Estero
Vaccino, Draghi: “Basta saltare file”
Redazione
3 anni fa
Secondo il premier italiano ad aprile si potranno vaccinare tutti gli ultraottantenni e gran parte dei settantenni

“Con che coscienza la gente salta la fila?”. La mette giù dura il premier italiano Mario Draghi. Perché, si stupisce, un 35enne non può pensare di rubare la dose di vaccino a chi dal Covid rischia di essere ucciso, le persone fragili o over 75. Ad aprile, assicura, si potranno vaccinare tutti gli ultraottantenni e gran parte dei settantenni: l’obiettivo di 500mila dosi al giorno è ancora alla portata. Le Regioni virtuose, quelle che non permetteranno più di saltare la fila e metteranno al riparo i fragili, potranno aprire prima. C’è la volontà, assicura il presidente del Consiglio, “mia e del governo” di far sì che “le prossime settimane siano di aperture e non di chiusure”.

Una data precisa ancora manca, difficile dire se si inizierà ad allentare la morsa da semi-lockdown a fine aprile o dopo il 2 giugno, ma l’obiettivo è quello: dal turismo, alle fiere, bisogna iniziare a programmare. Nel frattempo, annuncia il premier italiano, arriverà una nuova iniezione di aiuti all’economia, con uno scostamento di bilancio e un nuovo decreto Sostegni che varrà più del precedente: oltre 32 miliardi di euro.

“Riaprire in sicurezza”, questa la linea di Draghi, che annuncia una direttiva del generale Figliuolo per uniformare in tutto il Paese i criteri di vaccinazione dei più anziani e più fragili. Con al fianco il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) Franco Locatelli, il premier rassicura su AstraZeneca: “Sono straordinariamente rare” le trombosi e chi vuole, anche sotto i 60 anni, può fare quel vaccino. Il crollo di fiducia tra i cittadini, osserva il premier, è minore di quanto ci si potesse aspettare.

Fuori però c’è un Paese depresso e impaziente di ripartire. Non ignora, il presidente del Consiglio, che negli ultimi giorni sono sfociate in violenza le proteste di chi chiedeva di rialzare le saracinesche. “Naturalmente condanno la violenza”, premette. Ma aggiunge che è “normale” chiedere di riaprire: “È la migliore forma di sostegno all’economia, ne sono consapevole e capisco la disperazione e l’alienazione di chi protesta”.

Quale l’orizzonte? Almeno “un mese di presenza” in classe prima della fine dell’anno. La programmazione di fiere ed eventi da maggio all’autunno. E il turismo, con l’obiettivo di portare in Italia i turisti americani ed europei che abbiano il passaporto vaccinale: bisogna farlo, spiega, imparando dall’esperienza delle isole greche o della Spagna, senza farsi bloccare da dubbi legittimi come quelli di discriminazione verso i cittadini non vaccinati.

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