
Dopo i primi quattro giorni di conflitto, la discussione internazionale verte anche sulla questione umanitaria. Infatti, le stime delle Nazioni unite parlano di 100’000 ucraini che hanno già lasciato il loro paese. “Gli sfollati dall’Ucraina verso i Paesi Ue potrebbero arrivare fino a sette milioni” secondo il commissario agli aiuti umanitari e alla risposta alle crisi, Janez Lenarcic. Sulla stessa linea, la commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, entrando al consiglio straordinario dei ministri dell’Interno Ue che deve discutere dell’emergenza rifugiati legata all’invasione russa dell’Ucraina ha affermato che “Dobbiamo prepararci” all’arrivo di “milioni di rifugiati”.
Confederazione solidale a una soluzione paneuropea
La Svizzera sarà solidale nella difesa dei valori della democrazia e della libertà. Lo ha assicurato la consigliera federale Karin Keller-Sutter oggi prima della riunione straordinaria dei ministri degli interni dell'Ue a Bruxelles, a cui la Confederazione è associata.
La responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), cui spettano competenze che all’estero sono dei ministri dell’interno, ha condannato l’attacco russo all’Ucraina. “Questa aggressione russa è una grave violazione del diritto internazionale”. Sono in gioco i valori democratici e la libertà, ha dichiarato.
La Svizzera sarà solidale nel trovare una “soluzione paneuropea”, ha aggiunto. Questa tragica situazione le ricorda l’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956 e della Cecoslovacchia nel 1968. La Svizzera sarà anche solidale con l'Ucraina e la sua popolazione.
Nella riunione ministeriale, Keller-Sutter discuterà dell'aiuto umanitario in Ucraina, ma anche di come sostenere gli Stati limitrofi nell'accogliere i profughi, ha spiegato la consigliera federale ai giornalisti prima del vertice.
Inoltre, sarà discusso il rafforzamento dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) e la protezione delle frontiere esterne dell’Ue. Anche in questo ambito per la “ministra” liberale radicale si impone “una soluzione paneuropea”.
Come membro dell'Area Schengen, la Confederazione partecipa alla protezione delle frontiere esterne dell'Ue. Il 15 maggio il popolo svizzero è chiamato a votare su un aumento dei fondi per Frontex.
Emergenza medica in Ucraina
Intanto l'approvvigionamento di ossigeno medico in Ucraina è pericolosamente basso a causa della crisi e le riserve bastano appena per le prossime 24 ore. A dirlo sono il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus e il direttore regionale per l'Europa Hans Henri P. Kluge.
La condizione delle forniture mediche è critica per raggiungere in sicurezza coloro che ne hanno bisogno e si sta sta lavorando con i partner per stabilire un transito sicuro per le spedizioni attraverso la Polonia. L'Oms ipotizza un aumento dal 20% al 25% rispetto ai bisogni precedenti prima dell'escalation della crisi.
Intanto il governo della Romania ha deciso di inviare munizioni e attrezzature militari in Ucraina, ma anche di ricevere e prendersi cura dei feriti di guerra. Fino ad ora la Romania - tra i Paesi che ha chiuso lo spazio aereo ai velivoli russi - aveva inviato solo disinfettanti e medicine.
Provvedimenti europei
La direttiva sulla protezione temporanea “è stata ampiamente accolta dagli stati membri”. Lo afferma la commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, in conferenza stampa al termine del consiglio straordinario dei ministri dell’Interno Ue che ha discusso dell’emergenza rifugiati legata all’invasione russa dell’Ucraina.
“La maggior parte degli ucraini che sono da noi ha il passaporto biometrico, quindi possono rimanere per 90 giorni”, ha spiegato la commissaria, avvertendo, tuttavia, che “le cose possono cambiare e quindi dovremmo essere pronti a partire dal giorno 91” soprattutto in vista di un “afflusso di molte più persone”.
“È tempo di attivare la direttiva” ha scandito Johansson, aggiungendo che la proposta della Commissione verrà discussa al consiglio Affari Interni in programma giovedì prossimo. La direttiva, che finora non è mai stata attivata, fu varata nel 2001, all'indomani delle guerre balcaniche e introduce un sistema di distribuzione su base volontaria per coloro che necessitano di protezione. Si tratta di una procedura eccezionale, volta a fornire protezione immediata e temporanea in caso di afflusso massiccio di cittadini di Paesi terzi sfollati che non possono rientrare. La direttiva può restare in vigore per un anno ed è rinnovabile per al massimo un altro anno. La sua attivazione, proposta dalla Commissione europea o da uno Stato membro, deve poi essere adottata dal Consiglio a maggioranza qualificata.
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