Emilia Romagna
Nuove esondazioni e almeno tre vittime
© Twitter - @MMmarco0
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Redazione
un anno fa
I fiumi della regione hanno continuato a esondare durante la notte, causando la morte di tre uomini. A Faenza non c'è più corrente elettrica e la gente si è rifugiata sui tetti in attesa dei soccorsi.

Nella notte i fiumi hanno continuato a uscire dagli argini e l'acqua invade diverse aree della Romagna, dove al momento sono al lavoro circa 600 vigili del fuoco. Sono almeno tre le vittime accertate in questa seconda pesante ondata di maltempo che sta colpendo la regione, una delle quali è un uomo di Forlì - dove è esondato il fiume Montone - dato dapprima per dispero, ma ritrovato in seguito senza vita nel suo appartamento dai vigili del fuoco. La seconda vittima è un 70enne di Cesena. Inoltre, almeno altre 4 persone risultano disperse (fra cui la moglie del 70enne) nella provincia di Forlì-Cesena. La terza vittima è un uomo trovato senza vita in spiaggia a Cesenatico. Intanto, le comunicazioni regionali sono in tilt: ferrovie chiuse, autostrada parzialmente allagata, strade statali chiuse in vari tratti. In molte zone ci sono blackout elettrici e le comunicazioni telefoniche sono pressoché ovunque molto complicate. In collina e montagna si contano circa 250 frane. Il maltempo ha investito anche altre regioni italiane: allerta arancione in Marche e Toscana, gialla in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia, Umbria e Veneto. 

Esondazioni

Soltanto in Emilia-Romagna sono 14 i fiumi esondati fra ieri sera e le prime ore di stamani. Si tratta di Idice, Quaderna, Sillaro, Santerno, Senio, Lamone Marzeno, Montone, Savio, Pisciatello, Lavino, Gaiana, Ronco. Diciannove i corsi d'acqua con superamenti del livello 3 (allarme) della soglia idrometrica in alcune stazioni di rilevamento. Gli allagamenti si sono diffusi in 23 comuni. Secondo la Protezione civile italiana resta altissima anche l'attenzione sul versante idrogeologico dell'Appennino forlivese-cesenate, bolognese e ravennate: complessivamente ci sono segnalazioni di oltre 250 dissesti in atto. La situazione è drammatica anche a Faenza, dove le persone hanno cercato riparo sui tetti e dove non c'è più corrente elettrica e le linee telefoniche sono intasate per le richieste di aiuto, al punto che la gente ha iniziato a chiedere aiuto via social. Le esondazioni riguardano praticamente tutti i fiumi del Forlivese, del Cesenate, del Ravennate e di parte delle province di Bologna e di Rimini. Molti sindaci delle zone colpite, tra cui Bologna, hanno deciso di tenere ancora le scuole chiuse. A Bagnacavallo (Ravenna) il Lamone: "la situazione degli allagamenti sta rapidamente peggiorando in buona parte del territorio a seguito della rottura dell'argine a Boncellino e delle criticità sulla rete scolante", avvisa il Comune, spiegando che molte strade non sono percorribili e che si stanno verificando esondazioni anche sul fiume Senio in località Cotignola. Sono stati allestiti punti di accoglienza e la raccomandazione è di rimanere ai piani alti. Allagamenti anche a Castel Bolognese, con il Senio in paese.

"Andare in alto"

Sindaci, soccorritori e Protezione civile stanno invitando tutte le persone che abitano lungo il corso dei fiumi a salire ai piani alti, se necessario anche sui tetti, perché si prevedono nuove esondazioni e le previsioni del tempo dicono che cadrà ancora molta pioggia, almeno fino a oggi pomeriggio. Sono attesi ancora 60 millimetri di pioggia, che finirà tutta nei fiumi perché il terreno è già saturo d'acqua dopo l'inondazione delle scorse settimane. Poco fa il Comune di Bologna ha inoltre diramato il messaggio di allerta: "Salire al primo piano in via Montenero, via del Chiu', via della Ghisiliera e in tutte le vie adiacenti al torrente Ravone per rischio esondazione. Non recarsi nelle cantine e nei negozi". 

Situazione autostrade

Le forti piogge stanno "determinando diffusi allagamenti nell'area romagnola dove in molti casi lungo la A14 l'acqua ha raggiunto il piano viabile": il transito "è sconsigliato" e non è esclusa "la possibilità di chiudere temporaneamente al traffico alcuni tratti della stessa A14 tra Castel San Pietro e Cattolica". Lo comunica Autostrade per l'Italia. Visti gli allegamenti, viene evidenziato, "al fine di preservare la circolazione lungo i tratti interessati e consentire il passaggio dei mezzi di soccorso, in corrispondenza di alcuni attraversamenti di corsi d'acqua è stato necessario ridurre il numero di corsie transitabili". Inoltre, viene argomentato ancora, "la persistenza delle precipitazioni e l'ulteriore innalzamento dei livelli di acqua in alcuni punti, rendono probabile l'adozione nelle prossime ore di altri provvedimenti alla circolazione senza escludere la possibilità di chiudere temporaneamente al traffico alcuni tratti della A14 tra Castel San Pietro e Cattolica, lungo i quali pertanto si sconsiglia fortemente il transito".

16 bombe d'acqua in 24 ore sulla Romagna

"Nell'arco di 24 ore si sono abbattute ben 16 bombe d'acqua sulla Romagna e 4 sulle Marche ma si sono registrate anche tempeste di vento e fulmini". È quanto emerge dall'analisi della maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana (Coldiretti) sui dati dell'European Severe Weather Database (ESWD) sugli effetti dell'ondata anomala del maltempo che ha gonfiato i fiumi e provocato una alluvione storica con danni incalcolabili e vittime nelle città e nelle campagne per le quali si esprime profondo cordoglio. "La situazione è drammatica nelle aree rurali dove - sottolinea la Coldiretti - più difficile è l'arrivo dei soccorsi nelle aziende isolate con migliaia di ettari coltivati finiti sott'acqua e si cerca di mettere in salvo anche gli animali. Quindi il ringraziamento a Vigili del fuoco, Protezione Civile e Forze dell'ordine italiani per l'azione di assistenza alle popolazioni colpite", ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare "il grande impegno delle Federazioni della Coldiretti delle Emilia Romagna e delle Marche nell'affrontare una terribile emergenza di livello nazionale". Adesso la priorità, conclude Prandini "è mettere in salvo le vite umane ma da subito occorre partire con la ricostruzione di un sistema produttivo ed economico devastato dalla calamità".