
Sono mosse che sanno sempre più di guerra quelle decise da Vladimir Putin che ieri sera, immediatamente dopo l’annuncio del riconoscimento dell’indipendenza delle repubbliche separatiste ucraine e filorusse di Donetsk e Lugansk (con la clausola di reciproca assistenza, compresa militare), ha inviato nei due territori truppe dell’esercito russo.
Un testimone dell’agenzia Reuters riferisce di avere visto almeno sette carri armati e altri mezzi pesanti entrare a Donetsk, sebbene insegne di uno Stato chiaramente riconoscibili non fossero visibili. Immagini provenienti dalla città filorussa mostrano festeggiamenti e lanci pirotecnici mentre Putin pronunciava il suo discorso.
L’Occidente risponde con sanzioni economiche
Il riconoscimento unilaterale dell’indipendenza dei due territori ha fatto scattare l’imposizione del primo pacchetto di sanzioni economiche statunitensi, ripetutamente minacciate in caso di repentino aggravamento dell’instabilità. Subito dopo il discorso televisivo di Putin, Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo che impedisce il business di aziende Usa nella zona e l’importazione di beni da queste due regioni. La portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha tuttavia precisato che queste prime misure economiche sono separate da quelle già preparate da Washington e alleati e che saranno applicate in caso di invasione su vasta scala dell’Ucraina. Ulteriori sanzioni sono attese in giornata da parte statunitense, ma anche da Regno Unito, Francia e Germania.
Condanna svizzera
Una risposta ferma è giunta anche dalla neutrale Svizzera. Il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) ha dichiarato: “Il riconoscimento delle regioni ucraine di Lugansk e Donetsk come Stati indipendenti da parte della Russia è una violazione flagrante della legge internazionale, dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina, così come degli Accordi di Minsk. La Svizzera chiede alla Russia di rispettare i suoi obblighi internazionali e di annullare queste azioni”. L’Ambasciata svizzera a Kiev ha rincarato, aggiungendo che il riconoscimento delle due repubbliche è anche “una seria minaccia alla pace”.
Riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza Onu
Nella notte (le 21 di New York) è stato pure convocato d’urgenza il Consiglio di sicurezza dell’Onu, presieduto questo mese proprio dalla Russia. L’ambasciatore russo all’Onu ha invitato l’Occidente a “riflettere con calma” e a evitare di peggiorare la situazione. “Non risponderò alle accuse” formulate durante la riunione, ha detto, affermando di preferire concentrare i suoi sforzi su “come evitare una guerra”. L’ambasciatrice americana ha invece sostenuto che il riconoscimento dell’indipendenza delle due repubbliche sarebbe solo parte di un tentativo di creazione di un pretesto per invadere su vasta scala l’Ucraina.
Il “virus del Cremlino”
Durante la riunione, la Sottosegretaria generale delle Nazioni Unite Rosemary A. DiCarlo ha condannato le azioni russe, invitando però al “dialogo” e alla “negoziazione, l’unico modo” per appianare le divergenze, garantendo la protezione dei civili e delle infrastrutture civili. L’ambasciatore ucraino si è scagliato direttamente contro Mosca: “Le Nazioni Unite sono malate. È la verità. E lo sono perché sono state contagiate dal virus diffuso dal Cremlino” e fatto di “guerra” e “caos”. Una violazione dell’integrità dell’Ucraina e dei principi della Carta dell’Onu sono state denunciate anche dal Segretario generale dell’Onu Guterres, che ha invitato al rispetto degli Accordi di Minsk del 2015, i quali avrebbero dovuto porre fine alle ostilità nel Donbass, mai veramente cessate.
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