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Pakistan, al via il contrattacco contro l'aggressione indiana
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4 ore fa
L'esercito ha affermato di aver avviato l'Operazione Bunyanun Marsoos, un nome ripreso da un versetto coranico che significa "muro indistruttibile".

Il Pakistan ha iniziato il suo contrattacco di fronte all'"aggressione indiana", colpendo l'aeroporto indiano di Pathankot e la base aerea di Udhampur in una rappresaglia "occhio per occhio": lo ha annunciato la TV di Stato, come riporta la CNN. L'esercito ha affermato di aver avviato l'Operazione Bunyanun Marsoos, un nome ripreso da un versetto coranico che significa "muro indistruttibile". Il primo ministro pachistano Shehbaz Sharif ha dichiarato che "con l'operazione lanciata nella notte" il suo paese ha "vendicato i morti innocenti" fornendo una "risposta adeguata" all'India.

In precedenza, nel contesto del peggior confronto militare tra i due vicini da decenni, l'esercito pakistano aveva affermato che l'India ha lanciato missili aria-superficie contro tre basi dell'Aeronautica militare del paese (PAF) nella provincia del Punjab. Il portavoce dell'esercito, tenente generale Ahmed Sharif Chaudhry, ha detto che sono state prese di mira le basi della PAF a Rawalpindi, Chakwal e nel distretto di Jhang. Dopo l'attacco il governo aveva scritto su X che "l'India deve ora prepararsi alla risposta del Pakistan".

Stando a fonti della sicurezza, l'esercito pachistano ha anche affermato di aver distrutto il deposito indiano di missili da crociera BrahMos a Beas, vicino ad Amritsar, da cui sono stati lanciati missili contro il paese. Le stesse fonti hanno confermato che la base aerea di Udhampur, così come tutte le basi aeree indiane coinvolte nell'offensiva, sono state prese di mira con successo. Ulteriori attacchi sono stati effettuati contro il quartier generale della brigata a KG Top, un deposito di rifornimenti a Uri, postazioni di artiglieria a Derangyari e un sito missilistico a Nagrota.

Almeno cinque vittime in India

Da parte sua l'esercito indiano ha riferito di aver subito stamattina una nuova serie di attacchi dal Pakistan, anche con droni, in diversi punti lungo il suo confine occidentale. "L'evidente escalation in Pakistan continua con una serie di attacchi con droni e altre munizioni", ha scritto l'esercito su X. Allo stesso tempo, i giornalisti della AFP hanno udito forti esplosioni a Srinagar, la principale città del Kashmir amministrato dall'India. La polizia locale - riportano i media internazionali - ha affermato che cinque persone sono state uccise durante gli attacchi pachistani nella regione indiana di Jammu e Kashmir. Mentre il governo pakistano del Kashmir ha dichiarato che 11 civili sono rimasti uccisi in una serie di attacchi notturni da parte dell'India vicino al confine. "Ieri sera, intensi bombardamenti da parte indiana hanno avuto luogo in più di cinque diverse località lungo la Linea di controllo. Di conseguenza, 11 persone, tra cui un bambino e quattro donne, hanno perso la vita e altre 56 sono rimaste ferite", ha dichiarato all'AFP il ministro dell'informazione del Kashmir amministrato dal Pakistan, Mazhar Saeed Shah. Più di 45 persone sono state uccise in Pakistan dallo scoppio dell'ultimo conflitto mercoledì scorso.

Verso una riunione dell'organo per le armi atomiche?

Intanto, secondo il "Guardian" Sharif avrebbe convocato una riunione dell'Autorità di comando nazionale nel contesto dell'escalation del conflitto con l'India. Una notizia che il ministro della difesa Khawaja Asif ha negato ad Ary TV. Si tratta dell'organismo principale che prende decisioni sul controllo, il comando e le operazioni delle armi nucleari del paese. Di solito, una riunione dell'autorità viene convocata solo in situazioni di guerra per discutere di questioni nucleari, commenta il "Guardian".

"Pronti a tutto"

Secondo Asif il Pakistan è pronto per un prossimo livello di conflitto con l'India, ma rimane aperto a una de-escalation attraverso il dialogo. "Se la guerra dovesse intensificarsi, siamo pronti, e se ci saranno colloqui seri per una de-escalation, siamo pronti anche per questo", ha dichiarato il ministro ai media locali. Egli non ha voluto fare ipotesi sui limiti dell'escalation, ma ha sottolineato che un conflitto tra Stati dotati di armi nucleari dovrebbe allarmare la comunità internazionale. "Una guerra su vasta scala tra due potenze nucleari non rimarrà limitata a questa regione; dovrebbe essere una preoccupazione per il mondo intero", ha avvertito Asif. A suo avviso gli Stati Uniti sono l'unico paese in grado di svolgere un ruolo efficace di mediazione tra Pakistan e India. Intanto l'autorità per l'aviazione ha annunciato che "lo spazio aereo del Pakistan rimarrà chiuso a ogni tipo di volo fino a domenica a mezzogiorno" ora locale (le 09.00 in Svizzera).

Gli appelli a una de-escalation

I paesi membri del G7 hanno chiesto una "de-escalation immediata" tra India e Pakistan e hanno invitato le due potenze nucleari, impegnate nel loro più grave scontro militare degli ultimi due decenni, "a esercitare la massima moderazione". "La continua escalation militare costituisce una seria minaccia alla stabilità regionale", hanno affermato in una dichiarazione, incoraggiando i due paesi "a impegnarsi in un dialogo diretto in vista di una soluzione pacifica".

Quello della Cina

Anche la Cina ha esortato i suoi due vicini a evitare ogni ulteriore escalation del loro conflitto: "invitiamo con fermezza sia l'India che il Pakistan a dare priorità alla pace e alla stabilità, a mantenere la calma, a esercitare moderazione e a tornare sulla strada della risoluzione politica attraverso mezzi pacifici, evitando misure che potrebbero aumentare ulteriormente le tensioni", afferma il ministero degli esteri di Pechino in una nota.

Quello degli Usa

Da parte sua il segretario di Stato americano Marco Rubio, in separate telefonate con i ministri degli esteri delle due potenze nucleari asiatiche, "ha sottolineato che entrambe le parti devono individuare metodi per ridurre l'escalation e ristabilire una comunicazione diretta per evitare qualsiasi errore di calcolo", ha riferito la portavoce del Dipartimento di Stato Tammy Bruce. Rubio ha anche offerto l'assistenza degli Stati Uniti per avviare colloqui costruttivi al fine di evitare futuri conflitti.