
Forte reazione anche da parte di Mosca che smentisce, attraverso il suo ambasciatore a Roma Sergey Razov, l’ipotesi di una “minaccia nucleare” ventilata dal presidente degli Usa Joe Biden e Zelensky e apre un’inchiesta sulla possibilità che Kiev stia fabbricando armi biologiche. “Nessuna minaccia nucleare da parte di Mosca, ma riflessioni di scenari in caso di minacce per la sicurezza della Federazione Russa”, spiega Razov lasciando il palazzo di giustizia di Roma dove ha presentato una querela nei confronti di alcuni giornali italiani.
“Prima finisce e meglio è - afferma poi commentando l’andamento del conflitto. Sono in corso trattative con l’Ucraina e speriamo in esiti positivi”. Ma oggi da Mosca si fa sapere anche che dal 2014 il Comitato investigativo ha avviato oltre 500 procedimenti penali sugli eventi in Ucraina e nel Donbass, “con 180 persone ritenute responsabili, inclusi rappresentanti della leadership militare e politica dell’Ucraina”, come dichiara all’agenzia di stampa ufficiale russa Tass il presidente del comitato, Alexander Bastrykin.
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