
Sergio Mattarella è stato riconfermato Presidente della Repubblica Italiana. Il raggiungimento del quorum di 505 voti ha formalizzato l’elezione di Mattarella, in seguito ad un’intesa tra le principali forze politiche che non è stato possibile raggiungere prima dell’ottava votazione.
In precedenza, l’unico ad aver svolto due mandati era stato Giorgio Napolitano. Mattarella, inizialmente poco propenso a rinnovare il suo mandato, ha preso atto della difficoltà dei leader politici ad accordarsi su un nuovo nome.
Alla fine dello spoglio dei voti il conteggio ha toccato le 759 schede favorevoli alla riconferma del Presidente uscente. Mattarella, come riportato da La7, è il presidente eletto con più voti solo dietro a Pertini (832 voti, pari all’82,3% di quelli a disposizione).
Il percorso
Sergio Mattarella è stato deputato tra il 1983 e il 2008, prima per la Democrazia Cristiana e poi per il Partito Popolare Italiano, la Margherita e il Partito Democratico. È stato ministro per i rapporti con il parlamento tra il 1987 e il 1989, ministro della pubblica istruzione tra 1989 e 1990, ministro della difesa tra 1999 e 2001, e giudice costituzionale tra 2011 e 2015. Nel 2015 era stato eletto alla presidenza della Repubblica quarto scrutinio con 665 voti. Il 3 febbraio dello stesso anno ha prestato giuramento, diventando il primo siciliano a ricoprire la carica.
Attraversò la crisi di governo del 2019, che avrebbe portato alla maggioranza Pd-M5s, poco mesi prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria. Lo scoppio della pandemia non impedì l’insorgere di una seconda crisi di governo, scaturita questa volta da Renzi e Italia viva. Per scongiurare l’eventualità di un ritorno alle urne in piena pandemia, è sempre il Presidente Mattarella a coinvolgere Mario Draghi nella formazione di un governo di unità nazionale preparato ad amministrare il Recovery Fund europeo.
Le reazioni dei leader europei
L’elezione di Mattarella viene accolta con rassicurazione dai leader dei paesi UE, salutata come la miglior soluzione possibile da quanti auspicavano stabilità e continuità nel Paese. La presenza di Mattarella e Draghi ha facilitato il cammino sulla strada della pianificazione del Piano di rilancio (Pnrr). E il Colle è sempre stato un punto di riferimento per l’Europa, che ha rassicurato anche quando ha facilitato l’individuazione di vie d’uscita alle tensioni con l’Ue, evitando crisi maggiori per le tensioni politiche interne (come durante il Governo gialloverde). Rispetto al Pnrr, si ragiona ancora tra le istituzioni a Bruxelles, il successo dell’Italia è fondamentale per tutta l’Europa. Nelle prossime settimane dovrebbe arrivare la risposta alla richiesta della prima vera tranche per l’Italia: entro febbraio la Commissione darà la sua opinione al comitato economico e finanziario (Cef), il braccio operativo dell’Ecofin che deve dare il via libera definitivo. E la soluzione trovata per il Quirinale è la massima garanzia che l’Italia può dare all’Europa.
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