Estero
“Necessario aggiornare l’accordo sulla migrazione”
Foto Shutterstock
Foto Shutterstock
Keystone-ats
3 anni fa
La Turchia afferma la volontà di rimettere in questione l’accordo con l’Ue

Per la Turchia è “necessario aggiornare l’accordo sulla migrazione” trovato nel 2016 con l’Unione europea (Ue). Lo ha fatto sapere il ministro dell’Interno Suleyman Soylu durante una conferenza stampa congiunta con l’omologo austriaco Gerhard Karner in visita ad Ankara, trasmessa dalla Tv di Stato Trt.

“Il peso del patto è tutto sulle spalle della Turchia”
“Abbiamo bisogno di aggiornare gli accordi sulla migrazione, il memorandum del 18 marzo chiaramente non funziona ed è evidente che il peso di quel patto è tutto sulle spalle della Turchia” ha detto Soylu citando un accordo del 2016 secondo cui l’Ue finanzia la Turchia per la gestione dei migranti in cambio di un impegno da parte di Ankara a tenere chiuse le frontiere a coloro che tentano di entrare illegalmente in Europa.

Milioni di persone “catturate”
“L’aggiornamento di questo accordo sarà una realtà inevitabile del prossimo periodo perché negli ultimi 5 anni la repubblica di Turchia ha impedito l’ingresso nel Paese a 2 milioni e 700mila migranti irregolari e abbiamo anche catturato 1 milione e 300mila migranti irregolari all’interno del nostro territorio. Ospitiamo 3 milioni e 700mila siriani e circa 300mila migranti di altre etnie” ha aggiunto il ministro dell’Interno turco.

La tratta migratoria orientale
Dopo la chiusura della “rotta balcanica”, tratta migratoria che portava dal medio oriente (particolarmente la Siria) all’Unione Europea nel 2016, il flusso di migranti verso ovest è fortemente diminuito.
Nel 2020, la situazione è cambiata quando il presidente Erdogan ha annunciato di aver aperto le frontiere turche ai migranti intenzionati di raggiungere l’Europa. All’epoca, si speculò - come riporta il Post - che la decisione fosse dovuta all volontà turca di ottenere il supporto Nato per mantenere un avamposto in funzione anti-curda a Idlib. Inoltre, l’obiettivo era anche identificato nell’ottenimento di più soldi dall’Unione Europea.
Nel 2021, secondo il Concilio dell’Unione Europea, i migranti che hanno preso la rotta orientale sono ritornati a salire (20’567 arrivi contro i 19’681 del 2020. A meà 2022, il conteggio tocca già le 13’000 unità. Nel 2015 erano 885’000).

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata