
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha rivolto il suo discorso al Senato. Ora, dopo che il testo del discorso sarà depositato dalla Camera, la palla passerà ai senatori, che dibatteranno fino alle 16:30 circa.
I risultati del governo d’unità nazionale
Nella prima parte del suo discorso il premier ha parlato delle sue dimissioni, definendole “una decisione sofferta”, “seguita al venir meno della maggioranza di unità nazionale”. Draghi ha poi proseguito ripercorrendo le origini del suo esecutivo, “nato per confrontarsi con le tre emergenze che l’Italia viveva all’epoca: pandemica, economica e sociale”. Per risolvere queste problematiche, su richiesta del Presidente del Consiglio, si è proceduto alla formazione di un governo “d’alto profilo, che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili; a questo appello hanno risposto tutti i partiti, con l’eccezione di uno”. Il Presidente del Consiglio ha poi elencato i successi del suo esecutivo, come la campagna di vaccinazione e la crescita economica che lo scorso anno ha ragguinto il 6.6%, oltre che il raggiungimento “di tutti gli obiettivi dei primi due semestri del Piano Nazionale di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), grazie a investimenti da fondi europei per oltre 45 miliardi di euro”. Un tema ricorrente dell’intervento è stata anche l’invasione russa e la conseguente crisi energetica, a cui si è risposto con una diversificazione dei fornitori. “Il merito di questi traguardi” - ha proseguito il premier - “è stato vostro [ai parlamentari], e degli italiani, veri protagonisti delle misure messe in atto. Mai come ora sono stato orgoglioso di essere italiano”. Dall’aula si è sollevato un forte applauso.
Le prospettive e le misure in cantiere
Nella sua seconda parte il discorso ha toccato le prospettive politiche e le misure ancora da attuare. In questo senso, Draghi ha affermato che “l’Italia è forte quando sa essere unita. Purtroppo con il passare dei mesi a questa domanda di coesione che arriva dai cittadini le forze politiche hanno posto un crescente desiderio di divisione”. Questo strappo non può essere ignorato o contenuto “perché ciò potrebbe essere ripetuto da chiunque”. Il premier ha affermato di aver deciso di chiedere la fiducia in Senato in seguito all’appello di oltre 2000 sindaci, oltre che “esponenti di terzo settore, scuola, università, mondo dell’economia e imprenditoria”
Durante l’elenco delle riforme in programma, si è citata anche la necessità di “tenere le mafie lontano dal Pnrr, il modo migliore di onorare la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”, a cui è seguita una lunga standing ovation. L’intervento sull’invasione russa, nel quale Draghi ha ribadito la necessità d’armare l’Ucraina, è stato particolarmente controverso in aula.
“Una fiducia che non sia di facciata, ma concreta”
Il discorso si è concluso con un appello ai partiti e ai parlamentari: tutte queste misure “richiedono un governo forte e coeso, e un parlamento che lo accompagni con convinzione, nel reciproco rispetto dei ruoli. All’Italia non serve una fiducia di facciata, ma un nuovo patto di fiducia concreto. Siete pronti a ricostruire questo patto? La risposta non dovete darla a me, ma a tutti gli italiani”.
Alla fine dell’intervento non hanno applaudito M5s e Lega, riporta Ansa.
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