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L'Onu istituisce la Giornata in memoria del genocidio di Srebrenica, ma scatta l'ira della Serbia
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Keystone-ats
24 giorni fa
La risoluzione è stata presentata da Germania e Ruanda, per osservare ogni anno il ricordo del genocidio del 1995. Il presidente serbo Vucic: "Il testo riaprirà vecchie ferite".

L'Assemblea Generale dell'Onu dichiara l'11 luglio la Giornata internazionale del ricordo del genocidio di Srebrenica, un'iniziativa sostenuta dalle principali potenze occidentali e fortemente osteggiata dalla Serbia e dai serbi bosniaci. La risoluzione, che ha ottenuto 84 voti a favore, 19 contrari e 68 astensioni, è stata presentata da Germania e Ruanda, per osservare ogni anno il ricordo del genocidio del 1995. Il testo condanna la negazione del massacro e l'esaltazione dei criminali di guerra, chiedendo che le restanti vittime siano trovate e identificate e che tutti i responsabili ancora in libertà siano assicurati alla giustizia.

Vucic: "Così riaprite vecchie ferite"

"La nostra iniziativa mira a onorare la memoria delle vittime e a sostenere i sopravvissuti che continuano a vivere con le cicatrici di quel momento", ha affermato l'ambasciatrice tedesca Antje Leendertse, ribadendo che il documento non è contro Belgrado. Il presidente serbo Aleksandar Vucic tuttavia, ha affermato che il testo è "altamente politicizzato" e non contribuirà alla riconciliazione in Bosnia e nella regione, ma piuttosto "riaprirà vecchie ferite. Le divisioni diventeranno sempre più profonde, la risoluzione causerà instabilità nella regione", ha detto in Assemblea Generale. I coautori del testo hanno aggiunto, su richiesta del Montenegro, una frase in cui si specifica che la colpa di alcuni individui non può essere attribuita "ad un gruppo etnico, religioso o di altro tipo nel suo insieme", ma questo non è bastato per compensare le preoccupazioni di Belgrado (che nega il genocidio). Anche la Russia ha criticato una risoluzione "provocatoria", che "minaccia la pace e la sicurezza" in Bosnia e in tutta la regione, come ha affermato l'ambasciatore all'Onu Vassily Nebenzia accusando gli occidentali di "serbofobia".

L'accordo sulla "dissociazione pacifica"

Intanto, il leader nazionalista serbo-bosniaco Milorad Dodik ha annunciato l'intenzione di proporre alla Federazione croato-musulmana, una delle due entità che compongono la Bosnia-Erzegovina, un accordo sulla "dissociazione pacifica" della Republika Srpska, l'altra entità del paese a maggioranza serba, della quale Dodik è presidente. Spiegando che il popolo serbo non può più vivere nelle attuali condizioni in Bosnia-Erzegovina.

Cosa è successo a Srebrenica

Il massacro di circa 8000 uomini e ragazzi bosniaci musulmani nel 1995, dopo che Srebrenica fu invasa dalle forze serbo-bosniache, ebbe luogo durante le guerre dei Balcani che seguirono la disintegrazione della Jugoslavia e fu considerata all'epoca la peggiore atrocità commessa in Europa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.

La Russia: "Il voto minaccia la pace e la sicurezza"

La Russia ha criticato la risoluzione dell'Onu che istituisce la Giornata internazionale in memoria del genocidio di Srebrenica, definendola "provocatoria" e affermando che "minaccia la pace e la sicurezza" in Bosnia e in tutta la regione. "Riteniamo del tutto illogico e immorale che i membri della Nato cancellino dalla storia le prove dei loro bombardamenti nella ex Jugoslavia nel 1995 e nel 1999, imputando tutta la responsabilità ai serbi", ha denunciato l'ambasciatore di Mosca all'Onu Vassily Nebenzia, accusando gli occidentali di "serbofobia".