
“Le esercitazioni su vasta scala intorno a Taiwan annunciate da Pechino come ritorsione per la visita a Taipei di Nancy Pelosi, speaker della Camera statunitense, violano le regole Onu e non rispettano i confini delle acque territoriali”. È questa la denuncia del ministero della Difesa di Taiwan in merito alle manovre militari che la Cina sta compiendo per “assediare l’Isola ribelle”.
“È una mossa irrazionale”
“Alcune delle aree tracciate dalle manovre finiscono nelle acque territoriali di Taiwan”, ha osservato il portavoce del ministero Sun Li-fang in una conferenza stampa, osservando che “questa è una mossa irrazionale per sfidare l’ordine internazionale”. Le forze armate taiwanesi “difenderanno la sicurezza nazionale”, ha aggiunto Sun.
La minaccia cinese
Il nutrito e senza precedenti pacchetto di esercitazioni militari e di tiro dal vivo, tra artiglieria e missili, è finito nel mirino di Taipei anche perchè ritenute una grave minaccia ai porti chiave dell’isola e alle aree urbane. In alcuni punti, la zona delle operazioni cinesi, strutturate su sei grandi aree, arriverà nei 20 chilometri (12,4 miglia) dalla costa di Taiwan, secondo le coordinate condivise dall’Esercito popolare di liberazione.
Le accuse di Taiwan
Per questo, Taipei ha accusato Pechino anche di voler creare un blocco di fatto marittimo e aereo. La Cina ha intensificato la pressione su Taiwan, considerata una provincia ribelle da riunificare anche con la forza se necessario, da quando la presidente Tsai Ing-wen è entrata in carica nel 2016, che, al contrario, vede l’isola come una nazione sovrana de facto e non parte della “Unica Cina”.
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