
Il decreto sicurezza del ministro dell’interno Matteo Salvini non preoccupa solo i frontalieri che lavorano in Ticino, ma concerne da vicino anche il Principato di Monaco e la Repubblica di San Marino.
Il decreto (DI 113/2018), ricordiamo, ha modificato l’articolo 93 del Codice della strada e sancisce il divieto per i residenti in Italia da più di 60 giorni di guidare veicoli con targa estera, pena sanzioni pesantissime con multe da 712 a 2'848 euro, il fermo del mezzo e l’obbligo di reimmatricolarlo con targa italiana.
Benché l’obiettivo sia quello di colpire i ‘furbetti’ residenti in Italia che immatricolano un'auto all’estero per sottrarsi ai costi legati all’assicurazione e alla tassa di circolazione italiana, il principio penalizza chi vive nelle zone di frontiera.
Come sottolinea Riviera24.it, il provvedimento sta già avendo delle ripercussioni non indifferenti nel Principato di Monaco, dove molte aziende non assumono più dipendenti italiani, in quanto non possono più inviarli a rifornirsi nel Belpaese. La situazione non è molto diversa a San Marino. Infatti, come riporta il Corriere della Sera, se il decreto non venisse modificato diverse attività economiche della piccola repubblica rischerebbero di avere delle conseguenze gravi.
Ccome ha spiegato al Corriere della Sera il Segretario di Stato per la cultura e lo sport di San Marino Marco Podeschi, sarebbe addirittura a rischio il MotoGP di Misano. “Mi pare senza senso che un furgone con targa San Marino condotto da un italiano non possa fare consegne a Misano, magari in occasione di un evento sportivo come il MotoGP” ha sottolineato Podeschi.
Per cercare di risolvere questa problematica, è stato proposto un emendamento che mira a risolvere quei casi di uso del mezzo in zone di frontiera. Ma per sapere come andrà a finire, bisognerà attendere i tempi dell’iter parlamentare.
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