Live Crisi in Medio Oriente
L'Unione Europea prende posizione sulle flottiglie e sull'attacco a Gerusalemme
© screen X/Il Faro sul Mondo
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3 ore fa
Tutti gli aggiornamenti sulla situazione in Medio Oriente nel nostro live.
25 minuti fa
Madrid conferma la morte di un cittadino spagnolo nell'attentato
Il governo spagnolo ha anche condannato l'attentato terrorista a Gerusalemme Est.

Il governo spagnolo "condanna in maniera categorica" l'attentato terrorista a Gerusalemme Est, che questa mattina ha provocato almeno cinque vittime e una decina di feriti. È quanto segnala un comunicato del ministero degli Esteri, in cui si conferma che uno dei morti è di nazionalità spagnola. L'esecutivo "desidera manifestare la sua solidarietà e trasmettere il più sincero cordoglio ai familiari delle vittime, in particolare a quelli del cittadino spagnolo assassinato, così come esprimere l'auspicio di pronta guarigione ai feriti", si legge nella nota.

La condanna

"La Spagna ribadisce il suo impegno per la pace in Medio Oriente e la sua condanna più ferma del terrorismo", conclude il comunicato. Anche il leader del Partido Popular, Alberto Nunez Feijoo, ha espresso "la più ferma condanna" dell'attentato e "il più profondo cordoglio" alla famiglia della spagnolo di 25 anni, originario di Melilla, rimasto ucciso. "Non c'è spazio per la violenza né giustificazione di nessun genere", ha scritto Feijoo in un messaggio su X. "La mia più ferma condanna dell'attacco terrorista che è costato la vita a un cittadino spagnolo a Gerusalemme", ha aggiunto, nell'esprimere solidarietà ai familiari della vittima.

2 ore fa
Arrestato a Gerusalemme Est un uomo legato all'attentato
L'indagine è in corso per chiarire il suo coinvolgimento e verificare l'esistenza di altri complici. Nell'attentato è stato utilizzato il mitra fai da te "Carlo".

Un residente di Gerusalemme Est è stato fermato dallo Shin Bet (sicurezza interna) con l'accusa di aver portato i terroristi dell'attentato all'incrocio Ramot a Gerusalemme. Lo riferiscono i media israeliani. L'indagine è in corso per chiarire il suo coinvolgimento e verificare l'esistenza di altri complici.

L'arma utilizzata

Intanto, secondo le prime informazioni, nell'attentato a Gerusalemme nord i terroristi hanno utilizzato un mitra fai da te, il cosiddetto "Carlo", altrimenti noto come Carl Gustav perché replica in maniera artigianale il modello Carl Gustaf M/45 SMG prodotto in Svezia. Quest'arma improvvisata viene solitamente prodotta in officine illegali in Cisgiordania e in passato è stata utilizzata in numerosi attacchi palestinesi. Il mitra "Carlo" è una delle armi più comuni realizzate dai gruppi palestinesi in Cisgiordania.

3 ore fa
L'Unione Europea prende posizione sulle flottiglie e sull'attacco a Gerusalemme
"Non incoraggiamo le flottiglie", afferma un portavoce della Commissione Europea.

"Non incoraggiamo le flottiglie, possono far peggiorare la situazione e mettono i partecipanti a rischio. Ma questo non significa che sono giustificabili attacchi con droni o mezzi simili. Crediamo che il modo migliore per far arrivare gli aiuti a Gaza sia attraverso i nostri partner: teniamo i canali con Israele aperti, parliamo con le nostro controparti". Lo ha affermato un portavoce della Commissione Europea a proposito del nuovo convoglio in viaggio verso la Striscia e commenta l'attentato a Gerusalemme: "Condanniamo l'attacco a Gerusalemme, come ogni perdita di vite. Chiediamo la descalation e questo episodio mostra quanto sia critica una tregua. I civili da entrambi i lati hanno sofferto troppo e troppo a lungo, ora bisogna rompere il ciclo di violenza", ha aggiunto.

3 ore fa
"Benediciamo l'azione eroica a Gerusalemme"
Lo scrive Hamas su Telegram.

"Benediciamo l'azione eroica, una risposta naturale ai crimini dell'occupazione". Lo scrive Hamas su Telegram celebrando l'attentato a Gerusalemme che ha provocato la morte di sei civili israeliani.

3 ore fa
Attentato a Gerusalemme, sale a 6 il numero dei morti
Lo riferiscono le tv nazionali israeliane

È salito a sei il numero delle vittime israeliane nell'attentato terroristico di questa mattina a Gerusalemme nord.

3 ore fa
"Siamo in una guerra feroce contro il terrorismo"
Lo ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

"Siamo impegnati in una feroce guerra contro il terrorismo su più fronti", ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu arrivato sul luogo dell'attentato avvenuto questa mattina a Gerusalemme, in cui sono stati uccisi una donna e quattro uomini. Finora, ha detto, "ci sono stati certamente dei successi, ma purtroppo non stamattina". Il militare che ha neutralizzato i due attentatori nell'attacco di stamattina a Gerusalemme serve come comandante di squadra nella brigata Hashmonaim (Asmonea), la formazione composta da soldati haredi (ultraortodossi) combattenti, ha detto Netanyahu. L'unità è stata creata per integrare giovani della comunità ultraortodossa nella Forza di difesa israeliana (idf), in un contesto di forte dibattito: gran parte degli ultraortodossi si oppongono al servizio militare obbligatorio, suscitando tensioni con il resto della popolazione che vi è chiamata regolarmente.

6 ore fa
Attentato a Gerusalemme su un autobus, 5 morti
Sono 5 i morti nell'attentato terroristico avvenuto Gerusalemme nord. Le vittime erano un uomo di 60 anni, tre di 30 e una donna di 50 anni, mentre i feriti sono 11 di cui sette in gravi condizioni.

Secondo le prime informazioni fornite dal servizio di soccorso del Magen David Adom e dalla polizia, cinque persone sono rimaste uccise nell'attentato a Gerusalemme nord, al Ramot Junction. Le vittime erano un uomo di 60 anni, tre di 30 e una donna di 50 anni. I feriti sono 11 di cui sette in gravi condizioni. I terroristi sono saliti su un autobus della linea 62 e hanno aperto il fuoco. Sono stati uccisi da un soldato che si trovava sul posto, secondo le prime informazioni. Il notiziario di Channel 12 ha intervistato il paramedico del servizio ambulanze arrivato sul luogo dell'attacco: "Siamo arrivati in massa non appena abbiamo sentito la segnalazione. Una volta sul posto abbiamo visto persone che giacevano prive di sensi ai lati della strada e sul marciapiede vicino alla fermata dell'autobus. C'è molta distruzione sulla scena, vetri rotti a terra e molta confusione. Abbiamo iniziato a fornire cure mediche ai feriti e continuiamo a curarli e a trasportarli in ospedale".

Terroristi arrivati da due villaggi palestinesi

Stando alla polizia i due terroristi uccisi erano residenti in due villaggi palestinesi a nord ovest della città Santa, Kubiba e Katna, dove adesso la Forza di difesa israeliana (Idf) ha creato un cordone di sicurezza. I due non avevano il permesso per entrare in Israele. 

21 ore fa
La proposta di Trump ad Hamas: "ostaggi liberi e stop guerra"
Trump gestirà direttamente i negoziati per porre fine alla guerra. Le ostilità non riprenderanno fino alla fine dei colloqui. Hamas non ha ancora risposto, Israele sarebbe intenzionato ad accettare la proposta di Trump, riferisce Channel 12.

Il presidente degli Stati Uniti ha presentato a Hamas una nuova proposta per un accordo globale: rilascio di tutti gli ostaggi (vivi e deceduti) nel primo giorno dell'accordo in cambio della liberazione di migliaia di detenuti palestinesi, tra cui centinaia di terroristi. E Israele interromperà l'operazione per la conquista della città di Gaza. Lo rivela questa sera Channel 12.

L'ultimatum ad Hamas

Trump gestirà direttamente i negoziati per porre fine alla guerra. Le ostilità non riprenderanno fino alla fine dei colloqui. Hamas non ha ancora risposto, Israele sarebbe intenzionato ad accettare la proposta di Trump, riferisce Channel 12. Il presidente statunitense ha dato un ultimatum ad Hamas: "Devono liberare tutti gli ostaggi o ci saranno delle conseguenze. Li ho avvertiti", ha scritto su Truth. "Tutti vogliono che gli ostaggi tornino a casa. Tutti vogliono che questa guerra finisca! Gli israeliani hanno accettato le mie condizioni. È ora che anche Hamas le accetti", aggiunto. "Ho avvertito Hamas delle conseguenze se rifiuta. Questo è il mio ultimo avvertimento, non ce ne sarà un altro!", ha minacciato Trump.

21 ore fa
Netanyahu: "stiamo intensificando l'attacco a Gaza City"
Israele non ha annunciato pubblicamente l'inizio di una grande offensiva per conquistare Gaza City, che il governo di Netanyahu ha approvato il mese scorso, ma le truppe hanno intensificato i bombardamenti e le operazioni nell'area per settimane.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato che l'esercito sta "intensificando" l'attacco a Gaza City e nei dintorni. "Stiamo intensificando le manovre alla periferia di Gaza City e all'interno di Gaza City stessa", ha detto Netanyahu ai ministri all'inizio di una riunione di gabinetto, secondo un video condiviso dal suo ufficio.

L'inizio di una grande offensiva

Israele non ha annunciato pubblicamente l'inizio di una grande offensiva per conquistare Gaza City, che il governo di Netanyahu ha approvato il mese scorso, ma le truppe hanno intensificato i bombardamenti e le operazioni nell'area per settimane. "Stiamo distruggendo le infrastrutture terroristiche, stiamo demolendo le torri del terrore identificate", ha detto Netanyahu. "Circa 100 mila persone hanno lasciato Gaza City. Hamas sta cercando di fare di tutto per impedirglielo e trattenerle lì come scudi umani", ha detto ancora, citato dal Times of Israel.

2 giorni fa
L'Idf spiana le torri a Gaza City
Abbattuta la torre Al-Sussi di 15 piani. Per Israele c'erano postazioni di osservazione per monitorare le truppe israeliane. Per Hamas l'edificio ospitava civili.

"Continuiamo". È sintetizzata in un'unica parola di Israel Katz, l'intenzione di Israele di portare avanti la conquista di Gaza City radendola al suolo, un grattacielo dopo l'altro. Il ministro della Difesa israeliano ha accompagnato il messaggio a un video, che mostra il bombardamento dell'Idf che ha polverizzato la torre Al-Sussi di 15 piani. "Lì i terroristi avevano allestito postazioni di osservazione per monitorare le forze israeliane", è l'accusa dell'esercito, rispedita al mittente dalle autorità governative di Hamas, secondo cui l'edificio ospitava solo civili.

I palestinesi costretti a fuggire o morire

La scelta per la popolazione rimane la stessa degli ultimi 23 mesi: scappare, come ordinato ancora una volta dalle forze israeliane, e raggiungere le cosiddette "zone umanitarie" nel sud della Striscia, oppure restare e morire. E allungare la scia di sangue che ormai sfiora i 70 mila morti dall'inizio della guerra, di cui almeno 20'000 sono bambini, secondo Save the Children che cita il conteggio del governo di Hamas.

Un bimbo morto ogni ora

Secondo l'ong, almeno un bimbo è morto ogni ora dall'inizio della guerra. Dei 20 mila "uccisi dalle forze israeliane", almeno 1009 avevano meno di un anno, e quasi la metà (450) di questi neonati è nata durate la guerra e a causa di essa è stata uccisa. Sono almeno 42'011 i bambini feriti, mentre secondo l'Onu almeno 21'000 i piccoli rimasti invalidi a vita. 

L'invito a spostarsi nella zona umanitaria

"Ai residenti di Gaza City diciamo di approfittare di questa opportunità per trasferirvi senza indugio nella zona umanitaria e unirvi alle migliaia di persone che vi si sono già recate", ha ribadito nelle scorse ore il portavoce dell'esercito Avihai Adraee. Ma nonostante siano state dichiarate zone sicure, quelle di Al-Mawasi e di Khan Yunis restano aree bombardate dalle forze israeliane, con decine di morti registrati ogni giorno.

Una soluzione diplomatica al conflitto ancora lontana

L'unica speranza di sopravvivere per la popolazione civile è riposta in una soluzione diplomatica al conflitto che tuttavia resta lontana. Hamas si è detto pronto a un accordo globale per la fine della guerra e il rilascio di tutti gli ostaggi (secondo i media arabi avrebbe inviato una sua delegazione al Cairo per nuovi incontri), una posizione accolta con scetticismo dal governo di Netanyahu che non ha alcuna intenzione di fermare le operazioni militari per estirpare con la forza i miliziani dalla Striscia. Venerdì alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha tuttavia rivelato che i negoziati con il gruppo palestinese "sono in fase molto avanzata": "Abbiamo detto loro di lasciare uscire tutti gli ostaggi subito". Altrimenti, "se la vedranno brutta, sarà orribile", ha minacciato il tycoon.

Gli ostaggi

Dei 251 israeliani rapiti durante l'attacco del 7 ottobre 2023, 47 si trovano ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Di questi, si ritiene che almeno 25 siano morti. Ma secondo Trump, il numero potrebbe essere ancora più alto: "Credo che alcuni siano deceduti di recente, almeno da quello che ho sentito. Spero che non sia vero", ha detto il presidente americano.

Sabato di protesta contro il governo israeliano

Parole che tagliano come coltelli, per le famiglie degli ostaggi scese in piazza insieme a migliaia di persone a Gerusalemme e in tutto Israele per l'ennesimo sabato di protesta contro il governo, per chiedere un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione dei rapiti dopo oltre 700 giorni di prigionia. Secondo Merav Svirsky, sorella dell'ostaggio ucciso Itay Svirsky, una "bandiera nera" sventola sulla pianificata conquista di Gaza City: "Il governo israeliano prepara il terreno per il prossimo omicidio di ostaggi", ha tuonato. "Questa non è teoria, è un avvertimento reale".

3 giorni fa
La Finlandia valuta di riconoscere lo Stato palestinese
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La Finlandia firmerà una dichiarazione franco-saudita sulla soluzione a due Stati tra israeliani e palestinesi, ma non ha annunciato una data per il riconoscimento dello Stato palestinese.

"Il processo guidato da Francia e Arabia Saudita rappresenta lo sforzo internazionale più significativo degli ultimi anni per creare le condizioni per una soluzione a due Stati", ha scritto la ministra degli esteri Elina Valtonen sulla rete sociale X. Il governo di coalizione di destra finlandese è diviso sulla questione del riconoscimento dello Stato palestinese, con il Partito dei finlandesi, di estrema destra, e i cristiano-democratici entrambi contrari. "La Finlandia si impegna a riconoscere lo Stato di Palestina in futuro", ha dichiarato Valtonen ai giornalisti, senza fornire dettagli su una possibile data. Il presidente finlandese Alexander Stubb ha annunciato all'inizio di agosto di essere pronto a riconoscere lo Stato palestinese se il governo gli avesse presentato una proposta. Il capo dello Stato ha poteri limitati, ma coordina la politica estera in stretta collaborazione con il governo. Numerosi paesi, tra cui Francia e Gran Bretagna, si sono impegnati a riconoscere lo Stato palestinese a margine dell'80esima Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre. L'adozione della dichiarazione franco-saudita è "coerente con la relazione del governo finlandese sulla politica estera e di sicurezza nazionale, approvata all'unanimità dal parlamento", ha affermato Valtonen.

3 giorni fa
Libano, al via riunione del governo per il disarmo di Hezbollah
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Gli Stati Uniti e Israele chiedono con insistenza il disarmo di Hezbollah, che invece condiziona ogni concessione in tal senso alla fine dell'occupazione militare israeliana nel sud del paese dei cedri e alla cessazione dei quotidiani bombardamenti aerei dello Stato ebraico.

È cominciata a Beirut la tanto attesa riunione del consiglio dei ministri libanese per discutere delle modalità del disarmo di Hezbollah, l'organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista fortemente indebolita dopo l'ultima guerra con Israele. Gli Stati Uniti e Israele chiedono con insistenza il disarmo di Hezbollah, che invece condiziona ogni concessione in tal senso alla fine dell'occupazione militare israeliana nel sud del paese dei cedri e alla cessazione dei quotidiani bombardamenti aerei dello Stato ebraico. I media libanesi riportano oggi che nel quadro delle complesse trattative politiche è emersa una formula di compromesso volta a superare le tensioni interne e a permettere l'approvazione solo formale del piano di disarmo.

Piano preparato

La soluzione elaborata prevede che il comandante dell'esercito, il generale Rodolphe Haykal, esponga oggi, durante il consiglio dei ministri, il piano preparato dall'istituzione militare. Questo documento, che ribadisce l'esclusività delle armi in mano allo Stato, come stabilito nella precedente riunione governativa del 5 agosto, non sarà sottoposto a una votazione formale. Secondo questa ipotesi, il ruolo del governo, di cui fanno parte anche ministri sciiti, alcuni dei quali considerati vicini a Hezbollah, si limiterà oggi a prendere atto di quanto presentato, per poi emanare una decisione ufficiale che loderà l'iniziativa dell'esercito e riconoscerà il valore delle misure intraprese per rafforzare l'autorità statale. Questo meccanismo permetterebbe all'esecutivo di accogliere il piano senza la necessità di adottare una nuova delibera o di esprimersi tramite un voto. Per quanto riguarda il piano dell'esercito libanese le informazioni circolate sulla stampa parlano di un'attuazione estesa su un periodo di quindici mesi, e non di tre o quattro mesi come richiesto invece dagli Stati Uniti. Inoltre, l'attuazione del piano sarebbe condizionata dal ritiro di Israele dal sud del Libano.

Severo avvertimento da Washington

Dal canto loro, media statunitensi affermano che Washington ha lanciato un severo avvertimento alle autorità libanesi alla vigilia dell'incontro, sottolineando come il tempo a disposizione per avviare azioni concrete volte al disarmo di Hezbollah stia per scadere. Il quotidiano The New York Times riporta che l'amministrazione del presidente Donald Trump ha insistito sul fatto che ulteriori ritardi potrebbero compromettere il sostegno finanziario degli Stati Uniti e dei paesi del Golfo o, persino, innescare una nuova offensiva militare da parte di Israele, considerata la minaccia più allarmante. Washington avverte infatti che Israele potrebbe ricorrere a un'operazione militare per "portare a termine la missione" in Libano.

5 giorni fa
L'Eurocamera verso il voto sulla risoluzione a Gaza
© Shutterstock
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I principali gruppi della maggioranza Ue - Socialisti, Liberali e Popolari - avrebbero trovato un accordo su un titolo di massima che richiama la "crisi umanitaria", "il rilascio degli ostaggi" e l'obiettivo dei "due popoli e due Stati".

La plenaria dell'Eurocamera, in programma la prossima settimana a Strasburgo, dovrebbe calendarizzare, per la prima volta dall'inizio delle operazioni militari dell'Idf, un voto su una risoluzione relativa alla situazione a Gaza. Lo apprende l'ANSA da fonti parlamentari. I principali gruppi della maggioranza Ue - Socialisti, Liberali e Popolari - avrebbero trovato un accordo su un titolo di massima che richiama la "crisi umanitaria", "il rilascio degli ostaggi" e l'obiettivo dei "due popoli e due Stati". L'accordo era mancato sino ad oggi: l'aula ha affrontato diversi dibattiti su Gaza senza però mai votare una risoluzione.

5 giorni fa
Israele, abbattuto il missile balistico lanciato dagli Houthi
Ieri e nei giorni scorsi, missili e droni lanciati dallo Yemen sono stati intercettati prima di raggiungere il territorio israeliano.

L'esercito israeliano rende noto che le difese aeree hanno intercettato il missile balistico lanciato dagli Houthi, dal territorio dello Yemen, contro Israele. Per la prima volta dopo l'attacco dell'esercito a Sanaa che ha ucciso il premier degli Houthi e diversi ministri, le sirene sono state attivate a Tel Aviv e in diverse aree nel centro del Paese. Ieri e nei giorni scorsi, missili e droni lanciati dallo Yemen sono stati intercettati prima di raggiungere il territorio israeliano.

6 giorni fa
Il Capo dell'Idf: "Non accettiamo nulla di meno della sconfitta di Hamas"
© Wikipedia - IDF Spokesperson's Unit
© Wikipedia - IDF Spokesperson's Unit
"Non fermeremo la guerra finché non sconfiggeremo questo nemico", ha affermato.

Il capo di stato maggiore dell'Idf Eyal Zamir, ha dichiarato oggi ai riservisti in servizio che l'esercito non accetterà nulla di meno della completa sconfitta di Hamas. "Non fermeremo la guerra finché non sconfiggeremo questo nemico", ha affermato, sottolineando: "Abbiamo già iniziato la manovra a Gaza city. Stiamo già entrando in luoghi in cui non siamo mai entrati prima e stiamo operando lì con coraggio, forza, valore e uno spirito straordinario". Nel suo intervento, Zamir ha sottolineato le vaste operazioni condotte contro Hamas: "li stiamo colpendo, smantellando, sconfiggendo e prevalendo su di loro. Operiamo in tutto il Medio Oriente", ha affermato, "Hamas non avrà alcun posto dove nascondersi da noi. Ovunque li troviamo, che siano figure di spicco o di basso rango, li colpiamo tutti, sempre". La giornata di oggi segna la prima fase per la conquista pianificata di Gaza City, con la chiamata di decine di migliaia di riservisti . Rispetto alle precedenti chiamate, questa volta un numero maggiore di riservisti è riluttante a presentarsi in servizio per motivi personali o finanziari.

Le critiche di Macron

Inanto, il presidente francese Emmanuel Macron ha criticato "la decisione degli Stati Uniti di non concedere visti ai funzionari palestinesi". Macron ha chiesto che "questa misura venga revocata e che la rappresentanza palestinese sia consentita in conformità con gli accordi" relativi alla sede dell'ONU. Macron, nel post, ha spiegato di aver parlato con il principe ereditario saudita con il quale copresiederà la Conferenza per la soluzione a due stati sulla Palestina, a New York il 22 settembre. "Il nostro obiettivo - continua Macron - è quello di riunire il più ampio contributo internazionale alla soluzione dei due Stati, l'unica soluzione in grado di soddisfare le legittime aspirazioni di israeliani e palestinesi. Ciò comporterà l'attuazione di un cessate il fuoco permanente, il rilascio di tutti gli ostaggi, la consegna massiccia di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza e l'invio di una missione di stabilizzazione a Gaza. Stiamo anche lavorando per garantire che il giorno dopo Hamas venga disarmato ed escluso da qualsiasi governo di Gaza, che l'Autorità Nazionale Palestinese venga riformata e rafforzata e che la Striscia di Gaza venga completamente ricostruita". "Nessuna offensiva, nessun tentativo di annessione o spostamento di popolazioni - continua il presidente francese - fermerà lo slancio al quale abbiamo dato vita con il Principe ereditario e al quale molti partner hanno già aderito. Ci vediamo a New York il 22 settembre. Insieme, facciamo sì che questa Conferenza sulla soluzione dei due Stati rappresenti un punto di svolta decisivo per la pace e la sicurezza di tutti nella regione".

Le dichiarazioni USA

Anche l'ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee ha dichiarato a Channel 12 di aver detto ai funzionari israeliani che l'amministrazione Trump è preoccupata per il collasso economico dell'Autorità nazionale palestinese in Cisgiordania, che potrebbe portare a un'escalation della sicurezza. "Se l'economia palestinese crolla completamente, non sarà una vittoria per nessuno. Porterà a un'escalation e a una crescente disperazione. Le persone disperate fanno cose disperate", ha detto Huckabee. Negli ultimi quattro mesi il ministro di ultradestra delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha adottato misure per strangolare economicamente l'Anp, in particolare bloccando il trasferimento di 500 milioni di dollari di tasse che Israele riscuote per suo conto. Questa somma si aggiunge agli ulteriori 2,5 miliardi di dollari di tasse palestinesi che Israele ha trattenuto negli ultimi anni. Smotrich ha anche deciso di disconnettere le banche palestinesi dal sistema finanziario israeliano, una decisione che per entrare in vigore deve ancora ottenere l'approvazione del gabinetto di sicurezza. Un crollo dell'economia e del sistema bancario palestinese potrebbe far crollare l'Anp, creare un vuoto di governo che spingerebbe la Cisgiordania nel caos e aggraverebbe il conflitto.

6 giorni fa
Netanyahu valuta una commissione d'inchiesta sul 7 ottobre
Lo riferisce la stampa israeliana.

Quasi due anni dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu sta esaminando la possibilità di istituire una commissione d'inchiesta governativa con poteri simili a quelli di una commissione d'inchiesta statale sugli errori di intelligence che hanno consentito il massacro. Lo riferisce la stampa israeliana.

La commissione

La commissione dovrebbe avere cinque membri, e il premier ha già preso in considerazione alcuni nomi, tra cui un giudice distrettuale in pensione e un generale riservista vicino alla destra. Secondo fonti governative, la scelta di questa formula nasce dal timore che, in caso di sconfitta elettorale, venga istituita una commissione d'inchiesta statale che sfuggirebbe al controllo dell'attuale esecutivo. Nella coalizione prevale la diffidenza verso il presidente della Corte suprema, Isaac Amit, che avrebbe l'autorità di nominare i membri di un'eventuale commissione statale. Il rischio per il governo è che la Corte suprema annulli la decisione, sostenendo che un fallimento di tale portata impone necessariamente una commissione d'inchiesta statale. Un precedente è quello del 2006, quando l'allora premier Ehud Olmert istituì la commissione Winograd dopo la seconda guerra del Libano.

Reazione dell'opposizione

L'opposizione ha reagito duramente. Yair Lapid ha affermato che "non c'è alternativa a una commissione d'inchiesta statale, il più grave fallimento della sicurezza nella storia del Paese richiede responsabilità". Anche Benny Gantz ha ribadito che "gli indagati non possono nominare i loro investigatori". Gadi Eisenkot ha parlato di "tentativo di insabbiamento", mentre Avigdor Lieberman ha accusato Netanyahu di voler creare una commissione politica per evitare la verità. Le famiglie del forum "Consiglio Ottobre" hanno definito la proposta "pericolosa", sostenendo che solo una commissione indipendente e statale potrà garantire la trasparenza e impedire tragedie future.

6 giorni fa
Stato palestinese, Ben Gvir: "europei sperimenteranno il terrore"
Il ministro israeliano Itamar Ben-Gvir condanna la decisione del Belgio di riconoscere lo Stato Palestinese.

Il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben-Gvir ha condannato la decisione del Belgio di riconoscere uno Stato palestinese alle Nazioni Unite. "I paesi europei che si abbandonano all'ingenuità e si arrendono alle manipolazioni di Hamas - ha affermato il ministro Ben Gvir - finiranno per sperimentare il terrore in prima persona. Qui in Israele, c'era chi un tempo credeva a tali illusioni, e il risultato sono stati stupri, omicidi e massacri. Invece di premiare il terrore, il mondo libero deve unirsi contro di esso".

6 giorni fa
Il Belgio riconoscerà lo Stato di Palestina all'assemblea Onu
Lo ha annunciato il ministro degli esteri belga Maxime Prevot.

Il Belgio riconoscerà lo Stato di Palestina all'Assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre. Lo ha annunciato il ministro degli esteri belga Maxime Prevot. "La Palestina sarà riconosciuta dal Belgio alla sessione dell'ONU! E sanzioni severe verranno imposte al governo israeliano", ha scritto Prevot su X.

L'idea partita dalla Francia

A fine luglio il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che Parigi riconoscerà lo Stato di Palestina all'assemblea dell'ONU che si terrà dal 9 al 23 settembre a New York. In seguito a ciò più di una decina di paesi occidentali hanno invitato altre nazioni in tutto il mondo a fare lo stesso.

8 giorni fa
Un altro bambino morto di fame a Gaza
Il numero di decessi per malnutrizione sale a 333, inclusi 125 bambini. Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa che cita fonti mediche.

Un altro bambino è morto di fame e malnutrizione a Gaza, a causa del blocco israeliano in corso nella regione, portando il numero totale di decessi per malnutrizione a 333, inclusi 125 bambini. Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa che cita fonti mediche.

Una crisi che continua a peggiorare

La crisi umanitaria a Gaza continua a peggiorare a causa del blocco in corso e della conseguente carenza di cibo e forniture mediche, scrive ancora Wafa. L'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione (Unrwa) ha avvertito che la malnutrizione tra i bambini sotto i 5 anni è raddoppiata tra marzo e giugno a causa del blocco.

8 giorni fa
"Nessuna possibilità di una tregua temporanea"
È quanto affermato dal Ministro israeliano della Cultura e dello Sport, Miki Zohar, a Channel 12. "Israele ha deciso che un accordo parziale non è all'ordine del giorno".

Il Ministro israeliano della Cultura e dello Sport, Miki Zohar, ha detto a Channel 12 che un accordo di cessate il fuoco temporaneo per il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza "non è all'ordine del giorno", in vista della riunione di gabinetto odierna. "C'è una chiara decisione dello Stato di Israele, e a mio parere potrebbe essere espressa in modo più chiaro nei prossimi giorni: solo un accordo completo", ha detto Zohar ieri sera a Channel 12. "Non c'è più la possibilità di un accordo parziale. Israele ha deciso che un accordo parziale non è all'ordine del giorno. L'unica cosa all'ordine del giorno è porre fine alla guerra - ha aggiunto Zohar -, insieme, ovviamente, al rientro di tutti gli ostaggi e alla smilitarizzazione della Striscia".

Un'offerta di tregua rimasta senza seguito

Le dichiarazioni di Zohar giungono due settimane dopo che Hamas ha dichiarato di aver accettato le linee generali di un accordo di cessate il fuoco di 60 giorni che vedrebbe il rilascio di 10 prigionieri israeliani ancora vivi, dei 48 ostaggi ancora detenuti da gruppi terroristici a Gaza, almeno 20 dei quali Israele ritiene siano ancora vivi. Il governo non ha fornito una risposta a tale offerta di cessate il fuoco e ha portato avanti i suoi piani per conquistare Gaza City. Non era comunque previsto che prendesse in considerazione l'accordo nella riunione di oggi.

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