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Slovacchia: morto Vasil Bilak, uno dei traditori comunisti '68
Redazione
11 anni fa

All'età di 96 anni è morto a Bratislava Vasil Bilak, un alto funzionario del Partito comunista cecoslovacco (Pcc) degli anni settanta, ultimo dei firmatari della lettera che rappresentò lo spunto per l'intervento militare del Patto di Varsavia nella Cecoslovacchia nel 1968. La notizia del decesso è stata comunicata ai media dal genero di Bilak, Jozef Sevc, ex leader del Partito comunista slovacco, con il quale Bilak visse a Bratislava negli ultimi anni. Bilak, nato nel 1917 nella Slovacchia orientale e sarto di professione, fu dal 1955 uno dei rappresentanti del nucleo duro del Pcc che si schierò aspramente contro il processo riformista rappresentato da Alexander Dubcek e il suo concetto del socialismo dal volto umano. La lettera in base alla quale le forze del Patto di Varsavia erano intervenute nella Cecoslovacchia nell'agosto 1968 fu presumibilmente consegnata al presidente dell'Urss Leonid Breznev a Bratislava proprio da Bilak. Dopo la caduta del regime comunista nel 1989, Bilak fu penalmente perseguito e accusato di alto tradimento, ma non fu mai punito. Nel 2011 la procura slovacca ha interrotto le indagini. Nell'agosto del 2012, in occasione dell'anniversario dell'irruzione delle truppe del Patto di Varsavia in Cecoslovacchia, un gruppo di parlamentari della destra hanno collocato davanti alla villa di Bilak a Slavin, il lussuoso quartiere di Bratislava, un carro armato di produzione sovietica. "È un ricordo simbolico di quello che era accaduto. Vediamo che effetto fa al compagno Bilak aprire la finestra e guardare direttamente nella canna di un panzer", dichiarò Aloiz Hlina del movimento Gente semplice (Obycejni lide).

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