Live Crisi in Medio Oriente
Hamas: "Pronti ad avviare subito dei negoziati sulla tregua"
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18 ore fa
Tutti gli aggiornamenti sulla situazione in Medio Oriente nel nostro live.
5 ore fa
Khamenei riappare in pubblico dopo fine guerra con Israele
La Guida Suprema iraniana ha partecipato oggi a una cerimonia religiosa a Teheran, secondo quanto riportato dai media statali.

La Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha partecipato oggi a una cerimonia religiosa a Teheran, secondo quanto riportato dai media statali. Si tratta della prima apparizione pubblica del leader iraniano dopo il cessate il fuoco con Israele del 24 giugno. Un video trasmesso dalla televisione di Stato mostra Ali Khamenei che saluta i fedeli in una moschea durante una cerimonia in occasione dell'anniversario del martirio dell'Imam Hussein, una data importante per i musulmani sciiti. L'ultima apparizione dell'ayatollah risale al 18 giugno, durante un discorso registrato durante la guerra contro Israele.

7 ore fa
Lascia l'incarico il portavoce del premier Netanyahu
È quanto annunciato dall'ufficio del primo ministro.

Lascia l'incarico il portavoce del primo ministro Omer Dostri: lo ha annunciato l'ufficio di Benyamin Netanyahu. Dostri "ha guidato il sistema di comunicazione e informazione dell'ufficio in uno dei periodi più turbolenti e complessi della storia dello Stato di Israele, segnato da una guerra multi-frontale e da sfide politiche, militari e pubbliche.

Il mandato in un periodo difficile

Durante il suo mandato, ha gestito la comunicazione di eventi chiave come la guerra contro Hamas nella Striscia di Gaza, i negoziati per la liberazione degli ostaggi, la campagna contro Hezbollah nel nord e il confronto con l'Iran", si legge nella nota. È stato inoltre responsabile della comunicazione di organismi di alto livello e sensibili, tra cui il Mossad, lo Shin Bet, il Consiglio per la Sicurezza Nazionale, la Commissione per l'Energia Atomica e la Segreteria di Governo.

14 ore fa
Tregua a Gaza, Israele prende tempo prima di rispondere ad Hamas
Lo ha affermato un funzionario governativo.

Israele ha affermato oggi di stare ancora riflettendo sulla sua risposta alla reazione positiva di Hamas all'ultima proposta di cessate il fuoco a Gaza, sponsorizzata dagli Stati Uniti. "Non è stata ancora presa alcuna decisione su questo tema", ha dichiarato all'AFP un funzionario governativo a condizione di mantenere l'anonimato, non essendo autorizzato a parlarne pubblicamente. Secondo quanto riportato dai media israeliani, il gabinetto di sicurezza israeliano si dovrebbe riunire oggi, dopo la fine dello Shabbat ebraico al tramonto. Israele si starebbe preparando a inviare una delegazione per colloqui, probabilmente entro domani a Doha.

Israele prende tempo

Channel 12 riferisce che il governo ha iniziato ad analizzare la risposta di Hamas e ritiene che potrebbero emergere "lacune" nelle posizioni dell'organizzazione che include richieste di modifiche su tre punti centrali: il meccanismo per l'assistenza umanitaria a Gaza, la posizione delle forze israeliane durante la tregua, e le garanzie internazionali che gli Stati Uniti e altri paesi forniranno fino alla fine delle ostilità. Israele, alla vigilia della partenza per Washington del premier Benyamin Netanyahu, sta valutando in che modo la risposta di Hamas corrisponda alle linee guida stabilite da Gerusalemme e se sia possibile raggiungere accordi.

La proposta

Secondo Hamas, la distribuzione degli aiuti umanitari dovrebbe tornare al modello precedente, ossia sotto la responsabilità esclusiva dell'ONU, della Mezzaluna Rossa e di altri enti internazionali, senza il coinvolgimento della società privata statunitense Gaza Humanitarian Foundation (GHF) sostenuta da USA e Israele. Sul piano militare, l'organizzazione fondamentalista esige che l'esercito israeliano si ritiri alle posizioni prese durante la precedente tregua, riducendo la sua presenza nelle aree densamente popolate. Secondo fonti palestinesi, Hamas sarebbe disposto ad accettare un ritiro parziale, purché discusso in sede negoziale.

Questione ostaggi

Intanto due comitati israeliani stanno attualmente raccogliendo informazioni sulle condizioni mediche degli ostaggi ancora vivi, nel tentativo di stabilire criteri di priorità in vista di un potenziale accordo per un cessate il fuoco graduale, riferiscono i media israeliani. Si tratta di un comitato del ministero della salute e di uno dell'intelligence militare dell'esercito, che stanno elaborando raccomandazioni da trasmettere alla squadra negoziale. I 20 ostaggi ancora in vita sarebbero tutti considerati "umanitari", ma l'obiettivo è determinare chi debba essere liberato per primo in base alla condizione fisica e mentale.

Cosa prevede l'accordo

L'accordo in discussione prevede il rilascio di 8 ostaggi vivi il primo giorno, altri 2 al cinquantesimo giorno e i rimanenti 10 una volta raggiunta un'intesa sui termini di un cessate il fuoco permanente, attesa entro i 60 giorni di tregua. Non è ancora chiaro se Hamas accetterà una lista israeliana come parte dell'accordo. Nell'intesa precedente Israele aveva fornito anticipatamente una lista di nomi all'organizzazione palestinese. Fonti diplomatiche arabe hanno dichiarato al quotidiano libanese "Al-Akhbar" che l'accordo appare ormai vicino, e potrebbe essere attuato rapidamente dopo la firma formale. Tuttavia, secondo gli stessi interlocutori, "le vere difficoltà emergeranno nella fase successiva", con la definizione del cosiddetto "giorno dopo": il destino delle armi a Gaza, la gestione civile della Striscia e le modalità di coordinamento umanitario. Israele, secondo la stampa araba, accetta la prosecuzione dei negoziati anche oltre la scadenza ufficiale.

18 ore fa
Hamas: "Pronti ad avviare subito dei negoziati sulla tregua"
Lo ha dichiarato ieri in tarda serata Hamas su X.

"Il movimento ha completato le consultazioni interne e con le fazioni e le forze palestinesi sull'ultima proposta dei mediatori per porre fine all'aggressione contro il nostro popolo a Gaza. Il movimento ha inviato una risposta positiva ai fratelli mediatori ed è pienamente pronto ad avviare immediatamente un ciclo di negoziati sul meccanismo per l'attuazione di questo quadro". Lo ha dichiarato ieri in tarda serata Hamas su X. Una fonte israeliana ha confermato a Ynet che Israele ha ricevuto il documento di risposta di Hamas, consegnato dai mediatori, e che "ne sono allo studio i dettagli". La Jihad Islamica, alleata di Hamas, ha dichiarato di sostenere i piani per i colloqui per una tregua con Israele a Gaza, ma ha chiesto "garanzie" che il processo porti a un cessate il fuoco permanente.

"Vogliamo ulteriori garanzie"

"Abbiamo presentato (ad Hamas) una serie di punti dettagliati sul meccanismo per attuare la proposta dei mediatori e vogliamo ulteriori garanzie per assicurarci (che Israele) non riprenderà le sue aggressioni dopo la liberazione (degli ostaggi)", ha dichiarato il gruppo in una nota, dopo che Hamas ha indicato di essere pronto per i colloqui.

un giorno fa
Hamas approva il piano USA per il cessate il fuoco, ma con lievi modifiche
Lo riferiscono fonti della tv del Qatar Al Araby.

Fonti della tv del Qatar Al Araby hanno riferito che "Hamas ha risposto positivamente alla proposta Usa di cessate il fuoco chiedendo piccole modifiche". Secondo quanto riferito da Al Araby, Hamas ha accettato tutte le questioni chiave in discussione e ha richiesto solo lievi modifiche alla formulazione del documento. La bozza di accordo era stata approvata all'inizio di questa settimana dal ministro israeliano per gli Affari Strategici, Ron Dermer, durante la sua visita a Washington.

La dichiarazione di Hamas

"Il movimento ha completato le consultazioni interne e con le fazioni e le forze palestinesi sull'ultima proposta dei mediatori per porre fine all'aggressione contro il nostro popolo a Gaza. Il movimento ha inviato una risposta positiva ai fratelli mediatori ed è pienamente pronto ad avviare immediatamente un ciclo di negoziati sul meccanismo per l'attuazione di questo quadro". Lo dichiara Hamas su X.

La proposta statunitense

Rilascio scaglionato degli ostaggi sia vivi che deceduti, ampia assistenza umanitaria attraverso Onu e Mezzaluna Rossa, calendario dei negoziati per una tregua permanente, garanzie di Trump sulle trattative: questi i punti principali dell'accordo proposto dagli Usa sul cessate il fuoco di 60 giorni a Gaza, pubblicato dalla rivista saudita Al-Majalla. Di seguito i punti principali dell'intesa su cui Hamas si è espressa favorevolmente ma chiedendo delle piccole modifiche formali.

OSTAGGI
I dieci ostaggi israeliani vivi e i 18 deceduti saranno rilasciati a scaglioni nell'arco dei 60 giorni. Il primo giorno ne verranno rilasciati 8 vivi, poi 10 deceduti entro un mese e gli altri due vivi saranno consegnati il 50mo giorno. In cambio del rilascio degli ostaggi israeliani, Israele libererà un numero concordato di detenuti palestinesi. Il processo avverrà parallelamente al rilascio degli ostaggi, senza cerimonie pubbliche, secondo un meccanismo concordato in anticipo. Il giorno 10 Hamas fornirà informazioni complete (prove di vita e rapporti medici/prove di morte) su ciascun ostaggio rimanente. In cambio, Israele trasmetterà informazioni dettagliate sui detenuti arrestati a Gaza dal 7 ottobre e sul numero dei morti tra i civili di Gaza presenti in Israele.

NEGOZIATI
Tutte le attività militari offensive dell'Idf nella Striscia di Gaza cesseranno con l'entrata in vigore dell'accordo. I negoziati si apriranno il primo giorno, sotto l'egida dei mediatori-garanti, per raggiungere una tregua permanente che comprenda anche le disposizioni sul ridispiegamento e ritiro delle forze israeliane e sugli accordi di sicurezza a lungo termine a Gaza. Il giorno 1, dopo il rilascio degli 8 ostaggi vivi, avverrà un ridispiegamento nel nord della Striscia e lungo il corridoio Netzarim, secondo l'articolo 3 sull'assistenza umanitaria e basandosi su mappe concordate. Un ulteriore ridispiegamento, a Sud, avverrà il giorno 7, dopo la restituzione di 5 cadaveri, sempre secondo le mappe concordate.

ASSISTENZA UMANITARIA
L'assistenza sarà trasferita immediatamente nella Striscia di Gaza dopo il consenso di Hamas all'accordo. La distribuzione avverrà secondo un'intesa che garantisce la fornitura costante durante tutta la tregua, in base all'accordo del 19 gennaio 2025 sull'assistenza umanitaria. La distribuzione avverrà tramite canali concordati, tra cui le Nazioni Unite e la Mezzaluna Rossa.

3 giorni fa
Gaza Humanitarian Foundation: la sede ginevrina sarà chiusa
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Lo ha reso noto oggi l'Autorità federale di vigilanza (AFV) sulle fondazioni nel Foglio ufficiale svizzero di commercio. Il suo obiettivo era coordinare la distribuzione di cibo a Gaza senza far capo alle Nazioni Unite.

La sede ginevrina della controversa Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sarà chiusa. Lo ha reso noto oggi l'Autorità federale di vigilanza (AFV) sulle fondazioni nel Foglio ufficiale svizzero di commercio. Il suo obiettivo era coordinare la distribuzione di cibo a Gaza senza far capo alle Nazioni Unite. La decisione è stata presa perché la GHF "non ha rispettato diversi obblighi legali", ha precisato a Keystone-ATS il Dipartimento federale dell'interno (DFI), aggiungendo che si tratta della procedura abituale in casi di questo tipo. "La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider non ha avuto alcuna influenza su questa procedura o su questa decisione". L'antenna ginevrina della GHF, organizzazione creata e sostenuta da Stati Uniti e Israele, non è operativa. È una filiale della GHF, che ha sede nel Delaware (USA), ed è stata registrata in Svizzera per motivi finanziari a inizio anno. L'AFV potrà ordinarne lo scioglimento se nessun creditore si registrerà entro il termine legale di 30 giorni, è stato precisato.

Varie lacune legali

Nelle ultime settimane, l'AFV ha avuto "contatti sporadici" con la GHF, che da parte sua ha confermato di non aver mai svolto attività in Svizzera come fondazione e di voler chiudere la sede registrata a Ginevra. Visto che non rispettava alcuni obblighi legali, l'AFV ha chiesto alla GHF di chiarire la sua situazione entro la fine di giugno. Tra le lacune individuate, l'AFV ha in particolare notato l'assenza di un membro del consiglio di amministrazione autorizzato a firmare e domiciliato in Svizzera, l'assenza di un conto in Svizzera, come pure di un indirizzo valido.

Parlamento contrario

All'inizio di questa settimana, le due commissioni di politica estera del Parlamento hanno chiesto espressamente al Consiglio federale di astenersi da qualsiasi collaborazione diretta o indiretta con la GHF. Al termine della sua recente visita in Medio Oriente, il consigliere federale Ignazio Cassis aveva dichiarato all'agenzia Keystone-ATS che la GHF "pone un problema perché non segue i principi umanitari" ma "li sta imparando".

Distribuzione cibo: centinaia di morti

Le Nazioni Unite e diverse Ong hanno pesantemente criticato la GHF e si sono rifiutate di lavorare con essa, a causa di dubbi sulle sue procedure e sulla sua neutralità. La fondazione nega da parte sua qualsiasi incidente all'interno dei suoi centri. Il Ministero della Sanità di Gaza sostiene che dalla fine di maggio quasi 550 persone siano state uccise nei pressi dei siti di distribuzione gestiti dalla GHF, mentre cercavano di procurarsi del cibo. Israele ha imposto un blocco umanitario sulla Striscia di Gaza all'inizio di marzo, ciò che ha portato a gravissime carenze di cibo, farmaci e altri beni di prima necessità. La situazione è stata alleviata solo marginalmente dalla GHF. Ieri circa 170 Ong internazionali hanno chiesto la fine di questo nuovo sistema di distribuzione degli aiuti e il ritorno al meccanismo che vigeva fino a marzo, quando la fornitura degli aiuti era coordinata da varie ong e agenzie ONU.

4 giorni fa
L'Iran ufficializza la fine della cooperazione con l'Aiea
Lo ha ufficializzato il presidente Masoud Pezeshkian.

Il presidente dell'Iran Masoud Pezeshkian ha ufficializzato che dopo la legge, approvata dal Parlamento, la sua amministrazione sospende la cooperazione dell'Iran con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea).

4 giorni fa
Trump: "Israele ha accettato una tregua di 60 giorni a Gaza"
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"Qatarioti ed egiziani presenteranno la proposta finale ad Hamas. Spero, per il bene del Medio Oriente, che l’organizzazione accetti questo accordo”, ha detto il presidente americano.

Donald Trump ha annunciato che Israele ha accettato le condizioni per una tregua di 60 giorni a Gaza. "I miei rappresentanti hanno avuto oggi (martedì) un lungo e produttivo incontro con gli israeliani su Gaza. Israele ha accettato le condizioni necessarie per finalizzare il cessate il fuoco di 60 giorni, durante il quale lavoreremo con tutte le parti per porre fine alla guerra", ha annunciato il tycoon su Truth. "Qatarioti ed egiziani, che hanno lavorato duramente per contribuire a portare la pace, presenteranno questa proposta finale ad Hamas. Spero, per il bene del Medio Oriente, che Hamas accetti questo accordo, perché la situazione non migliorerà, ma peggiorerà", ha concluso il presidente americano.

Proseguiti i raid israeliani

In queste ore oltre 150 organizzazioni umanitarie internazionali, tra cui Oxfam, Save the Children e Amnesty International, hanno pubblicato una dichiarazione congiunta chiedendo lo smantellamento della controversa Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sostenuta da Israele e dagli Stati Uniti.  Nel frattempo, i raid aerei israeliani sulla Striscia sono proseguiti. L'ospedale Nasser di Khan Younis ha parlato di almeno 37 vittime nella zona meridionale, mentre secondo Al Jazeera è salito a 39 morti e decine di feriti il bilancio del bombardamento israeliano di lunedì su un internet cafè sulla costa nord. Tra le vittime ci sarebbe anche il fotogiornalista palestinese Ismail Abu Hatab. Sempre secondo Al Jazeera, le forze armate israeliane hanno condotto altri attacchi che hanno ucciso e ferito numerose persone nella parte settentrionale e centrale di Gaza. Al momento non c'è ancora un bilancio del raid.

6 giorni fa
Media, 'massicci attacchi a Gaza City da parte di Israele'
Lo riferiscono i media di Gaza e Al Jazeera.

I media di Gaza hanno riferito che l'aeronautica militare israeliana sta effettuando massicci attacchi a Gaza City. Anche Al Jazeera riporta di intensi raid dell'Idf.

6 giorni fa
Trump: "Iran era vicino alla produzione della bomba atomica"
Lo ha ribadito ad un'intervista a Fox News.

"L'Iran era vicino alla produzione della bomba atomica". Lo ha ribadito Donald Trump in un'intervista a Fox News.

6 giorni fa
Iran: Onu riconosca responsabilità Israele e Usa in guerra
Lo ha dichiarato il Ministro degli Esteri iraniano in una lettera al segretario generale dell'Onu Gutierres.

Teheran ha chiesto all'Onu di riconoscere Israele e gli Stati Uniti come responsabili della guerra di 12 giorni contro l'Iran, conclusasi con un cessate il fuoco il 24 giugno, secondo una lettera pubblicata oggi e indirizzata al Segretario generale delle Nazioni Unite.

La lettera

"Con la presente chiediamo formalmente al Consiglio di Sicurezza di riconoscere il regime israeliano e gli Stati Uniti come iniziatori dell'atto di aggressione e di riconoscere la loro conseguente responsabilità, incluso il pagamento di indennizzi e riparazioni", ha scritto il Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi nella lettera ad Antonio Guterres.

8 giorni fa
Trump, cessate il fuoco a Gaza entro una settimana
Il tycoon afferma che l'intesa per un cessate il fuoco è vicina.

"Raggiungeremo un cessate il fuoco a Gaza entro la prossima settimana". Lo ha detto Donald Trump nello Studio Ovale sottolineando che "l'intesa è vicina".

10 giorni fa
Khamenei: "Israele è stato schiacciato, abbiamo vinto"
Lo ha affermato Ali Khamenei, la Guida suprema della Repubblica islamica, in un messaggio riportato dall'agenzia Isna.

"Ritengo necessario porgere alcune congratulazioni alla grande nazione iraniana, innanzitutto, congratulazioni per la vittoria sul regime israeliano". Lo ha affermato Ali Khamenei, la Guida suprema della Repubblica islamica, in un messaggio riportato dall'agenzia Isna. "Nonostante tutto quel clamore, nonostante tutte quelle affermazioni, il regime israeliano, sotto i colpi della Repubblica Islamica, è quasi crollato ed è stato schiacciato", ha aggiunto. "Le seconde congratulazioni sono per la vittoria del nostro caro Iran sul regime americano", ha affermato la Guida suprema della Repubblica islamica, Ali Khamenei, in un comunicato scritto pubblicato dall'agenzia Iran e su X. "Il regime americano è entrato in guerra aperta perché sentiva che, se non l'avesse fatto, il regime sionista sarebbe stato completamente distrutto. Tuttavia, non ha ottenuto nulla da questa guerra. Anche in questo caso, la Repubblica Islamica è uscita vittoriosa e, in cambio, ha dato un duro schiaffo in faccia all'America".

Dichiarazione in video

La televisione iraniana ha poi trasmesso la prima dichiarazione video della Guida Suprema iraniana Ali Khamenei dal cessate il fuoco con Israele. "L'Iran non si arrenderà mai agli Stati Uniti", ha detto in tv Khamenei. E ha ribadito: "Se attaccati colpiremo nuovamente le basi statunitensi". La Guida Suprema iraniana ha dichiarato in un video che il presidente Usa Donald Trump ha "esagerato" l'impatto degli attacchi statunitensi sui siti nucleari. "Non c'è stato nulla di significativo" nei raid americani, ha aggiunto. In precedenza, il New Times aveva citato un conduttore televisivo sulla tv di Stato iraniano, il quale aveva affermato che la gente era molto preoccupata per il leader supremo. "Dall'élite politica alle persone in strada. Potete dirci dov'è?", ha chiesto a un alto funzionario che non ha risposto. Secondo Hamzeh Safavi, analista politico e figlio del generale Yahya Safavi, comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica e principale consigliere militare di Khamenei, la Guida Suprema sarebbe ancora nascosta perché "Israele potrebbe ancora tentare di ucciderlo, anche durante un cessate il fuoco". Quindi, ha detto, si stanno applicando protocolli di sicurezza estremi, inclusi contatti limitati con il mondo esterno. Safavi si è però detto "certo che Khamenei sta governando il Paese e prendendo decisioni a distanza".

Programmi nucleari

Intanto, il Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione, supremo organo esecutivo dell'Iran, ha ratificato oggi la legge approvata ieri dal Parlamento di Teheran per la sospensione della cooperazione sui programmi nucleari iraniani con l'Aiea, l'agenzia atomica dell'Onu, sullo sfondo dei recenti attacchi d'Israele e delle accuse rivolte dalla Repubblica Islamica al suo capo, l'argentino Rafael Grossi. Lo riporta Iran International, canale vicino all'opposizione iraniana all'estero, citando quanto dichiarato ai media ufficiali da un portavoce dello stesso Consiglio.

10 giorni fa
"Il silenzio di Khamenei crea allarme in Iran"
"La gente è molto preoccupata per il leader supremo", ha ammesso un conduttore televisivo sulla tv di Stato iraniana.

Mistero sulla sorte di Ali Khamenei. Il silenzio e l'assenza dell'ayatollah dalla scena pubblica, che oramai dura da oltre una settimana, sta creando allarme in Iran, sia nel mondo politico che nell'opinione pubblica. "La gente è molto preoccupata per il leader supremo", ha ammesso un conduttore televisivo sulla tv di Stato iraniana, come riporta il New York Times, "dall'élite politica alle persone in strada. Potete dirci dov'è?", ha chiesto a un alto funzionario che non ha risposto.

È ancora nascosto?

Secondo Hamzeh Safavi, analista politico e figlio del generale Yahya Safavi, comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica e principale consigliere militare di Khamenei, la Guida Suprema sarebbe ancora nascosta perché "Israele potrebbe ancora tentare di ucciderlo, anche durante un cessate il fuoco". Quindi, ha detto, si stanno applicando protocolli di sicurezza estremi, inclusi contatti limitati con il mondo esterno. Safavi si è però detto "certo che Khamenei sta governando il Paese e prendendo decisioni a distanza".

11 giorni fa
Trump attacca CNN e NYT: "I siti nucleari in Iran sono stati distrutti"
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Secondo il tycoon, l'emittente e il quotidiano statunitensi si sono alleati nel tentativo di sminuire "uno degli attacchi militari di maggior successo della storia".

Il presidente USA Donald Trump attacca la CNN e il New York Times per aver riportato indiscrezioni secondo le quali i bombardamenti americani non hanno distrutto i siti nucleari e hanno solo ritardato il programma iraniano di qualche mese. L'emittente e il quotidiano statunitensi "si sono alleati nel tentativo di sminuire uno degli attacchi militari di maggior successo della storia. I siti nucleari in Iran sono stati completamente distrutti. Sia il New York Times che CNN sono stati criticati duramente dall'opinione pubblica", ha detto Trump. A fargli eco è stato il suo vice. "Il bombardamento dei siti nucleari iraniani è stato un successo: non solo abbiamo distrutto il programma nucleare di Teheran, ma lo abbiamo fatto senza vittime americane", ha ribadito JD Vance, ieri, nel corso di una cena con i repubblicani dell'Ohio.

"Quasi impossibile" per l'Iran rilanciare il programma

"Quella che chiamo la dottrina di Trump è molto semplice. Primo: si articola un chiaro interesse americano, e in questo caso è far sì che l'Iran abbia un'arma nucleare. Secondo: si cerca di risolvere il problema con un approccio diplomatico aggressivo. E terzo: quando non si riesce a risolverlo diplomaticamente, si usa potenza militare schiacciante per risolverlo e poi si scappa via prima che diventi un conflitto prolungato", ha spiegato Vance. Nel frattempo, anche Steve Witkoff, l'inviato speciale del presidente americano, respinge le indiscrezioni dei media sui danni causati dai bombardamenti USA in Iran. In un'intervista a Fox, Witkoff afferma che "le informazioni che suggeriscono che non abbiano raggiunto il nostro obiettivo sono false". L'inviato di Trump ha quindi spiegato che è "quasi impossibile" per l'Iran rilanciare il programma nei prossimi anni.

12 giorni fa
Trump: "Non voglio un cambio di regime in Iran"
I cambi di regime, ha spiegato il presidente Usa, "creano caos".

"Non voglio vedere un cambio di regime in Iran". Lo ha detto Donald Trump parlando con i giornalisti a bordo dell'Air Force One, secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg. I cambi di regime creano "caos e non vogliamo vedere caos", ha affermato Trump. Prima di partire per il vertice Nato, Donald Trump ha peraltro ribadito di essere convinto che i siti nucleari iraniani colpiti dagli Usa siano stati "completamente distrutti", compreso Fordow, e ha accusato sia la Cnn e Msdnc di insinuare dubbi per colpire lui. "Sono spazzatura, dovrebbero chiedere scusa ai piloti dei B-2", ha detto.

"Probabilmente vedrò Zelensky all'Aja"

Secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg, Donald Trump vedrà "probabilmente" il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a margine della Nato. Lo ha detto lo stesso Trump, secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg.

12 giorni fa
Trump: "Israele e Iran hanno violato il cessate il fuoco"
Il presidente statunitense ha dichiarato di non essere soddisfatto di nessuno dei due Paesi, ma in particolar modo di Israele.

"Israele, non sganciate quelle bombe. Se lo fate, è una violazione grave. Riportate a casa i vostri piloti, subito!". Lo scrive su Truth il presidente statunitense Donald Trump. "Ora Israele sta per colpire l'Iran a causa di un razzo che non è atterrato da nessuna parte", ha affermato Trump, come riporta il Times of Israel. "Devo far calmare Israele adesso - dice -. Vedrò se riesco a fermarlo". Il tycoon - secondo quanto riportato dai media internazionali - ha dichiarato che sia Israele sia l'Iran hanno violato il cessate il fuoco da lui annunciato poche ore prima e che non era soddisfatto di nessuno dei due Paesi, ma in particolar modo di Israele.

"I due Paesi non sanno più cosa stanno facendo"

Parlando ai giornalisti prima di partire per il vertice della Nato all'Aia, il presidente statunitense ha affermato che Israele ha "sganciato" missili subito dopo aver accettato l'accordo. Riguardo all'Iran, il presidente Usa ha dichiarato che le capacità nucleari del Paese sono esaurite e che non ricostruirà mai il suo programma nucleare. In pratica, "abbiamo due Stati che combattono da così tanto tempo e così duramente che non sanno più cosa stanno facendo", ha detto Trump, parlando con i giornalisti.

12 giorni fa
Ue: "Il cessate il fuoco è fragile, l'Iran si impegni nel dialogo"
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L'Europa ha accolto con favore l'annuncio del cessate il fuoco, ma il presidente francese Emmanuel Macron avverte: "La situazione resta ancora mutevole e instabile".

"Il lancio di missili segnalato sottolinea quanto sia potenzialmente fragile il cessate il fuoco. Esortiamo tutte le parti a mostrare la massima moderazione. E come affermato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, l'Europa ha accolto con favore l'annuncio del cessate il fuoco. Si tratta di per sé di un passo importante verso il ripristino della stabilità nella regione sotto tensione, e questa deve essere la nostra priorità collettiva. Invitiamo l'Iran a impegnarsi seriamente in un processo diplomatico credibile". Lo ha detto il portavoce della Commissione Ue Anouar El Anouni nell'incontro quotidiano con la stampa.

Macron: "Situazione ancora mutevole e instabile"

"La situazione resta ancora mutevole e instabile", ha dichiarato dal canto suo il presidente francese Emmanuel Macron al termine della sua visita di due giorni in Norvegia, rispondendo a una domanda sugli ultimi avvenimenti in Medio Oriente. "Gli ultimi minuti - ha detto Macron dalla Norvegia - mostrano che la situazione è ancora molto fragile, e ne va della stabilità di tutta la regione". "Il nostro obiettivo - ha continuato - è che l'Iran non ottenga l'arma nucleare".

Il cessate il fuoco

Ricordiamo che il il cessate il fuoco è stato annunciato oggi poco dopo la mezzanotte (ora svizzera) dal presidente statunitense Donald Trump. Tuttavia, il Times of Israel ha scritto che due missili balistici sono stati lanciati dall'Iran verso Israele dopo che era entrata in vigore la "tregua", specificando che entrambi sono stati intercettati. L'Iran ha respinto le affermazioni israeliane e ha a sua volta accusato lo Stato ebraico di aver condotto attacchi dopo l'annuncio del cessate il fuoco. 



12 giorni fa
L'Iran: "Lavoriamo per ripristinare il programma nucleare"
Il capo dell'Organizzazione per l'Energia Atomica dell'Iran: ""Il piano mira a prevenire interruzioni nel processo di produzione e nei servizi".

Il capo dell'Organizzazione per l'Energia Atomica dell'Iran (Aeol), Mohammad Eslami, ha dichiarato che Teheran aveva pianificato già prima degli attacchi il ripristino dell'industria nucleare del Paese dopo i raid compiuti da Israele e Usa. Lo riporta l'agenzia di stampa Mehr. "Il piano mira a prevenire interruzioni nel processo di produzione e nei servizi", ha detto Eslami, citato da Mehr, come riporta il portale legato all'opposizione iraniana Iran International, con sede all'estero. Eslami ha sottolineato che è in corso la valutazione dei danni subìti dall'industria nucleare iraniana dopo i bombardamenti condotti contro i principali impianti del Paese. "Il piano è quello di prevenire interruzioni nel processo di produzione e nei servizi", ha aggiunto il capo dell'Organizzazione per l'Energia Atomica di Teheran.

12 giorni fa
Israele: "Risponderemo con forza alla violazione della tregua"
Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Israel Katz. L'Iran respinge le accuse.-

Secondo il comando del fronte interno della Forza di difesa israeliana (Idf), i civili nel nord di Israele possono uscire dai rifugi antiaerei dopo l'ultimo lancio di missili dall'Iran. Lo riporta il Times of Israel.

"Risponderemo con forza alla violazione della tregua"

Il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato di aver dato istruzioni alla Forza di difesa israeliana (Idf) di "rispondere con forza alla violazione del cessate il fuoco da parte dell'Iran con attacchi intensi contro obiettivi del regime nel cuore di Teheran". Due missili balistici, scrive il Times of Israel, sono stati lanciati dall'Iran verso Israele dopo che era entrato in vigore un cessate il fuoco. Entrambi sono stati intercettati.

Iran nega

L'Iran, dal canto suo, ha respinto le affermazioni israeliane secondo cui avrebbe lanciato missili contro lo Stato ebraico dopo aver concordato un cessate il fuoco: lo riportano l'emittente IRIB e l'agenzia di stampa Isna citate da Al Jazeera.

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