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Trump attacca Pence "Codardo e robot"
Immagine Shutterstock
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Keystone-ats
3 anni fa
L’ex presidente USA attacca il suo ex vice durante l’udienza riguardante l’assalto al Capitol

"Un codardo" che ha seguito il protocollo elettorale come un "robot": Donald Trump attacca e deride pubblicamente Mike Pence all’indomani della terza udienza pubblica della commissione parlamentare d’inchiesta sull’assalto al Capitol che ha rivelato le indebite pressioni dell’allora presidente sul suo vice per ribaltare a suo favore l’esito del voto.

E per farlo ha scelto un forum religioso evangelico a Nashville, Tennessee, davanti a un pubblico che rappresenta la base politica di Pence, nel tentativo di minare le sue chance nella corsa alla Casa Bianca in quello che potrebbe essere un inedito duello tra ex esponenti dello stesso ticket. "Mike Pence aveva un’occasione per essere grande. Aveva una possibilità di fare la storia ma non ha avuto il coraggio di agire", ha tuonato alla ‘Faith & Freedom Coalition’, considerato il primo importante appuntamento per i potenziali candidati alle presidenziali del 2024.

"Mike aveva paura, di qualunque cosa avesse paura", ha proseguito. Il tycoon ha definito il suo ex numero due come un "nastro trasportatore umano" per il suo ruolo nel far avanzare la certificazione elettorale e ha rivelato che aveva considerato di chiamarlo "robot". Nel suo intervento di 90 minuti Trump ha attaccato di persona per la prima volta anche le udienze della commissione sul 6 gennaio, definendole una "caccia alle streghe a senso unico". La folla lo ha applaudito per entrambe le bordate.

Ma Trump ha continuato a sparare a 360 gradi, con il suo solito stile incendiario: nel mirino Joe Biden e i dem, messi sotto accusa per l’inflazione, il caro benzina e il caotico ritiro dall’Afghanistan, ma anche Big Tech e i leader delle grandi aziende. Senza dimenticare il suo ex ministro della giustizia William Barr, che nelle audizioni sul 6 gennaio ha liquidato le accuse di brogli come una "cazzata". Quindi ha alluso ancora alla sua ricandidatura nel 2024, incassando applausi e standing ovation.

Pence era stato invitato all’evento, come altri potenziali candidati repubblicani per le presidenziali, ma non ha partecipato. L’ex vicepresidente evita lo scontro diretto con Trump anche per non inimicarsi la sua base. Preferisce lasciar parlare i testimoni dell’indagine sull’assalto al Capitol, secondo i quali l’allora presidente, nonostante i consigli di molti collaboratori, preferì forzare la mano e spingere sulla tesi che Pence poteva annullare i voti ‘truccati’ o rimandarli a singoli Stati. Che questa tesi fosse infondata lo sapeva anche il suo artefice, l’avvocato John Eastman, che infatti chiese (vanamente) la grazia preventiva a Trump contro reati di cui ora potrebbe essere accusato (insieme allo stesso ex presidente).

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