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Nuova fumata nera, si rivota domani
Immagine Shutterstock
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Keystone-ats
3 anni fa
Alle 11 domani iniziera la quinta votazione. Oggi sono stati 441 gli astenuti e 261 le schede bianche

Nuova fumata nera, la quarta, all’elezione del presidente italiano, che sarà chiamato a sostituire Sergio Mattarella. Determinati ad escludere il presidente del consiglio Mario Draghi, la cui elezione al Quirinale potrebbe causare la caduta del governo ed elezioni anticipate, i partiti non hanno ancora trovato un accordo su una candidatura alternativa. I grandi elettori (partecipano alla votazione oltre ai parlamentari nazionali anche i delegati delle regioni per un totale di 1’009 elettori) di destra oggi si sono astenuti, mentre quelli della sinistra hanno votato scheda bianca.

Più in dettaglio, oggi erano presenti in 981, 540 i votanti. Gli astenuti sono dunque stati 441 mentre le schede bianche sono scese a 261. L’attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella sale dai 125 voti di ieri a quota 166. “Molti parlamentari in attesa della proposta condivisa, l’hanno voluto ancora omaggiare”, ha detto il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle. Mattarella, 80 anni, ha infatti già escluso l’ipotesi di assumere un nuovo mandato.

Scende il quorum
Gli italiani potevano legittimamente sperare in un’elezione oggi, tanto più che bastava la maggioranza assoluta per eleggere il capo dello Stato - 505 voti -, mentre nei primi tre turni servivano i due terzi. Occorrerà dunque una nuova votazione, la quinta, prevista per domani a partire dalle 11.

In un Paese dove la carica presidenziale è in gran parte rappresentativa, l’attenzione dei media, sopratutto all’estero, era concentrata sulla possibilità di Mario Draghi di succedere a Mattarella. L’attuale premier, senza essersi dichiarato disponibile, aveva lasciato intendere che avrebbe accettato una eventuale elezione. L’ex capo della Banca centrale europea (Bce), che ha assunto le redini dell’esecutivo italiano nel febbraio dello scorso anno, è stato a lungo uno dei favoriti, ma i partiti temono che se dovrà lasciare l’incarico di premier si giungerà inevitabilmente a elezioni legislative anticipate. “Draghi è prezioso dove è, a Palazzo Chigi”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini. Il premier ha così ricevuto soli 5 voti.

Nessun partito dispone dei numeri in Parlamento per governare da solo, ma tutte le formazioni politiche, ad eccezione della formazione di estrema destra Fratelli d’Italia, di Giorgia Meloni, partecipano alla coalizione guidata da Draghi. Una fine anticipata della legislatura potrebbe far deragliare le riforme necessarie per ottenere i miliardi di euro promessi dall’Ue all’Italia nell’ambito del megafondo europeo per la ripresa economica. L’Italia è il maggiore beneficiario di questo programma, per quasi 200 miliardi di euro.

Incertezza
La corsa alla presidenza resta insomma aperta, e imprevedibile. Tra i papabili ci sono l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini e l’attuale presidente del Senato Elisabetta Casellati, che se eletta diventerebbe la prima donna ad assumere l’incarico. Attualmente, come indicato dal senatore di Forza Italia ed ex presidente del Senato Renato Schifani, nessuno dei due blocchi ha la forza numerica per indicare un nome vincente. “Se a questo aggiungiamo che i Cinque stelle sono il primo gruppo ma si sono frantumati, abbiamo una fotografia di quanto sia difficile trovare un’intesa ampia”, ha riassunto Schifani. Il quinto scrutinio di domani potrebbe insomma non essere l’ultimo.

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