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Trump lascia il G7 in anticipo per la crisi in Medio Oriente
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I leader del G7, riuniti a Kananaskis in Canada, hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui hanno ribadito il loro impegno per la pace e la stabilità in Medio Oriente.

Lunedì 16 giugno, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lasciato con un giorno di anticipo il vertice del G7 in corso a Kananaskis, in Canada, per rientrare a Washington a causa della crescente tensione in Medio Oriente, dove da cinque giorni si susseguono bombardamenti reciproci tra Israele e Iran. Ha tuttavia negato di lavorare a un cessate il fuoco tra Israele e Iran, come invece suggerito dal presidente francese Emmanuel Macron. Lo ha precisato in un post sui social. "Il presidente Emmanuel Macron, in cerca di pubblicità, ha detto erroneamente che ho lasciato il vertice del G7 in Canada, per tornare a Washington a lavorare su un cessate il fuoco tra Israele e Iran. Sbagliato!", ribadisce Trump. "Non ha idea del vero motivo per cui sto tornando a Washington, ma certamente non ha nulla a che fare con un cessate il fuoco. È qualcosa di molto più grande. Che sia voluto o meno, Emmanuel sbaglia sempre. A seguire!". Con la partenza anticipata di Trump è saltato l'incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky previsto nel secondo giorno del vertice. Annullato anche il primo incontro tra Trump e il nuovo presidente sudcoreano Lee Jae-myung.

La pressione sull'Iran per un accordo sul nucleare

Durante la giornata di lavori, dedicata a commercio e dazi — con in agenda un possibile accordo con gli Stati Uniti prima dell’entrata in vigore dei nuovi aumenti tariffari sull’UE previsti per il 9 luglio — Trump ha avuto anche alcuni colloqui bilaterali. Ma al momento della foto di gruppo con gli altri leader ha annunciato che se ne sarebbe andato. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha spiegato che il presidente doveva "occuparsi di molte questioni importanti" legate alla situazione in Medio Oriente. In conferenza stampa, Trump ha rilanciato le pressioni sull’Iran perché limiti il proprio programma nucleare, dichiarandosi fiducioso su un futuro accordo. Ha inoltre definito un errore l’espulsione della Russia dal G8 nel 2014 — avvenuta dopo l’annessione della Crimea — accusando l’ex presidente Barack Obama e l’ex primo ministro canadese Justin Trudeau: «Non credo che in questo momento ci sarebbe una guerra se la Russia fosse stata dentro.

La dichiarazione d'intenti

In serata, i leader del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Regno Unito), compreso Donald Trump, hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui hanno ribadito il loro "impegno per la pace e la stabilità in Medio Oriente". In questo contesto affermano che "Israele ha il diritto di difendersi". "Ribadiamo il nostro sostegno alla sicurezza di Israele. Affermiamo anche l'importanza della protezione dei civili. L'Iran è la principale fonte di instabilità e terrore nella regione. Abbiamo sempre affermato con chiarezza che l'Iran non deve mai ottenere un'arma nucleare. Esortiamo affinché la risoluzione della crisi iraniana porti a una più ampia de-escalation delle ostilità in Medio Oriente, compreso un cessate il fuoco a Gaza. Resteremo vigili rispetto alle implicazioni per i mercati energetici internazionali e pronti a coordinarci, anche con partner che condividono i nostri stessi valori, per tutelare la stabilità del mercato".