Live Crisi in Medio Oriente
L'Idf spiana le torri a Gaza City
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un giorno fa
Tutti gli aggiornamenti sulla situazione in Medio Oriente nel nostro live.
3 ore fa
La proposta di Trump ad Hamas: "ostaggi liberi e stop guerra"
Trump gestirà direttamente i negoziati per porre fine alla guerra. Le ostilità non riprenderanno fino alla fine dei colloqui. Hamas non ha ancora risposto, Israele sarebbe intenzionato ad accettare la proposta di Trump, riferisce Channel 12.

Il presidente degli Stati Uniti ha presentato a Hamas una nuova proposta per un accordo globale: rilascio di tutti gli ostaggi (vivi e deceduti) nel primo giorno dell'accordo in cambio della liberazione di migliaia di detenuti palestinesi, tra cui centinaia di terroristi. E Israele interromperà l'operazione per la conquista della città di Gaza. Lo rivela questa sera Channel 12.

L'ultimatum ad Hamas

Trump gestirà direttamente i negoziati per porre fine alla guerra. Le ostilità non riprenderanno fino alla fine dei colloqui. Hamas non ha ancora risposto, Israele sarebbe intenzionato ad accettare la proposta di Trump, riferisce Channel 12. Il presidente statunitense ha dato un ultimatum ad Hamas: "Devono liberare tutti gli ostaggi o ci saranno delle conseguenze. Li ho avvertiti", ha scritto su Truth. "Tutti vogliono che gli ostaggi tornino a casa. Tutti vogliono che questa guerra finisca! Gli israeliani hanno accettato le mie condizioni. È ora che anche Hamas le accetti", aggiunto. "Ho avvertito Hamas delle conseguenze se rifiuta. Questo è il mio ultimo avvertimento, non ce ne sarà un altro!", ha minacciato Trump.

3 ore fa
Netanyahu: "stiamo intensificando l'attacco a Gaza City"
Israele non ha annunciato pubblicamente l'inizio di una grande offensiva per conquistare Gaza City, che il governo di Netanyahu ha approvato il mese scorso, ma le truppe hanno intensificato i bombardamenti e le operazioni nell'area per settimane.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato che l'esercito sta "intensificando" l'attacco a Gaza City e nei dintorni. "Stiamo intensificando le manovre alla periferia di Gaza City e all'interno di Gaza City stessa", ha detto Netanyahu ai ministri all'inizio di una riunione di gabinetto, secondo un video condiviso dal suo ufficio.

L'inizio di una grande offensiva

Israele non ha annunciato pubblicamente l'inizio di una grande offensiva per conquistare Gaza City, che il governo di Netanyahu ha approvato il mese scorso, ma le truppe hanno intensificato i bombardamenti e le operazioni nell'area per settimane. "Stiamo distruggendo le infrastrutture terroristiche, stiamo demolendo le torri del terrore identificate", ha detto Netanyahu. "Circa 100 mila persone hanno lasciato Gaza City. Hamas sta cercando di fare di tutto per impedirglielo e trattenerle lì come scudi umani", ha detto ancora, citato dal Times of Israel.

un giorno fa
L'Idf spiana le torri a Gaza City
Abbattuta la torre Al-Sussi di 15 piani. Per Israele c'erano postazioni di osservazione per monitorare le truppe israeliane. Per Hamas l'edificio ospitava civili.

"Continuiamo". È sintetizzata in un'unica parola di Israel Katz, l'intenzione di Israele di portare avanti la conquista di Gaza City radendola al suolo, un grattacielo dopo l'altro. Il ministro della Difesa israeliano ha accompagnato il messaggio a un video, che mostra il bombardamento dell'Idf che ha polverizzato la torre Al-Sussi di 15 piani. "Lì i terroristi avevano allestito postazioni di osservazione per monitorare le forze israeliane", è l'accusa dell'esercito, rispedita al mittente dalle autorità governative di Hamas, secondo cui l'edificio ospitava solo civili.

I palestinesi costretti a fuggire o morire

La scelta per la popolazione rimane la stessa degli ultimi 23 mesi: scappare, come ordinato ancora una volta dalle forze israeliane, e raggiungere le cosiddette "zone umanitarie" nel sud della Striscia, oppure restare e morire. E allungare la scia di sangue che ormai sfiora i 70 mila morti dall'inizio della guerra, di cui almeno 20'000 sono bambini, secondo Save the Children che cita il conteggio del governo di Hamas.

Un bimbo morto ogni ora

Secondo l'ong, almeno un bimbo è morto ogni ora dall'inizio della guerra. Dei 20 mila "uccisi dalle forze israeliane", almeno 1009 avevano meno di un anno, e quasi la metà (450) di questi neonati è nata durate la guerra e a causa di essa è stata uccisa. Sono almeno 42'011 i bambini feriti, mentre secondo l'Onu almeno 21'000 i piccoli rimasti invalidi a vita. 

L'invito a spostarsi nella zona umanitaria

"Ai residenti di Gaza City diciamo di approfittare di questa opportunità per trasferirvi senza indugio nella zona umanitaria e unirvi alle migliaia di persone che vi si sono già recate", ha ribadito nelle scorse ore il portavoce dell'esercito Avihai Adraee. Ma nonostante siano state dichiarate zone sicure, quelle di Al-Mawasi e di Khan Yunis restano aree bombardate dalle forze israeliane, con decine di morti registrati ogni giorno.

Una soluzione diplomatica al conflitto ancora lontana

L'unica speranza di sopravvivere per la popolazione civile è riposta in una soluzione diplomatica al conflitto che tuttavia resta lontana. Hamas si è detto pronto a un accordo globale per la fine della guerra e il rilascio di tutti gli ostaggi (secondo i media arabi avrebbe inviato una sua delegazione al Cairo per nuovi incontri), una posizione accolta con scetticismo dal governo di Netanyahu che non ha alcuna intenzione di fermare le operazioni militari per estirpare con la forza i miliziani dalla Striscia. Venerdì alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha tuttavia rivelato che i negoziati con il gruppo palestinese "sono in fase molto avanzata": "Abbiamo detto loro di lasciare uscire tutti gli ostaggi subito". Altrimenti, "se la vedranno brutta, sarà orribile", ha minacciato il tycoon.

Gli ostaggi

Dei 251 israeliani rapiti durante l'attacco del 7 ottobre 2023, 47 si trovano ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Di questi, si ritiene che almeno 25 siano morti. Ma secondo Trump, il numero potrebbe essere ancora più alto: "Credo che alcuni siano deceduti di recente, almeno da quello che ho sentito. Spero che non sia vero", ha detto il presidente americano.

Sabato di protesta contro il governo israeliano

Parole che tagliano come coltelli, per le famiglie degli ostaggi scese in piazza insieme a migliaia di persone a Gerusalemme e in tutto Israele per l'ennesimo sabato di protesta contro il governo, per chiedere un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione dei rapiti dopo oltre 700 giorni di prigionia. Secondo Merav Svirsky, sorella dell'ostaggio ucciso Itay Svirsky, una "bandiera nera" sventola sulla pianificata conquista di Gaza City: "Il governo israeliano prepara il terreno per il prossimo omicidio di ostaggi", ha tuonato. "Questa non è teoria, è un avvertimento reale".

2 giorni fa
La Finlandia valuta di riconoscere lo Stato palestinese
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La Finlandia firmerà una dichiarazione franco-saudita sulla soluzione a due Stati tra israeliani e palestinesi, ma non ha annunciato una data per il riconoscimento dello Stato palestinese.

"Il processo guidato da Francia e Arabia Saudita rappresenta lo sforzo internazionale più significativo degli ultimi anni per creare le condizioni per una soluzione a due Stati", ha scritto la ministra degli esteri Elina Valtonen sulla rete sociale X. Il governo di coalizione di destra finlandese è diviso sulla questione del riconoscimento dello Stato palestinese, con il Partito dei finlandesi, di estrema destra, e i cristiano-democratici entrambi contrari. "La Finlandia si impegna a riconoscere lo Stato di Palestina in futuro", ha dichiarato Valtonen ai giornalisti, senza fornire dettagli su una possibile data. Il presidente finlandese Alexander Stubb ha annunciato all'inizio di agosto di essere pronto a riconoscere lo Stato palestinese se il governo gli avesse presentato una proposta. Il capo dello Stato ha poteri limitati, ma coordina la politica estera in stretta collaborazione con il governo. Numerosi paesi, tra cui Francia e Gran Bretagna, si sono impegnati a riconoscere lo Stato palestinese a margine dell'80esima Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre. L'adozione della dichiarazione franco-saudita è "coerente con la relazione del governo finlandese sulla politica estera e di sicurezza nazionale, approvata all'unanimità dal parlamento", ha affermato Valtonen.

2 giorni fa
Libano, al via riunione del governo per il disarmo di Hezbollah
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Gli Stati Uniti e Israele chiedono con insistenza il disarmo di Hezbollah, che invece condiziona ogni concessione in tal senso alla fine dell'occupazione militare israeliana nel sud del paese dei cedri e alla cessazione dei quotidiani bombardamenti aerei dello Stato ebraico.

È cominciata a Beirut la tanto attesa riunione del consiglio dei ministri libanese per discutere delle modalità del disarmo di Hezbollah, l'organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista fortemente indebolita dopo l'ultima guerra con Israele. Gli Stati Uniti e Israele chiedono con insistenza il disarmo di Hezbollah, che invece condiziona ogni concessione in tal senso alla fine dell'occupazione militare israeliana nel sud del paese dei cedri e alla cessazione dei quotidiani bombardamenti aerei dello Stato ebraico. I media libanesi riportano oggi che nel quadro delle complesse trattative politiche è emersa una formula di compromesso volta a superare le tensioni interne e a permettere l'approvazione solo formale del piano di disarmo.

Piano preparato

La soluzione elaborata prevede che il comandante dell'esercito, il generale Rodolphe Haykal, esponga oggi, durante il consiglio dei ministri, il piano preparato dall'istituzione militare. Questo documento, che ribadisce l'esclusività delle armi in mano allo Stato, come stabilito nella precedente riunione governativa del 5 agosto, non sarà sottoposto a una votazione formale. Secondo questa ipotesi, il ruolo del governo, di cui fanno parte anche ministri sciiti, alcuni dei quali considerati vicini a Hezbollah, si limiterà oggi a prendere atto di quanto presentato, per poi emanare una decisione ufficiale che loderà l'iniziativa dell'esercito e riconoscerà il valore delle misure intraprese per rafforzare l'autorità statale. Questo meccanismo permetterebbe all'esecutivo di accogliere il piano senza la necessità di adottare una nuova delibera o di esprimersi tramite un voto. Per quanto riguarda il piano dell'esercito libanese le informazioni circolate sulla stampa parlano di un'attuazione estesa su un periodo di quindici mesi, e non di tre o quattro mesi come richiesto invece dagli Stati Uniti. Inoltre, l'attuazione del piano sarebbe condizionata dal ritiro di Israele dal sud del Libano.

Severo avvertimento da Washington

Dal canto loro, media statunitensi affermano che Washington ha lanciato un severo avvertimento alle autorità libanesi alla vigilia dell'incontro, sottolineando come il tempo a disposizione per avviare azioni concrete volte al disarmo di Hezbollah stia per scadere. Il quotidiano The New York Times riporta che l'amministrazione del presidente Donald Trump ha insistito sul fatto che ulteriori ritardi potrebbero compromettere il sostegno finanziario degli Stati Uniti e dei paesi del Golfo o, persino, innescare una nuova offensiva militare da parte di Israele, considerata la minaccia più allarmante. Washington avverte infatti che Israele potrebbe ricorrere a un'operazione militare per "portare a termine la missione" in Libano.

4 giorni fa
L'Eurocamera verso il voto sulla risoluzione a Gaza
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I principali gruppi della maggioranza Ue - Socialisti, Liberali e Popolari - avrebbero trovato un accordo su un titolo di massima che richiama la "crisi umanitaria", "il rilascio degli ostaggi" e l'obiettivo dei "due popoli e due Stati".

La plenaria dell'Eurocamera, in programma la prossima settimana a Strasburgo, dovrebbe calendarizzare, per la prima volta dall'inizio delle operazioni militari dell'Idf, un voto su una risoluzione relativa alla situazione a Gaza. Lo apprende l'ANSA da fonti parlamentari. I principali gruppi della maggioranza Ue - Socialisti, Liberali e Popolari - avrebbero trovato un accordo su un titolo di massima che richiama la "crisi umanitaria", "il rilascio degli ostaggi" e l'obiettivo dei "due popoli e due Stati". L'accordo era mancato sino ad oggi: l'aula ha affrontato diversi dibattiti su Gaza senza però mai votare una risoluzione.

5 giorni fa
Israele, abbattuto il missile balistico lanciato dagli Houthi
Ieri e nei giorni scorsi, missili e droni lanciati dallo Yemen sono stati intercettati prima di raggiungere il territorio israeliano.

L'esercito israeliano rende noto che le difese aeree hanno intercettato il missile balistico lanciato dagli Houthi, dal territorio dello Yemen, contro Israele. Per la prima volta dopo l'attacco dell'esercito a Sanaa che ha ucciso il premier degli Houthi e diversi ministri, le sirene sono state attivate a Tel Aviv e in diverse aree nel centro del Paese. Ieri e nei giorni scorsi, missili e droni lanciati dallo Yemen sono stati intercettati prima di raggiungere il territorio israeliano.

5 giorni fa
Il Capo dell'Idf: "Non accettiamo nulla di meno della sconfitta di Hamas"
© Wikipedia - IDF Spokesperson's Unit
© Wikipedia - IDF Spokesperson's Unit
"Non fermeremo la guerra finché non sconfiggeremo questo nemico", ha affermato.

Il capo di stato maggiore dell'Idf Eyal Zamir, ha dichiarato oggi ai riservisti in servizio che l'esercito non accetterà nulla di meno della completa sconfitta di Hamas. "Non fermeremo la guerra finché non sconfiggeremo questo nemico", ha affermato, sottolineando: "Abbiamo già iniziato la manovra a Gaza city. Stiamo già entrando in luoghi in cui non siamo mai entrati prima e stiamo operando lì con coraggio, forza, valore e uno spirito straordinario". Nel suo intervento, Zamir ha sottolineato le vaste operazioni condotte contro Hamas: "li stiamo colpendo, smantellando, sconfiggendo e prevalendo su di loro. Operiamo in tutto il Medio Oriente", ha affermato, "Hamas non avrà alcun posto dove nascondersi da noi. Ovunque li troviamo, che siano figure di spicco o di basso rango, li colpiamo tutti, sempre". La giornata di oggi segna la prima fase per la conquista pianificata di Gaza City, con la chiamata di decine di migliaia di riservisti . Rispetto alle precedenti chiamate, questa volta un numero maggiore di riservisti è riluttante a presentarsi in servizio per motivi personali o finanziari.

Le critiche di Macron

Inanto, il presidente francese Emmanuel Macron ha criticato "la decisione degli Stati Uniti di non concedere visti ai funzionari palestinesi". Macron ha chiesto che "questa misura venga revocata e che la rappresentanza palestinese sia consentita in conformità con gli accordi" relativi alla sede dell'ONU. Macron, nel post, ha spiegato di aver parlato con il principe ereditario saudita con il quale copresiederà la Conferenza per la soluzione a due stati sulla Palestina, a New York il 22 settembre. "Il nostro obiettivo - continua Macron - è quello di riunire il più ampio contributo internazionale alla soluzione dei due Stati, l'unica soluzione in grado di soddisfare le legittime aspirazioni di israeliani e palestinesi. Ciò comporterà l'attuazione di un cessate il fuoco permanente, il rilascio di tutti gli ostaggi, la consegna massiccia di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza e l'invio di una missione di stabilizzazione a Gaza. Stiamo anche lavorando per garantire che il giorno dopo Hamas venga disarmato ed escluso da qualsiasi governo di Gaza, che l'Autorità Nazionale Palestinese venga riformata e rafforzata e che la Striscia di Gaza venga completamente ricostruita". "Nessuna offensiva, nessun tentativo di annessione o spostamento di popolazioni - continua il presidente francese - fermerà lo slancio al quale abbiamo dato vita con il Principe ereditario e al quale molti partner hanno già aderito. Ci vediamo a New York il 22 settembre. Insieme, facciamo sì che questa Conferenza sulla soluzione dei due Stati rappresenti un punto di svolta decisivo per la pace e la sicurezza di tutti nella regione".

Le dichiarazioni USA

Anche l'ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee ha dichiarato a Channel 12 di aver detto ai funzionari israeliani che l'amministrazione Trump è preoccupata per il collasso economico dell'Autorità nazionale palestinese in Cisgiordania, che potrebbe portare a un'escalation della sicurezza. "Se l'economia palestinese crolla completamente, non sarà una vittoria per nessuno. Porterà a un'escalation e a una crescente disperazione. Le persone disperate fanno cose disperate", ha detto Huckabee. Negli ultimi quattro mesi il ministro di ultradestra delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha adottato misure per strangolare economicamente l'Anp, in particolare bloccando il trasferimento di 500 milioni di dollari di tasse che Israele riscuote per suo conto. Questa somma si aggiunge agli ulteriori 2,5 miliardi di dollari di tasse palestinesi che Israele ha trattenuto negli ultimi anni. Smotrich ha anche deciso di disconnettere le banche palestinesi dal sistema finanziario israeliano, una decisione che per entrare in vigore deve ancora ottenere l'approvazione del gabinetto di sicurezza. Un crollo dell'economia e del sistema bancario palestinese potrebbe far crollare l'Anp, creare un vuoto di governo che spingerebbe la Cisgiordania nel caos e aggraverebbe il conflitto.

5 giorni fa
Netanyahu valuta una commissione d'inchiesta sul 7 ottobre
Lo riferisce la stampa israeliana.

Quasi due anni dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu sta esaminando la possibilità di istituire una commissione d'inchiesta governativa con poteri simili a quelli di una commissione d'inchiesta statale sugli errori di intelligence che hanno consentito il massacro. Lo riferisce la stampa israeliana.

La commissione

La commissione dovrebbe avere cinque membri, e il premier ha già preso in considerazione alcuni nomi, tra cui un giudice distrettuale in pensione e un generale riservista vicino alla destra. Secondo fonti governative, la scelta di questa formula nasce dal timore che, in caso di sconfitta elettorale, venga istituita una commissione d'inchiesta statale che sfuggirebbe al controllo dell'attuale esecutivo. Nella coalizione prevale la diffidenza verso il presidente della Corte suprema, Isaac Amit, che avrebbe l'autorità di nominare i membri di un'eventuale commissione statale. Il rischio per il governo è che la Corte suprema annulli la decisione, sostenendo che un fallimento di tale portata impone necessariamente una commissione d'inchiesta statale. Un precedente è quello del 2006, quando l'allora premier Ehud Olmert istituì la commissione Winograd dopo la seconda guerra del Libano.

Reazione dell'opposizione

L'opposizione ha reagito duramente. Yair Lapid ha affermato che "non c'è alternativa a una commissione d'inchiesta statale, il più grave fallimento della sicurezza nella storia del Paese richiede responsabilità". Anche Benny Gantz ha ribadito che "gli indagati non possono nominare i loro investigatori". Gadi Eisenkot ha parlato di "tentativo di insabbiamento", mentre Avigdor Lieberman ha accusato Netanyahu di voler creare una commissione politica per evitare la verità. Le famiglie del forum "Consiglio Ottobre" hanno definito la proposta "pericolosa", sostenendo che solo una commissione indipendente e statale potrà garantire la trasparenza e impedire tragedie future.

5 giorni fa
Stato palestinese, Ben Gvir: "europei sperimenteranno il terrore"
Il ministro israeliano Itamar Ben-Gvir condanna la decisione del Belgio di riconoscere lo Stato Palestinese.

Il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben-Gvir ha condannato la decisione del Belgio di riconoscere uno Stato palestinese alle Nazioni Unite. "I paesi europei che si abbandonano all'ingenuità e si arrendono alle manipolazioni di Hamas - ha affermato il ministro Ben Gvir - finiranno per sperimentare il terrore in prima persona. Qui in Israele, c'era chi un tempo credeva a tali illusioni, e il risultato sono stati stupri, omicidi e massacri. Invece di premiare il terrore, il mondo libero deve unirsi contro di esso".

6 giorni fa
Il Belgio riconoscerà lo Stato di Palestina all'assemblea Onu
Lo ha annunciato il ministro degli esteri belga Maxime Prevot.

Il Belgio riconoscerà lo Stato di Palestina all'Assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre. Lo ha annunciato il ministro degli esteri belga Maxime Prevot. "La Palestina sarà riconosciuta dal Belgio alla sessione dell'ONU! E sanzioni severe verranno imposte al governo israeliano", ha scritto Prevot su X.

L'idea partita dalla Francia

A fine luglio il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che Parigi riconoscerà lo Stato di Palestina all'assemblea dell'ONU che si terrà dal 9 al 23 settembre a New York. In seguito a ciò più di una decina di paesi occidentali hanno invitato altre nazioni in tutto il mondo a fare lo stesso.

7 giorni fa
Un altro bambino morto di fame a Gaza
Il numero di decessi per malnutrizione sale a 333, inclusi 125 bambini. Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa che cita fonti mediche.

Un altro bambino è morto di fame e malnutrizione a Gaza, a causa del blocco israeliano in corso nella regione, portando il numero totale di decessi per malnutrizione a 333, inclusi 125 bambini. Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa che cita fonti mediche.

Una crisi che continua a peggiorare

La crisi umanitaria a Gaza continua a peggiorare a causa del blocco in corso e della conseguente carenza di cibo e forniture mediche, scrive ancora Wafa. L'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione (Unrwa) ha avvertito che la malnutrizione tra i bambini sotto i 5 anni è raddoppiata tra marzo e giugno a causa del blocco.

8 giorni fa
"Nessuna possibilità di una tregua temporanea"
È quanto affermato dal Ministro israeliano della Cultura e dello Sport, Miki Zohar, a Channel 12. "Israele ha deciso che un accordo parziale non è all'ordine del giorno".

Il Ministro israeliano della Cultura e dello Sport, Miki Zohar, ha detto a Channel 12 che un accordo di cessate il fuoco temporaneo per il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza "non è all'ordine del giorno", in vista della riunione di gabinetto odierna. "C'è una chiara decisione dello Stato di Israele, e a mio parere potrebbe essere espressa in modo più chiaro nei prossimi giorni: solo un accordo completo", ha detto Zohar ieri sera a Channel 12. "Non c'è più la possibilità di un accordo parziale. Israele ha deciso che un accordo parziale non è all'ordine del giorno. L'unica cosa all'ordine del giorno è porre fine alla guerra - ha aggiunto Zohar -, insieme, ovviamente, al rientro di tutti gli ostaggi e alla smilitarizzazione della Striscia".

Un'offerta di tregua rimasta senza seguito

Le dichiarazioni di Zohar giungono due settimane dopo che Hamas ha dichiarato di aver accettato le linee generali di un accordo di cessate il fuoco di 60 giorni che vedrebbe il rilascio di 10 prigionieri israeliani ancora vivi, dei 48 ostaggi ancora detenuti da gruppi terroristici a Gaza, almeno 20 dei quali Israele ritiene siano ancora vivi. Il governo non ha fornito una risposta a tale offerta di cessate il fuoco e ha portato avanti i suoi piani per conquistare Gaza City. Non era comunque previsto che prendesse in considerazione l'accordo nella riunione di oggi.

8 giorni fa
Madre di un ostaggio vuole citare in giudizio Netanyahu per "omicidio"
"Netanyahu, se il mio Matan torna in una bara (...), mi assicurerò personalmente che tu venga accusato di omicidio", ha dichiarato Einav Zangauker, madre del ragazzo rapito il 7 ottobre 2023.

La madre di un ostaggio israeliano detenuto nella Striscia di Gaza da quasi 23 mesi ha minacciato il premier, Benyamin Netanyahu, di intentare una causa per "omicidio" se suo figlio non verrà rilasciato vivo. "Netanyahu, se il mio Matan torna in una bara (...), mi assicurerò personalmente che tu venga accusato di omicidio", ha dichiarato Einav Zangauker, figura di spicco dell'Hostage Families Forum di Tel Aviv, prima di una manifestazione che chiedeva il loro rilascio.

Il rapimento di due anni fa

Matan Zangauker è stato rapito il 7 ottobre 2023, insieme ad altre 200 persone, durante l'attacco senza precedenti del movimento islamista Hamas nel sud di Israele, che ha innescato la guerra a Gaza. "Se Netanyahu sceglie di occupare la Striscia di Gaza invece di accettare l'accordo (di tregua) attualmente proposto, equivarrà a giustiziare i nostri ostaggi e i nostri cari soldati", ha aggiunto durante una conferenza stampa fuori dal ministero della Difesa. Non lontano dall'edificio, migliaia di manifestanti chiedevano il rilascio degli ostaggi e la fine della guerra a Gaza.

I superstiti delle 251 persone rapite

Delle 251 persone rapite il 7 ottobre, 47 rimangono a Gaza, di cui circa 20 presumibilmente vive. Le rappresaglie militari israeliane hanno causato almeno 63.371 morti nella Striscia di Gaza, per lo più civili, secondo i dati del ministero della Sanità di Hamas, ritenuti affidabili dalle Nazioni Unite.

8 giorni fa
Al Jazeera, pesanti bombardamenti a Gaza City e in Striscia
Secondo l'emittente sono in corso bombardamenti di artiglieria fin dalle prime ore del mattino.

Secondo fonti di Al Jazeera, nel quartiere Zeitoun di Gaza City sono in corso, fin dalle prime ore del mattino, pesantissimi bombardamenti di artiglieria. Fonti locali hanno riferito che 11 persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano su un panificio nel quartiere di Nasser, a ovest di Gaza City. Pesanti bombardamenti in tutta la Striscia con un bilancio di 44 morti. Nella parte centrale, almeno cinque persone, tra cui due bambini, sono state uccise in un attacco israeliano a un'abitazione nel campo profughi di Nuseirat. Almeno 15 persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie.

8 giorni fa
Per i media israeliani l'evacuazione da Gaza City va a rilento
Stando alle valutazioni della sicurezza israeliana, solo 10mila abitanti di Gaza hanno lasciato la città.

Secondo le valutazioni della sicurezza israeliana, finora circa 10'000 abitanti di Gaza hanno lasciato la città, su un totale di 800mila-un milione di residenti: i preparativi per la conquista della Striscia non avanzano al ritmo previsto, e lo sgombero della popolazione richiede più tempo, riferiscono i media.

Meno aiuti nei prossimi giorni in alcune aree della Striscia

Un funzionario israeliano ha parlato in forma anonima con l'Associated Press spiegando che Israele interromperà i lanci aerei di aiuti su Gaza City nei prossimi giorni e ridurrà l'arrivo di camion nella parte settentrionale della Striscia. Una fonte di alto livello della sicurezza di Gerusalemme ha spiegato che gli aiuti non saranno interrotti nella città di Gaza. Al momento non è chiaro quando inizierà la riduzione degli aiuti in alcune aree della Striscia settentrionale e quando i lanci aerei cesseranno completamente.

L'invito a fuggire verso sud

L'esercito israeliano (Idf) non ha ancora risposto alla richiesta di commenti sui lanci aerei o sulle modalità con cui avrebbe fornito aiuti ai palestinesi mentre Israele intensifica la sua offensiva. Ieri, il portavoce dell'Idf Avichay Adraee ha esortato i palestinesi a fuggire verso sud, definendo l'evacuazione "inevitabile", dopo che Israele ha dichiarato la città di Gaza zona di combattimento, definendola una roccaforte di Hamas e affermando che una rete di tunnel rimane in uso nonostante i numerosi raid effettuati nella zona nel corso dei quasi 23 mesi di guerra. Il gabinetto politico-sicurezza si riunirà domani sera per discutere i piani militari nella Striscia.

8 giorni fa
Si intensificano gli attacchi a Gaza City
L'esercito israeliano ha colpito diverse aree della Striscia, causando l'uccisione di diverse persone.

L'esercito israeliano ha intensificato gli attacchi contro diverse aree della Striscia di Gaza, in particolare Gaza City, causando l'uccisione di diverse persone e il ferimento di decine di persone, tra cui donne e bambini, secondo quanto riportato dai media arabi tra cui Wafa e Al Jazeera.

Ordinata l'evacuazione per un milione di palestinesi

Intanto, a quasi un milione di palestinesi è stato ordinato di spostarsi verso sud. Colpite strade e case, gli sfollati marciano tra le macerie. Gli attacchi aerei stanno prendendo di mira quartieri densamente popolati, sottoposti da giorno a continui bombardamenti israeliani.

Gli attacchi

Ieri sera, pesanti fumogeni sono stati lanciati sulla parte occidentale di Gaza City, provocando malori tra i residenti, riporta la Wafa. I caccia hanno anche lanciato diversi raid nel quartiere di Sabra, a sud di Gaza City, in concomitanza con il lancio di droni nell'area di Third Street, nel quartiere di Sheikh Radwan, a nord-ovest della città. Le forze di occupazione hanno anche circondato il quartiere di Zeitoun, a est di Gaza City.

Israele ha poi continuato a bombardare edifici residenziali a Jabalia al-Nazla, a nord della Striscia di Gaza, "utilizzando robot dotati di trappole esplosive per distruggere le abitazioni civili", sostengono i media arabi. Le forze israeliane hanno sparato con mitragliatrici verso la parte orientale di Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale, mentre i caccia israeliani hanno bombardato una casa nella zona di al-Karama, a nord-ovest di Gaza City, uccidendo una donna e suo figlio e ferendo altre persone. Bombardamenti si sono registrati sui campi profughi di Al Nuseirat e Khan Younis, e perfino nella zona di Mawasi a Rafah, dovre sarebbero diretti gli sfollati.

8 persone uccise e 40 feriti

L'ospedale Al-Awda di Gaza City ha riferito di aver ricevuto otto palestinesi uccisi, tra cui tre bambini, e 40 feriti, tra cui nove donne, nelle ultime 24 ore, a seguito di un attacco delle forze israeliane presso un punto di distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza centrale.

9 giorni fa
Guerra a Gaza City, Trump chiude l'Onu ai palestinesi
Le forze israeliane hanno avviato le prime fasi dell'attacco contro Gaza City, mentre Trump ha revocato i visti ai palestinesi in vista dell'Assemblea Onu.

L'attacco è iniziato: le forze israeliane hanno dichiarato Gaza City 'zona di guerra' e avviato le operazioni militari, scatenando l'ira di Hamas che promette "un bagno di sangue" per i soldati dello Stato Ebraico. Sulla testa dei palestinesi piove poi la bomba diplomatica lanciata dagli americani, che hanno deciso di revocare i visti ai rappresentanti dell'Autorità nazionale palestinese, compreso il presidente Abu Mazen, chiudendogli la porta in faccia alla vigilia della prossima Assemblea Onu.

Iniziato l'attacco contro Gaza City

"In conformità con la valutazione della situazione e le direttive del livello politico, a partire da oggi, alle ore 10.00, la pausa tattica locale delle attività militari (per la distribuzione degli aiuti) non si applicherà all'area di Gaza City, che costituisce una pericolosa zona di combattimento", ha annunciato in mattinata l'esercito israeliano. Poche ore dopo, il portavoce Avichay Adraee precisava che "non stiamo aspettando, abbiamo iniziato le prime fasi dell'attacco contro Gaza City", mentre negli stessi minuti i corrispondenti di al Jazeera in città riferivano di "migliaia di sfollati in fuga sotto un cielo oscurato dal fumo dei bombardamenti". L'Idf sta infatti pesantemente martellando le periferie dove opera "con grande forza".

La replica di Hamas

Il piano di occupazione di Israele della Striscia di Gaza "avrà un effetto devastante sulla sua leadership militare e politica", e "l'esercito nemico pagherà il prezzo con il bagno di sangue dei suoi soldati", ha minacciato Abu Obeida, portavoce del braccio armato di Hamas, le brigate Qassam. Gli ostaggi "corrono gli stessi rischi dei combattenti palestinesi", ha aggiunto sinistramente in un messaggio in cui avverte che "se moriranno la responsabilità sarà del governo israeliano".

Recuperato il cadavere di un ostaggio

I militari israeliani, che rivendicano l'uccisione del presunto leader dell'Isis nella Striscia, assieme agli operativi dello Shin Bet hanno recuperato il cadavere dell'ostaggio Ilan Weiss, 56enne ucciso alle prime ore del 7 ottobre di due anni fa nel corso dell'attacco al Kibbutz Beeri. La moglie Shiri e la figlia Noga, rapite da Hamas, sono state liberate nell'ambito dell'accordo del novembre 2023. I resti di un altro cadavere, probabilmente un altro ostaggio, sono in corso di identificazione.

La Casa Bianca chiude la porta dell'Onu all'Anp

Mentre a Gaza si continua incessantemente a morire, il bilancio delle vittime ha sfondato il tetto dei 63mila palestinesi uccisi, compresi oltre 300 a causa della fame, la Casa Bianca con una mossa a sorpresa chiude la porta dell'Onu all'Anp. Il segretario di Stato Marco Rubio ha annunciato la revoca dei visti ai membri dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) e dell'Autorità Palestinese (Anp) in vista dell'imminente Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Le due organizzazioni, recita la nota del Dipartimento di Stato Usa, "devono ripudiare sistematicamente il terrorismo - incluso il massacro del 7 ottobre - e porre fine all'incitamento al terrorismo nell'istruzione". I suoi rappresentanti devono poi "porre fine ai tentativi di aggirare i negoziati attraverso campagne internazionali, inclusi appelli alla Cpi, e sforzi per ottenere il riconoscimento unilaterale di un ipotetico Stato palestinese". Richiesta, quest'ultima, che suona beffarda per i responsabili palestinesi con base a Ramallah. "La decisione Usa sui visti è illegale", tuona il presidente dell'Anp Abu Mazen.

11 giorni fa
Vertice alla Casa Bianca per studiare un piano per il dopoguerra a Gaza
Tra i partecipanti Jared Kushner, ex consigliere presidenziale del tycoon, e Tony Blair, ex premier britannico, considerati gli artefici del piano per il "day after" a Gaza.

Vertice dietro le quinte alla Casa Bianca per aumentare gli aiuti a Gaza contro la carestia e discutere un piano per il dopoguerra. La mossa arriva mentre nella Striscia si continua a morire per fame o per gli attacchi dell'Idf, che alla periferia di Gaza City sta preparando l'offensiva per conquistare la città più grande del territorio palestinese, ritenendo "inevitabile" la sua evacuazione.

Chi partecipa al summit

I partecipanti al summit, presieduto da Donald Trump, sono dirigenti americani e israeliani, con un incontro anche tra il segretario di Stato, Marco Rubio, e il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar. Ma tutti gli occhi sono stati puntati su Jared Kushner, il genero ed ex consigliere presidenziale del tycoon che aveva la delega per il Medio Oriente, e Tony Blair, ex premier britannico ed ex inviato del Quartetto europeo per la stessa regione. Sono loro, secondo uno scoop di Axios, i registi dell'operazione, gli artefici del piano per il "day after" a Gaza. Un piano indispensabile per qualsiasi iniziativa diplomatica volta a porre fine alla guerra, anche se ricostruire un'enclave completamente distrutta e progettare un'architettura politica e di sicurezza che tutte le parti possano accettare sarà incredibilmente difficile. Quello di Kushner e Blair si basa su alcune idee - non ancora trapelate - su come governare Gaza senza Hamas al potere.

Un piano per rimuovere Hamas dal potere

Un piano postbellico coordinato con la Casa Bianca potrebbe dare al premier israeliano Benjamin Netanyahu, ora sotto pressione dei manifestanti e della leadership militare, una copertura politica per accettare un cessate il fuoco, presentandolo al contempo come un accordo più completo per rimuovere Hamas dal potere. "È un piano molto completo che stiamo elaborando per il day after (a Gaza) e molte persone vedranno quanto è solido e quanto è ben intenzionato, come rifletta le motivazioni umanitarie del presidente Trump", ha assicurato Steve Witkoff. È stato proprio l'inviato di Trump a dare l'annuncio di un "grande incontro" alla Casa Bianca su Gaza in un'intervista a Fox News, dove ha detto che la guerra potrebbe concludersi entro la fine dell'anno. Witkoff, secondo Axios, sta discutendo con Kushner e Blair di un piano postbellico per Gaza da diversi mesi, dopo la controversa proposta del tycoon di farne una "Riviera del Medio Oriente".

Gli incontri negli scorsi mesi

Blair ha incontrato Witkoff alla Casa Bianca a luglio, lo stesso giorno in cui Netanyahu ha incontrato Trump. Diversi giorni dopo, Blair ha incontrato il presidente palestinese Mahmoud Abbas e lo ha informato sulle proposte per la fase post-guerra a Gaza e sui suoi colloqui a Washington. Anche Kushner era in Israele all'inizio di questo mese e ha incontrato Netanyahu per discutere della Striscia. Blair è vicino a Netanyahu e al suo più stretto consigliere Ron Dermer, responsabile della pianificazione postbellica di Israele. Da non dimenticare che Blair, Dermer e il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Abdullah bin Zayed hanno lavorato a un piano postbellico congiunto per Gaza durante l'amministrazione Biden. La precedente presidenza ha finito per incorporarne alcuni aspetti in un piano presentato pubblicamente dall'allora segretario di Stato Tony Blinken meno di una settimana prima di lasciare l'incarico. Obiettivo del vertice alla Casa Bianca anche gli aiuti umanitari: "Si tratta di ampliare il piano alimentare, la quantità, il metodo di distribuzione, il numero di persone che potrebbero essere assistite", ha dichiarato un funzionario statunitense, secondo cui le istruzioni di Trump sono "risolvete questo problema".

Carestia a Gaza

Nel frattempo all'ennesimo Consiglio di Sicurezza l'Onu denuncia che "oltre mezzo milione di persone attualmente soffrono la fame, l'indigenza e la morte a Gaza" e che "entro la fine di settembre questo numero potrebbe superare 640.000. Praticamente nessuno a Gaza è immune dalla fame: si prevede che almeno 132.000 bambini sotto i 5 anni soffriranno di malnutrizione acuta da qui alla metà del 2026". Secondo i media, almeno 51 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi dell'esercito israeliano nella Striscia dall'alba di mercoledì, mentre il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas afferma che 10 palestinesi, tra cui due bambini, sono morti nella Striscia a causa della "carestia e della malnutrizione" nelle ultime 24 ore.

11 giorni fa
Save the Children: "A Gaza c'è la carestia, è una politica deliberata"
La direttrice generale Inger Ashing denuncia la situazione precaria nella Strisca di Gaza. "Cliniche sopraffatte e i beni bloccati al confine".

"A Gaza la carestia è arrivata. Una carestia progettata, prevista, provocata dall'uomo. Mentre parliamo, i bambini di Gaza muoiono sistematicamente di fame. Questa è una politica deliberata. Questa è la fame come metodo di guerra nella sua forma più cruda". Inizia così la dichiarazione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di Inger Ashing, Direttrice Generale di Save the Children International, l'Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

Cliniche sopraffatte

"Le cliniche di Save the Children a Gaza sono sopraffatte dal bisogno, ogni panca è piena di bambini malnutriti e delle loro madri - ha detto ancora Ashing -. Ma sono silenziose. I bambini non hanno la forza di parlare o persino di gridare in agonia. Giacciono lì emaciati, letteralmente deperiti. I loro piccoli corpi sono sopraffatti dalla fame e dalle malattie. Le forniture mediche e nutrizionali specialistiche di cui hanno bisogno sono praticamente esaurite. Senza di esse, i bambini malnutriti moriranno".

Beni bloccati al confine

"A pochi chilometri di distanza, un mare di rifornimenti è pronto - ha proseguito la direttrice di Save the Children -. Migliaia e migliaia di camion carichi di beni salvavita. Tutti bloccati. Il governo israeliano potrebbe far finire questa carestia stanotte se scegliesse di porre fine al suo deliberato ostruzionismo e lasciare che gli operatori umanitari facciano il loro lavoro. Invece, ci sono segnalazioni di un'escalation dell'attività militare israeliana a Gaza City, di ulteriori attacchi agli ospedali, di ulteriori omicidi".

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