
Ancora un attacco all'esercito libanese: un'autobomba è esplosa questa mattina al passaggio di un pullman militare a Tripoli, nel nord del Paese, uccidendo almeno quattro persone, tra cui tre soldati. I feriti sono circa trenta. L'esplosione è stata registrata poco dopo le 07:30, l'ora di punta, nella parte sud della città, dove già il 13 agosto almeno 10 soldati e cinque civili sono morti per un attentato che aveva investito un autobus civile sul quale viaggiavano numerosi militari. Appena due giorni fa, un'attentato ha inoltre ucciso 17 persone a Damasco e, secondo quanto hanno affermato oggi le autorità siriane, "è stato compiuto da un attentatore suicida a bordo di un'autobomba proveniente da un Paese arabo vicino". I Paesi arabi confinanti della Siria sono il Libano, l'Iraq e la Giordania. L'attentato di oggi è stato messo a segno mentre il Parlamento libanese è impegnato in una delicata discussione sulla nuova legge elettorale, che dovrà essere applicata nelle legislative della prossima primavera. Aprendo la sessione odierna, il presidente dell'Assemblea, lo sciita Nabih Berri, ha affermato che l'attentato di Tripoli è un atto di "terrorismo che ha per obiettivo la riconciliazione nazionale" e ha sottolineato che l'esercito rappresenta "la spina dorsale dello Stato". Tripoli, a circa 90 km a nord di Beirut, nei pressi del confine con la Siria, è stata teatro per diverse settimane nei mesi scorsi di violenze tra gruppi musulmani sunniti e alawiti rivali, che hanno causato oltre 20 morti e che sono scemati solo quando il laeder sunnita Saad Hariri e quello alawita Ali Eid hanno raggiunto un accordo l'8 settembre scorso. Allo stesso tempo, i massimi leader politici libanesi hanno avviato il 16 settembre un processo di "dialogo nazionale" sotto gli auspici del presidente, il cattolico maronita Michel Suleiman, che prima della sua elezione alla massima carica dello Stato, il 25 maggio, era il comandante dell'esercito. ATS
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata