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Zelensky: "Le forniture militari sono state ripristinate"
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18 ore fa
Tutti gli aggiornamenti sul conflitto.
18 ore fa
Zelensky: "Le forniture militari sono state ripristinate"
Lo ha annunciato il presidente ucraino sui social.

"Abbiamo segnali politici di altissimo livello, buoni segnali, in particolare dagli Stati Uniti d'America e dai nostri amici europei. Secondo tutti i rapporti, le forniture sono state ripristinate": lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo messaggio serale sui social, aggiungendo che sono attesi a breve "importanti passi avanti" in merito a nuove sanzioni contro la Russia. "Continueremo a lavorare la prossima settimana con la parte americana a livello militare, in particolare con il nostro esercito, con il generale Kellogg", sostiene il leader ucraino.

20 ore fa
Guerra in Ucraina, Berna è delusa per la mancata revisione dello Statuto di Roma
Gli Stati parte della Cpi hanno respinto un emendamento che chiedeva di equiparare la guerra d'aggressione ai crimini di guerra, ai crimini contro l'umanità e al genocidio.

Le competenze della Corte penale internazionale (CPI) in materia di crimine di aggressione non saranno per il momento estese. Gli Stati parte della Corte hanno respinto mercoledì scorso a New York un emendamento allo Statuto di Roma. La Svizzera è delusa dall'esisto dell'incontro. L'obiettivo della riunione era equiparare la guerra d'aggressione ai crimini di guerra, ai crimini contro l'umanità e al genocidio. La Corte penale internazionale (CPI), con sede all'Aia nei Paesi Bassi, avrebbe quindi potuto aprire un'indagine sull'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. La CPI, la cui base giuridica è lo Statuto di Roma, può avviare indagini su questi ultimi tre crimini non appena una delle parti interessate ha ratificato lo Statuto di Roma. Nel caso del crimine di aggressione, però, entrambe le parti devono riconoscere la CPI. L'Ucraina riconosce la CPI, al contrario della Russia.

Delusione rossocrociata

"Il caso dell'Ucraina mette in evidenza le lacune normative riguardanti la giurisdizione della CPI per il crimine di aggressione", ha dichiarato oggi a Keystone-ATS, Franz Perrez, direttore della Direzione del diritto internazionale pubblico in seno al Dipartimento federale degli affari esteri. La Svizzera vorrebbe colmare questa lacuna. Secondo Perrez, che ha partecipato alla conferenza svoltasi da lunedì a mercoledì, un'ampia maggioranza di Stati membri ha sostenuto la richiesta. Tuttavia "è deludente che ciò non si sia potuto realizzare durante i negoziati", ha sottolineato l'ambasciatore. Ad ogni modo, il tema non è liquidato. Una conferenza di revisione si terrà nuovamente a New York nel 2029, come specificato dalla CPI in una nota diffusa ieri (giovedì). "Speriamo che, in una situazione geopolitica mutata, sia possibile colmare le lacune del diritto penale internazionale", ha chiosato Perrez.

2 giorni fa
Da Roma 10 miliardi a Kiev. Meloni, "Putin ha fallito"
Il messaggio della Conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina: "Non siete soli".

Un Piano Marshall per Kiev e un salto di qualità nell'azione contro Mosca, con maggiore pressione e deterrenza. Che vuol dire nuove sanzioni all'aggressore e più armi all'aggredito. La Conferenza per la ripresa dell'Ucraina può segnare un cambio di passo nella strategia del fronte occidentale che sostiene la resistenza di Volodymyr Zelensky.

"Il piano russo è fallito"

Il debutto degli USA fra i Volenterosi dà un peso diverso alla coalizione guidata da Francia e Gran Bretagna, che annunciano di aver pronto un piano di peacekeeping pronto a scattare quando arriverà il cessate il fuoco. Quanto tempo servirà non è chiaro. Ma "è fallito" il piano russo "di piegare gli ucraini con il freddo, la fame e la paura", assicura la premier italiana Giorgia Meloni, che con gli alleati già è proiettata a una fase di ricostruzione post-bellica.

"Il miracolo economico dell'Ucraina"

L'economia ucraina non si è fermata, come dimostra anche la qualità degli stand allestiti presso il Centro congressi La Nuvola a Roma (droni, tecnologie agricole, protesi mediche, tra gli altri), dove tutto è filato liscio, a dispetto del caos al ritiro accrediti (8'351 i partecipanti, rispetto ai 5'000 attesi fino a pochi giorni fa). Ora, però, Kiev cerca il rilancio. L'Italia ha già vissuto una storia di boom dopo la Seconda guerra mondiale, e la premier spera che da Roma sia partito il percorso del "miracolo economico dell'Ucraina".

"Al centro della ripresa vanno messe le persone"

"Tutto ciò che ha distrutto la Russia può essere ricostruito - le parole di Zelensky -. Questa coalizione ha bisogno di Paesi, di leader, di aziende, tutti insieme per ricostruire la nostra società. Ci serve un piano di recupero e di resilienza chiaro. Un po' come il piano Marshall". Energia, infrastrutture, ospedali, le priorità. Ma è "fondamentale" che al centro della ripresa "vengano messe le persone", avverte la first lady Olena Zelenska. L'altro paletto condiviso a Roma, è che della ricostruzione non deve trarre beneficio Mosca o chi ne ha appoggiato la guerra.

I soldi necessari

La Banca Mondiale stima servano 500 miliardi di euro. La quarta edizione della Conferenza sulla ripresa ha prodotto circa duecento accordi per 10 miliardi. È meno dei 16,5 miliardi di quella precedente a Berlino. In compenso Kiev incassa dagli alleati impegni sulle forniture di armi. Un bilancio indigesto per Mosca. La sua ambasciata in Italia definisce l'appuntamento di Roma una manifestazione di "brama di dominio, avidità e ingordigia", da parte dei "leader dei Paesi occidentali, Italia compresa", accusati di "distorcere qualunque realtà".

"Kiev non è sola"

"Oggi è più che mai cruciale che Kiev avverta che non è sola", è il messaggio della Conferenza sintetizzato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e l'Ue "è chiamata a ribadire la volontà di sviluppare un mondo mondo libero" contro "le volontà di sopraffazione". "Ora più che mai l'Ucraina può contare sull'Ue", garantisce Ursula von der Leyen, annunciando un Fondo europeo per la ricostruzione e incoraggiando i 27 "a comprare armi da Kiev". Meno costante in questi mesi è stata la posizione della Casa Bianca. Tanto che il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha mandato un messaggio a Vladimir Putin ("Noi non molliamo") e uno "a Washington: state con noi, state con gli europei, siamo sulla stessa barca e ci spendiamo per lo stesso ordine mondiale".

"Putin non vuole la pace"

I bombardamenti russi nella notte prima del vertice mostrano, secondo Zelensky, che Putin "non vuole la pace". Ne è convinta anche Meloni, che sottolinea gli "sforzi" di Donald Trump per arrivare a un negoziato ed esorta tutti gli alleati a mantenere "l'unità dell'Occidente". Un segnale in questo senso, per la premier, è la prima presenza degli USA al tavolo dei Volenterosi, con l'inviato speciale per l'Ucraina Keith Kellogg. Un formato rispetto al quale nei mesi scorsi è stata fredda, ma a cui ora assicura che "potete contare sempre sull'Italia a 360 gradi". Nella riunione in videoconferenza fra Roma e Londra, gli interventi più duri contro Mosca - raccontano fonti diplomatiche - sono stati sottolineati dagli applausi dei leader. La linea della premier è che "la pace si costruisce non con i buoni propositi, ma con la deterrenza" e "con l'aumento della pressione su Mosca".

2 giorni fa
Berna e Kiev firmano il trattato internazionale per la ricostruzione dell'Ucraina
L'accordo sottolinea il maggiore coinvolgimento del settore privato svizzero nei progetti di ricostruzione in Ucraina e l'impegno a lungo termine della Confederazione.

La Svizzera e l'Ucraina hanno firmato oggi a Roma un trattato internazionale per la cooperazione nella ricostruzione del Paese distrutto dalla guerra di aggressione russa. Nella capitale italiana è in corso fino a domani la quarta Conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina. Berna è rappresentata dall'ambasciatore Jacques Gerber, mentre Kiev dalla vice prima ministra e ministra dell'Economia, Yulia Svyrydenko. Le basi giuridiche dell'accordo bilaterale è costituita dal trattato internazionale approvato dal Consiglio federale il 25 giugno scorso. L'accordo sottolinea il maggiore coinvolgimento del settore privato svizzero nei progetti di ricostruzione in Ucraina e l'impegno a lungo termine della Confederazione.

Processo di selezione

"Non daremo progetti a tutti. Ci sarà un processo di selezione per garantire che vengano soddisfatte le reali esigenze dell'Ucraina", ha dichiarato il delegato del Consiglio federale per l'Ucraina Jacques Gerber all'agenzia Keystone-ATS. Queste includono energia, trasporti e mobilità, attrezzature meccaniche, costruzioni, acqua e protezione e prevenzione dei disastri. A questo scopo sono previsti, fino al 2028, 1,5 miliardi di franchi provenienti dai fondi della cooperazione internazionale. Un terzo (500 milioni di franchi), sarà messo a disposizione proprio per coinvolgere maggiormente il settore privato svizzero nella ricostruzione dell'Ucraina.

Altri progetti saranno firmati domani

In occasione della conferenza di Roma, la delegazione elvetica a Roma ha lanciato diversi progetti di sostegno, ha indicato stasera il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR). Questi progetti si concentrano, tra l'altro, sulla decentralizzazione e sull'istruzione e formazione democratica in Ucraina. La firma di altri progetti è prevista per domani. Insieme al Basel Institute on governance, la Svizzera ha anche organizzato una discussione sugli sforzi in corso in Ucraina per prevenire e combattere la corruzione. Fino alla fine di maggio di quest'anno, la Confederazione aveva già stanziato circa 5,16 miliardi di franchi per sostenere le popolazioni colpite dalla guerra in Ucraina e in Svizzera. Dal 2025 al 2036, Kiev sarà sostenuta con altri 5 miliardi di franchi.

Miliardi di danni da parte della Russia

A livello europeo, oggi è stato lanciato a Roma un nuovo fondo per riparare i danni causati dalla guerra in Ucraina. Il settore privato contribuirà al fondo. Il denaro sarà destinato in particolare alla riparazione e alla nuova costruzione di impianti energetici, ma anche ad aziende industriali e centri dati digitali. Secondo le informazioni fornite da Berlino, il nuovo fondo ammonterà inizialmente a un miliardo di euro. Secondo i dati ufficiali, ad oggi sono stati mobilitati più di 16 miliardi di euro in quattro conferenze per la ricostruzione. Il costo totale della ricostruzione in Ucraina è stimato dalla Banca Mondiale in oltre 500 miliardi di euro. Kiev chiede la confisca dei beni russi per pagarli. L'impulso per un ampio accordo sul processo di ricostruzione politica in Ucraina era stato dato a Lugano nel luglio 2022: all'allora Lugano Recovery Conference, presieduta dal consigliere federale Ignazio Cassis e dal primo ministro ucraino Denys Shmyhal, i rappresentanti di 59 Stati e organizzazioni internazionali avevano discusso i punti chiave che sono stati poi formulati nella Dichiarazione di Lugano e nei Principi di Lugano.

3 giorni fa
Il Papa incontra Zelensky, "Il Vaticano è pronto a ospitare i negoziati"
@Vatican Media
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Al centro dell'incontro, avvenuto nel pomeriggio, la guerra in Ucraina e la necessità di trovare un accordo di pace giusto e duraturo.

Papa Leone XIV e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si sono affacciati insieme dal balcone delle Ville pontificie di Castel Gandolfo per salutare con un gesto della mano la folla raccoltasi sotto l'ingresso. Il presidente ucraino è arrivato intorno alle 13:30. Nel frattempo la commissaria presidenziale russa per i diritti umani, Tatyana Moskalkova, ha detto di avere inviato una lettera al Pontefice per chiedere l'assistenza del Vaticano per il ritorno di 30 cittadini russi prelevati dalle truppe di Kiev dalla regione russa di Kursk che attualmente sono tenuti in quella ucraina confinante di Sumy. Il Vaticano si è inoltre detto disponibile ad ospitare i rappresentanti di Russia e Ucraina per i negoziati di pace.

La notizia dell'appello coincide con il colloquio a Castel Gandolfo tra Papa Leone XIV e il presidente ucraino, incentrato tra l'altro sul ritorno dei bambini ucraini che le autorità di Kiev accusano Mosca di avere deportato in Russia. Da parte loro i russi respingono le accuse, affermando che i minori sono stati evacuati da zone di combattimento per essere sottratti al pericolo e che vengono restituiti ai genitori o ai tutori legali quando questi vengono rintracciati. "Oggi - ha detto Moskalkova, citata dall'agenzia Tass - 30 persone sono a Sumy. Abbiamo appena parlato con il Comitato internazionale della Croce Rossa per assicurarci che ricevano tutti gli aiuti umanitari necessari, che ricevano cibo, vestiti adeguati, forniture mediche. E il Comitato internazionale della Croce Rossa li visita. Sono in corso negoziati per il loro ritorno in patria".

La richiesta di assistenza

La commissaria russa ha aggiunto di avere inviato una lettera a Leone XIV con "una richiesta di assistenza" per risolvere il problema, che "contraddice ogni norma e morale".  La stessa richiesta è stata inviata da Mosca alle Nazioni Unite e all''Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Sia la Santa Sede sia queste organizzazioni "hanno accettato l'appello e hanno detto che faranno del loro meglio" parlandone a Zelensky, ha concluso Moskalkova.

Tutto pronto per l'Urc 2025

Intanto, nella capitale italiana è stato imposto un divieto di sorvolo, l'area è stata cinturata e bonificata e nessuna manifestazione è consentita: questo il piano di sicurezza della questura di Roma per l'Ukraine Recovery Conference 2025. Una vera e propria "città congressuale" sarà allestita nelle prossime ore nel cuore del quartiere Eur, con l'interessamento di un perimetro esteso intorno al Centro Congressi La Nuvola, che ospiterà l'appuntamento internazionale. All'evento - giovedì e venerdì - prenderà parte il presidente Zelensky, nonché 9 capi di Stato, 6 primi ministri e 36 ministri. Al piano operativo concorreranno le forze di polizia, i vigili del Fuoco e l'Ares 118. Sono attesi la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e, in occasione dell'evento conviviale in programma nella serata di domani, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.

Gli ospiti attesi

Tra gli ospiti dell'evento figurano circa 4'000 contractors, ossia esponenti del mondo dell'imprenditoria provenienti da tutto il mondo, ai quali saranno affidate le sessioni di lavoro per lo più incentrate nella giornata dell'11 luglio. Il punto è stato fatto nella mattinata odierna nel corso del tavolo tecnico tenuto dal questore di Roma, Roberto Massucci, anche alla presenza di rappresentanti del ministero degli Esteri italiano, dopo il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto ieri dal prefetto Lamberto Giannini.

Il piano di sicurezza

Per le esigenze di sicurezza sarà cinturata un'area compresa all'interno della quale l'accesso sarà consentito solo ai residenti o a chi, per motivi di lavoro non procrastinabili, esibirà un titolo idoneo, e comunque solo dopo essere stato sottoposto ai controlli a cura degli operatori di polizia che saranno impegnati a presidio dei singoli varchi. All'interno dell'area, che sarà transennata sin dalle prime ore della mattina, non saranno consentite attività non compatibili con la natura del rischio dell'evento istituzionale e, in particolare, non saranno consentite manifestazioni in luogo pubblico e/o aperto al pubblico. Nel perimetro di sicurezza non sarà permesso il transito né la sosta di veicoli privati, così come sarà interdetto il transito ed il trasporto di merci pericolose così come il transito dei mezzi del trasporto pubblico. Tutta l'area sarà anche tutelata dal divieto di sorvolo e vedrà l'impiego di assetti speciali delle Forze di polizia e dell'Esercito italiani.

La "città congressuale"

La "città congressuale" non sarà concentrata sul centro congressi La Nuvola, ma si estenderà fino a ricomprendere il palazzo dei Congressi, dove sarà attivo il Media Center ed il Centro accrediti, senza tralasciare il Palazzo delle Civiltà, dove sarà invece allestita una mostra tematica. Gli uffici aperti al pubblico della prefettura di Roma siti in via Stendhal, così come dell'Archivio centrale dello Stato italiano, nei giorni interessati dall'evento resteranno chiusi all'utenza. Sempre per le esigenze dell'evento, resterà interdetta la stazione della metropolitana Eur Fermi, mentre sarà attiva la stazione della Metropolitana Palasport.

7 giorni fa
'gasdotto esploso nell'estremo oriente russo'
È quanto affermano diversi media ucraini, citando non meglio precisate "fonti di intelligence".

Un'esplosione ha danneggiato un gasdotto vicino a Vladivostok, che riforniva diverse basi militari nell'estremo oriente russo, sull'Oceano Pacifico, creando un vasto incendio. Lo affermano diversi media ucraini, citando non meglio precisate "fonti di intelligence". L'esplosione sarebbe avvenuta intorno all'una di notte locale (quando in Italia erano le 17 circa). Il gasdotto - scrive il Kyiv Independent, che afferma di non poter confermare le informazioni - alimenta di energia varie basi e sedi militari russe sul Mare del Giappone, inclusa la 155ma brigata della flotta russa del Pacifico. L'esplosione e l'incendio hanno danneggiato anche un acquedotto che alimenta anche le basi militari e le comunicazioni online nella zona della baia di Lazurnaya, a nord di Vladivostok.

7 giorni fa
"Uccisi circa 500 soldati ucraini in un solo giorno"
Lo ha dichiarato Alexander Savchuk, portavoce del gruppo tattico.

La Russia afferma di aver ucciso circa 500 soldati ucraini nella sola giornata di ieri. Alexander Savchuk, portavoce del gruppo tattico, ha dichiarato alla Tass che sono stati uccisi 460 soldati. "Sono stati distrutti - ha detto - due veicoli corazzati da combattimento, cinque veicoli a motore e due cannoni ". I combattenti del gruppo tattico hanno anche colpito formazioni di tre brigate meccanizzate ucraine, una brigata di cacciatori e una brigata aviotrasportata, due brigate di difesa territoriale, una brigata di Marines, due reggimenti d'assalto e una brigata della Guardia Nazionale nelle aree di Krasnoarmeysk, Dimitrov, Boykovka, Petrovskoye, Novopavlovka, Dachnoye e Grodovka. Altri 60 soldati ucraini sarebbero morti nel Dnepr, dove sono state colpite una brigata di difesa territoriale e una brigata di difesa costiera nelle aree di Antonovka, Novoandreyevka, Malaya Tokmachka, Tokarevka e Sadovoye.

7 giorni fa
"Putin vuole andare fino in fondo, non va bene"
Lo ha detto il presidente Usa Donald Trump.

"È una situazione molto difficile. Vi ho detto che ero molto insoddisfatto della mia telefonata con il presidente (russo Vladimir) Putin. Vuole andare fino in fondo, continuare a uccidere, non va bene": lo ha detto il presidente americano Donald Trump. Parlando ai giornalisti a bordo dell'Air Force One, Trump ha anche lasciato intendere che potrebbe essere finalmente pronto a inasprire le sanzioni contro la Russia, dopo aver rimandato negli ultimi sei mesi il tentativo di convincere Putin a porre fine alla guerra con l'Ucraina. "Parliamo molto di sanzioni", ha detto aggiungendo che il leader russo "capisce che potrebbero arrivare". Trump ha pure dichiarato che lui e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno avuto una "telefonata molto strategica". Egli ha inoltre affermato di aver discusso dell'invio di missili intercettori Patriot in Ucraina in una chiamata separata ieri con il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Quest'ultimo "ritiene che gli ucraini debbano essere protetti", ha affermato Trump.

8 giorni fa
Zelensky: "Con Trump abbiamo concordato un rafforzamento della difesa aerea"
È stato detto durante la conversazione telefonica di oggi fra i due.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky afferma di aver concordato con il presidente Usa Donald Trump il "rafforzamento della protezione" dei cieli ucraini, durante la conversazione telefonica di oggi fra i due. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato oggi di aver concordato, durante la conversazione telefonica con Donald Trump, di "rafforzare la protezione" dei cieli ucraini dopo un nuovo massiccio attacco di droni e missili russi contro l'Ucraina. "Abbiamo discusso le possibilità di difesa aerea e abbiamo concordato di collaborare per rafforzare la protezione del nostro spazio aereo", ha dichiarato Zelensky su Telegram, riferendosi a una "conversazione approfondita".

8 giorni fa
Trump a Zelensky: "Vogliamo aiutarvi nella difesa aerea"
È quanto affermato da alcune fonti, riprese dalla stampa.

Donald Trump ha detto a Volodymyr Zelesnky che gli Stati Uniti vogliono aiutare l'Ucraina nella difesa aerea in seguito all'escalation degli attacchi della Russia. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali i due leader di sono accordati per un incontro fra i loro collaboratori per discutere della difesa aerea e delle forniture di altre armi. "Trump ha detto di voler aiutare nella difesa aerea e che controllerà cosa è stato fermato", ha detto una fonte riferendosi alla sospensione delle consegne di alcune munizioni e armi a Kiev.

9 giorni fa
Ucciso il vice capo della Marina russa
Lo ha reso noto Oleg Kozhemyako, il governatore della regione di Primorye.

Il vice comandante della Marina militare russa, il generale Mikhail Gudkov, è rimasto in ucciso nella regione di Kursk. Lo ha reso noto Oleg Kozhemyako, il governatore della regione di Primorye, in estremo oriente, della quale era originario l'alto ufficiale. Kozhemyako non precisa le circostanze della morte di Gudkov, ma nei giorni scorsi canali Telegram militari russi avevano parlato di un missile ucraino che aveva colpito una postazione nella regione russa uccidendo il generale e altri militari.

Chi era Gudkov

Gudkov, già comandante della 155/a Brigata dei fanti di Marina, era stato promosso vice comandante dell'arma nel marzo scorso. Kozhemyako ha confermato che con lui sono rimasti uccisi un altro ufficiale, Nariman Shikhaliev, e un numero imprecisato di soldati. "Esprimo le mie profonde condoglianze alle famiglie, amici e colleghi di Mikhail Gudkov, Nariman Shikhaliev e tutti gli altri soldati che sono morti nella regione di Kursk", ha scritto il governatore di Primorye sul suo canale Telegram, citato dall'agenzia Tass.

9 giorni fa
La presidenza dell'Ue: "L'Ucraina appartiene all'Unione europea"
Lo ha dichiarato il Primo Ministro danese Mette Frederiksen.

"L'Ucraina appartiene all'Unione europea. È nell'interesse sia della Danimarca che dell'Europa. Pertanto, la Presidenza danese dell'Ue farà tutto il possibile per aiutare l'Ucraina nel suo percorso verso l'adesione all'Ue". Lo ha dichiarato il Primo Ministro danese Mette Frederiksen che ad Aarhus ha organizzato un vertice con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Dobbiamo rafforzare l'Ucraina. E dobbiamo indebolire la Russia. La prima aumentando il sostegno militare", ha aggiunto. "In questo momento l'Ucraina sta combattendo per tutti noi. Non vedo alcun segno che Vladimir Putin voglia la pace, e non credo neanche per un secondo che Putin intenda fermarsi con l'Ucraina", ha detto Frederiksen in conferenza stampa con von der Leyen per l'avvio della presidenza di turno Ue della Danimarca. "L'Ucraina fa parte della famiglia europea, è importante che Zelensky sia qui", ha affermato Frederiksen, spiegando che l'Ue deve proseguire sulle sanzioni e stoppare ogni import di gas russo.

11 giorni fa
Macron chiama Putin e poi sente Zelensky
Il presidente francese e quello russo hanno parlato di Iran e Ucraina.

Una conversazione di oltre due ore, sull'Ucraina, ma anche su una possibile azione comune per l'Iran. Emmanuel Macron è tornato a parlare con Vladimir Putin per la prima volta da settembre del 2022, facendo capire di non voler lasciare a Donald Trump il monopolio del dialogo con il capo del Cremlino.

"Serve una tregua"

I resoconti della telefonata delle due parti fanno capire che sull'Ucraina le posizioni sono rimaste lontane. Macron, fa sapere l'Eliseo, ha ribadito "il sostegno incrollabile della Francia alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina" e ha chiesto a Putin "una tregua al più presto" che permetta di "avviare negoziati fra Ucraina e Russia per una soluzione solida e durevole del conflitto". Il leader russo ha ribadito le posizioni di sempre: il conflitto è il risultato delle politiche dei Paesi occidentali che "per molti anni hanno ignorato gli interessi di sicurezza della Russia" e hanno usato l'Ucraina come "una testa di ponte antirussa". Una soluzione negoziata, ha aggiunto, deve "eliminare le cause alla radice" e "riconoscere le nuove realtà territoriali". Cioè l'occupazione russa di parte dell'Ucraina.

Il dialogo continuerà

Ma Parigi fa sapere che i due presidenti hanno deciso che "continueranno a parlarsi anche su questo punto". Oltre che su Medio Oriente e Iran, dove sono stati registrati notevoli punti di convergenza. Macron e Putin hanno sottolineato le "responsabilità di Russia e Francia come membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu" per trovare una soluzione diplomatica al nucleare iraniano. Per entrambi questa soluzione deve prevedere che Teheran rispetti gli obblighi del Trattato di non proliferazione nucleare, compreso l'accesso ai propri impianti degli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica. Con Putin che ha sottolineato, in questo contesto, il diritto della Repubblica islamica a sviluppare un programma nucleare pacifico. Sia Parigi sia Mosca hanno comunicato di volere continuare a "coordinare" le loro posizioni e azioni proseguendo i contatti. Macron, in seguito, ha aggiornato Volodymyr Zelensky sulla telefonata con Putin.

La cronaca dal fronte

Il colloquio sulla linea Eliseo-Cremlino è avvenuto nel giorno in cui è stato registrato un nuovo attacco ucraino al sistema militare-industriale nelle profondità del territorio russo. Così fonti di Kiev hanno spiegato il bombardamento con droni nella città di Izhevsk, oltre mille chilometri dal confine, affermando che ha preso di mira una fabbrica di sistemi di difesa aerea e di velivoli senza pilota. Tre morti e 35 feriti il bilancio, secondo le autorità russe. Ma intanto sul terreno le forze russe intensificano l'offensiva. Secondo un'analisi dell'agenzia Afp basata sui dati forniti dall'Institute for the Study of War (Isw) con sede negli Usa, l'esercito russo ha compiuto a giugno la sua più grande avanzata in territorio ucraino da novembre, e ha accelerato per il il terzo mese consecutivo. Le truppe di Mosca hanno conquistato 588 chilometri quadrati di territorio ucraino nel mese appena trascorso, dopo 507 a maggio, i 379 di aprile e i 240 di marzo. Il capo della cosiddetta Repubblica popolare di Lugansk, Leonid Pasechnik, ha affermato che l'intero territorio di questa regione dell'est ucraino, formalmente annessa dalla Russia, è ormai da alcuni giorni sotto il controllo delle truppe di Mosca. Ma il ministero della Difesa non ha ancora confermato.

Kiev sotto pressione

L'offensiva russa, comunque, sta mettendo pressione sulle forze ucraine su più punti del fronte, compreso il settore nord. Il Wall Street Journal, per esempio, aveva riferito lunedì che Mosca ha ammassato 50.000 soldati a meno di 20 chilometri dalla città di Sumy, che potrebbero puntare a conquistare. Donald Trump si è limitato a dire che sta "seguendo da vicino" la situazione nella regione. "Vediamo cosa succede", ha aggiunto il presidente americano. Il Cremlino ha intanto respinto l'accusa dell'inviato speciale Usa per l'Ucraina, Keith Kellogg, di perdere tempo per non avviare negoziati seri. "Siamo naturalmente interessati, prima di tutto, a raggiungere gli obiettivi dell'operazione militare speciale con mezzi politici e diplomatici", ha affermato il portavoce, Dmitry Peskov, aggiungendo che Mosca è "grata per gli sforzi compiuti da Washington e dai membri del team di Trump al fine di facilitare i negoziati sull'accordo ucraino".

13 giorni fa
Ucraina sotto attacco: record di 537 droni e missili in una notte
Raid russi su larga scala con bombardieri strategici e missili ipersonici hanno colpito Kiev, Leopoli e altre regioni. Vittime e danni anche lontano dal fronte, tra cui a Kharkiv e Ivano-Frankivsk.

I russi hanno attaccato l'Ucraina con un numero record di 537 tra droni e missili nella notte. Lo afferma l'aeronautica ucraina, mentre le autorità parlano di un "attacco combinato su larga scala" anche con bombardieri strategici Tu-95MS e aerei MiG-31K. Secondo l'aeronautica, i russi hanno lanciato "477 droni (211 abbattuti e 225 scomparsi dai radar); 4 missili Kh-47M2 Kinzhal; 7 missili balistici Iskander-M/KN-23 (uno abbattuto); 41 missili da crociera Kh-101/Iskander-K (33 abbattuti e uno scomparso); 5 missili Kalibr (4 abbattuti); 3 missili S-300". I raid hanno raggiunto, tra le altre, le regioni di Kiev e Leopoli.

Danni anche lontani dal fronte

Lontano dalla linea del fronte, nella regione occidentale di Ivano-Frankivsk, i bombardamenti hanno ferito anche una donna che è stata "portata in ospedale", secondo la governatrice regionale Svitlana Onyshchuk, mentre il capo dell'amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia, Ivan Fedorov ha riferito che i raid hanno colpito anche l'oblast e "l'impianto produttivo di un'azienda è stato danneggiato" senza vittime. Dopo gli attacchi nella notte, questa mattina droni russi hanno ucciso un uomo di 60 anni dopo aver colpito la sua auto nella regione nord-occidentale di Kharkiv. Da parte sua, l'esercito russo ha dichiarato di aver intercettato tre droni ucraini nella notte tra sabato e domenica.

16 giorni fa
Vertice UE: "Intensificare l'invio di aiuti militari a Kiev"
Il Consiglio europeo "condanna fermamente i continui bombardamenti di civili e infrastrutture civili da parte della Russia" e chiede "un cessate il fuoco completo, incondizionato e immediato".

"Il Consiglio europeo invita gli Stati membri a intensificare ulteriormente gli sforzi per rispondere alle urgenti esigenze militari e di difesa dell'Ucraina, in particolare per quanto riguarda la fornitura di sistemi di difesa aerea e anti-droni, nonché di munizioni di grosso calibro, al fine di sostenere Kiev nell'esercizio del suo diritto naturale alla legittima difesa e nella protezione dei suoi cittadini e del suo territorio dagli attacchi quotidiani sempre più intensi da parte della Russia". È quanto si legge nelle conclusioni dedicate all'Ucraina del vertice europeo, adottate senza il sostegno dell'Ungheria. "L'UE ribadisce il proprio impegno, anche nel quadro del percorso di adesione dell'Ucraina, a sostenere la riparazione, la ripresa e la ricostruzione del paese, in coordinamento con i partner internazionali, anche nei settori della riabilitazione psicologica e psicosociale e del rafforzamento dell'assistenza per lo sminamento". In questo contesto, si legge nelle conclusioni, "il Consiglio europeo guarda con interesse alla Conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina che si terrà a Roma il 10 e 11 luglio".

"La Russia accetti il cessate il fuoco"

Quanto alla Russia, l'UE "è pronta ad aumentare le pressioni" su Mosca, "anche con un nuovo robusto pacchetto di sanzioni, che preveda anche modalità per colpire ulteriormente le entrate energetiche della Russia". Il Consiglio europeo "condanna fermamente i continui bombardamenti di civili e infrastrutture civili da parte della Russia e chiede un cessate il fuoco completo, incondizionato e immediato. Accoglie con favore la disponibilità dell'Ucraina a questo proposito ed esorta la Russia a dimostrare una reale volontà politica di porre fine alla sua guerra di aggressione, ad accettare il cessate il fuoco e a impegnarsi in negoziati significativi", scrivono i 26 leader. Le conclusioni sono state adottate a 26, senza il sostegno di Budapest, che si oppone all'avanzamento di Kiev nel percorso di adesione all'Unione europea. Durante la sessione, i leader europei hanno ascoltato l'intervento in videocollegamento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

17 giorni fa
Tutto pronto per l'istituzione del Tribunale speciale per il crimine d'aggressione contro l'Ucraina
Il presidente ucraino firmerà, insieme ad Alain Berset, segretario generale dell'organizzazione, l'accordo sull'istituzione del Tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l'Ucraina, che contiene anche lo statuto che ne regola il funzionamento.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato accolto dagli applausi al suo arrivo al Consiglio d'Europa a Strasburgo. Ad attenderlo di fronte al Palais de l'Europe c'era il segretario generale dell'organizzazione Alain Berset, che lo ha abbracciato e gli ha detto "benvenuto a casa". Al suo arrivo Zelensky ha salutato anche il presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) Mattias Guyomar e quello dell'assemblea parlamentare Theodoros Rousopoulos, oltre agli ambasciatori dei paesi membri. Molti anche i membri di associazioni ucraine che hanno voluto salutare il presidente.

L'accordo sull'istituzione del Tribunale speciale

Dopo un incontro con Berset è previsto che i due raggiungeranno il comitato dei ministri, l'esecutivo del Consiglio d'Europa, dove Zelensky prima pronuncerà un discorso davanti agli ambasciatori dei 46 paesi membri e poi firmerà con Berset l'accordo sull'istituzione del Tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l'Ucraina, che contiene anche lo statuto che ne regola il funzionamento. Il presidente ucraino parlerà in seguito all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, riunita questa settimana in sessione plenaria, e risponderà alle domande dei parlamentari. Si tratta della prima visita di Zelensky al Consiglio d'Europa, di cui fa parte anche la Svizzera.

"La sicurezza dell'Europa non si basa sul silenzio"

In vista della firma dell'accordo, Berset aveva detto che "per la prima volta viene creato un tribunale internazionale dedicato al crimine di aggressione. Istituito nell'ambito del Consiglio d'Europa, questo tribunale chiederà conto a chi ha fatto uso della forza in violazione della Carta delle Nazioni Unite, applicando il diritto internazionale senza due pesi e due misure e riaffermando che la sicurezza dell'Europa non si basa sul silenzio o sull'impunità ma sul diritto, sui principi e sull'azione".

I prossimi passi

Il segretario generale ed ex consigliere federale aveva spiegato che il prossimo passo consisterà nella finalizzazione di un documento che i paesi che vogliono sostenere il Tribunale, anche economicamente, dovranno sottoscrivere. La tempistica per l'entrata in azione del tribunale dipenderà dalla velocità con cui gli Stati, anche non membri del Consiglio d'Europa, firmeranno questo documento, e garantiranno i finanziamenti necessari al suo funzionamento. Quest'ultimo punto è "uno dei maggiori ostacoli", aveva osserva Berset, evidenziando al contempo che "dove c'è la volontà c'è una via per raggiungere l'obiettivo".

19 giorni fa
La Russia attacca con i droni, Kiev: "Almeno sei morti"
Lo ha reso noto il Servizio di emergenza statale ucraino.

È salito a sei morti il bilancio del massiccio attacco lanciato la notte scorsa dalle forze russe su Kiev: lo ha reso noto il Servizio di emergenza statale ucraino, come riporta Ukrainska Pravda. I feriti sono almeno 19. Nell'attacco sono stati danneggiati edifici residenziali, un centro commerciale, una stazione della metropolitana e altre strutture.

19 giorni fa
Zelensky: "Oggi a Londra parlerò con gli alleati di difesa"
Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram.

"Oggi, durante la mia visita in Gran Bretagna, parlerò con i miei partner proprio di questo: della nostra difesa, che dovrebbe diventare la base per una difesa comune molto più forte. E concorderemo anche nuove e forti misure per esercitare pressione sulla Russia e per fermare gli attacchi". Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram. Stanotte "sono stati lanciati dai russi in totale 352 droni, inclusi 159 shahed, e 16 missili. Secondo i dati preliminari, sono stati utilizzati anche sistemi balistici nordcoreani. Una parte significativa dei droni e dei missili è stata abbattuta dai nostri difensori del cielo. Ma non tutti. Nella sola Kiev, cinque condomini sono stati danneggiati. Si tratta di normali edifici residenziali. Al momento, si sa che sei persone sono state uccise. Un'altra persona è stata uccisa da un raid a Bila Tserkva, nella regione di Kiev".

23 giorni fa
Putin detta le condizioni: “incontro con Zelensky? Solo alla fine”
Il presidente russo ha scelto il palco del Forum economico annuale di San Pietroburgo per dare maggiore risonanza alle sue affermazioni, durante un incontro con i rappresentanti di alcune delle più importanti agenzie di stampa internazionali.

Vladimir Putin rilancia sul conflitto in Ucraina affermando che le truppe russe avanzano costantemente "su tutta la linea del fronte" e dicendosi pronto ad incontrare Volodymyr Zelensky, ma solo in una fase finale dei negoziati. E a condizioni vantaggiose per Mosca.

Putin avverte la Germania

Il presidente russo ha scelto il palco del Forum economico annuale di San Pietroburgo per dare maggiore risonanza alle sue affermazioni, durante un incontro con i rappresentanti di alcune delle più importanti agenzie di stampa internazionali. E ne ha approfittato per lanciare un avvertimento alla Germania. Se Berlino consegnerà i missili Taurus all'Ucraina per colpire in profondità il territorio russo, ciò "causerà gravi danni" alle relazioni russo-tedesche, ha detto il capo del Cremlino, giudicando che comunque "questo non avrà alcun effetto sul corso delle operazioni militari" russe.

Cento giorni dalla proposta di pace

Il ministro degli esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha sottolineato che "sono passati esattamente cento giorni da quando l'Ucraina ha accettato incondizionatamente la proposta di pace degli Stati Uniti per un completo cessate il fuoco per porre fine alle violenze e per avviare un vero processo di pace". Un passo che la Russia ha rifiutato, sostenendo che i negoziati possono proseguire anche con i combattimenti in corso per arrivare a una soluzione di pace che comprenda contestualmente la cessazione delle ostilità. Putin ha fatto sapere che solo a quel punto sarebbe disposto ad incontrare Zelensky. Ma "la domanda è chi firmerà" l'accordo, ha aggiunto il capo del Cremlino, tornando a mettere in dubbio la legittimità dell'attuale presidente ucraino, il cui mandato è scaduto nel maggio 2024 senza che si tenessero elezioni a causa della legge marziale.

Scambi di prigionieri ma nessuna risoluzione del conflitto

Due sessioni di trattative dirette tra delegazioni russa e ucraina si sono svolte a Istanbul, portando finora a scambi di prigionieri senza precedenti ma non ancora a passi avanti per una soluzione negoziata del conflitto. La portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, ha annunciato che Mosca è pronta a tenere una terza tornata la settimana prossima, ma Putin non fa passi indietro sulle sue condizioni. La Crimea e le quattro regioni ucraine parzialmente occupate dalle truppe di Mosca, ha affermato il leader russo, sono ormai "parte integrante" della Federazione.

"È ora di costringere la Russia alla pace"

"L'Ucraina resta impegnata per la pace - ha detto il ministro ucraino Sybiha -. Purtroppo la Russia continua a scegliere la guerra, ignorando gli sforzi americani di fermare le uccisioni. È tempo di agire ora e costringere la Russia alla pace".

Il supporto a Trump e le relazioni con la Cina

Intanto, mentre il dialogo tra Mosca e Washington sembra procedere a rilento, Putin si schiera con Donald Trump dicendo che "ha ragione" quando afferma che se fosse stato lui il presidente americano nel 2022 "non ci sarebbe stata la guerra". Ma allo stesso tempo ribadisce la vicinanza alla Cina in una telefonata con il presidente cinese Xi Jinping. I due leader, fa sapere l'agenzia cinese Xinhua, hanno concordato sul fatto che i loro Paesi debbano "mantenere stretti scambi ad alto livello", fare più sforzi per "promuovere la cooperazione in vari settori" e per "sviluppare in modo approfondito il partenariato strategico globale". Il Cremlino ha annunciato che Putin si recherà in visita in Cina tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre per partecipare ad un vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai e agli eventi commemorativi per l'80esimo anniversario della vittoria sul Giappone e la fine della Seconda guerra mondiale. Il 2 è in programma un vertice bilaterale con Xi.

23 giorni fa
"L'economia russa è sull'orlo della recessione"
Lo ha dichiarato ministro russo dello Sviluppo Economico, Maxim Reshetnikov, nell'ambito del Forum economico internazionale di San Pietroburgo.

Il ministro russo dello Sviluppo Economico, Maxim Reshetnikov, ha dichiarato che la Russia è "sull'orlo di una transizione verso la recessione" e che "tutto dipende dalle decisioni" di politica economica che saranno prese. Lo riporta l'agenzia Interfax.

"Tutto dipende dalle nostre decisioni"

"Secondo i dati, stiamo assistendo a un raffreddamento" dell'economia. "Ma per noi, tutti i dati sono solo uno specchietto retrovisore. Stando all'attuale opinione imprenditoriale, sembra che siamo già, in generale, sull'orlo di una transizione verso una recessione", ha detto Reshetnikov nell'ambito del Forum economico internazionale di San Pietroburgo. Il ministro ha poi precisato di non aver "predetto una recessione" ma di aver detto che la Russia è "sull'orlo" e che "quindi tutto dipende dalle nostre decisioni". "Potremmo avere una stagnazione, ma non una stagflazione", ha poi dichiarato Reshetnikov secondo la Tass.

Un'inflazione del 9,5% nel 2024

La Russia sostiene che il suo Pil sia cresciuto del 4,3% nel 2024, ma secondo gli esperti si tratta di un dato trainato artificialmente dall'aumento della spesa militare legato all'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe del Cremlino. E nel primo trimestre di quest'anno la crescita è stata dell'1,4%: il dato più basso in due anni secondo la France-Presse. L'inflazione nel 2024, stando ai dati ufficiali, ha invece raggiunto il 9,5% lo scorso anno, un valore ben al di sopra dell'obiettivo del 4% che si è dato il governo russo. La banca centrale russa in questi anni ha aumentato il tasso di sconto fino al 21% per cercare di frenare l'inflazione, ma a inizio mese lo ha ridotto un po', al 20%.

Un'economia che si sta "raffreddando"

Il ministro russo delle Finanze Anton Siluanov da parte sua ha affermato che l'economia russa si sta semplicemente "raffreddando", ma ha aggiunto che "l'estate segue sempre il freddo", riporta Meduza aggiungendo che la governatrice della banca centrale, Elvira Nabiullina, ha descritto i recenti sviluppi come l'economia che "esce da uno stato di surriscaldamento". "Avevamo una domanda in crescita, ma l'offerta è rimasta indietro, ed è da lì che sono derivati il surriscaldamento e l'inflazione. È abbastanza semplice", ha affermato Nabiullina.

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