Estero
“Quella di Biden non era una gaffe”
Daniele Coroneo
2 anni fa
Secondo Alfonso Tuor, le dichiarazioni del presidente americano su un intervento militare Usa in caso di attacco cinese a Taiwan confermano la politica statunitense nella regione. “La Cina non ha ancora intenzione di fare qualcosa contro Taiwan”

Il presidente statunitense Joe Biden ci ha abituati a delle uscite sorprendenti, spesso smentite o ridimensionate in un secondo tempo dai collaboratori della sua amministrazione. Le dichiarazioni pronunciate ieri a Tokyo nell’ambito della sua visita ufficiale in Asia, con le quali prometteva un intervento militare americano in caso di aggressione cinese a Taiwan, avevano fatto pensare all’ennesima gaffe di Biden.

“Non credo che quella di Tokyo sia una gaffe”, commenta a Ticinonews il giornalista economico Alfonso Tuor. “Biden ha effettivamente detto ciò che pensa”. A quale scopo però? Per Tuor si è trattato di un messaggio rivolto agli alleati nella regione, in primis ai giapponesi che lo stavano ospitando, ma anche agli stessi taiwanesi, ai quali Biden ha di fatto confermato “che gli americani li avrebbero difesi, anche militarmente”.

Ambiguità strategica
D’altronde, è stato lo stesso presidente a ribadire quanto dichiarato ieri in conferenza stampa, confermando il principio dell’”ambiguità strategica” americana nei confronti di Taiwan, che prevede il non riconoscimento diplomatico di Taipei in favore di Pechino (entrambi i governi si considerano infatti legittimi per l’intera Cina), senza dare il proprio avallo a un’eventuale richiesta di indipendenza formale dell’isola dalla Cina continentale, così come alla ricerca attiva, per esempio tramite un’azione militare, della riunificazione fra Cina e Taiwan da parte del governo di Pechino. Le dichiarazioni di Biden quindi, secondo Alfonso Tuor, sono la “conferma della linea americana, che diventa così più esplicita”.

Tensioni reali nel Mar Cinese Meridionale
Comprendere i rapporti fra Cina e Taiwan non è facile, ancor di più se si considera pure la singolare posizione degli Stati Uniti. Difficile è anche valutare il rischio reale di scoppio di un confronto bellico fra Pechino e Taipei. “Non credo però che la situazione, in questo momento, sia così calda”, considera Tuor. “La Cina non ha ancora intenzione di fare qualcosa contro Taiwan. L’isola oggi non è in pericolo, lo sarà forse fra qualche anno, anche perché la sua invasione è estremamente complicata e la Cina non ha voglia di rischiare”. Questo però non significa per forza pace totale nell’area: “Qualche tensione potrà svilupparsi nel Mar Cinese Meridionale, attorno agli isolotti di quel tratto di mare che la Cina sta trasformando in basi militari”.

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