Estero
Media indagano su migliaia di possibili evasori, anche in Svizzera
Redazione
12 anni fa

Media di tutto il mondo stanno indagando da mesi su migliaia di società e privati che hanno aperto società offshore per evadere il fisco. Fra questi vi sarebbero anche 300 privati e 70 società in Svizzera, una ventina di Banche fra cui UBS e Clariden (Credit Suisse), hanno annunciato oggi la "SonntagsZeitung" e "Le Matin Dimanche". I documenti pubblicati, denominati "Offshore Leaks" dai media di 46 paesi che partecipano all'inchiesta, contengono una quantità di informazioni superiore a tutte le fughe di dati bancari degli ultimi anni dalla Svizzera verso la Germania o la Francia, hanno sottolineato i due domenicali svizzeri. I documenti - contratti, fax, copie di passaporti, mail, corrispondenza bancaria - provengono da società specializzate nella costituzione di società offshore e riguardano in totale 122'000 società e trust, 12'000 intermediari finanziari e 130'000 privati. Secondo "Le Matin Dimanche" e la "SonntagsZeitung", che lavorano sui documenti da mesi, nella vicenda sarebbero implicate persone e società in tutta la Svizzera, Ticino compreso. I due giornali hanno pubblicato sui loro siti online una cartina geografica in cui sono localizzati tutti nomi citati negli Offshore Leaks. Fra questi UBS, Clariden, ex filiale di Credit Suisse poi integrata nella grande banca, una ventina di altre banche e numerosi intermediari finanziari. A livello inetrnazionale oltre un centinaio di migliaia di persone alla gogna per i rapporti oscuri con i paradisi fiscali dove transitano miliardi di euro ogni anno: paperoni, uomini d'affari, intermediari, società, banche, una schiera di prestanome, ma anche "gangster, trafficanti d'armi e uomini politici". Alle isole Cook l'Icij ha scovato anche una delle più ricche donne di Spagna, la baronessa Carmen Thyssen-Bornemisza, che "ha acquistato alcune opere d'arte, tra le quali il celebre 'Il mulino d'acqua a Gennep'" con i soldi di una società offshore. Ma, allo stato attuale, il nome più celebre a finire nelle maglie dell'inchiesta è quello del tesoriere della campagna elettorale di François Hollande, Jean-Jacques Augier, titolare di conti alle Cayman. "Hollande non ha nulla a che vedere, né da vicino né da lontano", ha cercato di minimizzare Augier. C'è poi la Russia, con i pezzi grossi di Gazprom e la moglie del vicepremier Igor Shuvalov, i ricchi commercianti indiani, pachistani, indonesiani. La magnate americana Denise Rich, nota per i suoi finanziamenti al partito democratico (Bill Clinton concesse la grazia al marito Marc, accusato tra l'altro di evasione fiscale). E ancora il premier georgiano Bidzina Ivanishvili, il presidente dell'Azerbaijan Ilham Aliyev e la sua famiglia, Maria Imelda Marcos Manotoc, figlia di Ferdinando e Imelda. Sotto inchiesta anche gli investimenti offshore della Grecia: 103 le società su cui ora Atene vuole fare luce. Tra queste anche quelle create da John Paul Papanicolaou, che nel 2000 acquistò il "Christina O", lo yacht di superlusso che ospitò John F. Kennedy, Marylin Monroe, Winston Churchill, Maria Callas, e dove, nel 1968, si celebrò il matrimonio tra il magnate Aristotele Onassis - allora proprietario dell'imbarcazione - e Jacqueline Kennedy, rimasta vedova dopo l'assassinio del presidente Usa, giusto 50 anni fa a Dallas. Ma se resta il mistero sulla morte di Jfk sembra che per i paradisi fiscali la verità sia oramai prossima. ATS

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