
Circa un quinto delle famiglie in Afghanistan è stato costretto a mandare i propri figli a lavorare, a causa del crollo dei redditi negli ultimi sei mesi, e sono circa un milione i bambini ora coinvolti nel lavoro minorile. Lo rivela una ricerca di Save the Children, l’organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
Minori costretti a lavorare
Dopo anni di guerra, paura e sofferenza, dallo scorso agosto le condizioni dei bambini in Afghanistan sono ulteriormente peggiorate, rileva Save the Children. Due milioni di minori già soffrivano di malnutrizione e nel giro di poche settimane centinaia di migliaia di loro sono stati costretti anche a fuggire dalle loro case. Tantissimi si sono ritrovati a vivere per le strade, senza cibo, protezione e in condizioni igienico-sanitarie terribili, mentre sempre più famiglie sono costrette a gesti estremi pur di sfamare i propri figli. Anche a cederli per fame. Oggi la situazione è gravissima. 5 milioni di bambini sono sull’orlo della carestia e la grave crisi economica minaccia di lasciare più del 95% della popolazione in condizioni di povertà e con un sistema sanitario al collasso.
Un terzo delle famiglie ha perso l’intero reddito
Dal crollo dell’ex governo e dalla transizione del potere ai talebani lo scorso agosto, un terzo delle famiglie ha perso l’intero reddito familiare, circa il 36% sta acquistando cibo a credito, mentre il 24% ha detto di averlo fatto in precedenza. Quasi 4 famiglie su 10 prendono cibo in prestito da quelle più agiate. Per far fronte a questa drammatica situazione, Save the Children lancia una petizione per chiedere al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale di sbloccare i finanziamenti vitali per il Paese.
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