Estero
Strage d’odio in Canada
Keystone-ats
3 anni fa
Un ventenne ha investito una famiglia musulmana con il suo pick-uo: “Atto premeditato, intenzionale, motivato dall’odio”

Il Canada tollerante, accogliente e multietnico di Justin Trudeau torna a fare i conti con l’odio razziale. L’ultimo bersaglio è una famiglia musulmana che stava passeggiando domenica sera a London, città nella zona meridionale nella provincia dell’Ontario.

Improvvisamente è sbucato un pick-up che ha puntato dritto contro i pedoni, falciando l’intera famigliola: hanno perso la vita tre adulti e un teenager, mentre un bambino di nove anni è rimasto seriamente ferito ed ora è ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Il sospetto autore dell’attacco è stato arrestato in un centro commerciale a meno di dieci chilometri di distanza. È stato identificato come Nathaniel Veltman, un ventenne residente a London.

Gli investigatori però hanno una convinzione. “Ci sono prove che si tratta di un atto premeditato, intenzionale, motivato dall’odio. Crediamo che le vittime di questo orribile episodio siano state colpite perché erano musulmane”, ha spiegato il sovrintendente di polizia Paul Waight in una conferenza stampa. Il sospetto è stato incriminato con quattro capi di imputazione per omicidio e uno per tentato omicidio. A complicare la sua posizione l’aggravante dell’odio etnico-religioso, mentre gli inquirenti valutano se contestare anche il terrorismo.

L’attentato ha scosso la comunità locale e l’intero Paese. Ma non è che l’ultimo esempio della violenza subita dai musulmani negli ultimi anni in tutto il Paese. Il National Council of Canadian Muslims ha tracciato dal 2015 al 2019 oltre 300 “incidenti”, compresi più di 30 atti di violenza fisica.

L’attacco più noto è quello del 29 gennaio 2017 alla moschea di Quebec City, dove un uomo armato irruppe durante la preghiera serale uccidendo sei fedeli (tutti africani) e ferendone otto, mentre altri 39 riuscirono a mettersi in salvo dai colpi d’arma da fuoco. Autore dell’assalto Alexandre Bissonnette, all’epoca 27enne studente franco-canadese di scienze politiche alla locale università Laval, un “lupo solitario” non radicalizzato ma noto per le sue simpatie verso i movimenti nazionalisti, seguace di Donald Trump e Marine Le Pen. Un “atto terroristico contro i musulmani”, lo definì Trudeau. Un attacco che suscitò un’ondata internazionale di condanne e di solidarietà. Ma che seminò anche paura tra il milione di musulmani che, come molti altri immigrati e rifugiati, avevano scelto l’ospitale Canada pensando di essere al sicuro da xenofobia e razzismo.

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