
Non ci sono piani per un incontro "nell'immediato futuro" tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e quello russo Vladimir Putin. Cinque giorni dopo la lunga telefonata fra i due leader, in cui avevano ipotizzato un nuovo faccia a faccia a Budapest entro due settimane, tutto potrebbe essere rimesso in discussione sui negoziati di pace in Ucraina. La dichiarazione di un "alto funzionario" della Casa Bianca fa seguito a un colloquio telefonico fra Serghei Lavrov e Marco Rubio - definito dalla stessa fonte "produttiva" - ma durante il quale il ministro degli Esteri russo ha detto chiaramente al segretario di Stato americano che Mosca rimane contraria a un cessate il fuoco immediato, auspicato nei giorni scorsi da Trump e chiesto oggi in una dichiarazione congiunta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky e dai principali leader europei. Quanto al possibile nuovo vertice tra Usa e Russia, "né il presidente Trump, né il presidente Putin hanno indicato date precise. Serve preparazione, una preparazione seria", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Le motivazioni
Secondo Lavrov, un semplice congelamento dei combattimenti farebbe "dimenticare le cause profonde di questo conflitto", che vanno affrontate nelle trattative di pace. Prima fra queste, secondo la Russia, l'espansione della Nato ad est, fino al possibile ingresso nell'Alleanza Atlantica dell'Ucraina, che Mosca vede come una minaccia diretta alla propria sicurezza. Una cessazione immediata dei combattimenti, inoltre, andrebbe contro gli "accordi raggiunti durante le lunghe trattative" fra Putin e Trump al vertice di Ferragosto in Alaska, ha insistito Lavrov, che nel febbraio scorso aveva aveva elogiato il presidente Usa come "l'unico leader occidentale" ad aver compreso i timori russi. E proprio in Alaska, aggiunge il capo della diplomazia di Mosca, anche Trump aveva sostenuto che "serve una pace duratura e sostenibile e non un immediato cessate il fuoco".