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«Poche chance per i due cardinali svizzeri»
7 giorni fa
Secondo esperti, il profilo eccessivamente diplomatico di uno e le idee antiquate dell'altro giocano a loro sfavore

I due cardinali svizzeri che parteciperanno all'elezione del prossimo pontefice non sono i favoriti per succedere a papa Francesco. Secondo esperti, il profilo eccessivamente diplomatico di uno e le idee antiquate dell'altro giocano a loro sfavore.

Al conclave parteciperanno non meno di 135 cardinali, tutti quelli di età inferiore agli 80 anni. Tra questi, Kurt Koch di Basilea ed Emil Paul Tscherrig del Vallese.

Quest'ultimo, che ha lavorato nel servizio diplomatico del Vaticano, ha «poche possibilità», secondo Daniel Bogner, professore di teologia morale ed etica all'università di Friburgo, interrogato da Keystone-ATS. Il 78enne è un «diplomatico ecclesiastico per eccellenza». Tuttavia, un papa deve anche svolgere il ruolo di politico e di uomo di Chiesa teologicamente competente, sottolinea il professore.

Secondo alcuni, l'ex vescovo di Basilea Koch, 75 anni, avrebbe maggiori possibilità. È il papa su cui ci potrebbe essere un accordo se il conclave non riuscisse a trovarne uno su nessun altro, ritiene ad esempio la storica Annalena Müler, che si è espressa nei giornali dell'editore Tamedia.

Bogner non è d'accordo. Koch è visto da molti come un uomo dell'era di papa Benedetto XVI, spiega. Anche l'età non gioca a suo favore.

«Riformatore conservatore»

Il professore ritiene che la linea riformista di papa Francesco resisterà. «Sì, alcuni conservatori vogliono fare marcia indietro. Ma sono una minoranza e non hanno alcuna possibilità».

C'è consenso sulla necessità di riforme, ma le opinioni divergono sulla direzione da prendere e sulla rapidità del processo. Secondo Bogner, in questo contesto prevale il profilo di un «riformatore conservatore».

Il teologo cita come temi centrali il ruolo delle donne nella Chiesa, le questioni di genere e il dialogo interreligioso. «Mi aspetto che tutto nel conclave si giochi su chi è abbastanza affidabile nell'esercitare una tale funzione di coesione tra tradizione e riforma», afferma.

Cambiamenti irreversibili

In ogni caso la Chiesa non sarà più la stessa dopo il pontificato di Francesco. «Alcune cose non saranno più possibili, come lo stile autoritario, la mancanza di rispetto per le donne e i laici e l'opposizione all'omosessualità».

«Papa Francesco ha iniziato a cambiare la Chiesa cattolica in modo irreversibile». La sfida ora è continuare su questa strada evitando che la Chiesa si disintegri, conclude il professore.