Live Guerra in Ucraina
"Tentato attacco alla residenza presidenziale russa"
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2 giorni fa
Tutti gli aggiornamenti sul conflitto.
7 minuti fa
"Mosca mira a ostacolare i reali progressi verso la pace dell'Ucraina"
Lo scrive su X l'Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas.

"L'affermazione della Russia secondo cui l'Ucraina avrebbe recentemente preso di mira siti governativi chiave in Russia è una deliberata distrazione. Mosca mira a ostacolare i reali progressi verso la pace dell'Ucraina e dei suoi partner occidentali". Lo scrive su X l'Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas. "Nessuno dovrebbe accettare affermazioni infondate da parte dell'aggressore che ha preso di mira indiscriminatamente le infrastrutture e i civili ucraini dall'inizio della guerra", conclude Kallas.

un'ora fa
Mosca mostra in un video il drone che avrebbe attaccato la residenza di Putin
Il video è stato diffuso su Telegram dal ministero degli Esteri russo.

Il ministero degli Esteri russo sul proprio canale Telegram ha diffuso un video in cui si mostrano i rottami di uno dei droni presumibilmente diretti la notte tra il 28 e il 29 dicembre alla residenza del presidente Vladimir Putin nella regione di Novgorod. Nel video un militare spiega che si tratta di un "drone ucraino Chaklun-V", abbattuto durante "l'attacco terroristico da parte del regime di Kiev". Il militare specifica che "portava 6 chili di esplosivo, con diverse componenti per arrecare danno".

2 ore fa
Lukashenko: "L'attacco alla residenza presidenziale russa è terrorismo"
È quanto si legge sul canale Telegram della presidenza bielorussa.

Il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, ha dichiarato che il presunto attacco delle forze armate ucraine alla residenza del presidente russo Vladimir Putin nella regione di Novgorod "costituisce un atto di terrorismo brutale al più alto livello statale". Le parole del presidente bielorusso sono riportate sul canale Telegram della presidenza, Pul pervogo. "Se questo è vero, come viene presentato ora... Mi chiedo chi ne tragga vantaggio", ha affermato il presidente bielorusso.


5 ore fa
Il Nyt ricostruisce il rapporto Usa-Kiev fra scontri e fazioni
La ricostruzione è avvenuta sulla base di centinaia di interviste.

Più di un anno di tira e molla fatto di battaglie fra fazioni interne, timori di pronunciare la parola "Ucraina" al Pentagono, il segretario di Stato Marco Rubio che ha citato il 'Padrino' incontrando la delegazione russa e il colloquio telefonico fra Volodymyr Zelensky e una ex Miss Ucraina sposata con un amico di Donald Trump. Il New York Times ricostruisce il dietro le quinte dei rapporti e delle trattative fra Washington e Kiev sulla base di 300 interviste, una delle quale riferisce della frase la "Russia è mia" pronunciata dal presidente rivolgendosi al suo inviato per l'Ucraina Keith Kellogg.

Le "contraddizioni" della politica di Trump

La ricostruzione include le 'contraddizioni' della politica di Trump sull'Ucraina, il confronto fra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov con Rubio lo scorso settembre e il ruolo della Cia che in agosto, poco prima del vertice fra Trump e Vladimir Putin, riferì al presidente americano che il Cremlino non era interessato a mettere fine alla guerra. Lavrov disse al segretario di stato di essere convinto che Trump nell'incontro con Putin in Alaska si era impegnato a costringere Zelensky a cedere la parte restante del Donetsk. Lavrov aveva poi incaricato l'ambasciata russa a Washington di inviare una lettera a Rubio chiedendogli di far riconoscere direttamente a Trump tale impegno. La lettera aveva sorpreso l'amministrazione americana, alla quale era stato spiegato successivamente che Putin non l'aveva autorizzata e che, quindi, era un'iniziativa del ministro degli Esteri russo.

Le promesse

Già prima di insediarsi, la squadra di Trump era stata contattata dai russi. Memore del 'Russiagate' dei primi quattro anni, Michael Waltz - l'ambasciatore americano all'Onu ed ex consigliere alla sicurezza nazionale di Trump - aveva scritto una lettera a Joe Biden per chiedergli l'autorizzazione a procedere. L'ex presidente decise di non voler bloccare i tentativi della futura amministrazione con i russi ma non diede una 'benedizione' scritta. Le trattative formali sono partite dopo il giuramento ma i lavori dietro le quinte sono andati avanti perché Trump voleva farsi trovare preparato dopo aver promesso in campagna elettorale di poter risolvere la guerra in un giorno. In vista dell'insediamento scelse Kellogg come suo inviato per l'Ucraina, una nomina che ha spaccato da subito la squadra di Trump con il vicepresidente JD Vance in prima linea fra i critici. Al Pentagono intanto Pete Hegseth era arrivato senza avere un'idea precisa sulla guerra in Ucraina, anche se molti dei suoi consiglieri l'avevano. La sua opinione si è formata sui loro consigli, da loro ha ereditato la voglia di sospendere la consegna di armi, dal quale ne è nato lo scontro con Kellogg che, con le sue posizioni in difesa di Kiev, è apparso subito isolato all'interno dell'amministrazione.


un giorno fa
Il Cremlino respinge le accuse di "fake" sull'attacco alla villa di Putin
Il portavoce presidenziale: "Ci sarà un irrigidimento della posizione negoziale della Russia".

Mosca rifiuta le affermazioni di Kiev e dei media occidentali secondo cui non ci sarebbe stato alcun attacco con droni alla residenza di Putin a Valdai. Lo ha dichiarato nel briefing odierno il portavoce presidenziale russo, Dmitry Peskov. "Zelensky sta cercando di negarlo, e molti media occidentali, al servizio del regime di Kiev, stanno iniziando a far credere che non sia accaduto", ha detto Peskov, ripreso dall'agenzia Tass. "Per quanto riguarda i detriti, non posso dirlo. È più una questione che riguarda i nostri militari", ha sottolineato il portavoce rispondendo a una domanda sulla disponibilità di prove fisiche che indicassero l'avvenuto attacco con droni alla residenza.

Le conseguenze sui negoziati

Peskov ha confermato che "le conseguenze diplomatiche" per l'attacco di ieri alla residenza di Putin "rappresenteranno un irrigidimento della posizione negoziale della Russia". "Per quanto riguarda le conseguenze militari, i nostri militari sanno come, con cosa e quando rispondere", ha aggiunto, citato da Interfax. Nel corso del briefing Peskov ha dichiarato che l'attacco alla residenza di Putin rappresenta "un attacco terroristico, mirato a interrompere il processo negoziale". Mosca non chiarirà pubblicamente il cambiamento nella sua posizione negoziale sull'Ucraina in relazione all'attacco. "Naturalmente, come per la nostra posizione negoziale precedente, non intendiamo farlo pubblicamente", ha affermato. "La Russia non si ritira dal processo negoziale e lo porterà avanti - ha aggiunto Peskov - Prima di tutto, con gli americani".


un giorno fa
"Non mi fido di Putin, non vuole davvero la pace"
Lo ha detto il presidente ucraino.

"Non mi fido di Putin, non credo voglia la pace". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un'intervista a Fox News. "Prima di tutto non parla di pace. Il suo messaggio pubblico non è sulla pace. Questo è il motivo per cui abbiamo bisogno della pressione di Donald Trump: sanzioni e dialogo", ha aggiunto il leader di Kiev. "Non mi fido di Putin e non credo che voglia che l'Ucraina prosperi", ha ribadito Zelensky riferendosi a una frase del presidente americano durante la conferenza stampa di domenica durante la quale Trump ha detto che "Putin vuole aiutare l'Ucraina".

"Non possiamo semplicemente andarcene"

I territori in Ucraina che la Russia vorrebbe annettere "sono il nodo principale" da sciogliere per arrivare alla pace, ha spiegato. "Su questo le nostre opinioni sono diverse da quelle della Russia. Non da quelle degli Stati Uniti: Donald Trump sta cercando di trovare un compromesso", ha detto il presidente ucraino. "Non possiamo semplicemente andarcene. È contro la legge e ci vivono 300.000 persone", ha aggiunto Zelensky.

"L'attacco alla residenza di Putin? Una bugia"

Zelensky ha poi accusato la Russia di voler sabotare i colloqui di pace e di prepararsi a bombardare edifici governativi ucraini, dopo che il Cremlino ha affermato di aver sventato un attacco di droni di Kiev contro la residenza di Vladimir Putin. Sempre nell'intervista rilasciata a Fox News, il presidente ucraino ha bollato le dichiarazioni come "tipiche bugie russe". Mosca "ci prova" e sta usando "dichiarazioni pericolose" per minare gli "sforzi diplomatici" con gli Stati Uniti volti a porre fine al conflitto. "Questa presunta storia dell'attacco alla residenza è una completa invenzione, intesa a giustificare ulteriori attacchi contro l'Ucraina, inclusa Kiev, nonché il rifiuto della Russia di intraprendere i passi necessari per porre fine alla guerra", ha detto Zelensky. Il presidente ucraino ha poi avvertito che è probabile un attacco di Mosca a un importante complesso governativo nella capitale ucraina, simile al bombardamento russo di settembre contro l'edificio del Consiglio dei ministri nel centro di Kiev.

2 giorni fa
"Tentato attacco alla residenza presidenziale russa"
"Tentato un attacco alla residenza presidenziale russa nella regione di Novgorod". Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Sergiei Lavrov.

"Le forze di Kiev hanno tentato un attacco con droni sulla residenza presidenziale russa nella regione di Novgorod". Lo ha annunciato il ministro degli Esteri russo Sergiei Lavrov sottolineando che Mosca ha già stabilito "i tempi e gli obiettivi per la rappresaglia". "Nella notte tra il 28 e il 29 dicembre 2025, il regime di Kiev ha lanciato un attacco terroristico utilizzando 91 droni a lungo raggio contro la residenza presidenziale russa nella regione di Novgorod", ha dichiarato Lavrov, citato da Interfax. Il ministro degli Esteri russo ha aggiunto: "Data la trasformazione definitiva del criminale regime di Kiev, che è passato a una politica di terrorismo di Stato, la posizione negoziale della Russia sarà rivista".

2 giorni fa
Peskov: "I colloqui sono nella fase finale"
Lo ha detto il portavoce del Cremlino.

Il Cremlino ha dichiarato di concordare con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sul fatto che i colloqui per porre fine alla guerra in Ucraina siano nella fase finale. Alla domanda dei giornalisti se Mosca condivida la valutazione di Trump dopo i colloqui con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha risposto: "Certamente". Peskov ha comunque sottolineato che, per porre fine alle ostilità, l'Ucraina deve ritirare le proprie forze armate "al di fuori dei confini amministrativi del Donbass". "Certamente, si tratta del ritiro delle forze del regime di Kiev dal Donbass, oltre i suoi confini amministrativi", ha affermato Peskov in risposta ai giornalisti, confermando la linea massimalista del Cremlino sulla questione territoriale


2 giorni fa
Zelensky: "Trump e Putin hanno esaminato i 20 punti del piano di pace"
Lo ha dichiarato il presidente ucraino.

Nella loro telefonata prima dell'incontro con Volodymyr Zelensky, Donald Trump e Vladimir Putin hanno avuto una lunga conversazione durante la quale sono stati discussi in dettaglio tutti i 20 punti del piano di pace. Lo ha dichiarato il presidente ucraino parlando con i giornalisti all'indomani dei colloqui a Mar-a-Lago con il presidente Usa. Lo scrive Rbc Ucraina. Secondo Zelensky, Trump ha confermato di aver esaminato il documento punto per punto e che si trattava del piano concordato in precedenza dalle parti. "Trump mi ha detto di aver esaminato tutti i 20 punti del piano, punto per punto. L'ho ringraziato per questo, perché è importante che siamo tutti sulla stessa lunghezza d'onda e che discutiamo di questo documento, non di un altro", ha detto Zelensky.

"Le sue parole devono essere coerenti con le azioni"

Il leader americano ha annunciato la disponibilità di Putin, ma la parte ucraina sta prendendo tali dichiarazioni con cautela, ha poi evidenziato il presidente ucraino. "Non è la prima volta che Putin dice una cosa e ne fa un'altra. Per noi è importante che le sue parole siano coerenti con le sue azioni", ha sottolineato. Trump e il Cremlino hanno riferito che dopo i colloqui con Zelensky, ci sarebbe stata un'ulteriore telefonata tra il presidente americano e il leader russo, di cui tuttavia al momento non sono giunte notizie.

Garanzie di sicurezza

Zelensky ha riferito che il piano di pace per l'Ucraina prevede attualmente garanzie di sicurezza da parte degli Stati Uniti per 15 anni estendibili, sottolineando che Kiev vorrebbe che raggiungessero un periodo di "30-40-50 anni". "Ieri abbiamo confermato con il presidente degli Stati Uniti che avremo forti garanzie di sicurezza dagli Usa. In realtà, non è per sempre, nei documenti si parla di 15 anni, con la possibilità di estendere queste garanzie di sicurezza", ha detto Zelensky citato da Rbc Ucraina. "Gli ho detto che abbiamo già una guerra in corso che dura da quasi 15 anni. Pertanto, vorrei davvero che le garanzie fossero più lunghe. E gli ho detto che vorremmo davvero considerare la possibilità di 30-40-50 anni. Questa sarebbe una decisione storica da parte del presidente Trump" che "ha detto che ci avrebbe pensato".

2 giorni fa
"Il vertice in Florida potrebbe aprire la strada a una telefonata Zelensky-Putin"
Lo riporta Fox News citando una fonte a conoscenza dei colloqui.

I colloqui di ieri tra il presidente Donald Trump e Volodymyr Zelensky potrebbero aprire la strada alla prima telefonata tra il leader ucraino e il presidente russo Vladimir Putin in oltre cinque anni. Lo riporta Fox News citando una fonte a conoscenza dei colloqui. Mentre l'incontro di Mar-a-Lago è stato presentato come un passo avanti negli sforzi di pace con Trump al timone, la fonte ha anche descritto come ottenere una telefonata diretta Zelensky-Putin sarebbe una "vittoria diplomatica" per il presidente. "Se Putin avesse partecipato alla telefonata domenica, questo sarebbe stato il più grande risultato nella preparazione dei colloqui di pace e il primo vero passo nel processo di pace", ha dichiarato la fonte a Fox News.

I rapporti Zelensky-Putin

"L'unica difficoltà che hanno è che Putin si è rifiutato di parlare con Zelensky da luglio 2020, quando hanno parlato dello scandalo Wagner e del fallito tentativo di arrestare i mercenari russi del gruppo", ha spiegato la fonte, riferendosi a una fallita operazione dell'intelligence ucraina per attirare i combattenti di Wagner in Bielorussia e intercettarli durante un viaggio da Minsk a Istanbul. "In seguito, Zelensky ha ripetutamente cercato di parlare con Putin, ma lui ha rifiutato", ha sottolineato la fonte. "Ci sono state finestre di opportunità per un dialogo nell'agosto e nel settembre 2024, ma sono naufragate di nuovo quando l'Ucraina ha invaso la regione di Kursk". Anche prima che le comunicazioni si interrompessero del tutto, i rapporti tra i due leader erano tesi, ha spiegato la fonte: "Prima di quel momento nel 2020, le telefonate tra Zelensky e Putin non erano mai state amichevoli, e c'era sempre tensione tra loro. Durante i colloqui, Putin era sempre taciturno e Zelensky cercava di stabilire un rapporto". Secondo quanto riferito, il leader ucraino "si è sempre comportato in modo condiscendente nei confronti di Putin e ha finto di essere di buon umore, quasi come se stesse recitando una parte". "Parlava molto e leggeva dai suoi appunti, temendo di dimenticare qualcosa". E "quando Putin rimaneva in silenzio, Zelensky chiedeva sempre educatamente: 'Cosa ne pensi, Vladimir Vladimirovich?'", ha raccontato. Ma lo zar "non era mai loquace".

Una telefonata? "Non è in agenda"

Una doccia fredda su un possibile nuovo contatto telefonico arriva però direttamente da Mosca: una telefonata tra il presidente russo Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky è attualmente fuori dall'agenda, ha detto infatti ai giornalisti Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino. "Una conversazione del genere non è attualmente in considerazione", ha detto, rispondendo a una domanda sulla questione. Lo riporta Tass.

2 giorni fa
Trump sente Putin e riceve Zelensky, "Un accordo è sempre più vicino'"
Il bilancio dell'incontro tenutosi a Mar-a-Lago, la residenza di Trump in Florida.

Un accordo "è vicino. Se le cose vanno bene fra poche settimane ci potrebbe essere". Donald Trump appare ottimista accanto a Volodymyr Zelensky al termine del loro incontro, preceduto da una lunga e "molto costruttiva" telefonata con Vladimir Putin. "Qualcuno direbbe che siamo al 95%, io non so la percentuale ma abbiamo fatto molti progressi", ha detto soddisfatto. Restano comunque, ha ammesso, "uno o due temi spinosi".

"Una questione difficile"

Fra questi il Donbass. "È una questione difficile. Abbiamo posizioni diverse con la Russia", ha ribadito Zelensky. "Non direi che su questo punto c'è accordo ma ci stiamo avvicinando. È un grosso problema ma siamo più vicini di quanto probabilmente fossimo. Ci stiamo muovendo nella giusta direzione", ha spiegato il presidente americano rispondendo a chi gli chiedeva se ci fosse un accordo sul Donbass come zona di libero scambio. Un altro nodo da sciogliere oltre ai territori è una possibile tregua: "Ci stiamo lavorando, capisco Vladimir Putin su questo punto", ha osservato il tycoon. Nel corso della telefonata con lo zar che ha preceduto il bilaterale con Zelensky, Washington e Mosca - ha riferito il Cremlino - hanno concordato sul fatto che una tregua prolunghi solo le ostilità. Altro tema ancora irrisolto è quello della centrale nucleare di Zaporizhzhia: Trump e Putin ne hanno parlato e il leader del Cremlino "sta lavorando con l'Ucraina per farla aprire. È bravo in questo senso", ha messo in evidenza il presidente americano dopo aver osservato che Putin è "molto serio" nel volere la pace.

"Siamo nelle fasi finali"

Sia Zelensky che lo zar "vogliono un accordo" e ci sono gli "elementi per raggiungerlo. Siamo nelle fasi finali dei colloqui. O la guerra finirà o andrà avanti per molto tempo", è stata l'analisi del tycoon. Per ora comunque un incontro a tre appare difficile: "Ci sarà al momento giusto", ha osservato Trump riferendo che la Russia "aiuterà" con la ricostruzione dell'Ucraina. "Vogliono che abbia successo", ha spiegato ancora il tycoon.

"Sarà un accordo solido"

Nel corso del faccia a faccia con Zelesnky, Trump si è anche collegato con il leader europei. L'Europa avrà un ruolo nelle garanzie di sicurezza per Kiev: "Ci sarà un'intesa sulla sicurezza. Sarà un accordo solido. Le nazioni europee sono coinvolte in questo", ha messo in evidenza Trump senza comunque entrare nei dettagli. Ai leader del Vecchio Continente Trump e Zelensky hanno illustrato i risultati raggiunti nel negoziato in corso e indicato le questioni ancora aperte. E il presidente ha ipotizzato - secondo quanto riferito da Zelensky - di poterli ospitare il mese prossimo alla Casa Bianca. Intervenendo nella chiamata, la premier italiana Giorgia Meloni ha ricordato l'importanza della coesione tra partner in un momento in cui il processo negoziale segna passi in avanti e ha ribadito l'esigenza di mantenere la massima convergenza sui temi che toccano gli interessi vitali dell'Ucraina e dei suoi partner europei. "Sono stati compiuti progressi significativi, che abbiamo accolto con favore. L'Europa è pronta a continuare a lavorare con l'Ucraina e i nostri partner statunitensi per consolidare questi progressi. Fondamentale per questo sforzo è avere garanzie di sicurezza incrollabili fin dal primo giorno", ha commentato la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen.

Trump ha elogiato Zelensky

Per Zelensky la visita a Mar-a-Lago - la sua prima, mentre sono sette le occasioni in cui quest'anno ha incontrato Trump - è stata una prova cruciale. Il presidente ucraino è arrivato in giacca ed è apparso sereno al fianco di Trump nonostante i rapporti non sempre facili fra i due, soprattutto dopo lo scontro di febbraio nello Studio Ovale. Questa volta però i toni sono apparsi diversi: il presidente americano lo ha elogiato e lo ha definito coraggioso. Zelensky si è presentato da Trump mettendo sul piatto la possibilità di un referendum sul piano di pace, in un'apertura ritenuta significativa in quanto mostra come il presidente ucraino non escluda più concessioni territoriali. E si è detto disponibile anche, in caso di accordo, alle prime elezioni dal 2019 - una richiesta di Mosca appoggiata da Trump - a patto che la sicurezza sia garantita.

Ora tocca a Mosca

Aperture che il presidente americano sembra aver apprezzato. Il tycoon non ha escluso infatti di recarsi in Ucraina o di parlare direttamente al parlamento di Kiev sul piano di mettere fine alla guerra. Non è ancora chiaro se il piano in 20 punti elaborato da Kiev e Washington incasserà alla fine il via libera di Mosca: molti continuano a dubitare che il Cremlino sia veramente interessato a chiudere la guerra, come dimostrato dagli incessanti attacchi in Ucraina. Ma dopo i progressi fra Trump e Zelensky, la palla è nel campo di Putin.

3 giorni fa
Zelensky: "Con Trump parleremo della questione territoriale"
Lo ha detto il presidente ucraino al vertice in corso a Mar-a-Lago.

"Parleremo del piano di pace in 20 punti, il 90% del piano è stato realizzato dai nostri due team" ucraino e statunitense, "credo abbiano fatto un ottimo lavoro e discuteremo di alcuni punti, tra cui la questione territoriale". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accanto a Donald Trump al suo arrivo a Mar-a-Lago, rispondendo a una domanda sulla possibilità di concessioni territoriali.

3 giorni fa
Trump: "Penso che siamo nelle fasi finali dei colloqui"
Il presidente statunitense ha pure assicurato che l'Ucraina avrà "forti" garanzie di sicurezza in caso di un piano di pace e coinvolgeranno l'Europa.

"Penso che siamo nella fase finale dei colloqui, e vedremo. Altrimenti andrà avanti per molto tempo. O finirà o andrà avanti per molto tempo". Lo ha detto Donald Trump ricevendo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Mar-a-Lago in Florida. Il presidente statunitense ha pure assicurato che l'Ucraina avrà "forti" garanzie di sicurezza in caso di un piano di pace e coinvolgeranno l'Europa.

3 giorni fa
Ci sarà una nuova telefonata Putin-Trump dopo l'incontro con Zelensky
Secondo Mosca, "I presidenti di Russia e Stati Uniti condividono sostanzialmente lo stesso punto di vista sul fatto che la proposta di cessate il fuoco temporaneo avanzata dagli ucraini e dagli europei con il pretesto di prepararsi al referendum o con altre scuse non fa altro che prolungare il conflitto e rischia di portare a una ripresa delle ostilità".

Vladimir Putin e Donald Trump hanno concordato di parlare di nuovo al telefono dopo l'incontro del presidente statunitense con Volodymyr Zelensky. Lo ha annunciato il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov citato dalla Tass. "Vladimir Putin e Donald Trump hanno concordato di parlare di nuovo rapidamente al telefono dopo l'incontro del presidente statunitense a Mar-a-Lago con la squadra ucraina questa sera", ha dichiarato.

"I due presidenti condividono lo stesso punto di vista"

"I presidenti di Russia e Stati Uniti condividono sostanzialmente lo stesso punto di vista sul fatto che la proposta di cessate il fuoco temporaneo avanzata dagli ucraini e dagli europei con il pretesto di prepararsi al referendum o con altre scuse non fa altro che prolungare il conflitto e rischia di portare a una ripresa delle ostilità", ha aggiunto Ushakov.

Il Donbass al centro delle trattative

In un briefing con i media, riportato da Interfax, Ushakov ha sottolineato che per porre fine definitivamente (alle ostilità), "Kiev deve, prima di tutto, prendere una decisione politica coraggiosa e responsabile sul Donbass, in linea con il lavoro svolto attraverso il canale russo-americano".

"La chiamata Trump-Putin organizzata dagli USA"

Il consigliere presidenziale ha inoltre dichiarato che "la conversazione telefonica tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stata organizzata su iniziativa del presidente degli Stati Uniti, il quale vorrebbe discutere con il nostro presidente la situazione attuale nel contesto del conflitto ucraino e le possibili soluzioni". Ushakov ha precisato che Trump intendeva "discutere di queste questioni prima del suo incontro faccia a faccia con Zelensky". Il consigliere presidenziale ha aggiunto "E l'intera conversazione è stata amichevole, cordiale e professionale".

3 giorni fa
Trump: "Ho avuto una telefonata costruttiva con Putin"
Lo ha detto il presidente USA sul suo social Truth poco prima di incontrare Volodymyr Zelensky in Florida. Mosca conferma: "Hanno discusso anche di Medio Oriente".

"Ho appena avuto una telefonata costruttiva con Vladimir Putin". Lo ha detto Donald Trump sul suo social Truth poco prima di incontrare Volodymyr Zelensky in Florida. L'incontro con il leader ucraino "si terrà nella principale sala da pranzo di Mar-a-Lago", ha aggiunto il presidente statunitense.

La conferma da Mosca

Il portavoce del presidente russo Dmitri Peskov ha confermato la telefonata tra i presidenti russo e statunitense Vladimir Putin e Donald Trump. Lo riportano le agenzia russe. "Sì, hanno terminato la conversazione da poco", ha dichiarato Peskov a Interfax. Il consigliere presidenziale russo Yurij Ushakov informerà sui risultati della loro chiamata, ha aggiunto.

I due presidenti hanno discusso anche di Medio Oriente

Oltre al processo di pace in Ucraina, anche la situazione in Medio Oriente è stata oggetto di discussione, scrive la Tass. "Come riportato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il colloquio tra i leader russo e americano ha avuto luogo prima del suo incontro con Volodymyr Zelensky", aggiunge. L'ultima telefonata tra i due presidenti risale al 16 ottobre alla vigilia di un precedente incontro fra il tycoon e Zelensky.

3 giorni fa
Zelensky e Trump sentiranno i leader europei dopo l'incontro
Lo ha annunciato il portavoce del presidente ucraino, Serhiy Nykyforov.

Dopo l'incontro tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump oggi in Florida, i due presidenti sentiranno al telefono i leader europei. Lo ha annunciato il portavoce del presidente ucraino, Serhiy Nykyforov. "È prevista una telefonata tra il presidente ucraino Zelensky e il presidente degli Stati Uniti Trump con i leader europei", ha detto ai giornalisti il portavoce di Zelensky, aggiungendo che "l'elenco definitivo dei partecipanti è ancora in fase di elaborazione".

3 giorni fa
Zelensky è arrivato in Florida per l'incontro con Trump
Il tête-à-tête con il Presidente americano avverrà a Mar-a-Lago alle 19, ora svizzera.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato in Florida dove, alle 19 ora svizzera, incontrerà a Mar-a-Lago il suo omologo americano Donald Trump. Lo riporta l'agenzia Bloomberg.

6 giorni fa
Attacchi russi su Odessa, almeno 1 morto
È quanto riferiscono i media di Kiev, precisando che l'attacco ha causato danni ai locali amministrativi.

È di un morto e diversi feriti il bilancio dell'attacco russo nel corso della notte contro le infrastrutture portuali nella regione di Odessa. Lo riferiscono i media di Kiev, precisando che l'attacco ha causato danni ai locali amministrativi, produttivi e di stoccaggio. I bombardamenti russi sul Paese hanno causato blackout nella regione e in quelle di Chernihiv, Sumy, Dnipropetrovsk e Kharkiv.

6 giorni fa
Se si votasse oggi, il 30% voterebbe per Zelensky
È quanto emerge da un sondaggio di dicembre condotto dal Centro per la Ricerca Sociale e di Marketing Socis, citato da Ukrinform.

Se le elezioni presidenziali si tenessero oggi e il presidente Volodymyr Zelensky si candidasse, il 30,6% degli ucraini voterebbe per lui, che sarebbe quindi primo, davanti all'ex comandante in capo delle Forze Armate, il gen. Valerii Zaluzhnyi, secondo con il 29,6%. I risultati provengono da un sondaggio di dicembre condotto dal Centro per la Ricerca Sociale e di Marketing Socis, citato da Ukrinform.

I risultati degli altri candidati

Gli altri candidati hanno ricevuto il seguente sostegno: 8,1% Kyrylo Budanov, capo della Direzione Centrale dell'Intelligence del Ministero della Difesa; 7,2% l'ex presidente Petro Poroshenko; 6,1% Yulia Tymoshenko e 5% Dmytro Razumkov.

Diverse percentuali per i ballottaggi

Se le elezioni andassero al ballottaggio tra Zelensky e Zaluzhnyi, Zelensky riceverebbe il 35,8% dei voti, mentre Zaluzhnyi il 64,2%. Se Zaluzhnyi non partecipasse alle elezioni, Budanov probabilmente accederebbe al secondo turno contro Zelensky. In questo scenario, il 56,2% degli intervistati ha dichiarato che voterebbe per Budanov, mentre il 43,8% sosterrebbe Zelensky.

6 giorni fa
Già nel 2001 Putin disse agli Usa 'no all'Ucraina nella Nato
È quanto emerge online da trascrizioni di conversazioni tra il Presidente russo e l'ex presidente americano George W. Bush. La notizia è riportata da Rbc-Ukraine.

Sono emerse online trascrizioni di conversazioni tra Vladimir Putin e l'ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush dalle quali emergerebbe che già nel 2001 e nel 2008 il leader del Cremlino aveva chiaramente espresso la sua opposizione all'adesione dell'Ucraina alla Nato, oltre ad altre posizioni chiave, secondo il centro stampa del National Security Archive. La notizia è riportata da Rbc-Ukraine.

Un terreno di scontro a lungo termine

Già nel 2001, Putin aveva detto a Bush che l'adesione dell'Ucraina alla Nato avrebbe creato un terreno di scontro tra Russia e Stati Uniti a lungo termine. Putin sostenne allora che l'Ucraina era uno stato complesso, creato artificialmente, formato da territori di paesi confinanti. Affermò che i russi costituiscono circa un terzo della popolazione ucraina e che una quota significativa dei suoi residenti percepisce la Nato come una struttura ostile. Putin affermò che l'adesione avrebbe creato seri problemi alla Russia, avrebbe rappresentato una minaccia attraverso il dispiegamento di basi militari e nuovi sistemi d'arma vicino ai suoi confini e avrebbe generato incertezza e pericolo. Aggiunse che Mosca avrebbe fatto affidamento sulle forze anti-Nato in Ucraina per impedire l'espansione dell'Alleanza e avrebbe continuato a creare ostacoli a tale espansione.

Ucraina come "stato creato artificialmente"

Nel 2008, poi, Putin predisse un conflitto tra Stati Uniti e Russia, nonché una possibile "scissione" dello Stato ucraino, aggiungendo che le divisioni interne all'Ucraina avrebbero potuto portare alla sua frammentazione. Ribadì la sua narrazione dell'Ucraina come uno "stato creato artificialmente in epoca sovietica" e ha espresso preoccupazione per l'avvicinamento dell'infrastruttura militare della Nato ai confini russi. Putin disse a Bush di aver a lungo sostenuto che l'Ucraina fosse divisa tra forze filo-occidentali e filo-russe e che, una volta saliti al potere i leader filo-occidentali, si erano rapidamente divisi internamente.

Mosca non accetta l'adesione dell'Ucraina alla Nato

Mosca, ricorda la testata ucraina, non accetta l'attuale versione del piano di pace statunitense e uno dei punti su cui si rifiuta di accettare è la futura adesione dell'Ucraina alla Nato, secondo una fonte anonima vicina al Cremlino.

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