Stanchi, impauriti e spaesati: sono atterrati così ieri a Lugano-Agno la ragazza di 15 anni proveniente da Gaza, subito ricoverata al San Giovanni, insieme alla mamma e i suoi cinque accolti in una struttura della Croce Rossa. Un’azione umanitaria coordinata dalla Confederazione e dal Cantone Ticino, che garantisce accoglienza e protezione con una procedura ordinaria di asilo.
Partiti dalla Giordania, dopo una fuga da Gaza, sono
atterrati ieri all’aeroporto di Lugano-Agno, dopo un viaggio lungo e complesso.
A toccare terra ticinese sono stati una ragazza di 15 anni, subito ricoverata
all’Istituto pediatrico della Svizzera italiana, la sua mamma e cinque
fratellini. Ad accoglierli, la SEM, i rappresentati del cantone e la Croce
Rossa. “Sono arrivati stanchi e molto spaventati. Abbiamo cercato di accoglierli
a braccia aperte, per esempio con dei peluche da regalare loro”, ci ha detto la
direttrice e capo Area Migrazione della CRSS Debora Banchini-Fersini. “È stato
un momento molto emozionante”, ci dice dal canto suo il capo dell’Ufficio
richiedenti l’asilo e dei rifugiati Renzo Zanini. “Si vedeva chiaramente che sono
delle persone che arrivano da un mondo completamente diverso”.
“La famiglia ha depositato una domanda d'asilo già sull'aereo della Rega,
arrivando in Svizzera”, ci spiega Zanini. “La SEM ha infatti predisposto una
procedura semplificata”. Le persone sono ora attribuite al Canton Ticino,
quindi la fase di evacuazione è terminata. “Potrà quindi beneficiare della
presa a carico ordinaria come tutti i richiedenti l'asilo attribuiti al Cantone”.
Un arrivo che è una questione anche di umanità. “Abbiamo dato un primo momento
per conoscerci e per fargli anche acquisire un minimo di fiducia”. Ma come comunicare
con loro? “C’è un interprete di Medici Senza Frontiere che ha viaggiato con
loro, ma ci sono momenti in cui dobbiamo arrangiarci. Loro, infatti, parlano
quasi principalmente arabo, ma l’umanità non ha una lingua. Ci siamo capiti
bene. L'obiettivo era di farli sentire al sicuro”. Per aiutarli a tornare al più
presto alla normalità, i cinque fratellini verranno introdotti a scuola nei
prossimi giorni, per poi passare a una frequenza regolare. “Questo per dar loro
una routine che gli permetta di farsi nuovi amici e apprendere la nostra lingua.
Ma soprattutto, sentirsi in una nuova casa”. Al momento non è ancora noto se in
Ticino arriveranno altri piccoli pazienti palestinesi dei 13 previsti.