
È cominciata con forte ritardo sull’orario previsto la lettura della sentenza al processo per le stragi jihadiste di Parigi del 13 novembre 2015. Il presidente del tribunale ha finora affermato che 19 su 20 imputati (soltanto 14 presenti fra cui Salah Abdeslam, unico superstite dei commando kamikaze) sono stati riconosciuti colpevoli di omicidi volontari.
La pena più grave
Abdeslam è stato condannato alla pena più grave, all’ergastolo senza possibilità di riduzioni né di sconti di pena. In gergo questa condanna, la più grave in Francia finora riservata soltanto a quattro imputati nella Storia, viene definita “pena di morte sociale”. Il franco-marocchino di 32 anni è stato condannato alla pena massima esattamente come richiesto dall’accusa, la procura nazionale antiterrorismo. Le sue ultime parole in aula, dopo che nei primi mesi aveva avuto un atteggiamento spavaldo e si era proclamato aderente all’Isis, sono state: “ho fatto degli errori ma non sono un assassino”.
148 udienze
Negli attentati allo Stade de France, a Brasseries del centro di Parigi e al Bataclan erano morte 130 persone e altre 350 erano rimaste ferite. Il maxi-processo aveva richiesto 148 udienze.
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