
Il Tribunale dell'Unione europea ha respinto il ricorso presentato dall'oligarca russo Roman Abramovich, già patron della società calcistica inglese Chelsea, contro le sanzioni dell'UE seguite all'invasione russa dell'Ucraina.
Sanzioni chiare e proporzionate
Secondo i giudici, il criterio seguito dal Consiglio dell'Unione europea per le sanzioni è chiaro, proporzionato e collegato agli obiettivi europei di aumentare la pressione sul governo di Mosca. Abramovich aveva denunciato una violazione dei suoi diritti di difesa e l'uso di prove troppo generiche, come articoli di stampa. Ma il Tribunale ha ritenuto sufficiente il livello di motivazione e ha giudicato che le informazioni fornite dal Consiglio gli permettessero di conoscere le ragioni del suo inserimento nella lista degli individui sanzionati. Nessuno dei sei motivi sollevati dall'oligarca è stato accolto dai giudici a Lussemburgo. Il Tribunale ha ricordato l'ampia discrezionalità del Consiglio in materia di politica estera e di sicurezza comune. Restano quindi in vigore il congelamento dei beni e le restrizioni di viaggio nei confronti di Abramovich.
Bocciati anche ricorsi di Yanukovych
Il Tribunale ha anche respinto due ricorsi presentati da membri della famiglia Yanukovych - l'ex presidente ucraino Viktor Yanukovych e suo figlio Oleksandr -, entrambi oggi in Russia, per l'annullamento delle misure restrittive decise dal Consiglio dell'Unione europea con il congelamento di fondi e il divieto di ingresso nell'UE. Nel caso di Viktor Yanukovych, i giudici hanno riconosciuto come il Consiglio ha dato indizi concreti, precisi e concordanti sulla sua iscrizione tra le persone sottoposte a sanzioni. Simili motivazioni per Oleksandr Yanukovych, con l'osservazione che il potere discrezionale del Consiglio è stato esercitato lealmente, e la base probatoria è stata ritenuta sufficientemente solida. Anche in questi due casi, il Tribunale ha confermato che nel contesto di strumenti di politica estera e sicurezza comune, il Consiglio gode di ampia discrezionalità, purché vi sia una motivazione adeguata e una base d'indizio credibile.