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Parmelin: "Prepareremo una nuova offerta per gli Stati Uniti"
©Gabriele Putzu
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19 ore fa
Il responsabile del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca si è detto fiducioso che la decisione di Donald Trump possa essere ribaltata. Tra le carte ancora da giocare, l'acquisto di gas naturale liquefatto e ulteriori investimenti negli USA.

"Stiamo cercando di individuare ciò che è mancato", ha dichiarato oggi il consigliere federale Guy Parmelin alla radio RTS, all'indomani della "stangata" annunciata dal presidente USA Donald Trump e la sua volontà di imporre alle merci svizzere dazi del 39%. Il responsabile del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) si è comunque detto fiducioso che la decisione del tycoon possa essere ribaltata.

"Faremo di tutto per rielaborare la nostra offerta"

"Il Consiglio federale può riunirsi in qualsiasi momento, fisicamente o in teleconferenza, e molto presto scoprirà qual è stato il problema all'origine della decisione del presidente degli Stati Uniti", ha affermato il ministro ai microfoni del programma Forum dell'emittente romanda. "Faremo tutto il possibile per dimostrare la nostra buona volontà e rielaborare la nostra offerta", ha poi sottolineato aggiungendo che "il punto della situazione sarà fatto molto presto". Presumibilmente già lunedì. Dato che il tempo stringe.

Cosa è andato storto con Trump

Il Consiglio federale sperava in un esito favorevole dopo la bozza della dichiarazione d'intenti concordata tra le due parti e approvata dall'Esecutivo il 4 luglio. Questa dichiarazione, frutto di mesi di colloqui bilaterali, era stata "negoziata in buona fede", ha puntualizzato Parmelin. Per Trump, però, il deficit commerciale con la Svizzera è a suo dire troppo elevato. Già a partire dal 7 agosto gli Stati Uniti intendono applicare dazi supplementari unilaterali del 39% alle importazioni elvetiche a meno che non si giunga ad un altro accordo.

Le carte da giocare: l'acquisto di gas e nuovi investimenti negli USA

A tale proposito, il vodese rimane fiducioso, e afferma che "verrà preparata una futura offerta" da sottoporre a Washington e sostiene che sia lui che la presidente della Confederazione, Karin Keller-Sutter, sono pronti in qualsiasi momento a recarsi oltreoceano, "qualora lo sarà richiesto". Tra le carte ancora da giocare, il Consigliere federale ha citato l'acquisto di gas naturale liquefatto, che l'UE si è impegnata a importare in grandi quantità dagli Stati Uniti proprio in cambio di un'aliquota più "moderata" del 15%. Una possibilità, questa, che ora anche la Svizzera starebbe prendendo in considerazione. Parmelin ha ammesso che un'altra "concessione" potrebbe essere quella di effettuare ulteriori investimenti negli Stati Uniti, "ma prima dobbiamo capire esattamente cosa si aspetta Washington", ha indicato il democentrista.

Parmelin teme la perdita di competitività rispetto all'UE

Alla domanda se fosse stato troppo ottimista durante i negoziati, il capo del DEFR ha ammesso: "Forse, poiché tre Dipartimenti pensavano che il testo fosse sufficiente. Fino all'ultimo, non avevamo alcun idea che la questione si sarebbe conclusa con una simile punizione". In particolare, Parmelin teme che l'economia svizzera possa perdere la sua competitività rispetto all'UE o alla Gran Bretagna, e che questa situazione possa "avere ripercussioni estremamente gravi sulla crescita del Paese". Il Consiglio federale è inoltre "in continuo contatto con i rappresentanti del settore farmaceutico (a cui gli Stati Uniti chiedono un abbassamento dei prezzi). Colloqui che ora si intensificheranno nei prossimi giorni".