Credit Suisse nel mirino di deputati americani: due membri di spicco della Camera dei rappresentanti di Washington hanno scritto al Ceo Thomas Gottstein per conoscere i dettagli su come la banca elvetica stia applicando le sanzioni internazionali contro la Russia.
Le notizie pubblicate dalla stampa secondo le quali l’istituto avrebbe chiesto agli investitori di distruggere i documenti relativi ai prestiti a facoltosi cittadini russi hanno sollevato “grandi dubbi” sulla conformità alle regole di Credit Suisse, si legge nella lettera il cui contenuto è stato reso noto ieri. La banca è invitata a fornire entro l’11 aprile tutti i documenti e le informazioni relative ai crediti in questione.
Dal partito democratico
La missiva è stata firmata dai deputati Carolyn Maloney, presidente del Comitato di supervisione e riforma della Camera dei rappresentanti (cioè il più importante comitato investigativo del ramo del parlamento), e Stephen Lynch, membro della Sottocommissione di sicurezza nazionale, sviluppo internazionale e politica monetaria. Entrambi sono parlamentari del partito democratico, la prima (76enne) per New York e il secondo (66enne) per il Massachusetts.
2 miliardi
Secondo il Financial Times, Credit Suisse avrebbe cartolarizzato i prestiti concessi a ricchi cittadini russi per venderli ad investitori: in gioco vi sarebbero 2 miliardi di dollari - garantiti da yacht, aerei o immobili - venduti a diversi hedge fund, in cambio di un allettante tasso di interesse dell’11%. Secondo la testata londinese, l’istituto avrebbe nel frattempo invitato le società d’investimento a distruggere o a cancellare le informazioni. La banca nega per contro di aver chiesto la distruzione di dati e sostiene che le sanzioni contro la Russia sono state “pienamente rispettate”.
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