto, il primo ministro polacco Donald Tusk si aspetta nel prossimo futuro una data per il cessate il fuoco in Ucraina. Intervistato dall'emittente radio polacca Polskie Radio, Tusk ha inoltre affermato di aspettarsi dichiarazioni su quale confine sarà in vigore e sulle garanzie di sicurezza per l'Ucraina, riporta Polskie Radio sul suo sito. "Si tratterà certamente di decisioni che comporteranno una minore ingerenza degli Stati Uniti negli affari ucraini", ha affermato, sottolineando che "le decisioni sulla guerra in Ucraina non possono essere prese sopra le teste degli ucraini, ma neanche sopra le nostre".
In un massiccio attacco russo a Zaporizhzhia è stato colpito un ospedale: il bilancio è di 4 morti (fra cui un bambino di un anno) e 18 feriti, di cui tre bambini. Lo annuncia il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky su Telegram che parla di condomini distrutti, case private e un edificio dell'ospedale oncologico dopo un primo annuncio da parte del capo della regione Ivan Fedorov, come riporta Ukrainska Pravda. "Attacco a Zaporozhzhia, il nemico ha sferrato 5 colpi. Sfortunatamente, sono stati colpiti edifici residenziali e un ospedale", annuncia Fedorov. "Ciascuno di questi attacchi russi non solo uccide persone e distrugge vite umane ma distrugge anche il significato di qualsiasi parola sulla presunta mancanza di colloqui con la Russia e di alcuni appelli al Cremlino", spiega il leader ucraino.
"Non sono esclusi" contatti tra Vladimir Putin e il presidente eletto americano Donald Trump prima del suo insediamento. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Interfax. Peskov ha invece escluso che Putin possa avere contatti con il presidente uscente Joe Biden.
Il portavoce ha poi aggiunto che nessuno dal ministero degli Esteri russo o dall'amministrazione presidenziale ha finora contattato membri dello staff di Trump.
La Russia "lavorerà con la nuova amministrazione americana", ma "difendendo fermamente i suoi interessi nazionali e concentrandosi nel raggiungere tutti gli obiettivi dell'operazione militare speciale" in Ucraina. Lo ha affermato il ministero degli Esteri di Mosca. "Le nostre condizioni non sono cambiate, e sono ben conosciute a Washington", ha aggiunto la diplomazia russa in una nota.
Il ministro della difesa ucraino Rustem Umerov ha confermato che il suo esercito ha avuto un primo ingaggio con le truppe nordcoreane. Egli ha detto di attendersi che cinque unità del Nord, ciascuna con circa 3'000 soldati, siano schierate nelle località di nordest, est e sudest sulla linea del fronte con la Russia lunga 1'500 chilometri, per un totale di almeno 15'000 militari. Umerov, in un'intervista di ieri all'emittente pubblica sudcoreana KBS, ha detto che si era verificato uno scontro "su piccola scala", senza specificare quando e dove, in quello che è l'inizio ufficiale della partecipazione di Pyongyang alla guerra russa. I combattimenti "non sono stati a livello di impegno sistematico con tutte le forze mobilitate", ha aggiunto Umerov, parlando ancora di quello che per le truppe di Pyongyang è stato il primo scontro di guerra reale dal 1953, anno della fine della Guerra di Corea. Il numero complessivo di militari nordcoreani stimato dal ministro ucraino è quindi superiore alle circa 10'000 unità finora ipotizzate.
Almeno 14 persone sono rimaste ferite ieri sera in seguito ad un attacco missilistico russo contro Kharkiv, nell'Ucraina orientale: lo hanno reso noto il sindaco della città, Igor Terekhov, e la polizia, come riporta Ukrainska Pravda. Terekhov ha riferito che alle 22:28 (le 21:28 in Svizzera) sono state udite delle esplosioni, aggiungendo in seguito che un missile ha colpito una zona densamente popolata. Il sindaco ha poi precisato: "E' stato colpito un supermercato nel distretto di Shevchenkiv, situato vicino a edifici residenziali. Secondo le informazioni preliminari, le linee elettriche sono state danneggiate. Ci sono finestre rotte nelle case vicine". Successivamente, la polizia ha segnalato 14 feriti, tra cui quattro poliziotti.
"Abbattuti droni russi sulla capitale"
La capitale ucraina Kiev è stata nuovamente presa di mira dai droni russi nella notte, che hanno fatto scattare le sirene d'allarme ed hanno attivato le difese aeree del Paese. "Un'altra notte con un altro attacco a Kiev da parte dei droni delle forze armate russe. Il nemico ha usato tattiche già familiari. Ma ancora una volta non ha raggiunto l'obiettivo: le nostre forze di difesa hanno fatto il massimo sforzo per neutralizzare tutti i droni del nemico", ha scritto su Telegram il capo dell'amministrazione militare della città, Serhiy Popko, come riporta Rbc-Ucraina.
La collaborazione con gli istituti di ricerca russi all'interno dell'Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN), con sede a Ginevra, termina alla fine di novembre. Secondo un'esperta tedesca, ciò potrebbe avere conseguenze per la scienza. "La Russia ha una forte competenza ingegneristica", ha dichiarato all'agenzia di stampa tedesca dpa Beate Heinemann, del centro di ricerca Deutsches Elektronen-Synchrotron (Desy) di Amburgo. "Non è che certe ricerche siano impossibili a causa della fine della cooperazione, ma questo rende le cose più difficili e potrebbero esserci dei ritardi". Heinemann è a capo della divisione di fisica delle particelle del Desy.
La fine degli accordi
"Ci auguriamo che non ci sia una grande perdita di risultati scientifici", ha aggiunto Joachim Mnich, direttore del settore Ricerca e Informatica del Cern. Gli scienziati russi hanno trasferito il più possibile la loro esperienza ai colleghi. In risposta all'invasione militare dell'Ucraina, il Consiglio del CERN ha deciso nel giugno 2022 di porre fine alla cooperazione con la Russia e il suo alleato bielorusso. Questa misura entrerà in vigore il 30 novembre per Mosca ed è già in vigore dal 27 giugno per Minsk. "In parte è perché eravamo preoccupati che gli istituti di ricerca russi venissero improvvisamente strumentalizzati politicamente", ha spiegato Heinemann. Il Cern, con 24 Paesi membri, gestisce il più grande macchinario di ricerca al mondo: l'acceleratore di particelle LHC, lungo 27 chilometri e situato a 100 metri di profondità vicino a Ginevra. In esso si generano collisioni di protoni quasi alla velocità della luce per indagare sull'origine dell'universo. Circa mille scienziati russi erano coinvolti nella ricerca, ha dichiarato alla dpa Mnich. "Al Cern abbiamo lavorato insieme alla Russia anche durante la Guerra Fredda, spinti dalla curiosità scientifica, in un ambiente pacifico. Questo non sembra più possibile, ed è un vero peccato", ha dichiarato Markus Klute, responsabile dell'Istituto per la fisica sperimentale delle particelle presso il Karlsruhe Institute of Technology (KIT). Come il Desy, il KIT lavora a stretto contatto con il Cern.
Anche il KIT interrompe la cooperazione con gli istituti russi
Il KIT ha anch'esso sospeso la cooperazione con gli istituti russi. La maggior parte dei colleghi russi è fantastica, il problema è la gestione dei loro istituti, che spesso non è in mani scientifiche, ha detto Klute. Sono state trovate soluzioni per diverse decine di colleghi russi del Cern che non possono o non vogliono tornare in Russia, ha spiegato Mnich: sono stati collocati in altri Paesi. Klute ha definito una fortuna che tre dottorandi russi che erano al Cern stiano ora svolgendo il loro dottorato al KIT. Si stanno ancora studiando soluzioni per altri colleghi. Anche Desy ha assunto un collega russo dal Cern. Il Cern continua la cooperazione con l'Istituto congiunto per la ricerca nucleare con sede in Russia poiché si tratta di un'organizzazione internazionale, ha spiegato Mnich.
"Nell'ultima settimana di ottobre 2024, la Russia ha trasferito oltre 7'000 soldati dell'esercito nordcoreano dall'area di Primorsk della Federazione Russa alle regioni vicine all'Ucraina", si legge in una dichiarazione dell'intelligence militare ucraina (GUR), citata da Ukrinform. Secondo il GUR, le truppe nordcoreane sono state trasportate su almeno 28 aerei cargo militari gestiti dalle Forze aerospaziali russe. Secondo l'intelligence, "Mosca ha armato l'esercito nordcoreano con mortai da 60 mm, fucili d'assalto AK-12, mitragliatrici RPK/PKM, fucili di precisione SVD/SVCH, sistemi missilistici anticarro Phoenix e lanciagranate RPG-7".
Gli Stati Uniti hanno annunciato oggi che forniranno altri 425 milioni di dollari in aiuti militari all'Ucraina. Nel pacchetto intercettori per la difesa aerea, munizioni per sistemi missilistici e artiglieria, veicoli corazzati e armi anticarro, ha affermato il Dipartimento della Difesa in una nota.
Mosca afferma di avere colpito in un bombardamento "il centro di controllo" per gli attacchi con i droni delle forze armate ucraine. Nel bollettino settimanale del ministero della Difesa russo si afferma inoltre che in vari raid sono stati colpiti "officine di produzione e aree di stoccaggio" dei droni, depositi di munizioni e carburante, infrastrutture energetiche che alimentano il complesso militare-industriale ucraino, aeroporti militari e ferrovie utilizzate "per il trasferimento di armi ed equipaggiamenti occidentali".
I russi affermano di aver preso il controllo di tre insediamenti
Mosca sostiene inoltre che le sue forze armate abbiano preso il controllo di altri tre insediamenti del sud-est ucraino: quelli di Novoukrainka, Shakhterskoye e Leonidovka, nella regione ucraina di Donetsk. Lo riporta l'agenzia Interfax. Le affermazioni delle autorità russe non sono al momento verificabili in modo indipendente.
La Svizzera continuerà a lavorare per una pace duratura in Ucraina. Lo ha affermato il Consigliere federale Ignazio Cassis in occasione di una conferenza ministeriale sull'Ucraina tenutasi a Montréal, in Canada. Con quello di Montréal si è conclusa la serie di vertici organizzati sulla scia della conferenza per la pace tenutasi in giugno al Bürgenstock (NW). Dopo la sicurezza alimentare e la sicurezza nucleare, in Canada si è discusso di aspetti umanitari e di pace. La Svizzera, precisa un comunicato odierno del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), ha insistito sul rispetto delle Convenzioni di Ginevra. I partecipanti hanno inoltre chiesto lo scambio di tutti i prigionieri di guerra tra Russia e Ucraina e il ritorno in Ucraina dei bambini e dei prigionieri politici deportati. In vista di una seconda Conferenza sulla pace, Berna ha detto di voler partecipare alle discussioni che mirano a coinvolgere anche la Russia.
La Svizzera ha espresso la sua preoccupazione riguardo allo stazionamento di truppe nordcoreane in Russia: "Se queste notizie venissero confermate, si tratterebbe di una grave violazione del diritto internazionale e avrebbero potenzialmente pesanti conseguenze per la sicurezza in Europa, Asia e oltre", ha dichiarato su X la rappresentanza svizzera al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Secondo le stime del Ministero della difesa degli Stati Uniti, il numero di soldati nordcoreani distaccati in Russia ammonta a circa 10'000. Una parte di loro si sono già avvicinati all'Ucraina, secondo la vice portavoce del Pentagono Sabrina Singh. Si teme che vengano dispiegati nella regione russa di Kursk, vicino al confine ucraino.
La Russia di Putin annuncia nuove esercitazioni militari e afferma di aver lanciato tutta una serie di missili balistici e da crociera: dalla terra, dal cielo e dal mare. L'obiettivo? Simulare "un massiccio attacco nucleare" in risposta "a un attacco nucleare nemico". Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Andrei Belousov rivolgendosi davanti alle telecamere a Vladimir Putin, che ha supervisionato le manovre. L'annuncio arriva in un momento di grande tensione; proprio mentre Kiev, Seul e Washington denunciano l'invio da parte del regime nordcoreano di migliaia di soldati al fianco delle truppe del Cremlino. Ma anche mentre l'Ucraina continua a premere sui Paesi occidentali affinché le consentano di colpire in territorio russo con le armi a lungo raggio che le hanno fornito.
Lo spettro delle armi nucleari
Putin ha dichiarato che vede l'eventuale uso di armi nucleari come una "misura estrema" ed "eccezionale" e che Mosca non intende "essere coinvolta in una corsa agli armamenti". Ma ha anche affermato che, "date le crescenti tensioni geopolitiche, è importante avere forze strategiche avanzate e costantemente pronte al combattimento". Mosca sostiene di aver lanciato un missile balistico intercontinentale Yars facendolo volare per migliaia di chilometri: dal cosmodromo di Plesetsk, in Russia nord-occidentale, fino a un poligono nella penisola di Kamchatka, nell'estremo oriente russo. Afferma inoltre che missili balistici sono stati sparati anche da due sottomarini e che i bombardieri Tupolev hanno lanciato siluri da crociera. Dopo aver dato inizio all'invasione dell'Ucraina, due anni e otto mesi fa, la Russia ha più volte agitato il terribile spettro delle armi nucleari. Si tratta forse di un modo per tentare dissuadere i Paesi occidentali dal rafforzare il loro sostegno militare all'Ucraina, affermano alcuni osservatori.
L'avanzata russa in Ucraina
Le forze russe intanto sostengono di avanzare in Ucraina orientale. Dicono di aver preso il controllo di tre villaggi - Bogoyavlenka, Girnyk e Katerynivka - e soprattutto della cittadina di Selydove, che prima dell'invasione contava circa 20'000 abitanti e dista una ventina di chilometri dalla città di Pokrovsk, importante snodo logistico sul quale sembrano puntare ora i soldati del Cremlino. La situazione al fronte è difficile da verificare, e le dichiarazioni di Mosca non sono confermabili. Ma stando a un analista dell'Afp, l'esercito russo avrebbe occupato 478 chilometri quadrati di territorio ucraino nel solo mese di ottobre: un'avanzata che non si registrava dal marzo del 2022.
"Ancora vittime tra i civili"
La guerra continua comunque a mietere vittime innocenti tra i civili. Le autorità ucraine accusano le truppe russe di aver ucciso almeno quattro persone in un raid su Kharkiv e di aver danneggiato il Derzhprom, un alto edificio in stile costruttivista completato nel 1928 e diventato un simbolo della città. L'Ucraina denuncia anche la morte di una persona in un raid sulla regione di Kherson, e di un'altra a Kryvyi Rih, dove sarebbero rimasti feriti altri 12 civili. Sei persone sono invece rimaste ferite a Kiev per la caduta dei rottami di un drone, afferma il sindaco. Ramzan Kadyrov - il luogotenente di Putin in Cecenia accusato di gravissime violazioni dei diritti umani - sostiene invece che un drone abbia colpito un centro di addestramento delle truppe speciali cecene a Gudermes provocando un incendio, ma senza fare vittime.
Il Ministero della Difesa russo proporrà varie opzioni di risposta nel caso in cui all'Ucraina fosse concesso di effettuare attacchi con armi occidentali a lungo raggio all'interno del territorio russo. Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, citato da Interfax.
I rischi dell'uso di queste armi
Intervistato dal conduttore Pavel Zarubin sul canale Rossiya1, alla domanda se l'Occidente abbia capito i rischi dell'uso di queste armi sul territorio russo, Putin ha spiegato: "Non mi hanno detto nulla al riguardo, ma spero abbiano recepito il messaggio. Perché, naturalmente, dobbiamo anche prendere delle decisioni". Il Ministero della Difesa russo sta valutando una risposta appropriata, ha aggiunto.
Il coinvolgimento di specialisti
Putin ha inoltre sottolineato che l'esercito ucraino non potrebbe usare tali armi autonomamente, poiché richiedono un supporto di ricognizione spaziale, di cui l'Ucraina non dispone. Questo coinvolgimento richiede l'operato di specialisti degli Stati membri della Nato, poiché implica la creazione di missioni di volo e altre operazioni tecniche che l'esercito ucraino non può eseguire autonomamente, ha spiegato il presidente.
Pronti a reagire
La questione, quindi, riguarda solo se essi si permetteranno di colpire in profondità nel territorio russo, ha detto. "E, naturalmente, dovremo reagire adeguatamente. Come, quando e dove esattamente reagire - è troppo presto per parlarne ora. Ma, certamente, il nostro ministero militare sta riflettendo su questo e proporrà varie opzioni di risposta," ha concluso Putin.
Durante l'incontro con il presidente russo Vladimir Putin a margine del vertice Brics, il segretario generale Onu Antonio Guterres ha ribadito la sua posizione secondo cui "l'invasione russa dell'Ucraina viola la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale", ma anche il sostegno dell'organizzazione internazionale alla pace. Secondo una nota del portavoce, Guterres ha espresso la sua convinzione che "stabilire la libertà di navigazione nel Mar Nero sia di fondamentale importanza per l'Ucraina, la Russia e per la sicurezza alimentare ed energetica mondiale". Il segretario generale "sostiene pienamente la continuazione dei negoziati in merito ed esprime il suo profondo apprezzamento per il lavoro svolto dalla Turchia". Al centro dell'incontro anche la situazione in Medio Oriente, in particolare l'assoluta necessità di un cessate il fuoco a Gaza e in Libano, nonché di evitare un'ulteriore escalation regionale.
13 membri associati dei Brics
Cuba e altri 12 Paesi, tra cui anche la Bolivia, la Turchia, l'Indonesia e la Nigeria, sono da oggi membri associati dei Brics. È quanto è emerso nel corso del XVI Vertice dell'organizzazione che si conclude oggi a Kazan, in Russia. Lo ha celebrato il sito giornalistico governativo Cubadebate sulla sua homepage, rilanciando un post dell'Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America - Trattato commerciale dei popoli (Alba-Tcp) sul suo account ufficiale di X. "I Brics incorporano 13 nuovi Paesi associati, due dei quali dell'Alba-Tcp: Bolivia e Cuba. L'incorporazione di questi nuovi Stati associati è percepita come un segnale che i Brics cercano di rafforzare la cooperazione multilaterale per espandere la loro influenza sulla scena internazionale", si legge nel post rilanciato da Cubadebate, che evidenzia la presenza a Kazan del ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla.
Nessun comunicato ufficiale
A differenza dell'ultimo summit in cui ai cinque Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) se ne aggiunsero altri, nel 2022 a Pechino, questa volta non è stato però diramato nessun comunicato ufficiale sul sito dell'organizzazione intergovernativa che riunisce alcune delle economie più importanti del pianeta. Forse perché in quell'occasione fu annunciato l'ingresso di cinque Paesi ma poi, a causa della sorprendente vittoria in Argentina di Javier Milei, a entrare nel 2023 furono solo Iran, Etiopia, Egitto ed Emirati Arabi Uniti. Per evitare rischi di gaffe, dunque, nessun comunicato ufficiale, anche perché tra i nuovi Paesi associati dei Brics c'è l'Arabia Saudita che, pur non avendo posto veti, ha inviato un rappresentante di secondo livello al vertice russo a causa dei rapporti tesi con l'Iran, che invece dei Brics è membro a tutti gli effetti.
La Russia è pronta a prendere in considerazione ogni opzione per la pace in Ucraina "sulla base della situazione reale sul terreno", e non è pronta "per nient'altro". Lo ha detto il capo del Cremlino Vladimir Putin alla conferenza stampa conclusiva del vertice dei paesi Brics a Kazan.
La Corea del Sud studia la possibilità di dare armi all'Ucraina: il paese "rivedrà" la sua posizione sulla fornitura di armi all'Ucraina nella guerra con la Russia, ha dichiarato il presidente Yoon Suk Yeol, dopo che Seul ha accusato la Corea del Nord di aver inviato truppe a sostegno delle forze di Mosca. "Sebbene abbiamo mantenuto il principio di non fornire direttamente armi letali, potremmo rivedere questa posizione in modo più flessibile a seconda delle azioni delle forze nordcoreane", ha detto Yoon durante una conferenza stampa congiunta con il presidente polacco Andrzej Duda a Seul.
Le truppe nordcoreane dislocate in Russia potrebbero essere inviate nella regione di Kursk, occupata dall'Ucraina ad agosto. Lo sostiene il Financial Times. Gli analisti affermano che il contingente di 12mila soldati nordcoreani è troppo piccolo per cambiare le sorti della guerra ma Mosca ha bisogno di raddoppiare il contingente di 50.000 uomini nella regione di Kursk.
La difficoltà di reclutare
La Russia ha difficoltà a ricostituire le forze dopo perdite che secondo stime sono di circa 600.000 tra morti e feriti. Secondo il Ft, Putin ha resistito alle suppliche dei suoi alti dirigenti di ordinare un altro giro di mobilitazione, offrendo invece enormi bonus ai volontari che si arruolano. Sebbene ciò abbia aiutato la Russia a mantenere un ritmo di 30.000 reclute al mese per gran parte dell'anno, negli ultimi mesi diverse regioni russe hanno aumentato drasticamente l'entità delle retribuzioni, il che indica che l'esercito potrebbe avere difficoltà ad attrarre più uomini.
L'esempio di Belgorod
La regione di Belgorod, che confina con Kursk, ha aumentato il bonus di iscrizione per le reclute da 800.000 rubli (7200 franchi) ad agosto a 3 milioni di rubli (27'000 franchi) ad ottobre: una cifra che cambia la vita, considerando che lo scorso anno lo stipendio mensile medio nella regione era di 55.000 rubli (meno di 500 franchi).
A seguito della conclusione positiva della procedura scritta, il Consiglio dell'Ue ha adottato il pacchetto di assistenza finanziaria all'Ucraina, comprendente un prestito eccezionale di assistenza macrofinanziaria fino a 35 miliardi di euro (33 miliardi di franchi) e un meccanismo di cooperazione in materia di prestiti che sosterrà l'Ucraina nel rimborso di prestiti fino a 45 miliardi forniti dall'Ue e dai partner del G7 (Gruppo dei sette, di cui fanno parte Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti). Lo comunica la presidenza ungherese di turno. Non fa parte del pacchetto approvato la modifica sulla durata dell'immobilizzazione degli asset sovrani russi che deve essere approvata all'unanimità.
Il Consiglio dell'Ue ha adottato in particolare il Regolamento e i due atti di esecuzione che fanno parte del pacchetto teso a rendere operativa la decisione assunta al vertice del G7 di giugno in Puglia (Italia), sotto presidenza di Roma, di fornire all'Ucraina un nuovo prestito di circa 45 miliardi di euro da rimborsare tramite i profitti straordinari derivanti dai beni sovrani russi immobilizzati. L'adozione da parte del Consiglio segue l'accordo del 9 ottobre al comitato dei rappresentanti permanenti dei 27 presso l'Ue e chiude l'iter all'indomani dell'approvazione da parte del parlamento europeo del Regolamento che istituisce il Meccanismo di cooperazione per i prestiti all'Ucraina e fornisce assistenza macrofinanziaria eccezionale dell'Ue all'Ucraina per un importo fino a 35 miliardi di euro.
Novantacinque soldati russi e altrettanti ucraini sono stati rilasciati in seguito a negoziati: lo ha dichiarato il ministero della difesa russo, come riporta Interfax. I soldati russi liberati si trovano in Bielorussia e stanno ricevendo assistenza, ha dichiarato il ministero. Il rilascio è stato mediato dagli Emirati Arabi Uniti.
La Svizzera fornirà tre veicoli di sminamento all'Ucraina, prodotti dall'azienda svittese Global Clearance Solutions (GCS). Lo ha annunciato la presidente della Confederazione Viola Amherd aprendo oggi a Losanna la conferenza su questo tema (Ukraine Mine Action Conference, UMAC2024). "Siamo determinati a continuare a fornire il nostro contributo", ha affermato Amherd. Questi sistemi "consentiranno operazioni di sminamento efficienti, sicure e indipendenti", ha aggiunto parlando di fronte al primo ministro ucraino Denys Shmyhal e ai rappresentanti di decine di altri Paesi. GCS collabora con le Nazioni Unite e con diverse organizzazioni non governative, come la Fondazione svizzera per lo sminamento (FSD). Prevede che circa 100 suoi veicoli saranno impiegati in Ucraina entro il 2025. La Svizzera ha stanziato 100 milioni di franchi per lo sminamento in Ucraina fino al 2027.
"Il primo punto sulla lista del piano della vittoria di Volodymyr Zelensky è l'invito ad entrare nella Nato, perché sa che solo l'articolo 5 può proteggerlo dalla Russia sul lungo periodo. Ecco, l'atmosfera sul tema sta cambiando. La richiesta, sia da parte degli ucraini che da parte degli alleati favorevoli, s'intensificherà da qui al prossimo vertice della Nato". Lo afferma un'alta fonte diplomatica alleata alla vigilia della ministeriale difesa. "È difficile che l'invito ci sia ma non lo escludo, anche perché tra invito e ingresso correrà un lungo lasso di tempo". "Naturalmente - prosegue la fonte - la prospettiva dell'ingresso dell'Ucraina nella Nato si scontra col fatto che Vladimir Putin (presidente russo, ndr) ha scatenato una guerra per evitarlo, dunque potete immaginare quanto sarà facile armonizzare le due posizioni ad un eventuale tavolo dei negoziati". Sulle tempistiche, si sottolinea che si tratta di un processo lungo. "L'Ucraina non è la Svezia. O la Finlandia. Il processo di riforme necessario per entrare nell'Alleanza sarà complesso e poi si dovrà avere una situazione al fronte stabilizzata".
I dettagli
Per quanto riguarda le possibili concessioni dal lato ucraino, la cosiddetta opzione "terra in cambio della pace", il diplomatico conferma che "nei corridoi si discute su quale possa essere la soluzione" vari scenari sono presi in considerazione, come il modello tedesco (Germania Ovest nella Nato e la Germania Est sotto controllo sovietico). "È chiaro però la soluzione, qualunque essa sia, non potrà mai essere vista come una vittoria per la Russia e dovrà prevedere garanzie di sicurezza per l'Ucraina". Nel corso della ministeriale difesa si terrà un Consiglio Nato-Ucraina a cena, con la presenza del ministro ucraino Rustem Umerov. Nelle intenzioni del nuovo segretario generale, Mark Rutte, la coreografia decisamente più informale vorrebbe spingere ad un "più franco" scambio di informazioni. Che anche Volodymyr Zelensky (presidente ucraino, ndr) sia presente domani a Bruxelles, per partecipare al Consiglio Europeo, non è una "coincidenza" ed è la prova di una migliorata cooperazione tra Ue e Nato.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha cominciato a presentare il suo piano per la vittoria durante un discorso al parlamento ucraino mentre i dettagli più delicati saranno rivelati solo ai leader dei partiti: ha detto il leader parlamentare del partito al governo al quotidiano Kyiv Independent. Finora la leadership ucraina ha rivelato solo alcuni punti e le linee generali del piano in cinque fasi, senza divulgarlo completamente.
Le autorità ucraine hanno ordinato l'evacuazione delle migliaia di civili rimasti nella città di Kupyansk, nella regione di Kharkiv, sotto l'incalzare dell'offensiva delle truppe russe. Lo ha annunciato il capo dell'amministrazione militare, Oleg Sinegubov, citato da vari media. La decisione è stata presa a causa del "peggioramento della situazione militare" e l'impossibilità per le autorità di garantire "il riscaldamento, la fornitura di elettricità e di aiuti umanitari", ha detto Sinegubov, citato da Current Time, la televisione di Radio Free Europe. Si calcola che a Kupyansk, che prima del conflitto aveva 25'000 abitanti, siano rimasti circa 7000 civili. La città, un importante snodo ferroviario nell'est dell'Ucraina, era stata conquistata dalle truppe russe nel febbraio del 2022 e ripresa da quelle ucraine nell'autunno di quell'anno. Ora le forze di Mosca si stanno nuovamente avvicinando alla città.
L'Ucraina ha accusato la Russia di far volare i suoi missili sopra le centrali nucleari "ogni giorno", una tattica militare che aumenta il rischio di incidenti atomici. Il ministro ucraino dell'Energia, German Galushchenko, ha infatti dichiarato al Financial Times che gli attacchi russi hanno costretto una centrale a chiudere il 26 agosto dopo aver colpito una sottostazione. Da allora, ha dichiarato, i missili russi hanno sorvolato sempre più spesso i tre impianti nucleari ucraini, che generano quasi il 60% dell'elettricità del Paese. "Si tratta di tre centrali nucleari in funzione", ha dichiarato Galushchenko, aggiungendo che mentre l'impianto che è andato in "blackout d'emergenza" si trovava nell'Ucraina centrale, gli altri due che sono stati presi di mira si trovano molto più a ovest, vicino al confine con l'Ue.
Secondo Galushchenko si tratta di "un attacco calcolato"
Galushchenko ha affermato che il fatto che la Russia abbia preso di mira le sottostazioni collegate alle centrali nucleari dimostra che si tratta di un attacco calcolato. Nell'ultimo mese e mezzo, ha detto, "hanno cambiato le rotte dei loro droni e missili per andare vicino o sopra la centrale nucleare". Mentre in passato tali eventi erano rari e avrebbero provocato denunce all'agenzia atomica delle Nazioni Unite, "ora stanno accadendo ogni giorno".
Tre persone sono rimaste ferite, inclusa un'adolescente di 11 anni, in seguito ad un attacco russo la notte scorsa sulla città di Zaporizhzhia, nell'Ucraina sud-orientale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare dell'omonima regione, Ivan Fedorov. Nell'attacco sono state colpite diverse case, come si vede in un video postato da Fedorov. Due dei feriti sono stati curati sul posto, mentre la ragazzina è stata ricoverata in ospedale, ha precisato il governatore.
Una persona è morta e altre 11 sono rimaste ferite nei bombardamenti ucraini di ieri sulla regione russa di Belgorod, afferma il governatore Vyacheslav Gladkov citato dall'agenzia di stampa Tass. Inoltre, i sistemi di difesa aerea hanno intercettato 47 droni ucraini su tre regioni russe e sul Mar d'Azov durante la notte, riferisce il Ministero della Difesa di Mosca citato dall'agenzia di stampa Tass. Le oblast interessate dagli attacchi dei velivoli senza pilotai ucraini sono state quelle di "Krasnodar, Kursk e Belgorod", spiegano le autorità russe senza dare al momento notizia di vittime o danni particolari.
Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha incontrato oggi in Vaticano papa Francesco. L'udienza è durata 35 minuti, tra le 9.45 e le 10.20. "La questione di riportare a casa la nostra gente dalla prigionia è stata il fulcro del mio incontro con Papa Francesco. Contiamo sull'assistenza della Santa Sede per aiutare a riportare indietro gli ucraini che sono stati fatti prigionieri dalla Russia", ha affermato il presidente ucraino dopo l'udienza di stamane dal Pontefice. "Per tutti noi in Ucraina, la questione delle persone catturate e deportate rimane incredibilmente dolorosa. Si tratta di adulti e bambini, molti civili che ora sono tenuti in prigioni e campi in Russia", ha aggiunto Zelensky. "Ieri è stato riferito che la giornalista ucraina Viktoria Roshchyna è morta durante la prigionia russa - ha proseguito Zelensky -. Per molti giornalisti ucraini che conoscevano Victoria, la sua morte è un duro colpo". "Molti altri giornalisti, personaggi pubblici, capi comunità dei territori occupati e persone comuni che sono stati catturati durante l'occupazione russa rimangono prigionieri russi", ha concluso. Dopo il colloquio privato nella Sala della Biblioteca e la presentazione della delegazione ucraina, il Papa ha donato a Zelensky una fusione-bassorilievo in bronzo di un fiore che nasce, con la scritta "La pace è un fiore fragile". Il presidente ucraino ha invece donato al Pontefice un dipinto ad olio raffigurante "Il massacro di Bucha. La storia di Marichka". Papa Francesco ha donato a Zelensky anche il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest'anno, i volumi dei documenti papali, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della Lev, e il volume "Perseguitati per la verità, i greco-cattolici ucraini dietro la cortina di ferro". Una volta congedatisi dal Pontefice, il presidente ucraino e il suo seguito si sono recati ai colloqui in Segreteria di Stato.
Terza visita in Vaticano
Zelensky era giunto in Vaticano, attraverso Via della Conciliazione, Piazza San Pietro e l'Arco delle Campane, scortato da un lungo corteo di mezzi della Polizia e delle forze di sicurezza. Sull'auto del presidente ucraino, nessun contrassegno come stemmi o bandiere. Si tratta della terza volta per Zelensky in Vaticano, dopo le udienze del Pontefice dell'8 febbraio 2020 e del 13 maggio 2023. Francesco e il presidente ucraino si sono poi visti anche nell'incontro bilaterale del 14 giugno scorso in occasione del vertice del G7 a Borgo Egnazia, in Puglia. Prima di incontrare Zelensky, il Papa stamane ha ricevuto in udienza anche il premier spagnolo Pedro Sanchez. Il colloquio privato tra i due nella Sala della Biblioteca del Palazzo apostolico è durato pure 35 minuti.
Scambio dei doni
Al termine, dopo la presentazione della delegazione spagnola, c'è stato lo scambio dei doni. Il Papa ha donato a Sanchez un'opera in terracotta dal titolo "Tenerezza e amore". Quindi i volumi dei documenti papali, il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest'anno, il Documento sulla Fratellanza Umana, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della Lev, il volume sull'Appartamento papale delle udienze, a cura della Prefettura della Casa Pontificia. Il premier spagnolo ha invece donato al Pontefice un cofanetto di monete commemorative coniate in occasione dell'anniversario della morte di Pablo Picasso. Anche Sanchez era entrato in Vaticano con il suo corteo attraverso Piazza San Pietro e l'Arco delle Campane, ed è stato accolto al suo arrivo al Cortile di San Damaso dal reggente della Casa Pontificia, mons. Leonardo Sapienza, per poi salire alla Terza Loggia e all'incontro con il Pontefice nella Sala della Biblioteca del Palazzo Apostolico. Una volta congedatisi dal Papa, Sanchez e il suo seguito si sono recati ai colloqui in Segreteria di Stato. Il premier spagnolo ha in seguito annunciato che chiederà alla comunità internazionale di cessare l'esportazione di armi verso Israele per "violazione del diritto internazionale" dopo "l'invasione" del Libano. "Il governo spagnolo dallo scorso 7 ottobre non fa esportare qualsiasi tipo di arma o materiale militare in Israele, niente", ha detto in una conferenza stampa presso l'Accademia di Spagna a Roma dopo l'incontro con Papa Francesco, con il quale ha discusso di questo tema. Lo riferisce la Efe.
Dopo Londra, Parigi e Roma, prosegue il tour europeo di Volodymyr Zelensky, che oggi vedrà papa Francesco e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. La premier italiana Georgia Meloni ha ribadito il fermo sostegno dell'Italia all'Ucraina. Dal canto suo, Vladimir Putin vede oggi il presidente iraniano Masoud Pezeshkian.
Dal Vaticano a Berlino
Per l'udienza, in programma stamane alle 9.30, di Bergoglio al presidente ucraino, sono stati rafforzati i dispositivi di sicurezza in tutta l'area attorno al Vaticano, con ampio spiegamento delle forze di polizia italiane. Oggi a Berlino, il leader di Kiev presenterà anche al cancelliere Olaf Scholz il suo "piano della vittoria". L'incontro in cancelleria è previsto alle 14.15. Zelensky arriva nella capitale tedesca al posto di Joe Biden, che era atteso per la sua prima visita di Stato in Germania proprio in questi giorni. Il numero uno della Casa Bianca ha però rinviato il viaggio a causa dell'uragano Milton. Anche il vertice di Ramstein con 50 capi di Stato, previsto inizialmente sabato nella base Nato in Germania, è saltato. Una nuova data non è stata ancora definita. Intanto, ieri sera, nel corso delle dichiarazioni al termine dei colloqui a Roma con Meloni, Zelensky ha dichiarato: "stiamo lavorando per arrivare alla pace il prima possibile, e voglio ringraziare Giorgia Meloni per la conferenza della ricostruzione che si terrà in luglio in Italia. Apprezzo davvero molto lo scambio di opinioni avuto oggi. Abbiamo anche discusso della preparazione di un nuovo pacchetto di difesa.
La cronaca dal fronte
Nel frattempo, le truppe russe hanno colpito Odessa con missili balistici, uccidendo quattro persone, tra cui un adolescente, e ferendone altre dieci. Lo riporta il capo dell'Amministrazione statale regionale di Odessa, Oleh Kiper, in un post su Telegram. "L'attacco nel distretto di Odessa ha causato la distruzione di un edificio di due piani dove vivevano e lavoravano dei civili. Le persone decedute sono rimaste intrappolate sotto le macerie. Secondo il capo dell'amministrazione statale regionale, citato da Ukrinform, i soccorritori del Servizio di emergenza statale hanno tratto in salvo quattro persone. Altre tre persone sono morte sotto le macerie dell'edificio. Tra i morti ci sono una donna di 43 anni, un ragazzo di 22 anni e una ragazza di 16 anni. Un'altra donna è morta in ospedale per le ferite riportate. Dieci persone sono rimaste ferite e nove sono state ricoverate in ospedale. Quattro persone sono in gravi condizioni. Frattanto, il comandante in capo delle forze armate ucraine Oleksandr Syrsky ha annunciato che la Russia ha schierato 50'000 truppe nella regione di Kursk, occupata dalle forze ucraine all'inizio di agosto. Lo riporta il Kyiv Indipendent. "Sappiamo che circa 50'000 soldati provenienti da altri settori sono stati trasferiti nella direzione di Kursk", ha affermato Syrsky in un documentario trasmesso dalla televisione nazionale.
Londra, poi Parigi e Roma prima di Berlino. Dopo il rinvio del vertice di Ramstein, Volodymyr Zelensky dà il via al suo 'summit europeo a tappe': quattro capitali in 48 ore per incassare un aiuto politico e militare cruciale, in vista di un inverno che punta a dare concretezza al suo 'piano della vittoria' come ponte a un secondo summit per la pace. Mettendo in chiaro che un "cessate il fuoco" non è un "argomento" sul tavolo delle discussioni di questi giorni, e che Kiev non è disposta a fare alcuna concessione, men che meno territoriale, alla Russia di Vladimir Putin.
Londra
A Downing Street, Zelensky ha illustrato il suo piano per la vittoria al premier britannico Keir Starmer e al segretario della Nato Mark Rutte. "Gli argomenti chiave delle nostre discussioni sono stati l'integrazione euro-atlantica e il rafforzamento militare dell'Ucraina. Questi sono i passi che creeranno le migliori condizioni per ripristinare una pace giusta", ha sottolineato il leader ucraino. Da parte sua, Starmer ha insistito sull'importanza di "continuare a mostrare l'impegno di sostenere l'Ucraina" sino in fondo dal punto di vista sia politico, finanziario e militare. "Non si tratta solo dell'Ucraina - ha fatto eco Rutte -, ma anche di difendere l'Occidente" e il modello "di sicurezza" rappresentato dalla Nato.
Parigi
Dopo la tappa londinese, Zelensky è approdato a Parigi da Emmanuel Macron dove ha ribadito il suo appello ormai incessante: "Prima dell'inverno abbiamo bisogno del vostro supporto", ha detto dopo i colloqui con il capo dell'Eliseo, riconoscendo "una situazione difficile nell'est" e una "grande mancanza" di alcune attrezzature: è di queste ore l'annuncio di Mosca di aver colpito due sistemi Patriot in Ucraina. Oltre a illustrare il suo piano per la vittoria, il tour di Zelensky serve infatti a ricevere rassicurazioni sul sostegno militare degli alleati. "Il nostro sostegno è incrollabile", ha replicato Macron. Ma dietro le dichiarazioni in chiaro, ogni mese di conflitto in più pesa esponenzialmente sulle tasche dei bilanci occidentali impegnati a foraggiare militarmente le forze ucraine. E si guarda con preoccupazione all'esito delle presidenziali americane di novembre, nonostante le date rassicurazioni di Mark Rutte: "So che Trump è d'accordo con me che questa lotta in Ucraina non riguarda solo l'Ucraina, ma anche la sicurezza e la futura sicurezza degli Stati Uniti", quindi "smettete di preoccuparvi di una sua presidenza", ha detto il segretario generale della Nato da Londra. Ma gli analisti concordano nel ritenere che un secondo approdo del tycoon alla Casa Bianca potrebbe dare una spallata alle speranze di Kiev di chiudere a modo suo il tragico capitolo dell'invasione in Ucraina. Dal Regno Unito intanto sembrano arrivare già i primi frutti del viaggio lampo di Zelensky in Europa: secondo il Times, la Difesa britannica sta valutando l'invio di istruttori militari in Ucraina per addestrare le truppe di Kiev. Sarebbero - sostiene il quotidiano citando fonti - piccoli gruppi di soldati dell'esercito di sua maestà da dispiegare nell'ovest del Paese. Uno sviluppo, quello dell'invio di truppe occidentali in Ucraina, che da tempo Mosca definisce una linea rossa da non superare, così come quella degli attacchi con armi occidentali a lungo raggio in territorio russo.
Roma e domani Berlino
Quest'ultimo è un punto centrale del tour di Zelensky in Europa: gli alleati occidentali esitano a dare luce verde ai raid in Russia coi missili a lungo raggio, consapevoli delle minacce del Cremlino di una risposta nucleare. Ma quello degli attacchi in profondità è uno degli elementi chiave del 'piano della vittoria' di Zelensky discusso in queste ore coi leader europei, compresa la premier italiana Giorgia Meloni nel loro bilaterale di Roma. Kiev conta infatti sul sostegno italiano alla sua roadmap per rafforzare la posizione ucraina in vista di un possibile negoziato con Mosca. Ma il governo italiano è tra i più forti sostenitori del divieto all'uso dei missili a lunga gittata in Russia, una posizione analoga a quella della Germania. A dividere poi gli alleati è anche un possibile ingresso di Kiev nella Nato, altro punto centrale del piano ideato da Zelensky. In questo senso, le parole del ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, in visita a San Pietroburgo, sono inequivocabili: far entrare l'Ucraina nell'Alleanza "nelle attuali circostanze" provocherebbe la "Terza guerra mondiale".
Il "piano della vittoria" evocato da Volodymyr Zelensky per mettere fine alla guerra con la Russia è stato al centro di una discussione avuta stamani dal presidente ucraino con il premier britannico Keir Starmer e il nuovo segretario generale della Nato, Mark Rutte. Lo ha sottolineato lo stesso Starmer a conclusione dell'incontro. Rutte si è unito a un certo punto ai colloqui in corso a Downing Street. Starmer ha insistito, a margine dell'incontro, sull'importanza di "continuare a mostrare l'impegno di sostenere l'Ucraina" sino in fondo da un punto di vista sia politico, sia finanziario, sia di aiuto militare: aiuti che Zelensky non cessa d'invocare, sullo sfondo di una situazione bellica attuale non facile con la Russia, e che rappresenta il filo conduttore del tour europeo che fra oggi e domani lo porterà anche a Parigi (a colloquio con il presidente Emmanuel Macron), a Roma (per incontri con la premier Giorgia Meloni e poi con papa Francesco) e quindi a Berlino, ospite del cancelliere Olaf Scholz. "Non si tratta solo dell'Ucraina - ha fatto eco da parte sua Rutte, unitosi al meeting di Londra fra Starmer e il presidente ucraino a Downing Street, assieme al ministro degli Esteri britannico David Lammy -, ma anche di difendere l'Occidente" e il modello "di sicurezza" rappresentato dalla Nato di fronte a Mosca.
La Russia non ha ricevuto alcun segnale sulla disponibilità di Kiev per un cessate il fuoco in cambio di garanzie di sicurezza da Paesi occidentali. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass. "Ci sono molti discorsi ed esercizi di scolastica su questo nei media, ma nessuno sta prendendo l'iniziativa" per un negoziato, ha aggiunto Peskov. In queste ultime ore, in coincidenza con un viaggio in Europa del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, si sono diffuse su alcuni media le ipotesi che Kiev potrebbe accettare di cedere non ufficialmente alla Russia i territori occupati in cambio di garanzie di sicurezza per il futuro da parte di Paesi occidentali.
Le forze russe hanno riconquistato due villaggi occupati da quelle ucraine nella regione di Kursk: Novaya Sorochina e Pokrovksy. Lo riferisce il ministero della Difesa di Mosca. In un comunicato il ministero della Difesa russo afferma che "unità del raggruppamento del Nord hanno continuato l'offensiva, in cui sono stati liberati gli insediamenti di Novaya Sorochina e Pokrovksy". Le forze ucraine hanno avviato il 6 agosto scorso un'incursione nella regione di Kursk, rivendicando la conquista di oltre mille chilometri quadrati di territorio e decine di villaggi.
Le truppe russe sono entrate nella periferia orientale di Toretsk, nella regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale, dove i combattimenti continuano: lo ha detto la portavoce del Gruppo operativo e tattico di Lugansk, Anastasia Bobovnikova, al notiziario nazionale congiunto 24/7. Lo riporta Ukrainska Pravda. "La situazione sul fronte di Toretsk rimane la più calda, con combattimenti che si svolgono proprio a Toretsk - ha detto Bobovnikova -. La situazione è instabile; si combatte letteralmente per ogni ingresso... I russi sono entrati nella periferia orientale della città e hanno fatto qualche progresso lungo Central Street verso la miniera centrale. Ma la situazione cambia continuamente".
"La Russia continuerà a combattere fino a quando non saranno eliminate le minacce provenienti dall'Ucraina": lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in un'intervista alla rivista statunitense Newsweek e riportato dalla Tass. "Non abbiamo altra scelta che continuare la nostra operazione militare speciale fino a quando le minacce poste dall'Ucraina non saranno rimosse", ha dichiarato Lavrov.
La Nato chiederà agli alleati un aumento significativo delle forze militari per contrastare la minaccia russa. Secondo documenti riservati citati da Welt, l'Alleanza prevede di portare a 131 le brigate da combattimento, con un incremento di 49 unità, e da 293 a 1467 le unità antiaeree terrestri, inclusi sistemi Patriot, Iris T-Slm e Skyranger. Anche il numero di elicotteri dovrebbe salire da 90 a 104. I nuovi requisiti saranno sul tavolo dei ministri della Difesa della Nato il 17-18 ottobre a Bruxelles. Centrare gli obiettivi, si evidenzia nel documento, "probabilmente richiede molto più del 2% del Pil da investire per la difesa".
La protezione civile ucraina riceverà dalla Svizzera macchinari e attrezzature antincendio messi a disposizione del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) per un valore di 5,6 milioni di franchi. Il trasporto su rotaia, scelto per attutire l'impatto ambientale, verrà organizzato dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), precisa una nota odierna del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
Con l'intensificarsi della guerra, l'entità della distruzione in Ucraina continua ad aggravarsi. Molti siti - case, scuole, ospedali, strade e altre infrastrutture civili - colpiti dai bombardamenti sono interamente crollati e i detriti ostruiscono le vie di collegamento impedendo il transito dei veicoli di soccorso. L'ultima fornitura di questo genere di materiale risale all'ottobre del 2022. Dall'inizio della guerra, la DSC - in collaborazione con il DDPS - ha inviato in Ucraina quasi 1200 tonnellate di aiuti, che sono parte dell'impegno preso dalla Svizzera nei confronti di questo Paese, per un totale di 477 milioni di franchi dal febbraio del 2022.
Visita a sorpresa a Kiev per Mark Rutte, la prima da segretario generale della Nato. L'olandese era stato in Ucraina già altre volte (quattro) nella sua vita precedente da premier ma, simbolicamente, ha scelto d'incontrare Volodymyr Zelensky come primo atto da 'sec-gen' in carica. "Era molto importante per sottolineare, al popolo ucraino e a chi ci sta guardando, che la Nato è al vostro fianco", ha dichiarato in conferenza stampa. E ogni allusione alla Russia è chiaramente voluta.
Il viaggio in Ucraina
Messaggi in codice a parte, il viaggio va inquadrato nella delicata fase attuale della guerra, con Kiev sotto pressione al fronte. Tra pochi giorni (il 12 ottobre) si terrà in Germania il vertice dei leader del formato Ramstein voluto da Joe Biden per fare il punto sugli aiuti militari, seguito a strettissimo giro (la settimana successiva) dalla ministeriale Difesa della Nato, a Bruxelles. Zelensky ha strigliato gli alleati, accusati di "trascinare i piedi" sull'annosa questione dell'uso delle armi a lungo raggio per colpire gli obiettivi militari in Russia. Senza "certi mezzi" e "la possibilità" di usarli "non possiamo fermare la Russia", ha detto chiaramente il presidente ucraino. "Quando Mosca distrugge le posizioni dei nostri soldati è giusto che si ritirino per potersi salvare la vita, sono più importanti degli edifici", ha poi notato a proposito della perdita di Vuhledar, legando a doppio filo la strategia occidentale agli effetti sul campo di battaglia.
Il confronto con la guerra in Medio Oriente
Esattamente come accaduto in seguito al primo lancio di missili iraniani su Israele, quando gli alleati del Tel Aviv parteciparono al loro abbattimento, Zelensky non ha potuto far altro che notare una disparità nel trattamento, dato che la Nato, invece, non intercetta gli ordigni russi nei cieli ucraini. Rutte, sul punto, ha ricordato che, come per le restrizioni sull'uso delle armi, si tratta di decisioni che vanno prese dai "singoli alleati". Ma è una mezza verità. L'Alleanza (collettivamente, e non è un dettaglio da poco) aveva infatti deciso all'indomani dell'invasione russa che avrebbe aiutato Kiev ma non si sarebbe fatta coinvolgere nella guerra. Una linea prudente - senz'altro non condivisa da molti Paesi del fianco est ma non solo - che resta però in vigore: permettere all'Ucraina di colpire la Russia in profondità oppure abbattere i suoi missili con intercettori lanciati dal suolo Nato andrebbe insomma "oltre" quanto deciso nel 2022.
L'Ucraina nella Nato? "Sono a favore"
Bene. Cosa fare allora per far sì che l'Ucraina "prevalga", come ha ribadito Rutte? Intanto mettere a terra le decisioni prese al vertice di Washington - soldi, mezzi, coordinamento in capo all'Alleanza - e rendere "irreversibile" l'ingresso di Kiev nella Nato. "Siete più vicini che mai, io sono a favore", è il messaggio del neo segretario generale dell'Alleanza. Biden, peraltro, pare che si stia ammorbidendo (gli Usa, insieme alla Germania, sono fra i più cauti) e potrebbe prendere in considerazione un invito ufficiale come parte della exit strategy. Anche perché l'Ucraina, sul fronte della produzione delle armi, sta progredendo dal punto di vista della tecnologia. Nella notte uno sciame di droni ucraini (122) si è infatti abbattuto sulla Russia, anche se questa volta, stando a Mosca, sono stati tutti intercettati. Ma non sempre è così, come testimoniano i grandi colpi messi a segno di recente (tipo il deposito di missili nella regione di Tver). Insomma, credere che la situazione possa restare "statica" all'infinito - spiegano alcune fonti alleati - è "un'illusione".
I russi sono entrati a Vuhledar, martoriata cittadina del Donetsk finita per essere una delle tante linee del fronte. Cittadina da 14mila anime prima della guerra, ormai non è altro che un cumulo di macerie, dove pare si ostinino a vivere un centinaio di civili, che evidentemente non hanno altre alternative. Simbolo della fiera resistenza ucraina, come Bakhmut e Avdiivka prima di lei, ora rischia di essere un altro tassello della ritirata nel Donbass, a testimonianza della fase molto delicata che sta vivendo l'Ucraina, al netto dell'operazione-immagine del Kursk.
Rutte è subentrato a Stoltenberg
Intanto, a Bruxelles, Jens Stoltenberg ha ceduto il testimone a Mark Rutte - consegnandogli il martelletto del segretario generale, nella fattispecie un pezzo da collezione degli anni '60 usato solo per le grandi occasioni - completando così il lungo processo di successione. L'ex premier olandese ha confermato che l'Ucraina sarà una delle sue "tre priorità" (le altre due sono la deterrenza e la difesa, ovvero il core business della Nato, e le partnership globali, in primis con l'Unione Europea). Il prossimo passo, in questo senso, sarà il vertice in Germania del formato di Ramstein, questa volta a livello di leader. Lo ha voluto Joe Biden per fare il punto sugli aiuti militari nonché sull'uso che Kiev può farne, compresi gli agognati missili a lungo raggio. "Chi fa pressione sui nostri partner affinché non ci consegnino armi a lungo raggio capaci di colpire sul territorio russo ci sta legando le mani, cosi non possiamo proteggere non solo la nostra nazione ma anche l'Europa, compreso il popolo italiano", ha ribadito all'ANSA l'ex presidente ucraino Petro Poroshenko durante la sua visita all'Eurocamera a Bruxelles.
La situazione al fronte
Rutte, incalzato sul punto, si è limitato a dire che "sono i singoli alleati a dover decidere" ma ha detto pure di "comprendere" le richieste di Kiev, peraltro in linea con il diritto internazionale. "Quest'anno - ha notato - abbiamo visto le forze russe compiere alcuni limitati guadagni sul campo di battaglia benché questi progressi, non dimentichiamolo, sono stati costosi". Si parla di "1.000 morti o feriti" al giorno tra i russi. Numeri esorbitanti. Ma evidentemente non sufficienti per fermare il Cremlino. Allora serve un serio check-up, dentro e fuori l'Alleanza. In pubblico e in privato ormai si discute apertamente dell'esigenza di una nuova strategia, anche da parte di Volodymyr Zelensky, che non può continuare a promettere una vittoria totale sempre più irrealistica.
Kiev e la Nato
Secondo fonti ben piazzate del Financial Times, Biden potrebbe essersi deciso a far "avanzare" il dossier dell'ingresso dell'Ucraina nella Nato sulla falsariga del modello della Germania Ovest, ammessa nell'Alleanza quando era ancora divisa e occupata dai sovietici. Se ne parla da mesi e potrebbe rientrare in uno scenario più ampio, che comprende il negoziato con Mosca, per arrivare perlomeno ad una tregua nel 2025. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, guarda caso, starebbe pianificando una telefonata con Vladimir Putin (stando ai media tedeschi). Se confermato, sarebbe degno di nota. L'ultimo contatto fra i due risale al dicembre 2022 ed è risaputo il ruolo di pontiere della Germania con la Russia - persino fin troppo, se si presta orecchio alle capitali del fianco est della Nato. Insomma, le notizie che vengono dal fronte vanno ricomposte in un mosaico articolato. Il Cremlino lo sa e sta spingendo sull'acceleratore. Nel mirino ora c'è lo snodo strategico di Pokrovsk: la sua conquista sarebbe d'importanza ben più che simbolica.
Kiev ha espresso il proprio disappunto per il sostegno svizzero a un piano di pace presentato da Cina e Brasile per porre fine alla guerra russo-ucraina. Queste "iniziative di pace" servono solo a creare un'illusione di dialogo. "Tutte le iniziative che non contengono un chiaro riferimento alla Carta delle Nazioni Unite e non garantiscono il pieno ripristino dell'integrità territoriale dell'Ucraina sono inaccettabili", ha indicato il Ministero degli esteri di Kiev in un commento. Kiev si è anche irritata per il fatto che si discuta dell'Ucraina in sua assenza. La Svizzera sostiene l'iniziativa di Cina e Brasile perché chiede un cessate il fuoco e una soluzione politica al conflitto, ha dichiarato recentemente Nicolas Bideau, portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), a Keystone-ATS. L'iniziativa è importante perché offre un'alternativa ai discorsi bellicosi che sono stati pronunciati all'Onu sia da parte ucraina che da parte russa, ha dichiarato Bideau. Nel pubblicare l'iniziativa, la Svizzera aveva sottolineato l'importanza di un riferimento alla Carta delle Nazioni Unite, che mancava. Secondo Bideau, la rilevanza della Carta nel contesto dell'iniziativa è stata ricordata questa settimana dal ministro degli esteri cinese al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Per il DFAE, l'iniziativa rientra nel quadro della Carta delle Nazioni Unite.
La conferenza del Bürgenstock
In giugno la Svizzera ha organizzato una prima conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina sul Bürgenstock (NW) senza rappresentanti di Mosca. Oggetto delle discussioni era stato il piano di pace presentato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell'autunno del 2022, che si basa sul ritiro completo delle truppe russe dal territorio ucraino.
Joint Standoff Weapon. È questo il nome del lascito del presidente americano Joe Biden al suo omologo ucraino Volodomyr Zelensky nella sua probabilmente ultima grande manovra a favore di Kiev da commander-in-chief. Sono bombe a lungo raggio che, per la prima volta dall'inizio del conflitto oltre due anni fa, gli Stati Uniti hanno deciso di inviare a Kiev pur non sbloccando, per il momento, il divieto all'uso di armi americane in profondità sul territorio russo. Un via libera che probabilmente non arriverà a breve dopo la mossa aggressiva del Cremlino, che ha deciso di aggiornare la sua dottrina nucleare per "inviare un messaggio ai paesi ostili", America in primis.
Per l'Ucraina anche le JOSOW, bombe guidate plananti
"Aiutare l'Ucraina è stata una nostra priorità, per questo oggi aumentiamo l'assistenza, per aiutare Kiev a vincere questa guerra", ha dichiarato Biden annunciando il nuovo maxi-pacchetto da 8 miliardi che, tra gli altri equipaggiamenti, comprende un'altra batteria di difesa aerea e nuovi missili Patriot; munizioni e supporto per gli Himars, veicoli blindati, mine anti-imboscata (MRAP), missili Javelin, missili Tow e razzi AT-4 (anti-tank). Ma la vera chicca per le forze di Zelensky sono indubbiamente le JSOW, le bombe guidate plananti con una gittata di 110 chilometri che possono essere lanciate dai caccia ad una distanza di sicurezza dalle linee nemiche e compatibili con diversi jet, tra cui gli F-16, di cui gli Stati Uniti e gli alleati stanno trasferendo alla Ucraina circa un centinaio di esemplari.
Messe in campo misure a favore di un sostegno a Kiev anche in caso di vittoria di Trump
Biden ha inoltre dato mandato al Pentagono di ampliare il programma di training per i piloti ucraini proprio sul quel tipo di caccia in modo da addestrarne altri 18 il prossimo anno. Il commander-in-chief ha anche convocato una riunione a livello di leader in Germania ad ottobre del Gruppo di contatto per coordinare gli sforzi degli oltre 50 paesi che sostengono l'Ucraina ed assicurarsi che se dopo il voto di novembre la linea americana verso Kiev dovesse cambiare, Zelensky possa continuare a godere di un ampio e solido sostegno internazionale.
Il piano per la vittoria una nuova richiesta di armi?
Il leader ucraino ha ringraziato il presidente e il Congresso per l'ennesimo consistente aiuto assicurando che le sue forze lo utilizzeranno "nel modo più efficiente e trasparente possibile per raggiungere il nostro obiettivo comune: la vittoria dell'Ucraina, una pace giusta e duratura e la sicurezza transatlantica". Zelensky a Washington ha presentato a Biden e alla sua vice nonché candidata alla sua successione Kamala Harris, in due incontri separati, il suo piano per la vittoria. Secondo alti funzionari americani, però, la Casa Bianca non ne è rimasta particolarmente colpita, giudicando la strategia priva di una visione globale. "Viene vista, in sostanza, come la richiesta di nuove armi e di eliminare le restrizioni sui missili a lungo raggio impacchettata in modo diverso", ha riferito una fonte dell'amministrazione al "Wall Street Journal".
Trump: "È il più grande venditore al mondo"
Zelensky ha avuto anche incontri con un gruppo bipartisan di senatori ma, rispetto alle visite precedenti, la tappa a Capitol Hill è stata molto sottotono e turbata da una serie di attacchi all'Ucraina da parte di figure di primo piano dei repubblicani, tra cui Donald Trump. Il tycoon, che il presidente ucraino sperava di incontrare in questi giorni in vista di un possibile cambio della guardia alla Casa Bianca, lo ha accusato di essere il "il più grande venditore al mondo", praticamente un piazzista, e di "aver rifiutato un accordo" per mettere fine alla guerra. Mentre lo speaker della Camera Mike Johnson gli ha chiesto di cacciare l'ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti Oksana Markarova per aver organizzato la sua visita ad una fabbrica di munizioni a Scranton, la città di Biden in Pennsylvania, accompagnato da un gruppo di democratici. Una mossa che da alcuni repubblicani è stata bollata come "interferenza elettorale" e sulla quale il comitato di sorveglianza della Camera, guidato dal Grand Old Party, ha aperto un'indagine.
Oltre 30 Paesi e la Ue hanno aderito alla "storica" dichiarazione congiunta di sostegno alla ripresa e alla ricostruzione dell'Ucraina lanciata dal presidente Usa Joe Biden in un evento a margine dell'assemblea generale dell'Onu.
Lo rende noto la Casa Bianca. Il documento è aperto all'adesione di altri Paesi.