
Dopo mesi di indagini che hanno suscitato polemiche per la lentezza dell'inchiesta, un ex poliziotto della Louisiana è a un passo dal venir incriminato per omicidio per la morte di un ragazzo di colore, colpito con nove scariche di pistola elettrica taser. La morte risale allo scorso gennaio, ma soltanto adesso, conclusa la fase delle perizie medico-legali, le autorità della Louisiana si apprestano a formalizzare l'accusa di omicidio contro l'ex agente Scott Nugent, ora licenziato. Secondo il medico legale che ha eseguito l'autopsia, Baron Pikes, un afroamericano ventunenne di Winnfield (Louisiana), sarebbe stato arrestato dall'agente per traffico di cocaina e in un secondo momento, con le manette già ai polsi, sarebbe stato sottoposto alle ripetute scariche elettriche. L'ex poliziotto si è difeso spiegando di essere stato costretto ad usare l'arma più volte per necessità: il giovane pesava quasi 50 chili più di lui e, secondo Nugent, stava facendo resistenza. Ma gli avvocati della vittima hanno replicato che al momento delle scariche il giovane era già disteso sul pavimento, aveva le braccia immobilizzate dalle manette ai polsi e non ci sarebbe stata dunque alcuna necessità di usare l'arma. Il poliziotto è bianco, il ragazzo morto era di colore: alcune dozzine di abitanti di Winnfield, città popolata per metà da afro-americani, hanno manifestato per protesta, dicendosi convinti che l'accanimento del poliziotto sia stato frutto di una discriminazione razziale. Anche la lentezza delle indagini è stata motivo di polemica in Louisiana. I casi di utilizzo da parte delle forze dell'ordine del taser sfociati in decessi sono stati decine negli ultimi anni negli Usa e in Canada, provocando sempre più interrogativi sull'arma a scariche elettriche. ATS
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