Negli scorsi giorni è affondata una delle navi più importanti della flotta russa del Mar Nero, l’incrociatore Moskva, mentre veniva rimorchiata verso un porto sicuro. Secondo il Cremlino, il danneggiamento della nave è dovuto a un incendio che ha causato l’esplosione delle munizioni a bordo. Secondo Kiev, invece, l’incrociatore era stato colpito da missili ucraini. La perdita della nave è comunque considerata da molti un duro colpo per l’esercito russo dal punto di vista militare e simbolico. Ora, però, gli occhi sono puntati su Odessa, dove si teme la rappresaglia e ora la popolazione vive in stato di massima allerta, spiega Ugo Poletti, direttore dell’Odessa Journal.

Siete in allerta?
Siamo in uno stato di massima allerta, l’autorità regionale militare ha avvisato i cittadini di una possibile ritorsione e non è la prima volta che ci succede.

Vi aspettate un attacco da mare?
Il pericolo più grosso, quello di un’invasione da terra, ce lo siamo scampati. Da mare non è stata preparata un’invasione dai russi, ma i rischi di attacchi dal cielo sono perenni. Fino adesso non hanno mai bombardato nessuna abitazione residenziale, né il centro storico e si sono limitati ad obiettivi militari.

Come si vive a Odessa?
Si vive come si vive in Israele, è una sensazione per la quale quando suona una sirena, la gente continua a camminare per strada come se fosse un’ambulanza, quando senti i botti dei bombardamenti continui la tua vita normale. Abbiamo scoperto che la situazione è diversa dalla Seconda guerra mondiale quando avvenivano ore di bombardamenti a tappeto dal cielo, ora lanciano uno o due missili e poi non succede più niente. La gente continua a vivere, i mezzi pubblici funzionano, i supermercati sono pieni di cibo e i ristoranti sono attivi. È proprio come Tel Aviv, loro sanno che lanciano i missili su Gaza, ma la gente vive.

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