
Ha stupito anche Filippo Lombardi la decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina. “Ritenevo che il suo gioco finora avesse pagato abbastanza. Non credevo sarebbe andato oltre”, ha detto a Ticinonews l’ex consigliere agli Stati, secondo cui quella a cui stiamo assistendo “è una guerra un po’ strana, con interventi a macchia di leopardo volti, secondo quanto dicono i russi, a colpire l’apparato militare ucraino, che si è molto rafforzato negli ultimi anni. Un’azione per smilitalizzare l’Ucraina ma con mano militare, che la Russia può permettersi vista anche l’impossibilità oggettiva che l’occidente intervenga militarmente in Ucraina”.
“Una tragedia nella tragedia”
Russia e Ucraina sono Paesi culturalmente interdipendenti e secondo Lombardi “questa volontà di spaccare una tradizione millenaria è una tragedia culturale, nella quale poi si inserisce la tragedia armata attuale”. Bisogna anche dire che la popolazione ucraina “è abbastanza mista. Nella parte occidentale c’è un forte desiderio di essere europei, mentre resta invece forte l’identità russa nella parte orientale”.
I possibili scenari
La domanda che tutti si pongono, adesso, è cosa accadrà in futuro. “Dal Cremlino dicono di essere pronti a sedersi al tavolo per negoziare ciò che, del resto, chiedono da 15 anni: la neutralizzazione dell’Ucraina. Putin già nel 2007 chiese che Ucraina e Georgia non entrassero nella Nato, ma venissero tenute come “Stati cuscinetto”. Per tutta risposta, un anno dopo il vertice della Nato di Bucarest “decise di aprire i negoziati con Ucraina e Georgia. Quindi, in fondo, Putin sta dicendo: neutralizzate l’Ucraina e ce ne andiamo”.
“I conflitti non sono razionali”
Infine, in merito alla possibilità di una guerra lampo, Lombardi è apparso piuttosto dubbioso. “Le guerre non sono razionali. In uno scenario razionale ci si potrebbe sedere al tavolo negoziale e decidere: l’Ucraina ritira, e non presenterà mai più, domanda di adesione alla Nato e viene neutralizzata. Così si farebbe in fretta a chiuderla, ma questa soluzione la si poteva vedere già 10 anni fa”. Il problema principale è che “la frizione può sempre slittare e se cominciano ad esserci scontri armati con distruzione di città e combattimenti con migliaia di vittime, dopo diventa molto difficile fermare il tutto”.
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