
Periferia nord di Kiev. Sono le 22, 46 minuti 26 secondi, ore locali. Un flash bianco anticipa la palla di fuoco creata da un’esplosione nel centro commerciale Retroville. La webcam che immortala la scena da diverse decine di metri di distanza viene raggiunta dai frammenti di vetro e metallo. Ed ecco cosa resta dello shopping center: un telaio di putrelle in ferro e colonne in cemento, tutt’attorno le macerie. Nel corso della nottata i vigili del fuoco di Kiev hanno recuperato il corpo senza vita di 8 persone, rimaste uccise da questo nuovo bombardamento russo sulla capitale Ucraina. Da questa sera scatterà un nuovo coprifuoco di 35 ore. Lo ha annunciato il sindaco Vitaliy Klitschko.
La situazione nelle altre città ucraine
Sempre la scorsa notte, un’industria chimica a Sumy, città dell’Ucraina nord-orientale, è stata colpita dal fuoco russo, provocando la fuoriuscita di ammoniaca. L’impianto è poi stato messo in sicurezza dai pompieri. Nel sud, ad Odessa, le cannoniere russe hanno iniziato a bombardare la città, che da giorni si prepara all’assalto dal mare. La città di Mariupol, teatro degli scontri più feroci, si è svegliata in una nuvola di fumo, mentre a Kherson, centro occupato, i militari russi hanno represso con i lacrimogeni e con le pallottole una nuova manifestazione di protesta degli abitanti.
Trattative ancora ferme
Per far capire cos’è diventata la vita dell’Ucraina negli ultimi 26 giorni, il presidente Zelensky in una nuova comunicazione online ha fatto ascoltare per 20 secondi il suono delle sirene, la lugubre colonna sonora che accompagna le notti dell’interno paese. Un suono che è il lamento di una nazione sfibrata da una guerra di cui per ora non si vede una fine. Sebbene i colloqui fra le parti continuino – o almeno questo è quanto comunicano le parti – non si ha idea del punto a cui siano giunte le trattative.
Svizzera pronta a fare da mediatrice
La Svizzera per bocca del presidente della Confederazione, Ignazio Cassis si è detta pronta a fungere da mediatrice fra le parti. E proprio il consigliere federale e direttore del DFAE nella giornata di oggi ha fatto visita alla Polonia. Al termine di un incontro con il primo ministro Mateusz Morawiecki, Cassis ha spiegato che la Svizzera ha adottato le sanzioni dell’UE contro la Russia in risposta ad una chiara violazione del diritto internazionale da parte della Federazione Russa. È stato invece escluso categoricamente l’invio di armi o qualsiasi tipo di aiuto militare indiretto all’Ucraina, che andrebbe contro la neutralità svizzera. Il viaggio del ticinese è proseguito al centro logistico di Lubino, non lontano dal confine bielorusso e ucraino, dove sono stoccate 500 tonnellate di aiuti giunti dalla Svizzera, per terminare alla frontiera fra Polonia e Ucraina.
Accolti finora oltre 11mila rifugiati in Svizzera
La Svizzera ha finora accolta 11’021 rifugiati, l’80% di essi sono donne, il 40% minorenni. 4106 hanno già trovato un alloggio da privati. Domani il presidente della Confederazione proseguirà il suo viaggio ad est verso la Moldavia, un altro paese confrontato con la gestione dei profughi ucraini.
Leader dell’Occidente a colloquio
Intanto alle 16:00, ora europea, è iniziato il summit telefonico fra diversi leader del blocco occidentale: Joe Biden, Boris Johnson, Olaf Scholz, Emmanuel Macron e Mario Draghi.
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