Estero
“Le forniture di vaccino tarderanno solo di una settimana“
Foto  CdT/Gabriele Putzu
Foto CdT/Gabriele Putzu
Keystone-ats
3 anni fa
Pfizer e BioNTech provano a rassicurare l’Unione Europea

Pfizer e BioNTech provano a rassicurare l’Europa. Le nuove forniture del loro vaccino anti-Covid, garantiscono, tarderanno solo di una settimana. Uno scarto minimo rispetto allo slittamento di 15-20 giorni temuto dai governi dell’Unione, che ieri hanno reagito con irritazione e minacce di azioni legali di fronte al cambio di programma annunciato dalle due società farmaceutiche.

Dal canto suo il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, ha chiesto subito il rispetto dei contratti, ma intanto l’Italia lunedì riceverà un carico con il 29% in meno delle 470 mila fiale pattuite, preceduto oggi da un messaggio distensivo.

A meno di 24 ore dalla comunicazione che ha aperto un caso diplomatico-commerciale mondiale, Pfizer e BioNTech oggi hanno infatti annunciato un piano per ridurre a una settimana i ritardi nelle consegne, che «permetterà di aumentare la capacità di produzione in Europa e di fornire molte più dosi nel secondo trimestre».

Il rallentamento serve per adeguare l’impianto belga di Puurs a un ritmo produttivo superiore, riprendendo il «calendario iniziale di distribuzione all’Ue a partire dalla settimana del 25 gennaio, con un aumento delle consegne dalla settimana del 15 febbraio».

«In un paio di settimane la catena produttiva potrebbe partire rafforzata per fare fronte alla richiesta mondiale», è convinto Guido Rasi, docente di microbiologia dell’Università di Tor Vergata e già direttore generale dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. L’allarme al momento pare rientrato ma, se il 25 gennaio il programma di consegne non riprenderà regolarmente, la campagna vaccinale in Italia rischia di incepparsi prima della fase dedicata agli ultraottantenni.

A proposito di questi ultimi, Pfizer e BioNTech si trovano anche a dover approfondire le cause delle 23 morti fra persone anziane e fragili «associate alla vaccinazione anti-Covid» registrate dall’agenzia del farmaco norvegese. «Reazioni comuni ai vaccini con mRna, come febbre e nausea, potrebbero aver contribuito ad un esito fatale in alcuni pazienti fragili e anziani con malattie pregresse acute», ha dichiarato l’Agenzia norvegese che però, secondo Pfizer, ha definito «il numero degli incidenti finora non allarmante e in linea con le previsioni».

Va ricordato che c’erano persone di 80 e 90 anni fra le decine di migliaia di volontari su cui sono stati testati entrambi i vaccini autorizzati in Ue, Pfizer-BioNtech e Moderna, ma il partecipante medio alla sperimentazione era sui 50 anni.

In Italia ci sono 4,4 milioni di over 80, 13,4 milioni di persone fra i 60 e i 79 anni e 7,4 milioni con una patologia cronica, come descritto nel piano strategico vaccinale di dicembre, in cui si stimavano 28,2 milioni di dosi nel primo trimestre del 2021. Per ora, fra Pfizer e Moderna, ne sono arrivate meno di un milione e mezzo (il 71% delle quali utilizzate), e si spera soprattutto nel via libera per il vaccino di AstraZeneca, che ha maggiore stabilità e non richiede temperature molto basse per la conservazione e il trasporto.

«E’ molto difficile che arrivi prima del 29 gennaio», ha precisato Marco Cavaleri, responsabile della Strategia vaccini dell’Ema, spiegando che «può essere un’opzione» l’approvazione solo per la popolazione under 55, visto che «i dati sugli anziani, a questo punto, sono molto limitati».

Cavaleri ha inoltre sottolineato che la seconda dose dei vaccini va somministrata «in tempi il più vicini possibile a tre settimane». Per chi ha partecipato al V-Day del 27 dicembre da domani iniziano i richiami - a partire dallo Spallanzani di Roma dove tutto iniziò -, per cui in varie regioni si dovrà ricorrere al 30% di fiale Pfizer lasciato come scorta o direttamente a Moderna, comunque compatibile.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata