Estero
Spagna: Zapatero vara governo di crisi, via Solbes
Redazione
16 anni fa

Nuovo governo 'politico' di crisi e contro la crisi per José Luis Zapatero: il premier socialista spagnolo ha annunciato oggi un rimpasto in profondità dell'esecutivo che aveva formato un anno fa all'indomani delle politiche di marzo. Un rimpasto che vede uscire dal governo il titolare dell' Economia Pedro Solbes e che conferisce all'esecutivo un più alto profilo politico con l'arrivo di due pesi massimi del Psoe, il vicesegretario José Blanco e il presidente Manuel Chaves. Davanti alla crisi, ha detto Zapatero, occorre "cambiare ritmo". Una crisi che l'esecutivo uscente non ha dato la sensazione di fronteggiare con efficacia, perdendo quota nei sondaggi e uscendo sconfitto dalle elezioni galiziane di marzo. E ora ci sono alle porte le elezioni europee, che secondo i sondaggi il Psoe del premier rischia di perdere. Esce così dal governo Solbes, l'ex commissario Ue che dal 2004 era vicepremier e ministro dell'economia, identificato da molti con la crisi che da un anno si è abbattuta sul paese, portando alle stelle le cifre della disoccupazione (al 15,5%, e verso il 20% nel 2010). Lo sostituisce Elena Salgado, titolare della pubblica amministrazione finora. Sarà la prima donna a tenere le redini dell'economia in Spagna. Ed entrano i due 'baroni' del Psoe, il governatore dell'Andalusia Manuel Chaves, come vicepremier incaricato dei rapporti con le regioni, e il vicesegretario José Blanco, al 'ricco' ministero dei lavori pubblici. Nel nuovo governo Zapatero ci saranno per la prima volta insieme le prime tre cariche del partito: presidente, segretario (Zapatero) e vicesegretario. Un'altra fedelissima del premier, Trinidad Jimenez, va alla Sanità. Come Blanco faceva parte del gruppo di deputati Psoe della corrente Nueva Via che nel 2000 portò Zapatero alla guida del partito. Ed entrano anche due personaggi della cultura: il rettore dell'università autonoma di Madrid, il filosofo Angel Gabilondo, all'Educazione, e Angeles Gonzalez-Sinde alla Cultura. Non cambiano invece alcuni pilastri del governo uscito dalle urne l'anno scorso: il braccio destro di Zapatero, la prima vicepremier Maria Teresa de la Vega, il ministro degli interni Alfredo Rubalcaba, la star mediatica dell'esecutivo 'rosa' (più donne che uomini) varato nel 2008, il ministro della difesa Carme Chacon, o il ministro degli esteri Miguel Angel Moratinos. Il rimpasto deciso da Zapatero punta a ridare slancio a un governo finora impantanato nella crisi in vista delle prossime grandi scadenze politiche: le europee di giugno - in caso di pesante sconfitta dei socialisti l'opposizione spera in elezioni anticipate - la presidenza spagnola dell'Ue nella prima metà del 2010 (in questa ottica Moratinos è stato risparmiato) e infine le politiche del 2012, che Zapatero vedrebbe come quelle del terzo mandato. L'arrivo di Chaves e Blanco (che manterrà la guida del Psoe) punta anche a rafforzare la capacità di persuasione dell'esecutivo in parlamento, dove Zapatero, mollato dai nazionalisti baschi del Pnv, è ora senza maggioranza. Chaves in particolare dovrà ritessere i rapporti con i piccoli partiti nazionalisti, la cui manciata di voti potrebbe garantire una maggioranza di nuovo al Psoe. Una scommessa, quella del nuovo governo, dal cui successo potrebbe dipendere il futuro politico di Zapatero. El Pais, il quotidiano vicino ai socialisti, di recente si è chiesto se non fosse iniziata "la fine del ciclo Zapatero". Per il capo dell'opposizione Mariano Rajoy - che pronostica la caduta del governo per la fine dell'anno - il rimpasto non basta: il problema, ha detto, non è la squadra, "ma il capitano". ATS

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